(...) Mio padre lavorava nelle campagne ove venivano sostituiti i vecchi mandorleti, i quali, dopo cinquant’anni non erano più produttivi; quindi dal legname si otteneva il carbone per usi domestici. Tale attività richiedeva un maestria, con sacrifici diurni e notturni, per controllare eventuali incendi che comportavano la perdita del carbone, che a quell’epoca rappresentava la materia prima per cucinare, anche perché il gas era sconosciuto. Malauguratamente in quel periodo scoppiò la guerra mondiale, ove mio padre, Zuppardo Giuseppe, in servizio militare partecipò e dove, in seguito ad un attacco contro gli Austriaci nell’anno 1918 fu colpito da una granata sul monte S. Michele, che ne causò la morte immediata. Notizia confermata da un commilitone amico e concittadino, di nome Fratantonio, che partecipava alla grande guerra e, a suo dire, mio padre, gli morì fra le sue braccia, con il risultato che mia madre rimase vedova con un figlio di sette mesi e un altro di otto anni.
Tale situazione ebbe come conseguenza che mia madre, successivamente, ebbe una crisi mentale, per la quale fu ricoverata a Messina in ospedale.
Detta notizia anticipa l’epoca della mia infanzia, necessaria per descrivere la mia vita vissuta da neonato e adulto dal 1916 al 1940, anno in cui fui costretto ad emigrare. Mia madre, memore della sua situazione di analfabeta, desiderava che suo figlio frequentasse la scuola, e, data la mia età, decise di portarmi all’asilo ubicato nel cortile De Rollo, sul corso Vittorio Emanuele di Avola, con accesso dal portico fronteggiante il palazzo nobiliare di proprietà della famiglia Loreto, discendenti dalla casta feudale...
L'AUTORE Anele pagine 13 e 14 del libro.
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