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Massimo Giannetti IL MANIFESTO  |
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 Giovedì, 15 Giugno 2006 20:18 Host: host111-155.pool80104.interbusiness.it
IL MANIFESTO dell'11 Giugno 2006
††††††††††††††††††††† di Massimo Giannetti
Le elezioni a Noto e il singolare boom petrolifero
Per una poltrona di petrolio
Le elezioni a Noto e il singolare boom petrolifero Intorno a Noto, gioiello barocco che l'Unesco ha definito da tempo ´patrimonio dell'umanit‡ª, stanno per iniziare gli scavi alla ricerca di idrocarburi. I petrolieri americani della Panther Oil non vanno per il sottile e minacciano chi si oppone. E oggi si elegge il sindaco, con un ds favorevole ai pozzi e tutti gli altri contrari
Massimo Giannetti
Noto
Le industrie petrolifere da queste parti dovrebbero essere mandate via a calci dopo i disastri umani e ambientali che hanno combinato nelle vicine Priolo, Melilli e Augusta. Il triangolo della morte Ë a un tiro di schioppo da Noto, ma nella citt‡ barocca - definita patrimonio dell'umanit‡ dall'Unesco e ora minacciata dalle trivellazioni dei petrolieri americani - non c'Ë aria di rivolta. La Val di Susa vista da qui sembra lontana anni luce. Per come sono messe le cose soltanto le barricate possono impedire che accada l'irrimediabile. E l'irrimediabile purtroppo Ë gi‡ cominciato: da alcune settimane i tecnici della compagnia texana Panther oil - alla quale la regione Sicilia ha dato carta bianca - si aggirano nei terreni del Val di Noto terrorizzando contadini e piccoli imprenditori turistici ai quali, senza complimenti, dicono di farsi da parte per consentire l'avvio degli scavi. Con le buone o con le cattive. La legge regionale lo consente: stabilisce infatti che ´i proprietari o possessori di fondi compresi nel perimetro della concessione non possono opporsi alle operazioni di prospezione, ai lavori di ricerca e ai lavori necessari per la coltivazione e lo sfruttamento del giacimentoª.
La posta in gioco Ë dunque altissima, quasi impossibile da credere. E oggi e domani si riverser‡ nelle urne che eleggeranno il nuovo sindaco di Noto. I candidati sono cinque e tutti si dicono contrari alle trivellazioni che incombono. Tutti tranne uno, Raffaele Leone, che Ë il candidato dell'Ulivo che rischia di vincere le elezioni. E' un ex liberale passato alla Margherita, gi‡ due volte primo cittadino (prima con il centrodestra e un'altra volta con il centrosinistra) e ora sostenuto da Ds e Margherita con l'aggiunta dell'Mpa di Raffaele Lombardo. Un'alleanza, questa con l'autonomista catanese, che ha provocato la rottura definitiva tra l'Ulivo e i cespugli dell'Unione. Prc, Verdi e Pcdi candidano infatti un altro Leone ma di nome Giuseppe, il cui programma Ë tutto improntato alla difesa dell'ambiente. Anche il centrodestra Ë spezzettato: Forza Italia e An sostengono Corrado Valvo (che potrebbe spuntarla su Leone) mentre l'Udc lancia senza speranze Giuseppe Bosco. La quinta lista Ë capeggiata da Vincenzo Terranova, sostenuto da un notabile locale, finito di recente in carcere per voto di scambio.
Lo sconvolgimento degli schieramenti in una realt‡ di provincia come Noto (ventiduemila abitanti) in altri momenti non avrebbe creato grandi discussioni. Ma di mezzo ci sono appunto le trivellazioni e questo nel centrosinistra ha provocato non pochi imbarazzi, soprattutto nei ds e nella Margherita. Sostenere un candidato sindaco che sul futuro del Val di Noto ha opinioni opposte alla coalizione non Ë molto comprensibile. E infatti la campagna elettorale dell'Ulivo Ë stata un po' surreale, tesa a nascondere l'argomento di cui tutti parlano. ´Se sarÚ eletto sindaco mi atterrÚ al programma della coalizione, che Ë contraria alle trivellazioni - sostiene Raffaele Leone - la mia opinione su questa vicenda Ë diversa perchÈ non vedo tutto questo allarme e comunque Ë un problema che va governatoª. Ma se sar‡ eletto sindaco bloccher‡ le ruspe dei petrolieri? ´Vedremo in seguito quali sono i poteri che potr‡ esercitare il sindaco, in ogni caso io non mi sdraierÚ davanti alle ruspe, eventualmente lo faranno i cittadini se lo vorrannoª.
Di sicuro lo faranno quelli del comitato contro le trivellazioni e per le energie rinnovabili che in queste settimane e mesi si sono dati da fare come matti per far capire alla gente qual Ë il rischio che corre il territorio. Dei partiti non si sono fidati e quando hanno capito l'aria che tirava hanno trovato di corsa un altro candidato a sindaco (Peppe Leone) e alcuni di loro si sono si sono messi nella lista di sinistra che lo sostiene. Vincenzo Moscuzza, tra i promotori del comitato, Ë uno di questi: ´Come si fa a dire che non Ë allarmante quello che sta avvenendo? La Panther oil non Ë venuta qui per divertirsi. Se cominciano gli scavi questo territorio sar‡ distrutto e con esso tutte le vocazioni agricole di qualit‡ che ha sviluppato in questi anni. Qui non cercano solo il gas come qualcuno vuole far credere. Cercano anche il petrolio. Il problema non sono i venti pozzi autorizzati dalla Regione ma quello che verr‡ dopo che l'avranno trovato. E' scritto chiaramente in questo documentoª. E' un atto interno dell'Assomineraria siciliana che dice ai propri associati pi? di quanto non dicano le parole ufficiali della Regione: ´In Sicilia Ë ripartita l'attivit‡ petroliferaª - Ë scritto con enfasi nel testo datato aprile 2005. ´L'attivit‡ esplorativa aveva registrato negli ultimi trent'anni un forte rallentamento dopo le grandi attivit‡ degli anni '50 e dei primi anni '70. La cornice contrattuale non era stata infatti ritenuta pi? sufficientemente attraente e numerose compagnie, soprattutto straniere, avevano lasciato l'isola. Eppure le risorse ulteriori di petrolio e gas ancora da scoprire nei bacini siciliani potrebbero essere promettentiª.
Che sotto il Val di Noto ci sia petrolio non Ë una novit‡. I primi sondaggi furono effettuati sin dai tempi di Enrico Mattei ma all'epoca l'estrazione fu ritenuta poco conveniente. Il petrolio di questa zona avrebbe alte percentuali di zolfo che allora avrebbero richiesto costi di lavorazione troppo elevati. Ma il prezzo per la raffinazione che negli anni passati era eccessivo Ë evidentemente diventato competitivo in tempi di magra come questi e con il costo del greggio alle stelle e sempre pi? in crescita.
Le autorizzazioni per le perforzazioni riguardano quattro aree della Sicilia per molte centinaia di chilometri quadrati e sono state concesse ad altrettante compagnie petrolifere. Alla Panther Ë toccata l'area pi? pregiata, con un certo tipo di sviluppo agricolo e turistico ormai consolidato e con parecchi vincoli ambientali e archeologici. Ma di fronte all'oro nero non c'Ë vincolo che tenga. Per TotÚ Cuffaro questi sono dettagli da quattro soldi. E infatti la Panther ringrazia il suo ex assessore all'industria, Marina NoË (che nel 2003 si Ë prodigata strenuamente per le concessioni) e in un documento si felicit‡ con la Regione sia per la postazione assegnata sia per la conveniente contropartita richiesta: ´La Sicilia Ë in una condizione ideale per la ricerca e l'estrazione di petrolio e gas, grazie all'esplicito sostegno del governo, grazie a solo il 7% di royalty e il 39% di imposta sul reddito della societ‡, grazie alle infrastrutture presentiª.
Quest'ultimo grazie si riferisce al vicino porto di Augusta e alle vicine raffinerie di Priolo e Melilli dalle quali la compagnia texana (che in Italia si presenta formalmente come una Srl) fa molto affidamento per abbattere i costi. La concessione per scavare ha la durata di sei anni. L'apertura di pozzi sarebbe dovuta iniziare nel 2004 ma nel frattempo ci fu la mezza retromarcia della stessa Regione che in seguito alle proteste sospese le autorizzazioni. Concessioni che il Tar di Catania ha perÚ riattivato alla fine dell'anno scorso dando ragione ai petrolieri americani. I quali ora stano procedendo in tutta fretta per recuperare il tempo perduto. Ai proprietari dei terreni si presentano con un ricatto: mille euro al mese per l'affitto, o esproprio.
Ma cosa che potrebbe fermarli? L'avvocato Giuseppe Piccione, reduce di una lunga ma vittoriosa battaglia contro l'Eternit di Siracusa, ha ricevuto dalla Provincia l'incarico di trovare gli strumenti per salvare il Val di Noto: ´Allo stato non ce ne vedo molti - dice il legale - il sindaco potrebbe fare sicuramente qualcosa. E' lui che ha il potere sulle concessioni nel proprio teritorio, ma bisogna vedere se quello interessato alla trivellazioni rientra nel perimetro comunale. Altrimenti le strade possibili sono due: la revoca del decreto da parte della regione (emanato tra l'altro senza un piano energetico), o un provvedimento urgente di tutela ambientale e archeologica da parte del governoª. Il Val di Noto, sembra di capire, Ë nelle mani di Pecoraro Scanio.
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