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DA” AVOLA” di GAETANO GUBERNALE
CHIESA DELLA MADONNA DELLE GRAZIE
Nella via Marina o strada vecchia. Un tempo fu chiesuola del Romitaggio omonimo quando Avola sorgeva sui monti; poi con la nuova costruzione fu chiesuola votiva dei marinai che andavano alla vicina Marina. Era ridotta in meschine condizioni, ma il cav. Sebastiano Vinci Peluso, guarito da una malattia, per voto fatto la fece restaurare nel 1899. E' piccolissima e non vi sono che due o tre modesti quadri.
DA “AVOLA NEGLI ANNI TRENTA” di GIUSEPPE PIGNATELLO
Il mese di luglio, dal punto di vista della liturgia religiosa, possiamo dire che s'apriva con la festività della Madonna delle Grazie, che ricorreva, secondo il calendario ecclesiastico del tempo, il 2 luglio.
Si commemorava quel giorno la visita di Maria a Santa Elisabetta.
In Avola si festeggiava quella ricorrenza nelle due opposte chiesette, quella di Via Marina e quella di Avo-la Antica, ove gli avolesi si recavano sotto forma di pellegrinaggio.
La chiesetta di Avola Antica era un vero e proprio santuario con piccolo convento abbinato, ove un tempo si sono susseguiti diversi eremiti.
L'ultimo in ordine di tempo che ho presente fra i miei ricordi fu « Fra Sarivaturi » (Frate Salvatore). Era l'immancabile visitatore dei palmenti e dei trappeti, ove si recava per la questua.Il suo passaggio era provato dal fatto che nei suddetti posti si notavano delle immagini della Madonna del-
le Grazie attorcigliate con fettucce ai pilastri del torchio. L'effigie della Madonna delle Grazie di Avola Antica,bassorilievo calcareo di epoca rinascimentale, rinvenuto nel XVIII secolo, delle dimensioni di cm. 65 x 50, ha goduto il privilegio di essere stata visitata da diverse generazioni di avolesi del nuovo paese. Una pia tradizione attribuisce il rinvenimento di quell'icona ad un prodigio. Si dice che un certo Salvatore Lu Presti, inteso Cappitta, mentre attendeva ai suoi lavori, sia stato richiamato un giorno dal suono di una campanella. Notando che quel suono proveniva da un punto ove trovavasi un grosso macigno, vi si accostò, fece un vano tentativo di rimuovere il detto masso, e, con sua sorpresa, lo vide ribaltare indipendentemente dal suo inutile sforzo, apparendovi l'effigie di una Madonna col Bambino Gesù ed una campanella bronzea. Questa è ricca di motivi decorativi e si conserva nella chiesetta dell'eremo come un cimèlio.
Non abbiamo un'assoluta certezza sulla data del rinvenimento della Madonna, e se questo sia stato accompagnato realmente da fatti prodigiosi. Certamente il popolo ha abbellito di tinte poetiche quell'avvenimento dalle diverse versioni.
Secondo l'annalista avolese Gaetano Gubernale pare che la scoperta della sacra icone sia avvenuta con molta probabilità nel 1777 in contrasto col fatto che l'eremo portasse il nome di Madonna delle Grazie in data anteriore.
Resta di positivo un fatto che la devozione alla Madonna delle Grazie di Avola Antica, secondo come è stata tramandata dalla tradizione, ha gettato un mistico ponte tra la nuova e la vecchia Avola. Infatti grandi avvenimenti della vita religiosa degli avolesi della riedificata città sono collegati al santuarietto della montagna.
Nel 1925, in occasione di uno straordinario festeggiamento in onore di Santa Venera, l'argenteo simulacro della nostra Santa Patrona fu solennemente portato in Avola Antica; nel 1958, in occasione dello svolgimento della missione della Pro Civitate Christiana in Avola, la effigie della Mater Divinae Gratiae di Avola Antica fu trasportata quaggiù nella nuova Avola, quasi a significare l'inesauribilità di quella viva Fede, che si trasmette inconcussa da generazione in generazione.
DA “AVOLA DALLA PREISTORIA AL DUEMILA“ di GIUSEPPE PIGNATELLO
Ma dobbiamo tenere conto di una singolare devozione che, oltre a mantenere la continuità tra la vecchia e la nuova comunità avolese, ha gettato un ponte spirituale tra la vecchia e la nuova città. Mentre nell' antica Avola c'erano la chiesetta di Santa Maria delle Grazie di sopra e di Santa Maria delle Grazie di sotto, nella nuova Avola nacque una chiesetta dedicata direttamente alla Madonna delle Grazie di sotto, perché eretta in via Marina, nella parte più bassa del paese, ed un'altra nel sito della vecchia Avola, dedicata all'Immacolata, che sarebbe stata conosciuta, in ogni tempo, per i motivi che si evidenzieranno in seguito, col nome di Madonna delle Grazie. Per potere capire il significato di questo ponte spirituale fra l'antica e la nuova Avola ci dobbiamo riportare a quanto segue: mentre fervevano i lavori della ricostruzione della nuova Avola, nella pianura, un fervente presbitero, D. Sebastiano Li Gioi, desiderando la rinascita dell'antica vita eremitica, nel sito della diruta città collinare, espresse il desiderio di edificare una chiesetta con annesso eremitaggio, proprio là ove, prima del catastrofico terremoto, esisteva il convento dei PP. Cappuccini. Il bellissimo desiderio, avvertito da D. Sebastiano Li Gioi, trovava le basi per la realizzazione, nell'atto stipulato il 12 maggio del 1719. Per l'avvio alla realizzazione occorse il consenso del sindaco D. Olivio Azzolini e dei giurati dell'Università (Comune) di Avola. Costoro, con atto del 12 novembre 1721, accolsero la petizione del Li Gioi, concedendo il sito di proprietà comunale, per la costruzione di una chiesa da dedicare all'Immacolata. Dopo alcune vicende di carattere giudiziario, i lavori poterono incominciare nel 1729, e proseguire verso la realizzazione. L'eremo, una volta divenuto realtà, si popolò di frati che usarono disponibilità e familiarità con i visitatori, fino a quando non fu dichiarato, con decreto del vescovo di Siracusa, luogo di clausura. Sempre, durante il XVIII secolo, in prossimità dei ruderi della chiesa di Santa Maria delle Grazie, fuori le mura, o della porta superiore, (o di sopra) venne rinvenuta un'immagine della Madonna, costituita da un bassorilievo calcareo dipinto, delle dimensioni di 65 x 50, riferibile alla seconda metà del XVI secolo, ed una campanella di bronzo, ricca di motivi decorativi con diametro di base di cm. 9 e l'altezza di cm. 8. Secondo una pia tradizione si dice che il rinvenimento della sopraddetta immagine, assieme alla campanella, sia avvenuto miracolosamente, da parte dell'eremita Salvatore Lo Presti, inteso Cappitta, durante i lavori agricoli, o da un altro frate dell'eremo. Lo scopritore sarebbe stato richiamato dal suono della campanella e avrebbe mosso, senza sforzo, l'enorme masso che copriva la prodigiosa immagine. Lo storico G. Gubernale pone la data del-rinvenimento nel 1777, mentre, con l'atto del 1769, il notaio R. Piccione, che indica l'eremo sotto il titolo di Madonna delle Grazie, lo fa supporre prima. Il titolo di Madonna delle Grazie, che è rimasto definitivamente, invalse dopo il rinvenimento. La chiesetta e l'eremo di Avola Antica hanno dovuto subìre tante vicende giudiziarie (in seguito alla legge del 1866), fino a diventare proprietà privata, ma il culto della Madonna delle Grazie, con il pellegrinaggio che si è compiuto ogni anno il 2 luglio (la vecchia giornata liturgica della Visita di Maria a Santa Elisabetta) è sopravvissuto a tutti gli eventi e controversie, sia di carattere legale che politico. Infatti la chiesetta della Madonna delle Grazie di Avola Antica ha mantenuto il carattere di un santuarietto, stabilendo una continuità inalienabile tra la fede degli attuali Avolesi e quella dei loro antenati.
DA “AVOLA FESTAIOLA“ di GAETANO GUBERNALE
MADONNA DELLE GRAZIE
Nella città distrutta molto sentito era il culto per la Vergine sotto titolo della Madonna delle Grazie, tanto vero che vi erano due chiesuole dedicate ad essa, cioè una verso la porta superiore della città ed una verso la porta inferiore, oltre ad una cappella votiva nel castello. Nel secolo XVII esisteva un romitaggio verso la marina pure dedicato a detta Madonna. Nella chiesa di S. Antonio Abate vi era un altare ad essa dedicato.
Per la festa in onore di essa l'Università contribuiva con una somma che andava da una a tre onze, a seconda della solennità con cui veniva celebrata nella prima domenica di agosto.
Distrutta la città dal terremoto del 1693, questa venne ricostruita a diversi chilometri verso la marina e l'antica chiesuola dei romiti, dedicata alla Madonna delle Grazie venne a trovarsi dapprima a poca distanza dal nuovo abitato, quindi nei confini e poscìa nell'abitato stesso, man mano che il paese s'ingrandiva per il crescere della popolazione.
I romiti non c'erano più e la chiesuola era quasi abbandonata. Poi fu riparata e rimessa in efficienza e riaperta al culto.
Nel 1777 per un caso fortuito o miracoloso fu ritrovata una immagine della Madonna delle Grazie in Avola Antica e posta nel nuovo romitaggio, dove fu spesso festeggiata e ornata di ex voti di fedeli, che si inerpicavano sui monti, fin lassù per sciogliere il voto.
Qualche volta ebbe luogo qualche festa campestre organizzata da quei romiti e da alcuni cittadini volenterosi, con intervento di musica e fuoco d'artificio.
Qualche altra fu festeggiata nei giorni 1 (vespro solenne) e 2 la Madonna delle Grazie della odierna città, specie dopo la restaurazione anzi la messa a nuovo della chiesuola fatta per voto del sig. Sebastiano Vinci Peluso ricco e nobile cittadino avolese.
Però siccome non vi era statua, ma un quadro di detta titolare, così la festa consisteva nella celebrazione del vespro con intervento della musica alla vigilia, nella messa solenne, con sparo di maschetti e mortaretti nel giorno sacro alla mattina, illuminazione con bocce o palloncini alla veneziana lungo la via marina e parte del corso Garibaldi sino allo sbocco in piazza Teatro, con conseguente passeggio della musica la sera, e chiusura con sparo di mortaretti.
DA” NOTE DI AGGIORNAMENTO AD AVOLA FESTAIOLA DI GAETANO GUBERNALE “ di SEBASTIANO BURGARETTA
MADONNA DELLE GRAZIE
Da quando, verso la metà degli anni sessanta, è crollato
il tetto della piccola chiesa ad essa dedicata, la Madonna
delle Grazie non ha, in città, particolari festeggiamenti. (1)
Costante è invece il pellegrinaggio, che alcuni per voto
fanno a piedi, al santuario che a tale Madonna è dedicato
in Avola Antica, nella giornata del 2 luglio. In questo giorno la chiesetta è aperta ai fedeli fino a sera e varie messe vi si celebrano nel corso della giornata.
Il carattere residenziale assunto dalla zona non permette più ai pellegrini di abbandonarsi, per l'occasione, ad una scampagnata in montagna, come avveniva in passato, quando di buon mattino la gente si incamminava a piedi o in carretto verso il santuario di Avola Antica, per sciogliere il voto fatto alla Madonna. Durante il cammino, in passato ri recitava il rosario e si cantava. Un canto diceva:
Ri luntanu vinemu,
ri mari pattemu.
Ppi ttia cantamu,
ppi ttia priamu; T
u, nosciu amuri,
Tu, nosciu valuri;
se nn'era ppi ttia
a noccia vita fina. (2)
L'immagine cinquecentesca in rilievo calcareo della Madonna delle Grazie (3) che è nel santuario di Avola Antica fu portata in città, su un camion riccamente addobbato di fiori e oleandri, nel marzo del 1958, a conclusione di una missione tenuta ad Avola, dal 26 febbraio al 9 marzo
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