Vedo il futuro della Comunità Europea pieno di nuvole fosche che non promettono niente di buono. Le istituzioni sovranazionali anziché governarci sembrano puntare più che sulla crescita sociale ed economica e l’uguaglianza e dignità delle popolazioni sul benessere di pochi a danno di molti. Due sono i fatti che in questi giorni mi sembrano più significativi che rappresentano, a mio sommesso parere, le forche caudine sotto le quali dovranno passare anche quelli che oggi sembrano comandare: il fenomeno della migrazione di massa degli africani e la questione greca. Sono due problemi così enormi per risolvere i quali i ragionieri e contabili della Cee sono assolutamente inadeguati. Altre volte in Europa ci siamo trovati in condizioni simili, penso per esempio al secondo conflitto mondiale che fu risolto solo con l’intervento esterno degli USA. Oggi le condizioni sono cambiate e il processo di globalizzazione planetaria fa sì che gli USA stiano più dalla parte del capitale finanziario che delle società civili e supportano più volentieri quelli che si dimostrano più favorevoli al rigore finanziario e ai sempre maggiori sacrifici delle popolazioni. Mi sembra che questo sia il quadro più rappresentativo e realistico del nostro continente in questo momento. E’ questa l’occasione per chi ha la statura e le qualità per essere ricordato in futuro come uno dei grandi statisti di tirare fuori tutto il coraggio che possiede e sedersi in cattedra per parlare a chi attualmente ha tanta supponenza e ricordare che se non ci fossero stati i greci e i romani nelle selve tedesche ci sarebbero ancora le valchirie e in quelle francesi villaggi sparsi di boscaioli e carbonai.
Non è pensabile, dopo avere messo tanta passione per la creazione di un’Europa dei popoli, vedere come il resto d’Europa si atteggia verso i due popoli che gli storici riconoscono come i mattoni sui quali si è sviluppato il mondo occidentale. Renzi potrebbe e dovrebbe, secondo me, giocarsi la camicia e, nella prossima riunione del direttivo CEE, schierarsi con convinzione al lato di Tsipras e dire chiaramente che se la Grecia viene costretta a uscire dalla CEE il giorno seguente sarà la volta dell’Italia. Se non lo fa sarò costretto a considerarlo uno dei tanti, troppi politici italiani che pensano soltanto alla poltrona.