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STORIA LIBRI SAGGISTICA LIBRI STORIA SAGGISTICA
LIBRI IN PRONTA CONSEGNA NELLA LIBRERIA EDITRICE URSO

AA. VV.
Le classi – La storia – Note sul '68
2009, 8°, pp. 152, ill.
€ 12,00acquista

 
copertina

La devastazione provocata dalla crisi del pensiero critico e dall'azione invasiva del "pensiero unico" dominante, ha desertificato, disorientato, scompaginato le intelligenze e le coscienze, soprattutto dei giovani.

L'attuale momento storico segna senz'altro il punto più alto della crisi strutturale del capitale, ma anche – ad un tempo, dialetticamente – la crisi delle forme organizzate del proletariato e delle lotte dei popoli suoi antagonisti. AI lungo e mesto declino è seguito un altrettanto lungo periodo in cui le risorse comunque esistenti sono andate assestandosi e le energie accumulando: una nuova fase si è già aperta, seppure ancora in modo confuso e contraddittorio perché al nuovo – ancora disorientato e disorganizzato – che vuole emergere prepotentemente si oppongono – in modo organizzato e con la tenacia della necessità di sopravvivenza – la forza dell'avversario e il vecchio che pervicacemente frena e resiste. Questo è, dunque, anche il momento in cui, a fronte dell'epilogo del sistema di potere e di valori che domina il mondo, il protagonismo di massa è in ripresa – per il momento spontanea –, e giovani sempre più numerosi mostrano anch'essi di "volerci essere", di voler riprendere nelle proprie mani – consapevolmente – il proprio futuro, disposti a rilanciare la lotta per un cambiamento radicale anche sul fronte dei valori e delle idee, con chiarezza e rigore.

Esser chiari e rigorosi non vuoi dire essere intolleranti (ma, semmai, disvelare spietatamente la intolleranza altrui, per quanto ben mascherata). Il rigore non è ortodossia, ma, anzi, il suo contrario: rigore vuoi dire, scientificità, verificabilità, razionalismo, dunque, dialogo, tolleranza, maieutica, convincimento, laddove ortodossia significa apriorismo, assiomaticità, impossibilità e inammissibilità di verifica, irrazionalismo, fideismo, dunque, apoditticità, intolleranza, censura e scomunica. Di più: il rigore esige flessibilità e confronto, mentre l'ortodossia non può fare a meno della rigidità e della contrapposizione.

È nata così l'idea di dar vita ad una nuova rivista di storia. Gli scopi sono non soltanto il contrasto sul campo del revisionismo storico, ma anche la creazione di uno strumento – scientifico (ma non "accademico") e "militante" insieme – di indagine e di discussione sulla storia del movimento operaio e delle lotte dei popoli, di recupero della memoria, di formazione, rivolto agli studiosi, ma anche a lavoratori e giovani. Più in generale deve servire a scrivere (o riscrivere) la storia dal punto di vista del proletariato e delle classi subalterne, schierandosi, evidentemente, contro la concezione idealistica (astratta, unilaterale, soggettiva, arbitraria, etc.) della storia e a favore di quella materialistica e dialettica. Questo vuoi dire connotare la rivista in modo chiaro, vuoi dire concepire la storia come storia di lotte di classi antagoniste, fondate non su astratte idee ma sulle condizioni oggettive e sui bisogni materiali, interne allo sviluppo delle contraddizioni nascenti dall'assetto strutturale della società e secondo le dinamiche della relazione, storicamente data, tra rapporti di produzione e forze produttive.

 

 
   

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(Via Huss n. 16 - Avola)

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