''La melagrana ossia la disegualit‡'', di Giuseppe M. Conte
18-01-2009 inserito da ciccio; categoria Novita' in libreria. Novita' in libreria
copertina Conte

Novit‡ in libreria
Giuseppe M. Conte, La melagrana ossia la disegualita', 2008, pp. 144, Euro 13,00 acquista
Libreria Editrice Urso, Collana Mneme n. 24,
EAN 978-88-96071-07-6

[...] Che diro' ancora de "La melagrana"? La parte piu' esposta al rischio di un generico rifiuto e' forse quella che riunisce versi in lingua dialettale, una sorta di poemetto o - piu' precisamente - un'antologia di sparsi componimenti in vernacolo mottese, con spunti assai vicini allo spirito e ai modelli della tradizione poetica siciliana. E il rischio consiste nella specificita' di quel linguaggio. Come nacque l'idea di questa raccolta? E dove e perche' si concepi' un tale disegno? E da chi si volle proporre una cosi' discutibile letteratura?




Accadde in Sicilia, nell'estate del '79. E fu il risultato di una mia partecipazione a uno specialissimo concorso. Meglio si definirebbe partecipazione a un "certamen", a una di quelle gare poetiche che mai si concludevano con un trionfo finale ossia con l'assegnazione di una vittoria garantita da una riconosciuta autorita'. Nelle intenzioni e nei procedimenti quel cimento fu operazione assai simile a quelle disfide popolari che una volta - tra Ottocento e Novecento - avevano caratterizzato il costume della periferia catanese, quelle gare che si generavano tra improvvisati poeti nelle piazze dei paesi e nelle taverne del suburbio, per assicurarsi il premio di un bicchiere di vino e con un pubblico vociante e istigatore. Quando cio' avveniva, attorno ai "maestri" duellanti si adunavano uditori curiosi e giovani "allievi" amanti della poesia. Quando poi a sera il conflitto cessava, di quell'evento e dei protagonisti che l'avevano sostenuto sopravvivevano l'enfasi della lode e la speranza della pubblica memoria.
Ora, certamente in condizioni storiche totalmente diverse ma con non dissimile impegno delle parti, questo accadde ad alcuni di noi - a me e ad alcuni miei amici - che, gia' cultori esploratori di "intelligenze" municipali e consapevoli della novita' cui andavamo incontro, trovammo interessante produrci in una sequenza di improvvisazioni, di schermaglie in versi e libere fantasie e ghirigori e movenze della parola e drappeggi baroccheggianti del pensiero in erratico inarrestabile svolgimento. Tutto, allora, nel volgere di alcuni mesi si tradusse in una sorta di gioco, quasi una trama musicale di variazioni sul tema, un duello alle lame affilate dei suoni, della voce e dell'immaginazione. E fu il "divertissement" di un ristretto numero di persone, legate tra loro da vincoli di benevolenza e di reciproca stima. Cosi' io oggi credo che si possa spiegare la genesi del libro.

*

Oggi quell'esperimento, che fu pur piccolo e provinciale e di breve durata, potrebbe fornire elementi di giudizio per una questione parallela a quella letteraria. Fu, infatti, l'espressione di un modello di societa' che, fatta inquieta dalle turbolenze del tempo e dalla tragica congiuntura di eventi criminosi (dall'uccisione del commissario Calabresi all'assassinio di Aldo Moro), andava ricercando un rifugio ideale e tentava alcune vie di uscita che fossero piu' confortanti e rassicuranti. Fu, quella, una stagione di rapidi quanto profondi cambiamenti nel costume, nei linguaggi pubblici e privati, nella qualita' dei rapporti generazionali tra i ragazzi e i loro padri "matusa". Fu l'eta' del Jesus Christ Superstar e del Gesu' di Nazareth di Franco Zeffirelli, documenti spettacolari che facevano capo a una diffusa esigenza di revisionismo della cultura. Ma fu anche l'epoca nella quale l'uomo comune si vide d'un colpo privato di tutte le sue certezze, si vide nudo davanti alla storia e si rese conto di essere impotente a reggere il flusso continuo delle innovazioni. Cio' apparve palese nel rapido svezzamento di mode assai passeggere e nell'esercizio della piu' fluida inventiva; ma in tono piu' celato si rivelo' anche nel bisogno di affetti autentici, nel ritorno al culto della campagna, nella creazione di cenacoli e sodalizi chiusi e riservati. Percio', mentre da un lato si prospettavano gigantesche messianiche attese negli sviluppi della storia, dall'altra all'interno della coscienza individuale venivano affiorando diverse e concrete urgenze di pacificazione.

In ultima analisi, se lo si considera in tale prospettiva, questo libretto potrebbe essere considerato una piccola testimonianza e - perche' no? - proporsi al giovane lettore di oggi come pagina documentaria degli svariati e certamente discutibili interessi di un'epoca.

*



Amico mio! Se, un giorno, questo libretto ti accadra' di vederlo esposto nelle vetrina di un libraio o di vederlo ciondolare tra le mani di un tuo conoscente, non darti fretta, fermati un po', chiedi notizia e mostrati interessato. Per cio' che ti ho detto non potresti piu' far finta di niente, come colui che passa e non sa. Tu invece, ora sai di che materia e' fatto e di quali aromi e di quali sapori si impregna il nostro vino. Perche', dunque, volertene privare? Perche' non accostarti con curiosita' al nostro calice? Scriveva un antico saggio: E Diodoro addormento' quel Satiro, ma non volle scolpirlo. Se tu ora lo tocchi, tintinna e si sveglia. Il suo sonno e' d'argento. Cosi' parlava Platone.

Percio', usa pazienza. Non fare come il pollastro di letteraria memoria che, ruspando per la via, cercava affannosamente il becchime, quell'unica cosa, la sola cosa che giovava al suo stile di vita, e scartava le perle brillanti che non gli servivano affatto.

Se cerchi unicamente cose che ti siano utili e per tua entropia rifuggi da quelle che nulla ti danno, io stesso ti diro': passa piu' oltre e prova a raggiungere il mercato piu' grosso. Intendo il mercato di frutta e verdure e di carne e di altre cose pastose, gustose e consimili. Sicuramente ti piaceranno, ti gioveranno, te ne sazierai e sicuramente ne uscirai piu' forte e rubizzo. Il resto non conta.

Dici che la testa non conta? Vorresti dire che la testa non conta?

La testa??? Meno che mai.


| Invia ad un Amico | 444 letture