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Lunedì, 2 Giugno 2014 16:15 Host: net-188-153-86-229.cust.dsl.teletu.it Scrivi un commento Invia una E-mail

Matteo Renzi al Festivak dell’Economia

Domenica 1° giugno 2014. Mi sveglio alle 6,30 e dalla finestra della mia camera da letto, vedo subito che si annuncia una bella giornata. Il cielo è azzurro e il verde dei filari di viti che si arrampicano sul versante orientale del monte Bondone riluce come smeraldo. Oggi arriva a Trento Matteo Renzi e debbo andare a sentire quello che dice. Dopo una veloce doccia e il caffè mattutino sono pronto. Alle nove prendo l’autobus urbano e alle 9,30 sono dinnanzi all’ingresso del Centro culturale intitolato a Santa Chiara. Si tratta del vecchio ospedale di Trento, dove è nata nel 1968 la mia secondogenita , trasformato in una struttura al servizio della cultura con un auditorium di circa 800 posti a sedere. Per inciso debbo prendere nota di come in questa città funzionino bene le regole civili: infatti all’esterno della struttura c’è già un assembramento di due/trecento persone ma, dopo un paio di minuti arriva una graziosa ragazza che distribuisce ad ognuno un cartellino con l’indicazione della fila e del numero della poltroncina all’interno dell’auditorium, La coda è lunghissima e si fa un passo alla volta ma senza ingorghi perché il tracciato è transennato e consente il transito di massimo due persone alla volta. Dopo circa un’ora e mezzo dal mio arrivo sono finalmente seduto al mio posto e mi guardo intorno. La platea, molto colorata, presenta molti giovani, uomini e donne, ma anche persone di tutte le età e credo rappresenti molto bene la nostra società. Sul palcoscenico stanno due grosse poltrone vuote e un basso tavolino. Tra il palcoscenico e la prima fila delle poltrone c’è un spazio di tre/quattro metri interamente occupato da fotografi, cameramen televisivi e un paio di carabinieri in divisa. Quando arriva l’ingegner Marchionne e prende posto al centro della prime fila si verifica un fatto inaspettato: alcune persone, già sedute sulle poltrone si alzano e si affollano tutte assieme nello spazio prima descritto e vanno ad omaggiare Marchionne che non ricordo bene quante volte si è alzato in piedi per farsi fotografare con donne molto eleganti e uomini impomatati, tutti smodatamente sorridenti..E’ una nota stonata che mi disturba non poco, se la paragono alla compostezza e serietà degli altri 800 spettatori. Nella folla che assedia Marchionne ci sono tutti, molti non so chi siano, ma alcuni li riconosco, vedo Cipolletta, il sindaco di Trento, il presidente del Consiglio Provinciale e il direttore del quotidiano locale l’Adige., gli altri penso siano rappresentanti dell’industria e dell’economia locale oltre a parecchi giornalisti..
Qualche minuto prima delle 11 arrivano sul palco da un ingresso laterale Matteo Renzi, in maniche di camicia, Enrico Mentana, senza cravatta e il Professore Tullio Boeri. Comincia Boeri con una serie molto lunga di domande per il Presidente del Consiglio, il quale mette le cose a posto e con sicura naturalezza assume subito la gestione del dibattito non mollandola più fino alla fine dell’incontro. Con una sequela pirotecnica di domande e risposte trascorre più di un ora passando in rassegna quasi tutti i temi attuali della politica..
Mi astengo dal fare l’elenco delle cose dette, dei problemi denunciati e delle soluzioni proposte perché chi segue la politica già li conosce per averli sentiti molte volte e mi limiterò., per chi non è proprio appassionato , a descrivere la mia personale impressione. Matteo Renzi è certamente un bravo attore che domina la scena, con le sue smorfie i sorrisi e le battute. Quando ascolta guarda sempre in faccia l’interlocutore e quando risponde lo fa subito senza pause e contorcimenti verbali come siamo abituati con i vecchi politici che prima di aprire bocca fanno un mucchio di smorfie per indicare un intenso lavoro mentale che invece non esiste. La gente che ha assistito al dibattito lo ha immediatamente adottato fin dalle prime battute e sono convinto che ognuno delle 800 persone presenti si fida di lui e gli affiderebbe il proprio portafoglio perché lo ha riconosciuto come uno di loro. In fondo ci sta offrendo le sue forze e la sua intelligenza per costruire un’Italia migliore e più bella come ha detto lui in una delle sue risposte.
Alle 12,30 il dibattito finisce e mi avvio verso casa col cuore leggero e soddisfatto. Una punta di malinconia mi viene pensando a quel 50% di connazionali che non hanno votato e mi rendo conto che la strada da fare è ancora molto lunga e Renzi avrà parecchio da fare.

Fulvio Maiello
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