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Giuseppe Spataro  |
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UNA RIFLESSIONE SUI NOSTRI ANNI,
SULLA POLITICA E SULLA REALTA' DI PACHINO
LA STORIA SIAMO
Lí analisi sulle trasformazioni economiche e sociali del territorio di Pachino dagli anni 60 ad oggi, Ë un importante elemento di riflessione e stimolo per una pi? approfondita conoscenza dei processi in atto in quegli anni, indispensabile oggi per meglio comprendere la realt‡ in cui viviamo e operiamo. Quegli anni infatti furono caratterizzati da grandi mutamenti e trasformazioni sociali a livello mondiale: il risveglio dalla fine della seconda guerra mondiale con la sconfitta storica del Nazifascismo, la divisione del mondo in due blocchi contrapposti (U.S.A. e U.R.S.S.) con le rispettive aree di influenza, líincapacit‡ degli uni e degli altri di mantenere líegemonia con metodi democratici (in Vietnam, Cile, Argentina e Bolivia da una parte, in Ungheria e Cecoslovacchia dallíaltra), stavano segnando líinizio di una grande stagione di rivolta delle masse popolari nel mondo sui temi della democrazia e dellíautodeterminazione dei popoli, contro la guerra e líimperialismo.
Il boom economico degli anni Sessanta segnava líinizio di un periodo di transizione e di ripresa produttiva importante per tutto il paese, di pari passo cresceva la sindacalizzazione delle lotte sociali nelle fabbriche delle grandi citt‡ industriali e nelle campagne del meridione, mettendo di fatto in crisi il vecchio equilibrio di un sistema capitalistico-borghese fondato sullíautoritarismo e sullo sfruttamento della forza-lavoro.
Un vento nuovo attraversava i continenti: la Beat Generation, i movimenti Beatnik e Hippy, la Contestazione Giovanile contro la guerra, il movimento per líemancipazione della donna, la radicalizzazione dello scontro di classe, la politicizzazione del disagio sociale. Questo per grandi linee lo scenario mondiale di quegli anni, ìera scoppiato il ë68î, gli anni della rivolta giovanile , gli anni della militanza politica e delle grandi lotte sindacali, in cui grandi masse di giovani, di donne, di operai e di intellettuali scendevano in campo come nuovi soggetti sociali protagonisti della vita politica del nostro paese.
In questo contesto storico, anche la nostra realt‡ sociale pachinese ha vissuto delle trasformazioni, e, spesso senza averne piena consapevolezza, molte di queste esperienze sono state vissute con passione e partecipazione da parte di molti giovani di allora. Nacque infatti nel 1974-75, per iniziativa di alcuni giovani pachinesi, un gruppo di impegno politico e culturale denominato ìCentro Studiî, collocato nellíarea della nuova sinistra, che diventÚ in poco tempo un importante punto di riferimento per líattivit‡ politica dei giovani del posto..
Líattivit‡ svolta dal Centro Studi consisteva, oltre allo studio dei testi classici del pensiero Marxista, in attivit‡ culturali quali Cineforum, lotte sindacali, lotte studentesche e per la difesa dellíambiente (rivolte soprattutto alla tutela di Vendicari). Una nuova classe dirigente di giovani impegnati nella militanza politica stava emergendo, le speranze e le utopie tipiche di quegli anni davano la forza per andare avanti in una realt‡ per certi versi ostile ai mutamenti, la voglia di cambiare era tanta, la passione forte e ci si sentiva protagonisti del proprio destino.
La Politica con la ìP maiuscolaî era diventata il collante di uní intera generazione che aveva fatto dellíimpegno nel sociale una scelta ben precisa, uno stile di vita attorno ai valori della solidariet‡, della democrazia, della libert‡, in difesa degli emarginati, dei pi? deboli, a fianco della classe operaia e contadina. Fu quello il periodo delle lotte per lí emancipazione delle donne, dei movimenti femministi contro i pesanti condizionamenti che le donne - in particolare quelle meridionali - subivano. Tutto era in movimento, tutto era messo in discussione, la scuola, il lavoro, la cultura, la musica, il costume, i rapporti allíinterno della famiglia, della societ‡. Una rivoluzione culturale era in atto, il personale era diventato politico.
In quegli anni anche per iniziativa di giovani socialisti nacque un circolo culturale, il ìFernando Santiî, di ispirazione socialista precraxiana, che contribuÏ ad elevare la qualit‡ del confronto politico allíinterno della sinistra, con attivit‡ di carattere culturale e politico. Era quindi la sinistra nel suo insieme, comunista e socialista, ad essere protagonista dello sviluppo culturale e sociale nonchÈ elemento attivo del dibattito che caratterizzava la politica nella nostra citt‡.
In questo clima di trasformazioni e mutamenti socio politici, anche nel settore produttivo ed economico si verificarono grandi cambiamenti: a seguito della grande crisi del settore vitivinicolo (su cui era basata la maggior parte dellíeconomia locale), i coltivatori Pachinesi ebbero la intuizione di riconvertire la produzione agricola dal vitigno ad alberello alla coltivazione di primaticci in serre, riuscendo a portare líeconomia locale ai primi posti rispetto ai paesi vicini.
Era il periodo delle grandi trasformazioni economiche del nostro tessuto produttivo a cui corrisposero modifiche anche di carattere sociale: la vecchia figura del bracciante e del contadino infatti, venne messa in crisi dallíemergere di tutta una serie di piccoli imprenditori-produttori agricoli. Questa modifica della composizione sociale, mise in crisi la vecchia ìunit‡ di classeî basata su un comune patrimonio di lotte sociali per la terra e per il lavoro, determinando non pochi cambiamenti nello stile di vita e nei comportamenti dei Pachinesi, tendenti ora a forme di individualismo, forte competizione sociale, sfrenata corsa verso modelli consumistici. A livello locale Ë stato sicuramente questo líaspetto nuovo e pi? importante che ha caratterizzato il periodo storico in esame, un fenomeno molto controverso e contraddittorio la cui comprensione Ë fondamentale per capire come ed in che modo si Ë arrivati alla situazione attuale.
A questa categoria di lavoratori va il merito storico di avere convertito per tempo il ciclo produttivo della nostra economia agricola e di avere creato un sistema di diffuso benessere, grazie al quale líeconomia dellíintero sistema ne ha tratto beneficio. A questa trasformazione del tessuto produttivo non Ë coincisa perÚ uníadeguata trasformazione del tessuto sociale in termini di capacit‡ complessiva di realizzare un progetto di sviluppo della citt‡ e del suo territorio.
Grandi le responsabilit‡ di chi ha governato e gestito il potere amministrativo di questo Comune, cui va aggiunta la carenza cronica dei servizi e uní inesistente sensibilit‡ amministrativa nei due settori portanti della nostra economia (Agricoltura e Turismo): eccezion fatta per la giunta Adamo, che purtroppo non ebbe il tempo di attuare il suo programma per la prematura scomparsa del Sindaco, unifica tutte le amministrazioni succedutesi un indistinto giudizio di insufficienza attuativa di programmi e progetti per lo sviluppo. La principale attivit‡ purtroppo nella migliore delle ipotesi si Ë limitata allíordinaria amministrazione, preoccupandosi pi? dei favori ad personam che dei progetti sociali di pi? ampio respiro. Líincapacit‡ dei vari partiti nel capire e governare i mutamenti sociali in atto, Ë la principale causa della crisi di rappresentanza dei gruppi dirigenti locali e una delle motivazioni del proliferare, in occasione delle elezioni amministrative, delle fantomatiche liste civiche.
I risultati purtroppo sono sotto gli occhi di tutti, precariet‡ amministrativa cronica, impossibilit‡ nel portare avanti e realizzare progetti condivisi, programmi elettorali disattesi, continue nomine di assessori non sulle competenze specifiche, continui cambi di maggioranze a prescindere da qualsiasi forma di pudore, mancanza di etica politica, mancanza di un progetto di sviluppo della citt‡ e del suo territorio, pianificazione territoriale inesistente, tutto lasciato al caso: come si fa ad amministrare bene un Comune in queste condizioni?
La gravit‡ della situazione locale Ë nota, il malcontento nei cittadini diffuso, urgono una serie di misure per bloccare lo sfacelo e invertire la tendenza in atto, urge una nuova classe dirigente, diversa da quella che ci ha portato a questo empasse politico e amministrativo. Questo il compito a cui sono chiamati i partiti e non basta cambiare il nome ad una formazione politica e spacciare questo per rinnovamento. Le classi dirigenti non si inventano e la loro credibilit‡ Ë frutto di processi culturali e politici di ampio respiro. Nella difficolt‡ generale in cui versa la politica, la nostra realt‡ paga un prezzo maggiore, a causa della marginalit‡ culturale e della sua collocazione geografica.
Bisogna saper analizzare e conoscere i processi in atto nel territorio per poterli governare, non si puÚ prescindere dalla conoscenza delle problematiche sociali che lo attraversano, bisogna attivare momenti di confronto e dibattito che coinvolgano pi? cittadini possibili in un processo di partecipazione democratica. Gi‡ la partecipazione democratica dei cittadini al governo della citt‡ e del territorio deve essere líelemento dirompente per un nuovo corso della vita sociale, la vera discontinuit‡ col passato deve essere sancita dalla applicazione rigida del controllo popolare sulle scelte amministrative, una gestione della cosa pubblica che non puÚ e non deve essere verticistica ma attivare tutta una serie di organismi partecipativi che ai vari livelli consentano al cittadino di partecipare alla vita democratica del proprio comune.Da una parte la macchina amministrativa che deve recuperare una propria funzionalit‡ ed efficienza, dallíaltra una grande partecipazione popolare attivata per la individuazione e risoluzione dei vari problemi.
Un progetto per una Pachino diversa Ë possibile se si ha la volont‡ e la capacit‡ di raccogliere attorno ad un programma di sviluppo tutte le intelligenze disponibili in uno sforzo collettivo. Questo processo di democrazia partecipativa dovr‡ essere lo strumento attraverso il quale avviare la rinascita democratica del nostro comune a cui dovranno partecipare e dare il proprio contributo tutte le categorie sociali; dai giovani, agli anziani, dalle donne alle scuole,dalle cooperative agricole alle associazioni del volontariato, alla chiesa, tutti devono essere messi nelle condizioni di dare il proprio contributo affinchË questo paese esca dallíimmobilismo e dallíarretratezza in cui oggi versa.
Questa la scommessa che oggi hanno davanti i partiti e le associazioni pachinesi, questa la norma che deve fare la differenza, una diversit‡ di berlingueriana memoria Ë quanto di pi? salutare oggi ci si possa aspettare da partiti vecchi e nuovi. Bisogna rimettere in discussione molte cose, bisogna ricominciare da dove si Ë lasciato, bisogna rimarcare le differenze,recuperare valori e stili di vita oggi non tanto di moda ma che nella storia collettiva hanno fatto la differenza, bisogna riappropriarsi del patrimonio storico di lotte, di comportamenti e di valori ancora attuali ma non pi? in uso, bisogna ritornare dalla gente e con la gente modificare lo ìstatus quoî.
Pachino 16-02-2008
Giuseppe Spataro
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