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43) Giorgio Giannone  Maschio
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Venerdì, 30 Marzo 2007 23:39 IP: 151.76.142.59 Scrivi un commento Invia una E-mail

VESTIVAMO ALLíAMERICANAÖ
Una canzone in voga qualche anno fa recitava : ìnoi siamo figli delle stelleÖî, ma a rifletterci bene siamo figli anche delle strisce. In un mondo caratterizzato dalla globalizzazione, ed in un contesto dove il multilateralismo campeggia quotidianamente in ogni argomento culturale politico etico e sociologico non Ë possibile sorvolare sul problema relativo ai nostri rapporti con chi sta dallíaltra parte di un oceano che diventa sempre pi? piccolo per la velocit‡ dei mezzi di collegamento reali,ma soprattutto telematici, e che un tempo era un continente lontanissimo avvolto fra le nebbie del mito e della leggenda raggiungibile a costo di faticosissimi e lunghissimi viaggi della speranza, e che ora Ë virtualmente a portata di mouse con la tastiera di un computer e nella realt‡ Ë possibile far colazione a Milano e pranzare a New York .
Specialmente per noi Siciliani esiste una vicinanza di sangue con il popolo americano, basti pensare ai tanti soldati americani che venuti in Sicilia durante la seconda guerra mondiale ne approfittavano per portare i saluti dei genitori ,a parenti residenti in Sicilia che avevano qui lasciato nella grande ondata migratoria degli inizi del ë900., e la dice lunga sullíimpossibilit‡ di far paragoni fra quellíintervento americano in Italia ,ed altri interventi in altri contesti come quello Iracheno. Sul piano culturale non possiamo certo nascondere che specialmente i cinquantenni di oggi, spesso militanti nelle file della sinistra italiana, specialmente in quella che per comodit‡ viene indicata come radicale hanno origini culturale e di ispirazione filosofica ed ideologica anche nellíesperienza di quei ragazzi che a partire degli anni í60 proprio in America ebbero il coraggio di contrapporre in modo forte ed estremo líidealit‡ di un mondo basato sulla pace , la giustizia ,la libert‡ ,líuguaglianza,e soprattutto il massimo e pieno rispetto dellíuomo nel contesto naturale ,ad un mondo che andava sempre caratterizzandosi per líarroganza di un potere sempre pi? aggressivo e minaccioso. Líesperienza in Viet-nam, con il suo epilogo rappresentÚ un momento di riflessione proprio per quel tipo di potere ,e rafforzÚ anche sul piano politico il movimento di contestazione che arricchiva sul piano degli ideali il dibattito politico anche in Europa. La Beat Generation ,Jack Keruac, Allen Ginsburg ,Gregory Corso,H.Miller,nella letteratura che si diffondeva in Italia per il tramite di Fernanda Pivano ,i movimenti filosofici dellíundergrownd , le musiche allora rivoluzionarie ed allíinizio poco comprese del jazz, del Country, o del Rock rappresentavano le fonti ispiratrici dei nostri migliori autori , e contenevano le radici culturali ed ideologiche di quello che sar‡ il maggio francese ed il movimento del í68 in Italia .
Per tornare ai giorni nostri e continuare nel parallellismo ,sul piano politico diciamo solo che i cinque punti salienti del programma democratico enunciato da Nancy Pelosi per i Democratici al Congresso americano, sembrano scritti dallíala pi? estrema della sinistra italiana. Partendo da queste premesse, accusare o sospettare la sinistra italiana,o parte di essa di antiamericanismo Ë un errore gravissimo e molto spesso uníoperazione in perfetta malafede. Fanno rabbrividire quei politici che fanno gli americani di circostanza, o per convenienza , ricordandoci Alberto Sordi in un famoso film degli anni í60.
Quello che spesso viene criticato non Ë, e non potrebbe mai essere il rapporto con il Popolo Americano, ma un certo tipo di politica estera che proprio i nostri amici americani stanno subendo. Le critiche allíimperialismo di G.W. Bush non vengono dalla sinistra italiana, ma se riusciamo ancora a comprendere ciÚ che ascoltiamo ed interpretare ciÚ che leggiamo, Ë chiaro che quel modo di agire Ë contestato proprio dal popolo americano che lo ha bocciato senza appello nelle ultime elezioni per il Congresso , ed ha fatto crollare il gradimento ad un Presidente certamente impopolare nella comunit‡ internazionale ma soprattutto nella comunit‡ che dovrebbe rappresentare.
Noto ñ marzo 2007

Giorgio Giannone
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