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Giovanni Stella
Novità del mese Offerte del mese Acquista per informazioni



in stampaGiovanni Stella, Il volto e la nuvola, 2021, 8°, pp. 360, 20,00 – ISBN 978-88-6954-352-4

NUOVO!!!Giovanni Stella, Il cromatismo tattile di Saro Arizza,

Libreria Editrice Urso, Collana "Omnia" n. 9, 2018, 8°, pp. 88, illustrato, Fuori commercio,

ISBN 978-88-6954-201-5

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(...)Le sue opere mi colpiscono e in queste pagine cerco di spiegarne il come e il perché.
Con Saro Arizza siamo amici sin dall’infanzia, anche se la vita poi ci ha fatto fare strade diverse.
Da quando la sua pittura ha raggiunto livelli alti e ha tenuto mostre in tutto il mondo, ho avuto occasione di visitare più volte il suo studio, di godere della visione estatica – un vero e proprio visibilio – delle sue opere, alcune delle quali impreziosiscono il mio studio e la mia casa (e qui sono riprodotte in appendice).
I nostri incontri mi hanno stimolato in tempi diversi gli scritti che vengono riportati nei capitoli a seguire, che, pertanto, avendo una propria autonomia, contengono talune ripetizioni che ho evitato di eliminare per evitare mutilazioni al testo originario.
Chiedo venia pertanto al lettore che vorrà generosamente tener conto di questo.
Da
istintivo che parlo d’arte – subendone le piacevoli conseguenze della visione di opere artistiche non posso che augurare buona lettura.


Giovanni Stella

 

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copertina Saro Arizza
 

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NUOVO!!!Giovanni Stella
Jean-Paul Manganaro – Incontri (2018)
2018
, 8°, pp. 120, € 10,00 – ISBN 978-88-6954-111-7acquista
Collana Omnia n. 7

(...) Personalità fra le più autorevoli nel panorama culturale europeo del Novecento e di questo inizio di terzo millennio, cittadino del mondo, vive e lavora prevalentemente a Parigi, con la sua Avola, in Sicilia, nel cuore e l’isola di Patmos, in Grecia, nell’anima.
Lo studioso di domani, che si farà carico di scrivere la biografia di J. P. Manganaro, impiegherà vari anni in intense e minuziose ricerche, avendo cura di esaminare una straordinaria documentazione che, catturandolo, gli darà il piacere di realizzare un grosso volume.
Questa piccola quanto modesta testimonianza che offro al lettore, nella speranza di un generoso gradimento, null’altro è che l’attestazione affettuosa all’uomo – la cui modestia e umiltà sono pari allo spessore scientifico e culturale – dell’amicizia di cui da sempre mi onora e che, pur volendolo, non riesco a ricambiare con la stessa intensità del dono ricevuto...

Giovanni Stella

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Noi della Libreria Editrice Urso
pensiamo che i libri
dovrebbero andare nelle mani
delle persone che li vogliono,
e non nelle mani di quelli che non li amano...
Ogni libro è il risultato finale di una mente creativa
ed anche il prodotto alla cui realizzazione
hanno contribuito col loro impegno e lavoro
figure professionali differenti
(grafico, tipografo, editore, ecc).
Puoi comprare il libro, fallo se puoi,
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di Giovanni Stella dedicato
al novantesimo anno di Franzo Grande Stevens

copertina Stella
Il libro è il n. 8 della Collana “Omnia” della Libreria Editrice Urso, è fuori commercio
ed è stato stampato su una tiratura limitata di trecento esemplari numerati,
con riserva delle prime centocinquanta copie per gli amici di Franzo Grande Stevens
e delle successive centocinquanta copie per gli amici di Giovanni Stella.

locandina

Franzo Grande Stevens
di Stella Giovanni, ISBN 9788884199331, Euro 15,00 acquista

 

targa


QUESTA LA TARGA DEDICATA AL POETA AVOLESE
“POETI VIVI E POESIA TRA NOI”

A partire dalle 18 di sabato 19 marzo 2016 l’editore Francesco Urso ha inaugurato le nuove targhe del 2016 dedicate a poeti di Avola e Noto viventi tra noi, nell’intento di esaltare – con loro viventi tra noi – la bella poesia da loro creata. La novità di dedicare targhe di riconoscimento a poeti viventi è iniziata nel mese di marzo del 2016 con l’obiettivo di diffondere e promuovere la loro poesia già riconosciuta di valore con questi poeti presenti tra noi. Queste targhe si andranno ad aggiungere alle targhe della memoria assegnate negli anni precedenti, e tutte assieme stanno andando a creare un reale e originale di trekking poetico all’interno delle città di Avola e Noto, con l'intento di allargare questo progetto ad altre città.
Si ricorda che questo progetto è collegato ai fini di beneficenza di un articolo del “Regolamento” del Concorso letterario internazionale di poesia in lingua italiana e in dialetto "Libri di-versi in diversi libri" indetto ogni anno da Francesco Urso, e giunto nel 2016/2017 alla sua sesta edizione.

DALL’ARTICOLO N. 10 DEL “REGOLAMENTO” DEL CONCORSO

DESTINAZIONE BENEFICENZA
Nell’intenzione di far ricordare meglio alle Comunità in cui si vive amici poeti e scrittori scomparsi anzitempo e anche poeti viventi meritevoli di attenzione, parte dell’eventuale ricavato in eccesso rispetto a tutte le spese organizzative e a quelle della stampa dei volumi, sarà devoluto alla creazione di targhe da applicare a perenne memoria sul davanti delle loro abitazioni, nella realizzazione di un cammino da sviluppare all’interno delle città, andando per poeti e scrittori.

 

stella

Giovanni Stella, Miele estremo, 2010, 16°, pp. 270, 13,00 - ISBN 978-88-96071-33-5 acquista


recensione
Recensione di Isabella Di Bartolo
Caporedattrice dei servizi culturali
di La Sicilia, redazione di Siracusa

Giovanni Stella, Una vita. Opere (1989-2003), 2003, 16°, pp. 1312, ill., 22,00 – 978-88-6954-256-5 acquista

Novità


Giovanni Stella
Il viaggio alato
2014
, 16°, pp. 142
Collana OMNIA n. 5
10,00acquista
ISBN 978-88-98381-97-5

Un autore di versi e di prosa vede raccogliere dal proprio amico-editore Ciccio Urso in un corposo volume, che inaugura la collana Omnia, il frutto delle proprie insonnie, ma anche delle ore belle del tempo libero, nel periodo che va dal 1989 al 2003, sotto il titolo, scelto dall’autore stesso, Una vita. Poi l’autore raccoglie in un altro volume lavori sparsi pubblicati qua e là nel periodo 2004-2009, sotto il titolo Memoria aggiunta. Ancora dopo annerisce fogli bianchi velocemente per scrivere la propria autobiografia che, giorno per giorno, passa al proprio padre – novantenne lucido e perfetto anche nel corpo, lettore affettuoso e affezionato della pagine, tutte, scritte dal proprio figlio – che opera le correzioni al testo in quanto a date e nomi. Pochi giorni dopo la lettura della bozza finale papà Santo si ammala di colpo per spirare due mesi dopo. Il titolo del libro è Miele estremo – sublimi gocce di nettare degli dei – il piacere massimo da sorbire negli ultimi istanti di vita. Ora l’autore ha raccolto pagine sparse, talune inedite altre pubblicate in riviste, perché lo aiutino, come fossero ali, a volare verso l’ignoto destino nella tappa ultima del viaggio, prima che dissoltesi le ali ricada nella fredda nera terra dove nacque.

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copertina
Giovanni Stella
La notte e la luce
2014
, 16°, pp. 108
Collana OMNIA n. 4
8,00acquista
ISBN 978-88-96071-96-0

Al lettore

Uno scrittore e poeta - che esercita da quando aveva 24 anni la professione di dottore commercialista, eletto anche presidente dell'Ordine provinciale e poi consigliere nazionale - mai ha partecipato alla vita politica, seppure, sin da giovane, ha seguito giorno dopo giorno, gli eventi politici locali, regionali, nazionali e internazionali.
Quale studioso di Economia ha vissuto e vive con trepidazione lo stato di crisi economica-politica-sociale in cui versano l'Italia e la Sicilia.
Il rigetto verso i partiti politici tradizionali che negli ultimi 30 anni hanno portato al default gli Italiani e i Siciliani è fatto noto.
I Forconi di Sicilia – leader e fondatore (assieme ad altri) del primo Movimento Mariano Ferro, di Avola, come questo scrittore – sostenuti idealmente da don Giuseppe Di Rosa, parroco della Chiesa Madre di Avola, uomo capace ed equilibrato, amico dello scrittore, si sono resi interpreti dello stato di grave malessere e disagio dei Siciliani.
Le manifestazioni del gennaio 2012 sono ricordi recenti per tutti. La necessità di "fotografare" questo malessere siculo, è stata una esigenza duplice - professionale e intellettuale – che ha stimolato l'autore di questo lavoro a vivere – unico fra giornalisti e scrittori – giorni intensi – un tour di Sicilia nel periodo 29/6 - 7/07 e una manifestazione a Villa San Giovanni nei giorni 8/7– 13/7 scorsi – raccontati minuziosamente in questo reportage.
È innegabile che lo stato di disagio, di malessere, di sofferenza del popolo siciliano è alto.
I Forconi – ormai frammentati in vari tronconi – si sono resi interpreti della protesta, ma mancano della proposta. Ora il 28 ottobre si vota per il rinnovo dell'Assemblea Regionale Siciliana e l'elezione del nuovo presidente della Regione.
I Siciliani saranno in grado di individuare e votare una nuova classe dirigente politica in grado di risolvere i gravi problemi economici, politici, sociali, dell'Isola?
Quindi passare dalla notte alla luce?
Lo scrittore ringrazia quanti hanno contribuito alla realizzazione del presente lavoro.
Intanto, panta-rei.

Avola, agosto 2012

Giovanni Stella


copertina intera

Dal Catalogo della Libreria Editrice Urso
scritti di Giovanni Stella attualmente in commercio

StellaStellaIl rigattiere...Stella
una vita
copertina libriMiele estremocopertinacopertinaManganaro

Miele estremoDAL 6 NOVEMBRE 2010 IN LIBRERIA
Giovanni Stella
Miele estremo
2010, 16°, pp. 270
Libreria Editrice Urso, Collana
Omnia n. 3 - 13,00 acquista- ISBN 978-88-96071-33-5

''Miele estremo'' e' l'ultimo libro di Giovanni Stella, pubblicato nel novembre 2010, anch'esso come tutti i precedenti, per i tipi della Libreria Editrice Urso di Avola. L'opera, che raccoglie scritti del 2010, si aggiunge, in extremis, come il titolo vuole suggerire anch'essa, così come''Memoria aggiunta'' uscita nel 2009, al macrotesto ''Una vita'', un corposo libro, quest'ultimo, di oltre milleduecento pagine pubblicato nel 2003, in cui Stella, avendo deciso di porre termine alla sua attivita' letteraria, volle riunire i suoi scritti composti tra il 1989 e quello stesso anno della pubblicazione. Da qui il titolo Una vita, a significare che quel ponderoso volume raccoglieva, e sigillava definitivamente, gli scritti di tutta una vita.

Caro Stella,
ho letto il Suo nuovo libro di memoria, di vita, di viaggi: con emozione e divertimento e anche con commozione.
Ella sa soprattutto cogliere in modo ammirevole persone curiose, bizzarre, avventurose, ad Avola come in altri paesi della Sicilia, e figure imprevedibili incontrate nei Suoi viaggi. Vengono fuori dall'elegante e festosa scrittura e subito appaiono indimenticabili.
Miele estremo è davvero un bel libro, uno di quelli che conforta l'anima.

Giorgio Bárberi Squarotti

 Per ''Miele estremo'' di Giovanni Stella

Uno scritto di memorie che ti prende l'anima, come ''gocce di miele estremo'', te l'avvolge in un corale di vite e di sogni,
che sono le voci, i profumi, le immagini colorate di questa variegata umanità, costretta a vivere al fruscio della clessidra... 

 

Policromo affresco evocativo,

liturgia di sogni

e di memoranda vita,

di affetti incarnato

fra le intense pieghe del cuore gaudioso

e di virtù impresse,

nell'intimo gocce di miele estremo

disciolto in un impartibile amore,

di chiara linfa greggia

percossa è l'anima antica

dall'impareggiabile destino.

Pachino, 18 maggio 2011  

Giovanni Stella, Miele estremo, 2010, 16°, pp. 270
Libreria Editrice Urso, Collana Omnia n. 3, 13,00 acquista - ISBN 978-88-96071-33-5

 

copertina libriDAL 30 OTTOBRE 2009 IN LIBRERIA

Giovanni Stella
Memoria aggiunta (2004-2009)
2009, 16°, pp. 144, Collana OMNIA n. 2 -
10,00 acquista
Giovanni Stella, con la sua opera (''Una vita'' e adesso ''Memoria aggiunta'') ha fatto, fra l'altro, quel che Gesualdo Bufalino si augurava avvenisse in ogni comune o città per mano di uno scrittore, e cioè il catasto umano del luogo, vertgato su carta, per restare nella memoria dei presenti e nella conoscenza dei posteri.
recensioni

RECENSIONE di Salvatore Salemi

Memoria aggiunta e' l'ultimo libro di Giovanni Stella, pubblicato nel novembre 2009, anch'esso come i precedenti, per i tipi della Libreria Editrice Urso di Avola. L'opera, che raccoglie scritti gia' apparsi in diverse riviste tra il 2004 e il 2009, si aggiunge, come il titolo vuole suggerire, al volume Una vita, un corposo libro, quest'ultimo, di oltre milleduecento pagine pubblicato nel 2003, in cui Stella, avendo deciso di porre termine alla sua attivita' letteraria, volle riunire i suoi scritti composti tra il 1989 e quello stesso anno della pubblicazione. Da qui il titolo Una vita, a significare che quel ponderoso volume raccoglieva, e sigillava definitivamente, gli scritti di tutta una vita. CONTINUA

Nel linguaggio giuridico memoria aggiunta è un documento nella forma scritta che, con dissertazione pre-feribilmente erudita, volge a replicare alle deduzioni avver-sarie, costituendo perciò una integrazione dei mezzi difensivi utile al contraddittorio fra le parti del processo.
Nella letteratura, memoria, con riferimento alla dea greca Mnemosine, madre delle Muse, è una testimonianza, prevalentemente in forma narrativa, di blank autobio-grafico che, con valore affettivo, evoca un tempo passato e, sull’esempio di M. Proust, un “tempo perduto”, alla cui ricerca e rievocazione, attraverso la pagina scritta, tende.
Perciò un libro autobiografico di memorie.
Quando a un testo di memorie di un periodo se ne aggiunge un altro, riguardante il periodo successivo, la memoria diventa aggiunta.
Il presente volume perciò raccoglie scritti sparsi, già apparsi su riviste varie nel periodo 2004 – 2009, successivo al macrotesto
Una vita (Libreria Editrice Urso, Avola 2003, pp. 1256) recante lavori intercorsi fra il 1989 e il 2003.


Giovanni Stella


Giovanni Stella presenta "Poesie d'estate" di Cettina Lascia Cirinna'
MERCOLEDÌ 22 GIUGNO 2011 al Risto-Pizza SABBIADORO - Camping SABBIADORO
in Contrada Chiusa di Carlo - 96012 Avola
nel contesto dei "Mercoledì letterari in pizzerie" di AVOLA IN LABORATORIO
e di "LIBR'AVOLA" (incontri mensili con autori e opere della Libreria Editrice Urso)
scaricain formato mp3 (28,3 MB) la relazione di Giovanni Stella su Montale e il male di vivere (23-12-1996)
in formato mp3 (57,5 MB) la relazione di Giovanni Stella su Bufalino vivo

Innamorati all’Infinito

“Cosa bella e mortal passa e non dura”.

Così Francesco Petrarca col famoso verso che ha coinvolto nei secoli quanti si sono interessati al tema dominante della umana effimera bellezza. Eppure… 

Pochi tratti di carboncino. L’arte del togliere, di tutto ridurre all’essenziale, eliminando il superfluo, come anche Sigmund Freud avvertiva.

L’arte…, appunto. Quella cosa che, frutto da mani d’uomo, sfugge alla sorte sintetizzata nel verso di Petrarca. In quei pochi tratti c’è tutta l’essenza della vita. 

Due esseri umani, un uomo e una donna: seduti su una spiaggia, di spalle; lei lo abbraccia ai fianchi. Davanti il mare sconfinato, infinito, dietro l’occhio discreto (o forse no) di chi guarda…

Sono due ragazzi forse, due esseri umani di certo.

Gli Innamorati è il titolo che l’autore Mario Zuppardo, pittore eclettico, poliedrico, artista vero, ha dato a questa sua opera che per me rimane il punto più alto della ingegnosità dei suoi lavori.

Quel quadro – in copia, s’intende; l’originale è custodito nella cassaforte, che dico?, nel cuore dell’autore – campeggia, unico, nella mia camera da letto.

Il rigattiere...È riportato nella copertina del mio libro Il rigattiere e l’avventore e anche nella copertina interna dell’opera omnia, il macrotesto, Una vita (opere 1989-2003). A guardare quel dipinto mi riempio gli occhi (e mi accorgo che riempie anche gli occhi di chi lo osserva). Gli parlo, gli recito versi. In verità li recito a me stesso: famosi, creati da grandi poeti e, anche talvolta di più modesti, i miei. Gli uni e gli altri, comunque, mi lavano il cuore.

Gli Innamorati, dunque. Che dire? Se dovessi scrivere quel che mi viene di pensare, allora non poche righe ma un intero volume occorrerebbe, per riportare le impressioni, le emozioni, le commozioni che quei tratti di carbone, segnati da mani d’artista, hanno reso su un bianco cartoncino, riempiendolo in modo completo, definitivo, pittoresco, artistico e, perché no?, poetico.

Sì, quei segni sono poesia pura, autentica, assoluta, che si libra nell’aria ondeggiando come una piuma. Ma sono anche simili a note musicali che sprigionano da uno strumento sia esso un violino, un pianoforte, un violoncello… o da un’intera orchestra diretta da Riccardo Muti. 

Ora Mario mi ha fatto un dono irripetibile e irrinunciabile. Mi ha fatto vedere – e i miei, si badi, non sono “… i grandi occhi…”, né “… il radioso, innamorato stupore di Nausicaa” – una sua ulteriore elaborazione e libera interpretazione dell’opera. 

Non solo quei semplici, splendidi, tratti di carboncino. Ma stavolta il dipinto è diventato una policromia di colori.

Non più la sabbia immobile, ma il mare culla quei due che s’amano. In fondo ai loro sguardi “… una siepe, che da tanta parte/ dell’ultimo orizzonte il guardo esclude…”.

Il poeta di Recanati, dello “… infinito silenzio…” che “… tra questa immensità s’annega il pensier…”, stavolta è colui che guarda e da voyeur osserva, apprezza, trasmette agli altri le sensazioni ad alta voce – o, se volete, ad alto verso – a quanti hanno a cuore la durata dell’opera d’arte.

L’arte che, da mani d’uomo mortal, mai passa.

E per Gli Innamorati e per quanti se ne coinvolgono nella visione “… il naufragar m’è dolce in questo mare”.     


Giovanni Stella

Gli innamorati

una vitaGiovanni Stella, Una vita (poesie, racconti, elzeviri), Editrice Urso, Avola, 2003, pagg. XXVIII+1260, € 22,00 – 978-88-6954-256-5 acquista

Giovanni Stella - Una vita RECENSIONE di Sergio Sciacca (da "LA SICILIA" )
Questo libro è la vita dell'Autore (nato ad Avola nel 1948, stimato commercialista, autore di parecchi volumi di liriche e prose, sodale di parecchi nomi di punta delle lettere italiane): non nel senso che la contenga tutta (che altro si aspettano i lettori amanti del bello stile che gli ha fatto onore), ma nel senso che ne racchiude i tratti più rilevanti, vitali. In primo luogo versi con cui osserva gli incontri e gli affetti in stile diretto, senza compiacimenti retorici ("Mi sono chiesto se sei durata più a lungo tu o il sigaro che fumavo..."; "Eri e sei l'altra parte di me: / non per questo era facile la convivenza. Tutt'altro..."), ma con una sensibilità al fluire di sentimenti ("La figlia dei figli dei fiori / mi ha portato nell'altra punta / nell'isola delle cento e più sirene..."; "Croci -tante- nel terreno abbandonato,/ camposanto di soldati /che vissero quattro lustri soltanto/ e ora giacciono..."). Poi gli elzeviri, cronache di incontri di cultura, dallo stile terso, come oggi è difficile trovare. In fondo un fascicolo di mimi, epigrammi in prosa, brevi ritratti di macchiette tradizionali, colti con il sapore della parlata dialettale, con la beffa salace del vernacolo, da assaporare, come il vino buono, nel ricordo di vendemmie antiche. Un libro da leggere a lungo -con le sue 1300 pagine: una vita di scrittore poetico, destinata a chi sa sentire la poesia della vita.

SCRITTI DI GIOVANNI STELLA
NEL SITO DELLA LIBRERIA EDITRICE URSO

nuovoGiovanni Stella per ''Poesie d'estate'' di Cettina Lascia Cirinna'
Fabrizio De André a dieci anni dalla scomparsa
Per Juliette cara di Benito Marziano
La crisi economica mondiale: riflessi e pianificazione nella impresa nazionale

Per La mia ''prima etade'' di Italico L. Troja

Il curriculum di Giovanni Stella

1948 — Nasce il 16 settembre ad Avola in provincia di Siracusa, primogenito di quattro figli, da Santo Stella (1920) e Gorizia Battaglia (1922) entrambi muniti del diploma di insegnante elementare.

1953
- Frequenta la primina nelle Scuole elementari De Amicis, viale Lido di Avola, con l'anziano insegnate Consiglio.

1957
- Frequenta la quinta classe delle Scuole elementari presso le Suore Orsoline di Avola, sotto la guida di Suor Maria Carnemolla..

1958/1960
- Si iscrive e frequenta la Scuola media inferiore.

1961/1965
- Si iscrive all'Istituto tecnico commerciale "A. Rizza" di Siracusa, sezione staccata di Avola..Nunzio Bruno

1965/1970
- Si iscrive nella facoltà di Economia e Commercio presso l'Università di Catania. Inizia la collaborazione, che durerà tutto il periodo universitario, al settimanale "l'Aretuseo". Si laurea il 25 novembre 1970 discutendo una tesi in Tecnica bancaria, relatore il professore Ubaldo Mazzarini, dell'Università di Roma, quell'anno incaricato anche a Catania.

In libreria1971 - Supera nella sessione di marzo l'esame di stato per l'esercizio della professione di dottore commercialista, conseguendone l'abilitazione.

1972
- Si iscrive all'albo dei dottori commercialisti di Catania con anzianità 23 maggio. A dicembre apre lo studio professionale.

1976 - Si crea l'Ordine dei dottori commercialista di Siracusa. E' fra i fondatori.


Ciccio Urso
1978 - Si sposa il 29 aprile con Arcangela Consiglio.

1979
- Nasce il 5 aprile Maria Grazia la primogenita.

1982 - Viene eletto Consigliere dell'Ordine dei dottori commercialisti, nel 1982.

1987 - E' eletto Segretario dell'Ordine, carica riconfermata successivamente ogni triennio. Continua a partecipare a tutti i Congressi di categoria che segue dalla iscrizione all'Albo in avanti; in alcuni lascia testimonianza con comunicazioni scritte e interventi orali. Nasce il 20 gennaio Cetty. Collabora a "il Coccodrillo", quindicinale locale.

1988 - Inizia la collaborazione a "il fisco" nella rubrica di Diritto penale tributario diretta da Ivo Caraccioli, ordinario nell'Università di Torino, che conosce a Siracusa nell'occasione di un convegno e al quale si legherà da amicizia.

1989 - Inizia la collaborazione a "Gli Oratori del Giorno" rivista fondata nel 1927 da Titta Madia jr., ora diretta dal figlio Nicola e dal nipote Titta jr., avvocato penalista col quale intrattiene rapporti di grande amicizia. Pubblica per i tipi di Urso, che sarà costantemente suo editore ed amico, Miraggi, raccolta di poesia in tre sezioni comprendenti le prime scritte da ragazzo ("Deserto rosso"), le altre scritte successivamente ("Deserto inumidito": ispirate da Prevert) e le ultime del 1989 ("Dolce fiele": controcanto a L'amaro miele di Gesualdo Bufalino, a cui sono ispirate).

1990 - Conosce Corrado Sofia, scrittore, regista, giornalista col quale avrà una intensa amicizia fino alla morte dell'amico, nel 1997, all'età di 91 anni.Viene eletto componente del consiglio direttivo dell'AN.T.I. (Associazione Nazionale Tributaristi Italiani), sezione della Sicilia Orientale.
1991 - Ad agosto incontra a Comiso nella sua casa Gesualdo Bufalino, suo scrittore preferito. Scriverà di quell'incontro.
A ottobre incontra a Firenze Franzo Grande Stevens, presidente del Consiglio nazionale forense, avvocato di fiducia di Gianni e della famiglia Agnelli, della Fiat e di molti nomi del gotha economico italiano ed europeo. Intratterranno una buona e sincera amicizia. Pubblica con Urso Datteri verdi, raccolta di versi scritta nel 1990/1991.

1992 - Viene nominato componente della Commissione di studio di Diritto penale dell'Economia, presso il Consiglio nazionale dottori commercialisti a Roma. Successivamente ne verrà nominato Vicepresidente.

gusci di mandorla1993 - Urso edita Gusci di mandorle, poesie scritte nel periodo 1992/1993.

1994 - Inizia la collaborazione a "Dottori Commercialisti" rivista dell'Ordine di Roma, diretta da Lucio Mariani, scrittore e poeta col quale si lega d'amicizia.

Il segnalibro1996 - Viene eletto presidente dell'Ordine dei dottori commercialisti di Siracusa. Nell'occasione della Prima rassegna della "piccola" editoria siciliana svolta ad Avola, tiene nel salone Comunale una conferenza sul tema "Montale e il male di vivere nella poesia". Inizia la collaborazione a "Il Congresso", quindicinale italo-canadese pubblicato a Edmonton (Canada) e diretto da Alessandro Urso.

sirene1997 - Commemora nella sede dell'Ordine il Collega Gaspare Conigliaro, prematuramente scomparso, in memoria del quale viene assegnata una borsa di studio. Viene rieletto alla presidenza dell'Ordine per il triennio 1997/2000. Fonda e dirige la rivista "il dottore commercialista - professione e cultura", bimestrale dell'Ordine di Siracusa, a distribuzione gratuita in tutta Italia (tiratura 1.300 copie a numero).

cinquantesimo1998 - In occasione del 50° compleanno, che festeggia con una festa con amici e parenti, pubblica il poemetto Cinquantesimo e anche il libro Le Sirene e l'Isola.
Incontra lo scrittore Vincenzo Consolo

1999 - Esce edito dalla Gepas, per la cura di Orazio Parisi, nella collana "Blocco notes d'artista", la raccolta di versi scelti Novecento d'amore con corredo di illustrazioni di oli di Letterio Consiglio.
Presso la Libreria Editrice Urso pubblica Lapilli, una raccolta di poesie in forma di prosa scritte fra il 1995 e il 1997.


2000 - Viene riconfermato presidente dell'Ordine dei dottori commercialisti per il triennio 2000/2003. Nei locali di Castello Crisilia ad Avola tiene una conferenza su Gesualdo Bufalino, l'uomo e l'opera.Presso la libreria Editrice Urso pubblica Amici
cari
: piccola raccolta autobiografica; la vita raccontata attraverso gli amici più importanti. Il libro è corredato da dieci tavole fuori testo: disegni realizzati da Mario Zuppardo.
.

2001
- Viene eletto Consigliere nazionale dei dottori commercialisti per il triennio 2001-2004, con i voti di tutti gli Ordini di Sicilia e di parte del Lazio. Contestualmente all'insediamento in Consiglio nazionale viene nominato presidente del "Comitato nazionale tutela professione dottore commercialista" per la difesa del titolo e della categoria professionale. Dà vita a una lunga, dura battaglia novecentocontro l'ipotesi di unificazione degli Albi professionali di dottori commercialisti e di ragionieri e periti commerciali.
Viene nominato con effetto dall'1 gennaio 2002 direttore editoriale del "GDC - Il giornale dei dottori commercialisti", mensile del Consiglio nazionale (50.000 copie di tiratura per numero) a diffusione gratuita.
Viene nominato delegato
ala Commissione di "Diritto penale dell'Economia" del Consiglio nazionale.

2002 - Pubblica il volume "Il rigattiere e l'avventore", con la Libreria Editrice Urso.

2003 - Pubblica con la Libreria Editrice Urso "Una vita" (Opere 1989-2003), opera omnia delle pubblicazioni contenente anche sette lavori inediti.

Presentazione di "Il rigattiere..."FLORIDIA 7 luglio 2009 - Presentazione di "Il rigattiere e l'avventore" presso la Villa Museo di Nunzio Bruno in Contrada Monasteri a Floridia. Nella foto a lato, da sinistra verso destra Nunzio Bruno, Francesco Urso, Salvatore Salemi, Giovanni Stella e Antonio Caldarella.

 

 

 


recensionida "IL GIORNALE DI SICILIA" di giovedì 28 dicembre 2000

Tutti gli «Amici cari»
di Giovanni Stella: Il primo fu il padre

Un dono sotto l'albero di Natale ha sorpreso gli "Amici cari" di Giovanni stella, poeta, scrittore e noto commercialista di Avola. Fresca di stampa è infatti la sua ultima pubblicazione, per la Libreria Editrice Urso, che tratta dell'amicizia. amici cari"L'amicizia supera l'Amore di cui tuttavia si nutre, - scrive Piero Fillioley nella presentazione del libro - ma lo supera perché ne espelle la tirannia e vi immette felicità". "Amici cari" è l'avvincente racconto della vita dell'autore, dei suoi innumerevoli incontri trasformatisi poi nell'amicizia pura, certamente per la qualità del suo carattere, la sua generosità, per il suo modo di porsi e saper ascoltare. "Ogni incontro, ogni dialogo è un'occasione di una crescita dell'animo, - scrive Stella - un arricchimento della propria conoscenza, perciò è destinato a rimanere indelebilmente impresso nella memoria." Tantissimi sono stati questi incontri e lo scrittore li riporta fedelmente, descrivendo i luoghi con dovizia di particolari, le occasioni, le persone: i suoi "Amici cari". Dal primissimo amico, suo padre, al maestro, ai compagni di scuola e di giochi, al vecchio medico di famiglia. Ciascuno gli fa riportare piacevolmente alla memoria ricordi della sua infanzia vissuta ad Avola e dei suoi studi universitari a Catania. Descritti anche i viaggi assieme alle persone più care e, ancora, innumerevoli altri incontri con Giorgio Almirante, Gesualdo Bufalino, Lucio Mariani, Franzo Grande Stevens, George Moustaki, Corrado Sofia, solo per citarne alcuni. "Si dice che quando l'uomo comincia a ricordare è segno di senilità, - dice ancora Giovanni Stella - ma parimenti, il ricordare, conferisce a chi ha acquisito una certa maturità ed esperienza di vita, strumenti di controllo, di convalida del percorso già fatto, punti di riferimento certi per la vita ancora da percorrere".
I disegni in bianco e nero che illustrano "Amici cari" sono stati realizzati dall'amico netino Mario Zuppardo, anche lui dottore commercialista con attività di pittore, disegnatore e grafico.

Eleonora Vinci

"LA SICILIA" VENERDI 20 ottobre 2000
Siracusa
cultura PROSSIMA USCITA DEL LIBRO Dl GIOVANNI STELLA

Novità in arrivo nel panorama dell'editoria avolese con la prossima uscita del libro "Amici cari" di Giovanni Stella. Il dottore commercialista avolese con la passione per la letteratura nel suo ultimo lavoro offre una carrellata di ritratti degli amici più cari che lo hanno accompagnato nella sua vita. Esperienze di amicizia che lo hanno arricchito e hanno puntellato i suoi percorsi di crescita umana e professionale. Sono persone a lui particolarmente vicine, sia nel campo professionale, sia, e soprattutto, amici che condividono con lui la passione per la letteratura. "Amici cari" è edito dalla "Libreria Urso editrice" di Avola. Della stessa casa editrice sono anche altre opere di Giovanni Stella, Miraggi , Gusci di mandorle e Datteri verdi (raccolte di poesie), Le Sirene e l'Isola, che racconta in una prosa poetica di un viaggio ideale attraverso i posti della Sicilia, sulla scia di L'olivo e olivastro di Vincenzo Consolo. Altra opera di Stella è "Block - notes di un artista-Novecento d'amore", una raccolta di versi tratti dalla produzione dei maggiori poeti del Novecento.
I1 block-notes, nella forma di un taccuino, è stato pubblicato dalla casa editrice avolese"Gepas" di Orazio Parisi.

SIMONA ROSSITTO

lapilliLapilli

GIOVANNI STELLA, Libreria Editrice Urso ( 7,00) Avola 1999.

Questa raccolta di memorie, descrizioni e pensieri sommessi si pone su un territorio neutrale fra gli spazi tematici dell'esistere e del male di esistere. Unica ragione e fonte consolatoria, unica speranza di speranza è l'infanzia, è Cetty L'Autore, assediato dall'assenza presente dell'amata, ci racconta delle fughe comuni e delle proprie fughe (che altro sono i passaggi su luoghi che solo rappresentano motivi della diversità e non tappe del nostos?). Ed è un racconto porto con compostezza dai toni dimessi di una scrittura che non dà spazio alla lacerazione, che non ammette né esplosioni né implosioni. Il canovaccio segue le ragioni di una evocazione lenitiva, protesta la propria innocenza - non ammette né estraneità né responsabilità - attraverso la frequente proposta di interrogativi destinati a comporre, a colmare l'assenza, a richiamare in causa e coinvolgere la presenza assente. Le istanze della lirica sono deliberatamente neglette perché la dolenzia, il malessere implicito si impongono rudemente e permanentemente senza consentire quella metabolizzazione dell'esperienza vitale che è postulato necessario alla creazione estetica. L'Autore non può (non vuole?) darsi cura di estetiche: è impegnato a ricordare - a ricordare all'altra più che a se stesso - le comuni occasioni, il convissuto, la trama passata, come se questo tragitto memoriale avesse la reale possibilità di favorire una restaurazione sentimentale, fosse un'esca appetibile. Lapilli è certamente il resoconto di un excrucior, ma finisce per rappresentare la descrizione di un'attesa definitiva, il cammino fratturato di una lunga lettera d'amore, di devozione. Quando Stella si sarà allontanato dal ricatto della vicenda umana che qui lo avviluppa, quando cesserà o si ridurrà l'intrisione nel soggettivo, allora torneranno a prendere campo quella ricerca, quelle visioni, quelle magie essiccate che emersero e si fecero ammirare nelle prove poetiche di Miraggi e di Datteri Verdi. Fastoso il respiro della prefazione di Gaetano Gangi ed essenziali gli eleganti tipi dell'Editrice Urso.

Lucio Mariani In TELOS,
quadrimestrale dell’Ordine dei dottori commercialisti di Roma - N. 4 , Roma Aprile 2000


La terra incantata
Giovanni Stella
di Giovanni Stella


La terra dei miti e dei riti è il mio posto delle fragole, il mulino da dove scrivo a me stesso lettere che mai spedirò, il mio osservatorio privilegiato di quell’immenso teatro che è il mondo e della strana avventura che vi si svolge, la vita; l’Itaca che mai ho lasciato, la cassapanca ove custodisco, ben riposti, i ricordi d’infanzia.
È l’isola nell’isola, che culla e alimenta la mia “isolitudine”, alla quale non saprei rinunciare. Così come impossibile mi riesce rinunziare ai difetti di questa terra – che esista o no debbo ancora verificarlo – perché, a furia di viverli, fra immaginazione e realtà, mi appartengono interamente.
Scrigno che racchiude preziosi tesori, lontani ricordi…, dunque Sicilia.
SiciliaTerra intrisa di contrasti, di ossimori, perché essa stessa ne è sede e teatro, genesi e nascituro, vita e morte.
C’è una Sicilia stupida (babba), e ce n’è un’altra intelligente (sperta): una sofferente ed una vendicativa, la parte buona e quell’altra cattiva, la luce e la tenebra, la speranza e la dannazione. Sicilia “come metafora” e “come trappola”, “olivo e olivastro” giardino e clausura, riso e pianto, allegoria e realtà.
Quella stessa che si scinde, per poi ricomporsi, in due parti uguali e contrarie. Al pari dell’uomo che sente il conflitto permanente delle due componenti che in lui convivono, volte costantemente alla scissione e alla ricomposizione, in un equilibrio precario e ribelle, perciò anarchico, per divenire lotta e passione, ma poi armonia e quiete: essenze del dolce-amaro gioco della vita.
Sicilia, isola nuda, bella da sé, in grembo portante tesori di inaudita bellezza, a descrivere i quali, come pure a menzionare i suoi figli illustri, si riempirebbero interi volumi.
Culla di civiltà dalle radici millenarie, Trinacria medusea, terra di mitologie e riti; eppure, ad onta della sua età, ancora una fanciulla in fiore… La Sicilia, isola sempre più isola, mai abbastanza tale, è terra, patria, civiltà, cultura, bene e male insieme: fusione di tante, tantissime cose, eppure una cosa sola.
La separa dallo stivale uno stretto, magnifico dono della natura, che quando vado verso Scilla vorrei vedere congiunto dal ponte, mentre al ritorno verso Cariddi, vorrei, con le mie stesse mani, rendere sempre più largo.
Sicilia è la scoperta della sopravvivenza di mestieri creduti scomparsi. È la visione accattivante, che si propone all’ignaro visitatore, della fanciulla che si tinge la forbice degli occhi ed il viso, indossa minigonna, calze a rete e scarpe con tacchi a spillo, sale sulla Harley-Davidson, per abbracciare il torace del ragazzo che guida e sparire. Il tutto sotto lo sguardo impietrito ed impenetrabile della nonna, vestita a lutto dal capo ai piedi, che dorme nella stanza accanto a quella della nipote e veglia finché non la sente rincasare, baciandola solo durante il sonno.
È il ricordo della civiltà delle botteghe (le putìe) del sarto, del barbiere, del falegname, del fabbro, dell’oste, del calzolaio, perciò anche della bottega di ‘Ntoni, che, fra colpi di trincetto e di martello, iniziava noi giovinetti alla scoperta dell’eros, parlandoci di donne, qui dove parlar di donne – ricordava Vitaliano Brancati – è meglio delle donne stesse…
Sicilia è il ricordo dei giorni dell’infanzia, di quei giorni che furono (e anche di quegli altri allora sognati, che mai saranno), trascorsi fra persone care – che via via vediamo scomparire precedendoci nel viaggio del mistero –, fra cose piacevoli, in parte irrimediabilmente perdute, che solo i ricordi della memoria riescono a far rivivere, proprio come in un inesauribile “museo d’ombre”. Sicilia è la terra dei paradossi, che meglio rendono l’idea del concreto, dove finzione e realtà hanno un confine così labile da confondersi e, dunque, fondersi.
Nessuno sa né può capire, se qui non ha radici, quanta “essenza” stia dentro l’uomo di Sicilia, nel suo essere e sentirsi tale, nella sua rassegnata sottomissione al dolore, nella sua atavica sofferenza, nel suo occulto (ma non troppo) desiderio di trasgressione della regola, legale o morale che sia.
Il detenuto apprezza più d’ogni altro il gusto della libertà, poiché ne è privato, così come il vegliardo ama quella gioventù, un tempo sottovalutata, dopo averla vista irrimediabilmente svanire. Il siciliano apprezza il gusto della trasgressione, per godere, oltre i margini della legalità, il piacere del proibito.
È questa una componente primaria di quella cultura araba, qui radicata, che si avverte, ma non si vede, perché vedere non si deve. Provate a trovarvi nei vicoli stretti e sinuosi, posti nel cuore antico d’ogni città o paese dell’Isola: uomini e donne appaiono, scompaiono, riappaiono come in una sequenza scenica, quasi come in un gioco d’ombre cinesi, e ciascun “intruso” senza che se ne accorga, in ogni suo passo è vigilato, controllato, pedinato.
Essere siciliani significa prima di tutto, in ogni caso, essere un po’ diversi dagli altri, qualunque sia il senso che a questa diversità si voglia attribuire. Significa anche godere di una condizione di lusso e di privilegio, perciò vivere una dimensione della realtà anch’essa diversa, nel bene come nel male. Ma essere siciliani vuol dire anche, qui dove si è nati, dispensare poco riso e tante lacrime: qui, chini su questa terra della quale ci innamorammo con il primo vagito – che, consentendoci di vivere, cominciava anche a farci morire – e che mai potremmo cessare di amare.
Non significa perciò riportare il nome di una città di Sicilia solo nel certificato di nascita, limitandosi ad amare questa terra da lontano, là dove, da tempo immemorabile, ci si è trasferiti. Magari a farsi “riciclare” il sangue d’origine, pontificando nel parlare dell’isola e dei suoi abitanti. Combattendo cioè la battaglia non al fronte, ma pretendendo di comandare le operazioni militari standosene adagiati all’interno di confortevoli palazzi, lontani mille miglia dal luogo dello scontro, per portarsi al fronte solo durante il “cessate il fuoco”. Qui difatti taluni vengono in estate, per una settimana o due, a fare i bagni, a gustare il pesce fresco e innaffiarlo con corvo bianco, a scambiare qualche conversazione.
Finita la vacanza tornano al Nord, convinti di continuare a sapere tutto della Sicilia e dei siciliani…
Non si finirebbe mai di parlare della Sicilia, villaggio e continente al tempo stesso. Allora, per concludere, qualche piccolo suggerimento a quanti hanno in animo di visitare questa terra. Non perdetevi le albe e soprattutto i tramonti: sono da brivido! Girate a zonzo nelle città e nelle campagne, al mare o in collina: tutto – dai colori agli odori, dalla natura agli uomini – vi sembrerà il frutto di una terra incantata e magica. Ai crampi allo stomaco rispondete con un pane appena tirato fuori dal forno a legna, che gusterete ancor di più dopo averlo tagliato a metà e farcito con olio d’oliva, origano, pepe rosso, e una fetta di formaggio pecorino. Se poi non sapete fare a meno del ristorante, fatevi indicare qualche antica trattoria del luogo che state visitando dove in cucina c’è ancora la nonna o almeno si trovano le sue ricette.
Fermatevi presso una delle tante bancarelle all’aperto per gustare, secondo la stagione, e comunque sempre accarezzati dal sole tutto l’anno, una fetta d’anguria o una succosa arancia, oppure per addentare una mela, che vi somiglierà a quella di Adamo…
Dissetatevi ad una fontanella o cercate un chiosco per farvi servire uno sgriccio: limone spremuto in uno spruzzo di acqua seltz, con l’aggiunta di una punta di sale, che ha anche un effetto apotropaico.
Se vi trovate in difficoltà, rivolgetevi ad un anziano: porrà al vostro servizio la proverbiale ospitalità siciliana senza chiedervi nulla, nemmeno il vostro nome, ed avrà già dimenticato il vostro volto prima che cerchiate di ringraziarlo invano: sarà già sparito.
Ma soprattutto inforcate bene gli occhiali della mente per ammirare quel che la Sicilia è più propensa a lasciar veder agli intenditori: i suoi tesori nascosti. Non stupitevi dunque se, andando in cerca, magari in qualche bottega-museo, d’antichi oggetti (una menzalora, gli abiti di velluto appartenuti a qualche mafioso, una lupara…), finirete senza volerlo, strada facendo, con l’essere ammaliati dalla voce e fulminati dalla forza degli occhi di qualche leggiadra fanciulla del posto; o col ritrovare Proserpina, “se ritrovarla vuol dire sapere d’averla perduta; se sapere dov’è vuol dire averla trovata”. Oppure con l’imbattervi in Alfeo e Aretusa, abbracciati e fusi alla fonte che porta quel nome.
Capita, più spesso di quanto non osiate immaginare…

Un intervento di Giovanni Stella su un volume fuori commercio, che nessuno vi vuole vendere e che, volendo, non riuscirete a trovare facilmente, purtroppo.
AA.VV., Con la mente tra le nuvole, Ed. 1° C.T.A., Siracusa, 2004, pp.24, ed. fuori commercio

E’ la mano amica di Antonino Cappello – medico responsabile della 1° C.T.A., che occupa il posto che fu del prof. Raffaello Gattuso – che mi fa il dono più gradito il primo giorno dell’anno.
Questa plaquette è una “raccolta di poesie (spiccioli d’arte)” partorite da uomini “con la mente fra le nuvole”, in cura al reparto di psichiatria dell’Ospedale aretuseo, così strutturato in seguito alla “legge 180”, nota anche come “legge Basaglia”, dal nome del famoso psichiatra che ne ispirò la genesi, e che portò alla chiusura dei manicomi. Luoghi questi che accoglievano soggetti da curare e taluni da tenere sotto controllo costante, ma che a volte sopperivano anche agli effetti distorsivi della società: pazienti abbandonati dalle famiglie per le più disparate ragioni, costretti a spegnere la propria esistenza all’interno delle mura manicomiali dalle quali era rigorosamente vietato uscire.
Oggi l’ammalato di mente è trattato terapeuticamente come un ammalato qualsiasi. Entra ed esce dall’Ospedale, soggiornandovi alla bisogna per periodi brevi o lunghi, facendo ricorso alle cure ambulatoriali al fine di poter comunque essere integrato nella società e restituito all’affetto dei familiari, con molte più possibilità di recupero che non in stato coatto fra simili.
Ma, si sa, genio e sregolatezza vanno a braccetto, e non mancano esempi d’artisti il cui confine è debordato in manifestazioni di pazzia, più o meno grave.
con la mentePer limitarci all’arte poetica e nei confini di casa nostra merita ricordare Dino Campana, autore dei Canti orfici, spentosi, dopo lunga permanenza, in un manicomio, e Alda Merini, che in “quel luogo” ha trascorso oltre dieci anni di vita, narrati con lucido dolore in L’altra verità, autrice anche di numerose raccolte poetiche di alto valore, candidata dai francesi al premio Nobel.
Alda che a nove anni si prese un ceffone dal padre per avergli comunicato di voler fare la poetessa (“la poesia non dà pane…), ha altalenato nella sua vita lunghi viaggi fra le nuvole e atterraggi vari.
Ancora oggi ai Navigli, a Milano, dove vive in due stanzette precarie, trascorre le giornate alternando alla incessante produzione poetica (“ho il colon ustionato di versi”, ha scritto) il via vai dagli ambulatori di psichiatria per la prescrizione dell’ultimo farmaco appena uscito.
Egizio Nanè, Filippo Trovato, Sebastiano Scala e L.D., hanno scritto i versi che la dott.ssa Adalgisa Cucé, il dott. José Angelino e l’assistente sociale Anna Monte, si sono fatti carico di selezionare, curare e prefare, raccogliendoli nelle plaquette che in copertina porta un cielo con le nuvole “alte levate”.
I “poeti” hanno scritto versi, dolci, amari, dolorosi, speranzosi, auspicanti…
“L’arte è la strada principale nella vita”, scrive uno di loro (e senza volerlo comunica una grande verità), mentre un altro ci fa pensare “al cielo là dove passeggiano le nuvole”; già…passeggiano in buona compagnia d’aironi con ali rigide e di menti aliene. E un’altro ancora ci fa immaginare “Fontane innevate, gocce gelate”, qui dove siamo “a riflettere onde mai arrivate” e dove “vuol consumarsi / la voglia d’essere.. qui e non lì”.
Qui dove sono costretti a vivere una non vita; qui dove la vita pare spegnersi ad ogni minuto, per poi riprendere e quindi ancora spegnersi...; qui dove il dolore permanente viene sofferto in “isolitudine”, senza che altri (che quel dolore non patiscono) possano capire le dimensioni del dramma di uomini sensibili, ignorati, quando addirittura non derisi da una società superficiale, egoista, estranea all’altrui patema; qui dove la vita è sentita come male estremo e la morte auspicata o cagionata come liberazione finale; qui dove tutto è grigio, profondamente grigio e nessun altro colore 38" border="0" alt="una vita" hspace="5" align="left" vspace="3" />Giovanni Stella è nato nel 1948 ad Avola, dove vive, ed esercita la professione di dottore commercialista.
La sua laurea in Economia e Commercio, conseguita discutendo una tesi in Tecnica bancaria, potrebbe far pensare a interessi molto lontani da quelli letterari, ma, se le vie del Signore sono infinite, anche quelle della letteratura non sono da meno.

Incamminatosi fin dall’adolescenza sulle luminose vie tracciate da Prévert, Quasimodo, Montale e Bufalino, ha trovato, cammin facendo, una sua personalissima via che, tra poesia e prosa, gli ha permesso di esprimere un complesso mondo di sentimenti ed emozioni che evidenziano un’inquietudine di fondo che lo spinge irresistibilmente a un’incessante ricerca di se stesso e degli altri, al desiderio di conoscere nuove verità e nuovi orizzonti, a viaggi continui che ogni volta arricchiscono il suo bagaglio di esperienze e di conoscenze e che, ineluttabilmente, finiscono col legarlo sempre più alla sua odiata-amata Sicilia.

Malgrado nel titolo si accenni al 1989 quale data della sua prima opera pubblicata, è utile precisare che le prime composizioni poetiche risalgono al 1965, per cui la produzione letteraria del presente volume abbraccia quasi un quarantennio: per l’appunto “una vita”, piena di ricordi, incontri, fatti e personaggi mai banali, tratteggiati con una penna che passa felicemente da squisite eleganze di gusto francese a fulminanti espressioni vernacolari.

“E mi rendo conto che Tutto vale Nulla/ e che scrivo per lavarmi il cuore/ e per inviare un messaggio a quel fanciullo che fu/ e che ora non è più.”

Questa malinconica confessione costituisce la più valida chiave interpretativa della ponderosa e personalissima recherche du temps perdu dell’eclettico autore.

Corrado S. Appolloni

recensione<<Una vita>> di Giovanni Stella per lavarsi il cuore scrivendo di Roberto Rubino
Ciccio, libraio editore, di Giovanni Stella
Per È sera di Annina Rizza Scifo. di Giovanni Stella

Sovente all’anima

copertina“Simile a un colombo viaggiatore /il poeta porta sotto l’ala/ un messaggio che ignora”. Così Gesualdo Bufalino in uno dei suoi splendidi aforismi.
Me ne sono ricordato ieri sera, quando Sebastiano Burgaretta, prendendo la parola per un breve ringraziamento, emozionato, ha detto di scoprirsi vieppiù ignoto a se stesso, dopo aver ascoltato Giuseppe Traina, docente di italianistica presso l’Università di Catania, dipartimento di Ragusa, mons. Giuseppe Greco, vicario generale dell’Arcidiocesi di Siracusa e Paolo Giansiracusa, storico dell’arte, docente presso l’Accademia di Belle Arti di Catania.
Era il 15 aprile 2009 e nel “Globe”, ad Avola, si è tenuto un Convegno, meglio chiamarlo Simposio, perché in effetti tal è stato, sul libro di poesie Sovente all’anima, di Sebastiano Burgaretta, edito dal Girasole, Valleverde (Ct) 2008, pp. 77, € 15, in bella veste grafica con carta uso mano antica.
Le relazioni sono state intervallate e allietate da pezzi musicali, suonati al flauto, e dalla lettura di poesie scelte dal volume, a cura di Mirella Parisini, Erminia Gallo e Donata Munafò.
L’edizione si avvale di una ricca prefazione (che merita uno scritto a sé), del poeta e filologo spagnolo Juan Miguel Dom?nguez Prieto, con testo a fronte tradotto dall’ispanista Rosa Rossi. È inoltre arricchita da bei disegni di Corrado Frateantonio, presente anch’egli al tavolo dei relatori, in una sala gremita di pubblico interessato e attento a un argomento oggi non certo di moda, ma sostanzialmente rimasto per addetti ai lavori, che, con vigore e passione, portano avanti il vessillo di quest’arte nobile o, se vogliamo, di questo “prodotto assolutamente inutile quasi mai nocivo” (così Montale a Stoccolma il 14 dicembre 1975, all’atto di ricevere il premio Nobel per la letteratura dalle mani del re Gustavo di Svezia). E in una Società in cui tutto è nocivo …
Anche l’arte della poesia fa parte del mistero. I versi appartengono al poeta finché questi li ha dentro di sé, come il magma in un vulcano, ma, una volta spifferati fuori, sono lapilli (o lava incandescente) che restano a macerare in cassetto fra i tanti, finché le fiamme della purgazione non li divorano. Se però l’autore cede alla tentazione di pubblicarli, non sono più suoi ma di tout le monde, dei lettori che li leggeranno, apprezzandoli o stroncandoli secondo un proprio convincimento, una personale valutazione, talora, anzi molto spesso, lontana dai motivi di ispirazione del poeta; di quel poeta che Pessoa definì “…un finitore, /(e) finge così completamente/ che arriva a fingere che è dolore/ il dolore che davvero sente”.
La poesia è travaglio interiore non dissimile dal parto della donna, dunque prima dolore, dipoi gioia per la nuova creatura, che magari l’autore stesso stenta a credere essere frutto del proprio ingegno.
Pertanto, anche se in forte crisi di lettori, l’arte della poesia – come ben avvertì Quasimodo, cantandone la perenne attualità – non potrà che esistere, finché esisterà l’uomo, se è pur vero quanto Addamo scrisse: “Sarà solo un poeta /a dichiarare estinta l’era dei poeti”.
Tre sezioni, come una triade divina, compongono l’opera poetica ultima nata di Sebastiano Burgaretta: Colori, Parole e Sovente all’anima, quest’ultima anche titolo del volume.
L’autore non è nuovo alla poesia, tutt’altro. Ha già pubblicato in versi: Diario del Golfo (1992), L’ala del tempo (1995), Epigràffi (1998) con lo pseudonimo di Vanesio Mercuriale, Mpizzu ri fuddìa (1999), Anàstasis (2000), Trame del Mediterraneo (2003), Le ′olàm (2004), Rrèpitu per due dicembre (2008). Lavori tutti ricchi e densi di interesse, dove si nota un impegno civile e di memoria di un passato talora ancora vivo e presente.
Con quest’ultima opera Burgaretta segna un salto di qualità, una evoluzione positiva.

Giovanni Stella


 

copertinaCollana MNEMEacquistaMneme, Mnemòsine (… diva del cor maestra e della mente // e del caro pensiero custode e madre. Monti, Musogonia, 25 e segg.), la ricordanza, la memoria in lotta perenne nel nostro tempo, tra il dimenticare di ricordare e il ricordare di non dimenticare, mai.

  1. Giovanni Stella, Le Sirene e l’Isola, 1998, 8°, pp. 104, 11,00 – ISBN 978-88-6954-100-1
  2. Sebastiano Burgaretta, I fatti di Avola, 2008, 8°, pp. 142, 15,00ISBN 978-88-96071-08-3
  3. Antonino Caldarella, Santa Venera, 1983, 8°, pp. 120 – Esaurito
  4. Giuseppe Schirinà, La chiusa di Carlo, 1984, 8°, pp. 288,  10,00
  5. Giuseppe Schirinà, Antinferno, 1989, 8°, pp. 160, 10,00
  6. Sebastiano Burgaretta, L’opera dell’uomo a Cava Grande del Cassibile, 1992, 8°, pp. 240, ill.,  25,00 – ISBN 978-88-96071-31-1
  7. Giovanni Stella, Sicilia terra mia, 1995, 4°, pp. 8 – Esaurito
  8. Giuseppe Schirinà, Nina, 1996, 8°, pp. 154,  11,00
  9. Giovanni Stella, Gesualdo Bufalino vivo, 1996, 8°, pp. 11 – Esaurito
  10. Carmelo Giannone, Bbummi su…nun ti scantàri, 2000, 8°, pp. 128, ill.
  11. Sebastiano Burgaretta, Di Spagna e di Sicilia, 2001, 8°, pp. 208,  14,00 – ISBN 978-88-6954-099-8
  12. Giovanni Stella, Amici cari, 2000, 8°, pp. 120, ill.  11,00
  13. Sebastiano Martorana, Ricordi di un tempo che fu, 2000, 8º, pp. 120 – Esaurito
  14. Nello Lupo, Don Lorenzo Milani prete e maestro, 2001, 8º, pp. 208, ill. – Esaurito
  15. Giovanni Stella, Il rigattiere e l'avventore, 2002, 8°, pp. 192, 13,00
  16. Benito Marziano, Don Agostino Salvìa e altri racconti, 2002, 8°, pp. 112, 10,00
  17. Salvatore Di Pietro, I perché del nostro dialetto. Storia linguistica e sociale della Sicilia, 2006, 8°, pp. 208,18,00 – ISBN 978-88-98381-93-7
  18. Italico L. Troja, Alessandro Patti. Un esiliato di Weimar che perdette il suo cuore ad Heidelberg, 2007, 8°, pp. 80, € 10,00
  19. Fernando Buscemi, Storia della Rebetika, 2006, 8°, pp. 128 – Esaurito
  20. AA.VV., Da Versi a Nina. Note di critica letteraria, 2006, 8°, pp. 164, 10,00
  21. Salvatore Di Pietro, Nella valle dell’ozio – Racconti, 2008, 8°, pp. 176, 13,00
  22. Italico L. Troja, La mia “prima etade”, 2010, 8°, 15,00 – ISBN 978-88-96071-23-6
  23. Corrado Zuppardo, Memoriale di un siciliano emigrato a Milano, 2010, 16°, pp. 96, 9,00 – ISBN 978-88-96071-28-1
  24. Giuseppe Conte, La melagrana ossia la disegualità, 2008, 8°, pp. 144, € 13,00 – ISBN 978-88-96071-07-6
  25. Benito Marziano, Juliette cara – Romanzo, 2009, 8°, pp. 160, € 13,00 – ISBN 978-88-96071-10-6
  26. Cetty Stella, Dalla città reale alla città ideale – La città di Avola dopo il terremoto del 1693, 2008, 8°, pp. 48, 8,00
  27. Nino Muccio, L'Ammiraglio e l'America, 2008, 8°, pp. 368, 25,00 – ISBN 978-88-96071-09-0
  28. Italico L. Troja, Dalla "Domus hospitalis" al moderno "Ospedale Giuseppe Di Maria" (Origine e vicenda storica dell'Ospedale di Avola), 2015, 8°, (in corso di stampa)
  29. Fulvio Maiello, Il crepuscolo della nobiltà, 2010, 8°, pp. 128, 13,00 – ISBN 978-88-96071-26-7
  30. Salvatore Salemi, La vita e l'opera di Teocrito Di Giorgio, 2015, 8°, pp. (in corso di stampa)
  31. Giovanni Manna, Ombre di felicità, 2011, 8°, pp. 112, 12,00 – ISBN 978-88-96071-42-7
  32. Mauro Giarrizzo, La legislazione scolastica nel Regno d'Italia e la situazione nella provincia di Noto, 2011, 8°, pp. 200, 18,00 – ISBN 978-88-96071-32-8
  33. Autori Vari, Antologia Inchiostro e Anima 2010/2011 – Poesia, Teatro, Cinema in memoria di Antonio Caldarella, 2011, 8°, pp. 152 – ISBN 978-88-96071-02-1 – Esaurito
  34. Giuseppe Aloisi, Memorie di un navigante, 2010, 8°, pp. 152, ill., 13,00 – ISBN 978-88-96071-35-9
  35. Benito Marziano, Randagi – Sei racconti, 2011, 8°, pp. 88, 10,00 – ISBN 978-88-96071-52-6
  36. Giovanni Gangemi, Il papiro di Akhenaton, 2011, 8°, pp. 360, 25,00 – ISBN 978-88-96071-55-7
  37. Salvatore Di Pietro, Il cancello chiuso (Ingresso libero), 2012, 8°, pp. 80, 10,00 – ISBN 978-88-96071-92-2
  38. Enza Fiaschitello – Corrado Leone, Parrannu parrannu..., 2013, 8°, pp. 272, € 20,00 – ISBN 978-88-96071-94-6
  39. Eleonora Nicolaci, La famiglia Nicolaci di Noto (secc. XVI-XVIII), 2013, 8°, pp. 120, 12,00 – ISBN 978-88-98381-43-2
  40. Paolo Dipietro, Vampugghi (Piccole storie di periferia), 2013, 8°, pp. 120, € 12,00 – ISBN 978-88-98381-42-5
  41. Antonella Santoro, Azzurro, come i suoi occhi, 2014, pag. 108, € 10,00 – ISBN 978-88-98381-45-6
  42. Sebastiano Cugno, 1953-2013: sessant'anni di cinema a Noto – Analisi dei rapporti tra la capitale netina e il cinema, 2014, 8°, pp. 204, € 18,00, ill. – ISBN 978-88-98381-46-3
  43. Salvatore Di Pietro, Viaggi da fermo, 2014, 16°, pp. 250, € 12,00, ill. – ISBN 978-88-98381-98-2
  44. Corrado Morale, Miluzza – Trimau la terra, 2014, 8°, pp. 310, € 18,00, ISBN 978-88-98381-99-9 Esaurito
  45. Carmelo Dugo, Uno scorcio della nostra e della mia storia – Due anni di vita in Istria – 1943-1945, 2014, 8°, pp. 80, € 9,00 – ISBN 978-88-6954-000-4
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