LA CRISI
SECONDO
ALBERT EINSTEIN
''Non pretendiamo che le cose cambino, se continuiamo a fare le stesse cose. La crisi può essere una grande benedizione per le persone e le nazioni, perché la crisi porta progressi.
La creatività nasce dall'angoscia come il giorno nasce dalla notte oscura. È nella crisi che sorge l'inventiva, le scoperte e le grandi strategie. Chi supera la crisi supera se stesso senza essere superato. Chi attribuisce alla crisi i suoi fallimenti e disagi, inibisce il proprio talento e dà più valore ai problemi che alle soluzioni. La vera crisi è l'incompetenza. Il più grande inconveniente delle persone e delle nazioni è la pigrizia nel cercare soluzioni e vie di uscita ai propri problemi.
Senza crisi non ci sono sfide, senza sfide la vita è una routine, una lenta agonia.
Senza crisi non c'è merito. È nella crisi che emerge il meglio di ognuno, perché senza crisi tutti i venti sono solo lievi brezze. Parlare di crisi significa incrementarla, e tacere nella crisi è esaltare il conformismo. Invece, lavoriamo duro.
Finiamola una volta per tutte con l'unica crisi pericolosa, che è la tragedia di non voler lottare per superarla”.
Albert Einstein
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LA STORIA DI SALVATRICE
E DI SUO FIGLIO CLAUDIO
NEL LIBRO CHE VIENE PRESENTATO
SABATO 28 GENNAIO 2012 alle 16,30
NELLA CHIESA DI SANTA MARIA DI GESÙ AD AVOLA
Mi si presenta un giorno una minuta signora di Avola, tutta vestita di nero e, con sofferenza, mi dice di avere una storia da dover necessariamente raccontare e trasformare in libro, perché, quello che le è accaduto, non accada ancora né a un ragazzo né a un'altra mamma di questo mondo. Il figlio Claudio, tossicodipendente, dopo una vita tormentata e complessa, di relazioni difficili con le forze dell'ordine del posto, con le comunità di recupero di varie parti d'Italia, è morto da qualche mese, non di droga, ma di cancro…
Percepisco di avere a che fare con una donna di con un coraggio straordinario.
Decido di volerla aiutare, e, come quasi sempre faccio d'intuito, do incarico ad una splendida ragazza (che per destino incrocia in quel tempo la mia strada) di raccogliere tutti i pensieri di questa ''donna coraggio'' che si è tanto battuta per la legalità e per il recupero del figlio, morto poi anzitempo. Da quel momento, appunto, Roberta Malignaggi diventa la curatrice di quei pensieri, prima che del libro; lei scrive, prende appunti...
All'inizio mi chiede, quasi spaventata: “Ma lei conosce questa storia”. Poi, ogni tanto comincia a confidarmi qualcosa…
A me fiducioso sullo sviluppo di ogni cosa, non restava altro che attendere che mi arrivasse il lavoro completo da visionare, approvare, e portare avanti in tipografia.
Questo è accaduto con la pubblicazione di ''Come potrò dire a mia madre che ho paura?'' (Roberta, curatrice del libro, ha mutuato il titolo da un verso di quel ''Cantico dei drogati'' di Fabrizio De Andrè).
Francesco Urso
…Il fatto che una madre spieghi senza pudore o vergogna ciò che ha subito per causa indiretta dell'eroina, le conseguenze che hanno fatto sì che suo figlio oggi non sia più tra noi, sono sicuramente testimonianze di un atto di coraggio e di monito per chi vive indifferentemente il ruolo di genitore, figlio, cittadino comune. Chiedere a gran voce aiuto alle forze dell'ordine, a medici e avvocati; fare la spola continua tra comunità di recupero, istituti carcerari, tribunali e ospedali, continuando a camminare con umiltà e a testa alta, richiede una forza immane che non tutti potremmo essere in grado di trovare in noi stessi, oltre che attorno a noi. Quante altre madri hanno vissuto gli stessi giorni che Salvatrice ha vissuto? Quante quelle che portano a fatica sulle loro spalle larghe il peso del ricordo di un figlio non più bambino tra le loro braccia, accarezzato, calmato, cullato? O quello dello stesso figlio, gli occhi iniettati di sangue per quel maledetto bisogno malato da soddisfare a qualunque costo, che incute la paura che una madre mai può aspettarsi? Il ricordo, insieme ad una marea di altri, di averlo allontanato da casa per il bene suo e di tutti? Salvatrice è una di loro e questa è la sua storia.
Roberta Malignaggi
(a pag. 12
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...Tanti sono gli anni che Claudio ha trascorso in prigione, scontando giustamente tutte le pene. Spesso nei momenti in cui raccoglievo i miei pensieri, mi chiedevo come stesse, come trascorreva le sue giornate. Lo immaginavo disteso in un lettino con un libro in mano, in una piccola stanza con una porta di ferro con le sbarre e una finestra anch'essa con le sbarre, come quelle che si vedono nei film e da dove i carcerati si affacciano e sventolano i fazzoletti affinché possano ricordare a chi sta fuori la loro esistenza.
Tra i suoi appunti ho ritrovato un foglio che riporta una lettera di addio agli amici scritta da un autore che si chiama Gabriel Garcìa Marquez. L'ho letta e mi ha commosso tantissimo. Una frase mi ha molto colpito e che più di tutte mi fa pensare a Claudio e ai miei figli e che tutti dovrebbero tenere a mente.
Ho imparato che un uomo ha il diritto di guardare un altro dall'alto in basso solamente per aiutarlo ad alzarsi.
Salvatrice Catinello
(a pag. 115) |
SABATO 28 GENNAIO 2012 - alle 16,30
nella Chiesa Santa Maria di Gesù,
Via F. Orsini - Avola
ulteriore incontro della manifestazione
''Libr'Avola''
avente per oggetto la
PRESENTAZIONE DEL LIBRO
di Salvatrice Catinello
“Come potrò dire a mia madre che ho paura?”
(a cura di Roberta Malignaggi)
pubblicato in ottobre del 2011 nella
collana “OPERA PRIMA” al n. 27
della Libreria Editrice Urso
con il codice ISBN 978-88-96071-48-9
SONO PREVISTI GLI INTERVENTI DI:
Corale polifonica ''Abola Chorus'' diretta dal M° Maria Piccione, Don Antonino Caldarella (Parroco della Parrocchia S. Maria di Gesù), Don Vincenzo Sorci (Comunità ''Terra promessa'', Caltanissetta), Salvatrice Catinello (Mamma del protagonista della storia, Claudio Macca), Roberta Malignaggi (curatrice della pubblicazione), M.llo Salvatore Lonero, Isp. Giuseppe Di Benedetto, Liliana Calabrese Urso (voce e chitarra)
COORDINATORE: Francesco Urso (Libraio-Editore)
Cominceremo proprio alle 16,30
Iniziativa gestita come al solito rigorosamente senza intervento di finanziamenti pubblici
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