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Patrizia Cretto Sortino  |
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 Lunedì, 12 Maggio 2008 15:35 IP: 151.53.131.0
Lettera aperta
La parola alla mamma di Lucia Sortino
Vorrei tanto che il mio scritto arrivasse ai cuori delle persone in grado di aiutarmi. Non sono un politico, ma una madre, una semplice madre. Lotto da quasi sei anni, insieme a mia figlia Lucia Sortino, affetta da una orribile malattia, un cancro. I Km che affrontiamo per arrivare al policlinico di Catania sono Km di speranza, ma le sofferenze sono tante. I nostri figli vengono seguiti da bravi medici e da personale specializzato, ricco di grande umanit‡; noi siamo una vera famiglia e líobbiettivo Ë solo quello di far guarire i nostri bambini, anche se non sempre vi si riesce, perchÈ la malattia Ë ìun cancroî e la parola dice gi‡ tutto. Solo chi vive questo dramma puÚ capire le sofferenze affrontate dai nostri figli e puÚ vedere líaltra faccia della medaglia.
Quello che sto per scrivere vorrei che arrivasse ai politici, alle istituzioni, al tribunale dei diritti del malato, al nuovo manager e al direttore sanitario del Policlinico di Catania. Non bisogna fare miracoli per aiutare i nostri bambini, loro hanno diritto di affrontare le cure con dignit‡ e rispetto. Serve il vostro aiuto. A noi occorrono un reparto con almeno 20 posti letto, un D. H. pronto a tutte le esigenze, una sala operatoria per le urgenze, un pronto soccorso, barelle sufficienti per spostarsi per gli esami necessari. Non dovete costruire nuovi padiglioni, ma migliorare il nostro; mi permetto di dire il nostro perchÈ per noi Ë la nostra casa, lÏ diventiamo una famiglia, una vera grande famiglia, dove si lotta per vivere, anche se non sempre i risultati sono quelli sperati.
Vorrei tanto condurvi in questo luogo, farvi guardare e toccare le vere sofferenze; giorni fa poichÈ il nostro reparto Ë sprovvisto di pronto soccorso, mia figlia ha patito dolore per tutta la notte. A noi non serve cambiare continuamente padiglione, ma vorremmo trovare sempre pronta la stanza per le urgenze e non appoggiarci ad una lettiga, aspettando che qualche bimbo liberi il postoÖ
Se dovesse succedere anche a me di perdere mia figlia, cercherÚ di accompagnarla alla casa di Dio. Non chiedo piet‡, ma, a gran voce, chiedo il vostro aiuto; i farmaci possono arrivare fino ad un certo punto, solo Dio puÚ far guarire queste creature, ma voi potete migliorare il loro difficile cammino.
Forse questo mio nero su bianco rester‡ solo un articolo di giornale, ma per me, per noi, Ë un grido di disperazione, uníaccorata ricerca díaiuto. Migliorate questo centro perchÈ i nostri figli non possono raggiungere ospedali lontani, anche il nostro profondo sud ha diritto ai servizi presenti in altre parti díItalia e soprattutto al rispetto della dignit‡ umana.
Patrizia Cretto Sortino
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