SALVATORE SALEMI PER 'MEMORIA AGGIUNTA (2004-2009)' DI GIOVANNI STELLA |
21-11-2009 inserito da ciccio; categoria Novita' in libreria. ![]() SALVATORE SALEMI PER MEMORIA AGGIUNTA (2004-2009) DI GIOVANNI STELLA
Memoria aggiunta e' l'ultimo libro di Giovanni Stella, pubblicato, anch'esso come i precedenti, per i tipi della Libreria Editrice Urso di Avola, nel novembre 2009. L'opera, che raccoglie scritti gia' apparsi in diverse riviste tra il 2004 e il 2009, si aggiunge, come il titolo vuole suggerire, al volume Una vita, un corposo libro, quest'ultimo, di oltre milleduecento pagine pubblicato nel 2003, in cui Stella, avendo deciso di porre termine alla sua attivita' letteraria, volle riunire i suoi scritti composti tra il 1989 e quello stesso anno della pubblicazione. Da qui il titolo Una vita, a significare che quel ponderoso volume raccoglieva, e sigillava definitivamente, gli scritti di tutta una vita. Ma Stella fortunatamente, come prova questo nuovo libro, si e' smentito, perche' quello di scrivere e' un ''vizio'' che difficilmente si abbandona. ''Si scrive per scrivere - sosteneva Stella in una delle sue opere, Il rigattiere e l' avventore, inserita nel macrotesto Una vita -, cosi' come si vive per vivere. Scrivere come vivere, dunque...''. E allora diciamo che Stella, finche' avra' vita, continuera' di sicuro a scrivere, smentendosi ancora. Cosi' il nuovo volume, Memoria aggiunta, che ha tutte le caratteristiche di un'appendice al macrotesto Una vita (infatti, ha in comune con questo, nonostante la notevole diversita' dello spessore, lo stesso tipo di carta, un'analoga copertina, le medesime dimensioni dei fogli e i caratteri tipografici identici ), potrebbe essere l'appendice n. 1 a Una vita, cui seguiranno le appendici n. 2, n. 3 ..., ovvero Memoria aggiunta n. 2, Memoria aggiunta n. 3... Memoria aggiunta e' un libro molto vario sotto il profilo degli argomenti trattati: annovera, infatti, ''ricordi di personaggi degni e valorosi'' (G. Barberi Squarotti ) e recensioni di libri letti da Stella con particolare passione; ''appunti'' (racconti, descrizioni, impressioni e curiosita') di un viaggio a New York e riflessioni su problematiche di carattere esistenziale (vita e morte, amore); scritti polemici su questioni riguardanti la professione di dottore commercialista e poesie, tra le quali si distinguono quelle dedicate alla madre ammalata. Numerosi sono gli scritti dedicati ai ''personaggi degni e valorosi'': pregevoli ''quadretti'' delineati con raffinata perizia artistica, ossia profili di uomini, morti o tutt'ora in vita, stimati e noti per le loro virtu' in tutto il mondo o in Italia o in terra di Sicilia. Ecco, allora, il ricordo commosso di Fabrizio De Andre', colui che - conosceva bene il valore delle cose e poeto' provocatoriamente ''...dai diamanti non nasce niente / dal letame nascono i fior'' il ricordo di Gandhi, ''rivoluzionario'', ma che fu tuttavia l'ideatore della non violenza,'' infatti ''era persuaso che la paura porta alla violenza... e dunque si puo' sconfiggere la violenza attraverso l'eliminazione della paura,''e fu lui, ancora, a predire ''che l'Asia avrebbe potuto conquistare l'Occidente, che a sua volta ne sarebbe rimasto grato. E lo disse allora, quando dirlo, o solo pensarlo, era non solo utopia ma follia''. Ecco, poi, lo scritto su Giulio Andreotti, colui che ''non sempre dice cio' che pensa, seppur pensa bene cio' che deve dire, lasciando agli altri di interpretare quel che veramente intende dire''; e ancora quello su Barack Obama, la cui elezione a Presidente degli USA e' ''l'evento piu' importante del terzo Millennio, l'atto di civilta' piu' eclatante e significativo realizzato dopo lunga macerazione, con democratica espressione del popolo americano''. Ancor piu' commossi si presentano gli scritti di memoria dedicati ad alcuni siciliani ''degni e valorosi'' ormai scomparsi, e cio' a motivo di un sincero rapporto di amicizia che Stella ha saputo instaurare con loro: Antonio Caldarella, uno di quei ''pochi uomini che possono fregiarsi di essere vissuti nell'arte e per l'arte'', il quale ''era anche e soprattutto un amico vero, di quelli che dell'amicizia fanno una sorta di religione e non tradiscono''; l'altro concittadino Paolo Montoneri, il magistrato che sapeva sempre essere ''partecipe del processo, [...] pronto all'occorrenza a ridare equilibrio alla discussione, supplendo all'eventuale grave carenza della parte debolmente difesa, perche' nel processo avesse ragione non chi meglio era assistito professionalmente, ma chi meritava [...] di ottenere giustizia''; Piero Fillioley, per la cui dipartita ''l'avvocatura perde una delle sue toghe piu' illustri, [...] la Sicilia uno dei figli piu' ingegnosi, la letteratura una delle penne piu' apprezzate, la societa' civile una voce levata a difesa degli indifesi'', perche' egli ''portava impresse tre doti innate: l'avvocatura, la letteratura, la lotta contro l'ingiustizia sociale''; Nino Zangara, maestro, per Stella, di professione e di vita, il quale ''in questa terra della quale ci innamorammo col primo vagito e che non finiremo mai d'amare, si e' prodigato con tutte le energie per dare il suo contributo in termini professionali, umani, culturali. Soprattutto per il rispetto della legalita' cui fu informata la sua vita, perche' la Sicilia non fosse considerata l'ultima regione d'Europa, ma viceversa la prima, come vuole anche l'Atlante se osserviamo il vecchio continente dal basso verso l'alto''. Una sottile vena malinconica e' come sottesa a questi quattro scritti; essa nasce, a mio parere, dalla coscienza di quanto grande sia stata, per la propria terra, la perdita per la scomparsa di uomini di elevate virtu': una perdita, aggiungo, che appare ancor piu' grave in un'eta' di crisi dei valori e di uomini capaci di incarnarli. Tra gli scritti sugli ''uomini degni e valorosi'' vanno annoverati i due dedicati al prof. Ermanno Leo, ''il numero uno in Italia nel settore della chirurgia del colon'': in essi la gratitudine nei riguardi del grande chirurgo, che ha sottoposto Stella ad un delicato intervento, ridandogli la vita, si intreccia con il desiderio di esaltarne la grande maestria - egli infatti ''maneggia il bisturi come Von Karajan maneggiava la bacchetta di direttore d'orchestra'' - e al contempo le qualita' di uomo ''semplice, umile, sensibile, di cordiale umanita' come tutti i grandi uomini''. Sparsi qua e la' nel libro senza un ordine ben preciso - ma avrebbero potuto avere una collocazione tale da costituire un'unica compatta sezione a se' stante - si presentano poi gli scritti che vogliono essere il resoconto di personali ''letture'', in altre parole agili recensioni di libri vari: il libro di racconti La gatta di San Basilio di Nanni Di Giacomo, Spingendo la notte piu' in la' di Mario Calabresi, Il codice del potere di Franco Stefanoni, il romanzo di Benito Marziano Juliette cara, nonche' i libri di poesie Detto fra noi del compianto Antonio Caldarella, Sovente all'anima di Sebastiano Burgaretta, E' sera di Annina Rizza, e Trionfo del tempo e del disinganno del gia' citato Nanni Di Giacomo. e' in relazione agli ultimi cinque testi citati, opere specificamente di letteratura, che Stella rivela il suo estro critico, e una spiccata finezza estetica nonche' una facilita' nell'intendere ed interpretare il testo letterario, in particolare quello poetico. Il discorso, lungi dal risultare pesante e accademico, procede chiaro e accessibile, riportando delle diverse opere i passi piu' significativi che, sapientemente e con sperimentata perizia scelti da Stella, riescono a fornire al lettore l'essenza del messaggio contenuto in quelle opere. L'accenno a problematiche interessanti, come quelle riguardanti il ruolo del poeta o il senso della poesia, e riferimenti inediti alla vita di alcuni autori personalmente conosciuti da Stella, rendono ancor piu' mosso, vivace e articolato il discorso, cosi' che il lettore si sente invogliato a leggere integralmente il volume di volta in volta presentato. Tuttavia le pagine piu' belle del libro, le piu' personali e le piu' originali, sono quelle che si riferiscono ad un recente viaggio dell'autore a New York, gli ''Appunti di viaggio a New York'', e quelle che accolgono otto commosse liriche dedicate alla madre. Riguardo alla cosiddetta ''sezione americana'' il critico Barberi Squarotti ha espresso un giudizio lusinghiero: ''... e' davvero mirabile, alterna com'e' di racconti e di descrizione, di curiosita' e di avventura, di stupore e di visione''. Si tratta invero di sei scritti composti da Stella di getto, uno ogni sera, per documentare un suo breve soggiorno a New York, narrando intorno alle sue visite quotidiane ad alcuni tra i luoghi piu' significativi dell'immensa metropoli statunitense, registrando personali impressioni, sensazioni, riflessioni. E riportando persino interessanti curiosita', come quella relativa alla gabbia di legno esposta al Museum of Modern Art, una cella, in cui Sam Hsieh si fece rinchiudere e trascorse, tra il 1978 e il 1979, un intero anno, facendosi scattare una foto al giorno ''per suggellare la metamorfosi lenta ma progressiva del volto'': metafora della condizione dell'uomo moderno che ''a furia di velocizzare ... il ritmo della propria vita, altro non ha fatto che realizzare una gabbia all'interno della quale si e' collocato, buttando via la chiave''. E che dire poi, a proposito di un altro scritto della sezione americana, della grande umanita' che Stella scopre tra le bancarelle e le pizzerie di Harlem? In mezzo a tanta gente di colore, egli solo uomo bianco, non ha motivo di sentirsi un intruso, poiche' nessuno lo mette a disagio. Cosi' la visita di Harlem diventa un'occasione per calarsi nell'anima di un popolo attraverso ''un bagno umano di dialogo'' e per sfatare un luogo comune foriero di chissa' quali rischi: ''Mai soli ad Harlem''. Non voglio riportare altri dettagli, per non togliere al lettore il piacere di scoprirli da se', ma qui mi preme sottolineare il valore della sezione americana del libro, che costituisce un piccolo capolavoro. I sei componimenti sono strettamente collegati tra di loro per il fatto di riferirsi ad una stessa esperienza, eppure ciascuno di essi ha una sua individualita' e autonomia, costituisce un grazioso ''quadretto'' tracciato con arte e' in se' concluso: piccolo spaccato del mondo newyorkese filtrato attraverso gli occhi e l'animo di un visitatore attento, curioso e colto. Per quanto riguarda, infine, le poesie dedicate alla madre, sono convinto che non ci sara' persona che non possa commuoversi nel leggerle, cosi' autenticamente sentite si presentano; e' significativo, in tal senso, il giudizio espresso dal critico Giorgio Barberi Squarotti: ''... sono profondamente commosse e, al tempo stesso, pudicamente dolci e luminose, pur nel dolore che dura. e' un bel dono d'amore e di fedelta' del cuore''. Ed anche, aggiungerei, di autentica pieta' filiale verso una madre che, ormai vecchia e sempre piu' di raramente in grado di attingere un barlume di coscienza, va lentamente spegnendosi, relegata in un letto ''di dolore, di sofferenza, di ricordi''. e' questa visione pietosa che sta fondamentalmente alla base dell'ispirazione delle otto liriche, insieme ad un intimo turbamento che deriva dal contrasto tra il presente doloroso, vigilia della fine dell'esistenza della cara madre, e il passato luminoso di lei: quando, ancora ragazza, era ''fra le piu' belle / e ammirate in Avola'', e poi, da madre, fu ''una montagna / nella forza e nel rigore morale'' che seppe trasmettere ai figli. e' significativo che queste liriche, cosi' grondanti di dolore e di commozione, siano precedute da un lungo componimento, quasi una sorta di lauda, ''Il venerdi' di Gesu' Nazareno'', in cui Stella con autentica sentita partecipazione ripercorre le fasi salienti della passione di Cristo-Uomo: forse a voler significare come la sofferenza renda la madre, e cosi' ogni uomo che soffre, simile a Gesu' di Nazaret. e' questo il punto piu' elevato cui pervenga l'esperienza umana di Stella quale e' espressa nelle pagine di Memoria aggiunta, che e' opera di profonda e sentita umanita' nella sua interezza. Al centro del libro, infatti, sta l'uomo, e Stella si pone come ''esploratore'' dell'animo umano, nella misura in cui sa rivelarci, nelle pagine di poesia, il proprio personale mondo di affetti; riesce a fare emergere, negli scritti di recensione, pensieri, idee e sentimenti contenuti nei libri che sono stati oggetto di sue attente letture; sa mettere in risalto, nelle pagine dedicate a personaggi ''degni e valorosi'' e ad alcuni grandi uomini della storia, le loro nobili virtu' e il loro impegno per un mondo piu' giusto; sa cogliere in un viaggio da turista all'estero, a New York, ogni opportunita' per ampliare la sua esperienza di conoscenza dell'animo umano e delle diverse societa' umane. In una sua opera precedente, Il rigattiere e l'avventore, Stella si chiedeva, nello scritto d'apertura, per quale motivo si scrive, e ricordando le risposte che nei secoli hanno dato alcuni scrittori, citava anche quella di Thomas Mann: si scrive ''per lavarsi il cuore''. E veramente Stella ''si e' lavato il cuore'' anche con questo nuovo libro, rivelando attraverso tanti personaggi gli aspetti piu' nobili dell'animo umano. Per tale motivo Memoria aggiunta costituira' - ne sono convinto - un'occasione ''per lavarsi il cuore'' anche per il lettore, che non potra' non sentirsi migliorato dalla lettura di scritti che, in fin dei conti, invogliano ad avere fiducia nell'uomo e a coltivare quei valori e quegli ideali che fanno progredire l'umanita': scritti, quindi, che fanno tanto bene al cuore e all'anima. Salvatore Salemi
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