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62) Leonardo Miucci  Maschio
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Martedì, 20 Novembre 2007 17:29 IP: 151.53.146.218 Scrivi un commento Invia una E-mail

Recenti accadimenti mi hanno fornito il pretesto di fare alcune considerazioni sullo stato della politica nel nostro Paese e su come la societ‡ civile si stia purtroppo ìabituandoî a viverla.

Prima i fatti
Domenica scorsa (11 novembre 2007) un agente della Polizia di Stato, allíinterno di un autogrill sullíautostrada allíaltezza di Arezzo, per motivi che non sto a dire perchÈ li ritengo ormai noti, uccide un giovane tifoso di una squadra di calcio, mentre era in compagnia di altri suoi compagni. Allíevento conseguir‡ un disordine esteso a tutto il territorio nazionale, con ripercussioni sullíordine pubblico, che sfocer‡ in un crescendo di odio nei confronti delle forze dellíordine, della Polizia in particolare. Il dibattito politico istituzionale che ne Ë scaturito si Ë da subito caratterizzato per la sua animosit‡. Durante una di quelle trasmissioni televisive a contenuto politico, diventate ormai usuali nei palinsesti delle varie reti, líOn. Ignazio La Russa, incalzato dal presentatore (show man) di turno, sostanzialmente rispondeva che in un altro paese civile il Ministro dellíInterno, al verificarsi di un evento simile a quello cui líopinione pubblica aveva assistito, si sarebbe dimesso, giacchÈ dopo pi? di ventiquattrore dallíaccaduto, invitato a riferirne in Parlamento, non forniva elementi circa líaccertamento dei fatti. Il presentatore, dal canto suo, riferiva ancora che rispetto allíoggettivit‡ dei fatti tuttavia quel poliziotto era responsabile, il che, in termini processual-penale, significava affermare la colpevolezza dellíindagato o imputato che sia, prima ancora che fosse intervenuta la condanna.
Qualche giorno fa, dopo alcune premesse che sembravano fare presagire un finale tragico per líattuale governo, la maggioranza Ë riuscita ad ottenere líapprovazione, senza voto di fiducia, della Legge Finanziaria, consacrando cosÏ la certezza di poter continuare a governare il Paese. Ma anche qui il dibattito politico istituzionale prima e dopo líapprovazione della Legge Finanziaria si Ë palesato alquanto scontroso, e questo sia allíinterno della maggioranza, sia allíinterno dellíopposizione. Líapprovazione della Finanziaria Ë avvenuta al lume delle incertezze degli On. Dini e Bordon, con i quali il Premier ha precisato di avere alcune cose in sospeso e delle quali intende discutere, soprattutto con Dini, cose che riguardano i cittadini: la spesa pubblica, il welfare, i precari eccÖ Il Premier, incassata la vittoria per líapprovazione della Finanziaria, ha tuttavia aperto le porte al dialogo con líopposizione al fine di iniziare un cammino comune verso le riforme, in particolare quelle che riguardano la legge elettorale. Dal canto dellíopposizione, invece, líOn. Berlusconi non ha dato la sua disponibilit‡ al dialogo, mentre tutta la coalizione del centro destra sta prendendo atto della strategia fallimentare del capo della CdL ed al riguardo líOn. Fini auspica un cambiamento di rotta ìaltrimenti ognuno andr‡ per la sua stradaî. Anche qui sembrano esserci elementi che fanno da peso alla bilancia: Bossi e Casini in particolare, atteso il loro peso specifico anche in termini di voto popolare.
Questi sommariamente i fatti.
Veniamo ora alle riflessioni
Una prima riflessione riguarda il dibattito politico istituzionale venuto fuori in seguito allíuccisione del giovane tifoso. Non intendo commentare i fatti di cronaca per argomentare attorno alla colpevolezza o allíinnocenza dellíagente, ma intendo definire alcuni punti della vicenda che hanno poi avuto riflesso nellíambito politico.
Viviamo in uníepoca in cui líinformazione ha assunto una veste diabolicamente mediatica, per cui ogni fatto, da quello di cronaca a quello politico, assume importanza e valore da ciÚ che ne puÚ scaturire a livello di auditel. Tutta la societ‡ ormai Ë infarcita da questo modo di fare informazione e nessun ambito ne risulta escluso, neanche, naturalmente, la politica. Occorre prendere atto del fatto che ormai la politica si Ë talmente mediatizzata che addirittura le decisioni e le informazioni che la riguardano vengono assunte e riferite in televisione. Non di rado Ë accaduto che alcune informazioni date dai politici ospiti a trasmissioni come Porta a Porta siano poi diventate oggetto di notizia líindomani sui vari quotidiani. Non Ë questa le sede per argomentare sul perchÈ tali vezzi accadano, poichÈ li ritengo pi? di interesse dei sociologi, ma consentitemi di affermare che le decisioni politiche, per la stretta ed implicita connessione con la dimensione democratica, vanno assunte e riferite in Parlamento, la sede istituzionale, deputata a tale onere. La mediatizzazione ha colpito anche, soprattutto, i fatti di cronaca e dunque, allo stesso modo della politica, i processi vengono svolti in televisione e non dove dovrebbero svolgersi, cioË nelle aule dei tribunali, previo accertamento dei fatti da parte della magistratura e non del Ministro dellíInterno, come aveva preteso líOn. La Russa riguardo alla vicenda del giovane tifoso ucciso. Purtroppo líagente che ha ucciso il giovane tifoso Ë stato gi‡ condannato dai mass media e, quindi, dallíopinione pubblica, e la magistratura, fatta di uomini, vuoi o non vuoi, si sentir‡ comunque suggestionata da un simile preliminare giudizio al punto che sentir‡ il dovere di irrogare una nuova, ulteriore condanna. Mi sia concessa una nota critica su questo aspetto: mi sembra di avvertire una micidiale incoerenza da parte di alcuni giornalisti di sinistra, i quali da un lato nei loro proclami vanno affermando principi di legalit‡ e di giusto processo in via universale, dallíaltro, quando si tratta di ravvisare quegli stessi diritti in capo a soggetti verso i quali non si nutrono simpatie, si arrogano líiniziativa di ignorarli. Questo dispiace, perchÈ la coerenza dovrebbe essere una qualit‡ soprattutto della sinistra. E aggiungo: soprattutto dei giornalisti. O forse dovremmo rivedere i caratteri del fare giornalismo o del nuovo giornalismo, esclusivamente caratterizzato dallíaspetto mediatico. E dovremmo altresÏ rivedere quali sono i tratti somatici che permettono di fare assurgere a dignit‡ ìdi sinistraî anche tutti quei nuovi movimenti (giacchÈ i partiti ormai non esistono pi?) i cui rappresentanti si ritengono sbandieratori dei diritti di libert‡ e di uguaglianza, ma che sono essi stessi i primi a calpestarli quando con le loro azioni dimostrative commettono gravi reati nei confronti di persone innocenti. Eí un paradosso con cui forse la sinistra dovrebbe fare i conti.
Inoltre, per la parte pi? strettamente politica, la richiesta di dimissioni auspicata dallíOn. La Russa nei riguardi del Ministro dellíInterno Giuliano Amato, in ordine alla vicenda del giovane tifoso, non sembra essere tanto funzionale ad una esigenza di carattere istituzionale, quanto piuttosto strumentale al fatto che una tale eventualit‡ possa poi ripercuotersi su tutto il governo determinandone potenzialmente la sua caduta e la possibilit‡ per líopposizione di ritornare al potere, la sola cosa che di fatto le interessa. Su questo aspetto non credo di dover argomentare ulteriormente.
Uníultima considerazione per il secondo aspetto, quello dellíanimosit‡ della politica. Dicevo prima che líattuale dibattito politico istituzionale si distingue, nel complesso e fatte le dovute eccezioni, per la sua animosit‡, quando non per la violenza e/o líoffesa. In altri termini líattuale classe politica dirigente si manifesta allíopinione pubblica con un carattere dai toni molto accesi, la sede parlamentare spesso diviene un luogo in cui le forze politiche si azzuffano, non dialogano, ma si offendono vicendevolmente. E non per i cittadini, ma unicamente per il mantenimento del potere.
Líimmagine che si restituisce al Paese ed al contesto internazionale non sembra essere quella di un paese civile e democratico in cui si ha rispetto per le istituzioni. E pi? di ogni altra cosa il messaggio che arriva ai cittadini, ai giovani in modo particolare, Ë dal contenuto ostile nei riguardi della politica, che d‡ ulteriore spessore ad una gi‡ consistente percentuale di cittadini che si definisce statisticamente disincantata dalla politica. Il disincanto dalla politica ha contribuito a determinare una forma abituale e ordinaria di partecipazione, tendenzialmente limitata e relegata allíevento voto elettorale, ma la mancanza di controllo sulla politica, specificamente attuato attraverso la partecipazione dei cittadini, contribuir‡ a formare un sentimento di insofferenza, con grave pregiudizio per la creazione della futura classe politica dirigente e, quindi, per la vita democratica del Paese.

Avola, 19 novembre 2007
Leonardo Miucci
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