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78) Fulvio Maiello  Maschio
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Venerdì, 11 Aprile 2008 00:30 IP: 151.53.145.164 Scrivi un commento Invia una E-mail

IMMIGRATI e ACCOGLIENZA

Anche rispetto al problema del massiccio afflusso di extracomunitari si riscontrano notevoli differenze tra nord e sud dellíItalia.
La pressione demografica Ë pi? consistente al nord ma il fatto non Ë da attribuire ad una preferenza degli immigrati ma alla circostanza che vi si trovano molte pi? imprese produttive e quindi pi? facilit‡ di trovare il lavoro.
Al sud sono riservati solo i lavori agricoli e líassistenza ai tanti vecchi e malati i cui
figli, pochi per la verit‡, magari sono andati anchíessi a lavorare al nord.
Nord e sud si trovano comunque alle prese con il medesimo problema: come accogliere questa gente?
Al nord, dove si privilegia su tutto il lato economico, gli immigrati sono ben accolti a condizione che si possa usarli come gli schiavi di un tempo. Ecco i lavori a tempo se non a giornata, le paghe in nero e líassenza di ogni forma di supporto sociale. In tali condizioni solo i cinesi, depositari di una cultura e civilt‡ millenarie, sono riusciti ad organizzare una propria rete di protezione e il fatto trova conferma nella proliferazione di attivit‡ commerciali e ristoranti da essi gestite.
La popolazione in genere Ë restia ad accettare la vicinanza degli immigrati e ogni pi? piccolo reato commesso da uno di loro viene subito esteso a tutti. Senza arrivare a parlare di razzismo Ë quanto meno indicativo che in una grossa citt‡ del Veneto si Ë arrivati a costruire attorno ad un quartiere, abitato da immigrati, un muro di recinzione.
Anche i media danno grande risalto ai furti e alle aggressioni ad opera di immigrati slavi senza fare le doverose distinzioni tra chi delinque e chi lavora tranquillo.
Pensiamo a cosa avrebbero dovuto fare gli americani quando assieme a milioni di immigrati italiani sono arrivati anche i gangster e i mafiosi. Non potevano certamente organizzare, come per gli indiani una riserva nella quale rinchiudere gli immigrati italiani e ciÚ per mancanza di spazi ma anche per senso civile.
Se gli islamici vogliono avere un luogo di preghiera si organizzano raccolte di firme per opporvisi. Guai poi a parlare della possibilit‡ di dare anche a loro la possibilit‡, dopo un periodo di adattamento, di sentirsi inseriti nella comunit‡ con líattribuzione del diritto di voto.
Questa forte resistenza viscerale allíaccoglienza per quanti hanno un diverso colore della pelle oppure professano uníaltra religione discende, a mio parere, da due fattori.
Il primo Ë la suddivisione della societ‡ in clan : gli operai, i commercianti, gli industriali, le banche, ecc.
Il secondo Ë il basso grado di cultura della popolazione- anche se la percentuale di laureati e diplomati Ë molto alta la cultura rimane rasoterra.
Nella storia dellíumanit‡ ci sono sempre state massicci spostamenti di popoli da un punto allíaltro della terra e sempre, dopo un periodo di transizione, cíË stata, grazie alla commistione di genti diverse per sangue, abitudini e conoscenze, un periodo di fioritura delle arti, dei commerci e, in definitiva, del benessere per tutti.
CiÚ si Ë verificato anche quando líintegrazione non Ë stata pacifica come nel caso della conquista del west americano dove furono gli immigrati a sottomettere i nativi pellerossa. Nel caso dellíinvasione dorica i greci pi? civili integrarono pacificamente nel loro tessuto sociale i nuovi arrivati e il risultato fu la Grecia di Pericle e il Partenone. Anche i romani, pi? rozzi dei greci, quando sottomettevano intere popolazioni stavano molto attenti a rispettare la religione e i costumi dei popoli vinti. A me risulta evidente come ogni contrasto o rifiuto rispetto allíarrivo di genti che arrivano in massa nel nostro territorio Ë destinato al fallimento, Ë come vuotare il mare con un cucchiaio.
Non Ë forse meglio cercare di comprendere i diversi da noi ed integrarli piuttosto che rimanere schiacciati dalla loro pi? forte vitalit‡?
Il trattamento di accoglienza riservato agli immigrati nel sud Ë diverso e pi? civile che al nord, forse per la vicinanza di condizioni economiche tra ospiti e ospitanti.
Ma le vera ragione Ë uníaltra. Nel sud del paese hanno importanza i legami di sangue e nellíinconscio collettivo gli africani vengono guardati come lontani parenti.
Non Ë forse vero che líhomo sapiens si diversificÚ dalle scimmie nelle savane africane?
A fronte di differenze cosÏ marcate tra nord e sud che senso ha parlare ancora di stato unitario. Lo si potr‡ avere solo quando le due parti del paese si comprenderanno e non si sentiranno pi? i termini di ìterroneî o ìpolentoneî.


Fulvio Maiello
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