Secondo una ricerca
dell'Ente Nazionale Energie Alternative (ENEA) un mese di permanenza in zone
non contaminate può ridurre dal trenta al cinquanta per cento la radioattività
assorbita da una persona. Secondo questa logica in parecchie città
italiane ed europee con esclusivo spirito di solidarietà vengono ospitati
miglia di bambini (circa 25.000 in tutto) provenienti dalla zona di Chernobyl
(dalla Biolorussia e dalla Ucraina). Le famiglie coinvolte in questa esperienza
per il progetto 2000 sono:
ad Avola - Argentino
Paolo, Bianca Franco, Campisi Sebastiano, Gambuzza Salvatore, Gambuzza Sebastiano,
Ignogna Sebastiano, Parisi Orazio, Sangregorio Gaetano e Urso Francesco;
a Noto - Caristia
Salvatore, Casto Corrado, Corridore Salvatore, Ferla Salvatore, Frendo Maria,
Guarrasi Federico, Lo Giudice Aldo, Mazzone Giovanni, Morale Corrado, Rotini
Piero, Salerno Vittorio, Stracquadanio Rosario, Tafaro Giuseppe, Tringali
Salvatore e Tropiano Lucio.
IL
3 LUGLIO 2000
SONO ARRIVATI I BAMBINI DI CHERNOBYL
Ad Avola e a Noto ospitati da ventiquattro generose famiglie di Noto e di
Avola e il nostro pensiero va
alla prima esperienza del progetto di solidarietà del 1996 Avola
chiama i bambini di Chernobyl.
In quell'occasione riuscimmo a far scrivere dodici famiglie su quell'esperienza
e fu pubblicato il nostro Quaderno dell'Orso N.2.
È sempre molto emozionante leggere parti di questo quaderno, in vendita ancora
da noi ad Euro 4,50 a copia
(che riusciamo a venderlo, oppure no, non è un fatto importante né
facciamo questo solo per il suo aspetto commerciale;
ci dispiace, invece, che i tanti non sappiano, o non riescano a leggere le
emozioni provate sul campo dalle famiglie ospitanti
e quant'altro ancora indicibile e non facilmente comunicabile e tutto questo
non per puro esercizio letterario,
come accade di solito). Il ricordo va necessariamente poi al nostro Roman,
a Dimitrij, a Ruslan, a Pavel, a Misa, a Sascia e agli altri bambini
che non vedremo forse mai più (ma che ci ricorderanno, senza dubbio...)
a Liena e Julia e agli altri che ritornano,
e, soprattutto, a Evgenij di Iano Molisina, che non tornerà più
perché vittima di un grave incidente mortale.
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Così
scriveva, allora, la famiglia Molisina...a
pagina 47, 48 e 49 del Quaderno dell'Orso N. 2
Quello
che è accaduto quest'anno nel mese di luglio, a me e alla mia famiglia, è
qualcosa di veramente indescrivibile e, per quanto mi sia difficile esprimere
in parole le mie emozioni, tenterò ugualmente di rendervi partecipi
della mia esperienza. Tutto cominciò quando mia figlia Annamaria portò
da scuola la notizia che si cercavano delle famiglie disposte ad ospitare
per un mese bambini provenienti dalla Bielorussia (Chernobyl) per motivi di
salute. In famiglia abbiamo accolto con gioia la notizia e ci siamo resi subito
disponibili, spinti dalla voglia di fare del bene al prossimo. Abbiamo fatto
i primi passi riempiendo dei moduli. Da quel momento in poi la nostra vita
è cambiata: in famiglia ci chiedevamo come affrontare il problema della
lingua, dell'alimentazione, del clima, del carattere, ecc.. lniziammo col
prendere parte a delle riunioni organizzate dalla M.A.S.C.I., durante le quali
abbiamo appreso che i bambini in questione avevano tutti dei problemi, sia
familiari, che di salute. I giorni dell'attesa, che sembravano non passare
mai, sono stati vissuti da noi tutti tra la curiosità della nuova esperienza
e l'analisi degli eventuali problemi che si sarebbero potuti verificare. Il
5 Luglio, finalmente, fummo invitati all'Oasi di S. Francesco per accogliere
i bambini.
L'attesa fu molto lunga, ma ne valse la pena. I bambini arrivarono alle 12,30
di notte. Le famiglie furono chiamate una alla volta in una stanza, dove l'interprete
le presentava il bambino assegnatole. Quando fummo chiamati io e la mia famiglia,
la vista del bellissimo bimbo con una rosa in mano mi commosse tanto, che
mi scapparono le lacrime. L'interprete ci parlò del bambino e ci disse
che i suoi genitori erano separati e lui viveva con il padre. Quando abbiamo
portato Evgenij a casa, egli si guardava intorno, osservava tutto con stupore,
come se fosse stato in un altro pianeta. Dopo gli abbiamo fatto vedere la
sua cameretta, dove ha sistemato le sue cose. Quella sera ricordo che è
stato sveglio fino a tardi a guardare la televisione. L'indomani è
uscito con mia moglie a comprare dei vestiti, che ha scelto lui personalmente.
I primi giorni sono stati stupendi: ha subito socializzato con i miei figli,
i vicini di casa, mio genero ed alcune bambine. Era come se mi fosse nato
un altro figlio. Seguivamo Evgenij in ogni momento della giornata. Cercavamo
di fare il più possibile per lui e più pensavamo alla sua situazione
in Bielorussia, più volevamo soddisfarlo in tutto. Ogni giorno imparava
qualche parola nuova di italiano. Andava molto d'accordo con gli altri bambini
e si faceva capire subito. Di mattina spesso andavamo al mare o facevamo delle
passeggiate con la bicicletta. Per quanto riguardava il cibo, mangiava di
tutto e in abbondanza: quando è arrivato, pesava quarantasette kg ed
era bianco come il latte; quando è partito, pesava cinquantuno kg ed
era abbronzato. La sera, prima di andare a letto, si puliva i denti e leggeva
delle preghiere. Era un bambino che si faceva voler bene da tutti: educato,
un po' timido, ma molto allegro.
I proverbi non si smentiscono: "Le cose buone durano poco"; e purtroppo il
mese di soggiorno per Evgenij è passato senza rendercene conto, il
mese è volato via e senza possibilità di rinviare la partenza
venne il giorno che avrei desiderato non arrivasse mai.
Alla vigilia, come in altre occasioni, abbiamo fatto delle foto con dei vicini
di casa, con i bambini che erano diventati suoi amici e con i miei parenti.
Il 6 agosto, giorno della partenza, data che non scorderò mai finché
vivrò, giorno dell'addio, ma per il mio cuore è solo un arrivederci.
A salutarlo sono venuti tutti i vicini di casa. Piangevano tutti, soprattutto
Evgenij. Non è voluto mancare al saluto nemmeno un marocchino, uno
di quei tanti "vo' cumprà" che abitualmente girano nel nostro rione,
che per l'occasione gli regalò un capo di abbigliamento; quel gesto
commosse tutti i presenti.
Mentre sto scrivendo, ripenso al mese di luglio, alla partenza e piango. Degli
ultimi momenti del soggiorno, non voglio prolungarmi tanto, perché
le lacrime e la commozione si impossessano di me e non riesco a scrivere.
Ameremo per tutta la vita Evgenij.
La
famiglia Molisina
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I QUADERNI DELL’ORSO
Opuscoli
e libri sui dibattiti più importanti e sugli eventi che hanno animato gruppi
diversi operanti ad Avola; testimonianza di una società con molti fermenti e
in evoluzione verso livelli superiori di coscienza civile, documentano la sua
inquietudine e il forte desiderio di consapevolezza dei suoi componenti e, anche,
la speranza di contare meglio e di più. La figura dell'Orso ne osserva gli
sviluppi.
- Avola
in laboratorio, Il caso Gallo quarant’anni dopo, 1997, 8°, pp. 52, ill.,
€ 3,00 – ISBN 978-88-6954-252-7
- Masci-Agesci-Caritas, Avola chiama i
bambini di Chernobyl, 1998, 8°, pp. 84, ill., € 4,50 – ISBN 978-88-6954-253-4
- Avola
in laboratorio, Legalità e trasparenza negli EE.LL.(a cura S.
Bianca),1999, 8°, pp. 153, € 9,00 – ISBN 978-88-6954-254-1
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