 Giorgio Càeran, Mezzo secolo rincorrendo il mondo – Nei viaggi la Vespa fu il primo amore... poi venne il resto, 2022, 8°, pp. 552, illustrato, € 25,00 – ISBN 978-88-6954-354-8
In “Mezzo secolo rincorrendo il mondo - Nei viaggi la Vespa fu il primo amore... poi venne il resto” c’è quasi mezzo secolo di viaggi. Si parla dai viaggi fatti su una vecchia Vespa 200 Rally alla volta sia di Capo Nord (1976) sia dell’India. Quest’ultima avventura, in sella alla solita e acciaccata Gigia, è durata 334 giorni verso Turchia, Iran, Afghanistan, Pakistan, India e Nepal: 23.084 chilometri, dal 21 agosto 1977 al 20 luglio 1978. Si narra anche di autostop fatti nel deserto del Sahara su vari veicoli compreso un camion strapieno fino all’inverosimile, di viaggi faticosissimi su deteriorati tassì-brousse e su sovraffollati treni nell’Africa subsahariana, di navigazione dei fiumi dell’Amazzonia su malridotti battelli, autostop in Patagonia e nella Terra del Fuoco, esperienze nel profondo Cile, viaggi sulle Ande boliviane e peruviane, visita alla miniera di Potosì, disavventure in Madagascar, strane vicissitudini nelle Filippine, il Cammino Portoghese fatto assieme alla figlia adolescente, il ritorno in Portogallo ma stavolta con la moglie, l’autostop nel 1979 verso la Sicilia, l’incontro con il figlio di Roberto Patrignani, curiosità varie come il ritrovarsi dopo tre decenni con alcuni personaggi.
Oltre a questi racconti, sono pure incluse informazioni e consigli pratici da ritenersi preziosi per un giovane che voglia avventurarsi ovunque nel pianeta, senza appoggiarsi a una struttura organizzativa. Alcuni sono viaggi spartani e all’avventura, ma un’avventura semplice e più a misura d’uomo dove non è necessario trasformarsi nel Rambo della situazione. Giorgio di viaggi ne ha fatti parecchi, nei modi più impensabili, è passato dalla Vespa allo zaino (in entrambi i casi con il sacco a pelo appresso), alle scarpe da trekking, per poi trovarsi con lo trainare un trolley. Ecco, qui sono raccontate tutte queste diversità della maniera di muoversi. Di tutti i libri sui viaggi fatti dall’autore questo è davvero il migliore, ed è il più completo essendo un armonioso intreccio delle precedenti pubblicazioni: per tappe è arrivato alla meta, ossia pubblicare il libro che più lo rappresenti. Non farà altri libri sui viaggi perché ha raggiunto il massimo e, tutt’al più, qualora dovesse pubblicarne altri cambierà argomento come, per esempio, narrare una fiaba filosofica per adolescenti.
Giorgio Càeran è nato il 18 maggio 1952 a Cermenate (Como); dal 1980 vive a Milano, dove è anche diventato padre.
Ha pubblicato altri cinque libri: “La via delle Indie in Vespa” (1983, 224 pagine); “Giramondo libero - In viaggio con la Vespa o con lo zaino” (2006, 384 pagine – ‘Giorgio Nada Editore’); “È meglio che vada sulle vie del mondo - Dalla Vespa allo zaino, dal sacco a pelo al trolley” (2020, 540 pagine – ‘Aletheia Editore’); “Una Vespa, uno zaino, un sacco a pelo, un viaggio” (2020, 280 pagine – ‘Libreria Editrice Urso’) e “Papà, andiamo a Santiago? - Padre e figlia sul Cammino Portoghese” (2021, 160 pagine – ‘Libreria Editrice Urso’).
Ci sono appassionati vespisti che a Càeran pongono spesso questa domanda: “Se tu decidessi di compiere un viaggio tosto, adesso, lo faresti ancora con una Vespa?”.
Ancora un viaggio con la Vespa? No, basta; qual è la soddisfazione? A lui non piace rifare le stesse cose di cui sa già come va a finire, perché non ci trova gusto: sarebbe come rileggere lo stesso ‘giallo’ sapendo sin dall’inizio chi è l’assassino. Gli piacciono stimoli nuovi e perde interesse per le repliche, per il copia e incolla. Con la Vespa le sue belle e ghiotte soddisfazioni le ha prese, parecchi anni fa, ma oggi cerca altro… come del resto ha sempre fatto sin da quando era giovane.
Giorgio Càeran,
Papà, andiamo a Santiago?
Padre e figlia sul cammino portoghese,
Libreria Editrice Urso, Collana "Cammini" n. 16
2021, 8°, pp. 160, € 20,00 – ISBN 978-88-6954-304-3 
Papà, facciamo il Cammino di Santiago de Compostela? Questa è stata la richiesta che mia figlia Chiara fece un anno prima.
… ma anche “perché chiederlo a me?… Perché ho accettato l’invito di mia figlia? Chiara ha una certa età chiamata adolescenza, ma anch’io ho già una certa età il cui tallone d’Achille potrebbe essere un entusiasmo non molto forte che rischia di scemare di fronte alle varie difficoltà. Almeno in teoria questa potrebbe essere l’incognita di chi non è più giovane. C’è una ricetta per ritardare l’invecchiamento? Sì, camminare il più possibile e farlo qualche volta con passo spedito, salire le scale, ridurre la quantità di pasti, evitare di fumare, contare di raro gli anni... affinché lo spirito che abbiamo dentro non se ne accorga. Ciononostante, mi si può far notare che, indipendentemente da come si affronta l’esistenza, presto o tardi s’invecchia e ci sono esperienze che non ci sono più concesse se non tramite il racconto di altri…. Abbiamo considerato che la cosa più importante sia cercare sempre di avere sogni da poter realizzare; pregustare il viaggio era diventato un buon sogno, allenati o no saremmo partiti… E così, martedì 18 giugno 2013, Chiara ed io siamo dunque partiti
Giorgio Càeran
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