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227) Fulvio Maiello  Maschio
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Lettera aperta al Presidente del Consiglio:
Caro Matteo,
non vorrei essere al tuo posto, per dichiarata incapacità di sopportazione di quello che tu stai invece stoicamente, e aggiungo io, brillantemente, sopportando. Fai bene a non accettare le continue provocazioni tendenti a farti perdere il controllo dei nervi e osserviamo tutti che i nervi fuori controllo ce l’hanno i tuoi avversari che sono arrivati alla frutta. Cosa significa se non questo il sit-in dinanzi al Quirinale di una settantina di parlamentari tra SEL e 5stelle o lo strappo della costituzione in aula da parte di un deficiente eletto tra i leghisti. Tieni duro che ce la fai.
Vorrei aiutarti ma non ho altri mezzi che non siano pensieri e riflessioni. Ma ci provo, tanto sei poi libero di fare ciò che ritieni più utile e giusto.
Ogni volta che fai una proposta si attiva subito un fuoco di sbarramento, insormontabile a causa della struttura costituzionale costruita in maniera che la maggioranza decisionale in Italia è nelle mani della minoranza e non, come avviene nel resto degli altri paesi, della maggioranza. Anche i nostri partner europei ci chiedono di fare riforme strutturali, e non perché ci amano, ma perché sanno che la rovina dell’Italia è anche la loro rovina. Non perdere tempo a convincere della gravità della situazione i cittadini di questo paese perché hanno tutti l’elettroencefalogramma piatto dopo un ventennio di cura Berlusconi. Sai cosa farei io al tuo posto? Inviterei gli attuali vertici sindacali a preparare un piano, in 4 o 5 punti al massimo, che risolva il problema del lavoro e della disoccupazione, prendendo pubblicamente l’impegno, una volta accertata la sua concreta fattibilità oltre che il rispetto delle norme del quadro complessivo del paese, di presentarlo in discussione alla prima riunione del consiglio dei ministri. Anche ai leghisti offrirei la possibilità di presentare un piano di riassetto della struttura dello stato con la dichiarazione esplicita di quello che a loro andrebbe bene. Se vogliono uno stato padano e con quali confini o uno stato nazionale, se con gli immigrati vogliono seguire i dettami della nostra religione cattolica oppure vogliono stringere i freni , fino a quale punto e utilizzando quali mezzi..Per le tasse come si può diminuirle senza cancellare lo stato sociale in questo momento di profonda crisi produttiva. Confido che la Camusso e gli altri leader sindacali, non essendo in grado di fare miracoli, non accetterebbero l’invito e troverebbero qualche scusa ma, almeno, la finirebbero di pretendere dal governo quello che sanno benissimo essere impossibile ottenere. I leghisti, messi anche loro alle strette, non proporrebbero nulla di realizzabile e si troverebbero ad essere sbeffeggiati per le strade dai loro stessi compaesani padani. Ai 5 stelle non proporrei nulla perché. non credo che sarebbe possibile ottenere una qualsiasi risposta e poi sono lì solo temporaneamente ad occupare i seggi parlamentari perché dubito assai che in nuove elezioni, con una legge non dico perfetta ma appena decente, riuscirebbero a conquistare i seggi attuali. Nel caso, molto improbabile che arrivasse una qualche proposta, il governo dovrebbe garantire una discussione in seno al consiglio dei ministri dopodiché occorrerebbe dare la più ampia pubblicità su tutti mezzi di informazione . Prima che mi sia fatta da altri mi faccio da me una osservazione. Ma queste indicazioni non sono quei compiti che le camere devono normalmente adempiere. Sì, è vero, ma quando per ogni provvedimento che non piace alle minoranze vengono presentati migliaia di emendamenti cosa altro resta da fare. Gli attuali parlamentari hanno paura solo delle manette e anche quelle sono un deterrente ormai inefficace visto come si trova ridotto il nostro codice penale.
Con i migliori e vibranti auguri
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