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Il 5 gennaio 2007 è stato presentato a Gela il libro di Giovanni Manna Una Gela... TUTTA DA (RI)SCOPRIRE Attualità,
storia presso
la Biblioteca Comunale “Euclide” di Gela Sono
intervenuti
l’editore Francesco Urso di Avola
“Gela è un luogo carico di
cultura, di genuine passioni, crocevia di esperienze storico-artistiche
diverse e variegate: un ‘pianeta’ variegato più che
una città - affermaGiovanni
Manna – che poi
aggiunge che la guida di questo viaggio è un ‘buon gelese’, un personaggio difficilmente identificabile
che prova a raccontare la città
con colori insoliti, prendendosi gioco di tutto e di tutti”. Giovanni
Manna è nato
a Gela nel settembre 1981. È ‘socio ordinario’ dell’Associazione ONLUS Intercultura. Per ulteriori informazioni: |
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PER UN PIANETA DA (RI)SCOPRIRE Giovanni Manna non vuole ingaggiare una gara con letterati, filosofi e avventurieri di professione. Fa un’operazione più modesta, nel Pianeta da (ri)scoprire: punta lo sguardo sulla sua-tua-nostra città. Evidentemente, per sviluppare uno scherzo leggero e sapido. Si dà, quindi, al viaggio da fermo. Senza viaggiare. Dalla città natìa non si sposta. Al contrario, fa spostare eventi e personaggi verso Gela che dà loro i natali e la morte. A volte, solo i natali o solo la morte. In ogni caso, qualcosa che li denota come gelesi. Mette tutto dentro il calderone sotto il quale arde il fuoco del viaggio, dell’avventura, della memoria e della fantasia. Lui – che altro può fare il narratore? – mescola, aggiunge con amore e arte qualche intingolo per evitare una pietanza insipida. Servendosi della voce del ‘buon gelese’, versa nei piatti una minestra di indubbio sapore. Il ‘buon gelese’ è uno che si nasconde in ognuno di noi e che non per forza deve essere nato a Gela. Forse è un gelese che non è mai nato. Forse, ipotesi più attendibile, il ‘buon gelese’ è proprio Giovanni Manna che si diverte, nascondendosi, a raccontare con ironia la città. Prendendo gusto nello scherzo e nel gioco dei nascondimenti. Perché non dovrebbe essere lecito scherzare con le cose serie? Socrate si avvaleva dell’ironia. A volte anche del sarcasmo. Si potrà scherzare a Gela parlando di storia? Ci sono tanti autori che hanno scritto e scrivono di cose antiche, medievali e moderne riguardanti questa città. Roba importante che ha sicuri esiti civili oltre che scientifici. Manna, scrivendo, mette assieme stravaganze: cioè, alla lettera, vaga e fa vagare il lettore di qua e di là nello spazio e nel tempo. Si diverte. Fa divertire. Coglie un tratto del modo di essere del gelese, che vuole essere sempre il primo e il migliore. Buono o cattivo che sia. Che ne abbia o meno il diritto. Che male c’è – anzi è proprio giusto! – che in questa città possa esser nato Alessandro Magno? Non vi nacque Giulio Cesare, che tuttavia l’amò tantissimo per le sue bellezze, il mare, i cibi gustosi, i locali notturni e le belle ragazze. Per libera scelta vi soggiornò William Shakespeare, il grande drammaturgo inglese che trasse ispirazione per il suo Romeo e Giulietta dalla vera storia di Rocco e Giuseppina. Neanche Cartesio nacque né morì a Gela, ma qui partecipò a convegni filosofici, come avverrà dopo a Giovambattista Vico e a Carlo Goldoni. Il viaggio del ‘buon gelese’ Giovanni Manna segue un ordine cronologico. Per la verità, non proprio rigorosamente. Ma non importa la successione degli eventi e dei personaggi. Né la continuità dell’itinerario. Perché il racconto non si propone né un fine né una meta: alla maniera volterriana, un semplice e puro divertimento. Ed è bello che questo divertimento venga proposto da uno scrittore giovanissimo. Manna, con sapida leggerezza, ironizza su modi di essere, di dire, di fare… e di punzecchiare. Come nel caso della velocità del treno che porta a Catania. Simpatica la scena in cui il gregge impone lo stop alla locomotiva… Altrettanto simpatiche le annotazioni bonarie sulle passeggiate e le chiacchiere del ‘buon gelese’. Aperto con alcune annotazioni sul dialetto, il viaggio si conclude col lutto, per la morte del Pontefice Giovanni Paolo II. Stavolta il teatro di Gela coincide con quello del mondo intero. Dove “i diseredati e gli emarginati, i ricchi insieme ai poveri, i fedeli (senza distinzione di religione), bimbi ed anziani, mamme e papà, figli e figlie hanno reso commosso omaggio, tutti insieme alla Sua figura. Tutto il mondo si è trovato unito – stavolta non proprio e non più a Gela! – sotto uno stesso lutto nel giorno della Sua morte. Un giorno che nessuno dimenticherà mai”. Il ‘buon gelese’ tace. Atene, 8 aprile 2006
Luciano Vullo |
Un
pianeta da (ri)scoprire in un viaggio tinto di realtà e fantasia
che ha come meta e al contempo come punto di partenza la città
di Gela. Un libro che riscopre la città attraverso unesplorazione,
<<Un pianeta da (ri)scoprire Gela la mia, la tua, la nostra
città>> di Giovanni Manna, 25 anni laureato in lettere classiche,
ora a Milano lavora per la KlausDavi e Co sarà nelle librerie a
fine mese, Nella sua prima opera edita dalla Libreria Urso, con unintroduzione
di Luciano Vullo, M parla della sua città natale in chiave
ironica, attraverso unanalisi sulle abitudini quotidiane e il dialetto
della città. Il tutto raccontato mixando ironia e fantasia, utopia
e realtà, passato e presente. !In questo libro spiega
lautore ho voluto fare una riflessione sulla realtà
attuale, in un presente che non sempre rievoca lattualità
del passato, per cercare di evitare le sabbie mobili del futuro. Un viaggio
continua Manna che si sviluppa in due direzioni, una geografica,
laltra temporale, con un viaggio nel viaggio, che a partire dalla
colonizzazione fino ai nostri giorni, ripercorre il background storico
di Gela per una volta rivisto in chiave fantasiosa ma allo stesso tempo
reale. |
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“Un ‘pianeta’ da (ri)scoprire”. Gela: la mia, la tua, la nostra città. È ancora immaginabile una (ri)scoperta della propria città? “Un pianeta da (ri)scoprire”, un’analisi bonaria ed ironica sulle abitudini quotidiane ed il dialetto della città di Gela. Il nostro ‘buon gelese’ sembra spesso invocare protezione ed aiuto dalla Madonna: “Maria”, ch’ammu a fari stasira? “Maria”, a scampagnata quannu l’ammu a fari? Per indicare un ragazzo/a particolarmente robusto/a si usa sovente tale espressione: Chiddru/a pare n’arancina chè pere! Pur avendo condotto estenuanti ricerche, non c’è ancora concesso di sapere (e nessuno probabilmente lo scoprirà mai!) cosa effettivamente ci sia in questa famigerata ‘arancina’. Gli agenti di Polizia decidono di fermare solo quelli che, un po’ in ritardo con la moda, ancora indossano il casco: “Perchè indossa il casco? Non sa che è vietato dalla legge?”; “Vietato? Da quando il casco è vietato? Io l’ho sempre indossato ed ora… mi si dice che è vietato?”; “Ora le farò una bella multa per uso reiterato del casco, con la speranza che lei riesca a togliere il brutto vizio di indossarlo”. I ‘buoni gelesi’, specialmente nelle serate di festa, non escono mai da soli ma sempre con due o tre famiglie di amici, fratelli o cognati, parcheggiando le macchine quasi a formare una specie di ‘consorzio mangereccio’. Le tovaglie vengono stese sui cofani che diventano così dei veri e propri tavoli (caldi). La gara a chi possiede il maggior numero di cd di Gigi D’Alessio o di Nino D’Angelo è il fatale preludio al bisogno di ascoltare della buona musica a tutto volume, anche per agevolare il processo digestivo. Difficilmente si assiste a scene più raccapriccianti di questa… La nostra guida è un accanito fumatore. Sua moglie ha inutilmente tentato in tutti i modi di eliminare questo nocivo vizio dalla vita di suo marito! Ci confida che la frase che egli pronuncia decine di volte al giorno è la seguente: “Fumo l’ultima sigaretta e smetto di fumare. Non ti preoccupare: questa è la volta buona! Te lo prometto!”… …alla sala Bingo ci sono in palio circa quattrocento €. È appena stato estratto il quarantasette ed il sudore bagna copioso i visi di tutti coloro che temono di sentire che si è verificato un ‘Bingo’. Nei palpitanti volti di tutti i presenti aleggia un silenzio irreale… Trascorrono altre frazioni di secondo che possono significare molto. Possono conferire la gloria! Ancora altri attimi, l’attesa cresce… La storia, spesso definita ‘magistra vitae’, non è altro che un ‘viaggio nel viaggio’ che parte da lontano ma che continuerà sempre ad interessare da vicino. Gela, raccontata tra storia e fantasia, tra utopia e realtà, tra attualità e ‘backgrounds’ storici: dall’arrivo dei ‘rodio-cretesi’ fino ai nostri giorni, sarà un crescendo di immaginazione. “Al momento dello sbarco rodio-cretese, correva l’anno 688 a.C. Anzi, quell’anno non correva per niente. La vita trascorreva in maniera per nulla frenetica… Tra gli abitanti (che avevano il nome greco di “geloi”), si cominciava a formare un gruppo eterogeneo di ‘buoni geloi’”. Non era certo un’operazione semplice: come decidere a chi sarebbe toccato il potere? Roma o Agrigento? Giulio Cesare o Phintias? I due principali esponenti furono chiamati ad un ‘faccia a faccia’ in diretta tv, alla presenza di un moderatore e di due giornalisti. La settimana che precedette questo grande evento mediatico fu piena di tensione. I due contendenti erano intenti a prendere di comune accordo alcune decisioni di estrema e vitale importanza: Chi parla per primo? Chi ascolta per ultimo? Inquadratura fissa o piano all’americana? Quanto tempo per rispondere alle domande? Quante domande? Si può copiare? Mi passi la tua risposta? Quante risposte? Kakà o Iraq? Bush o Blair? Armi di distruzione di massa o distruzione di armi? Aiutami, ti prego! Quanto tempo rimane? Non capisco nulla! Cravatta nera o a colori? Lifting o trucco: l’importante è sorridere! Ti siedi a sinistra o a destra? A nord o a sud? Scarpe lucidate, nere o marroni? A scuola, gli studenti del decimo secolo dopo Cristo erano alle prese con una situazione nettamente migliore rispetto ad oggi. Ad esempio, la letteratura italiana e l’informatica non esistevano ancora! Il programma di storia era ridottissimo ed anche la geografia mancava di tutta la parte dedicata al ‘Nuovo Mondo’. Dante e Leopardi, Manzoni e Verga dovevano ancora far la loro comparsa nel panorama culturale!”. Il problema dell’università non esisteva in quei secoli! Hai superato i pre-test? Ed i pre-testi per non entrare a scuola? Sciopero o occupazione: come lo chiamiamo? Sei di vecchio o di nuovo? Fai il cosiddetto 3+2 o il 4+2? Il 4 x 3? O il 5 x 2? Il 7:3? O il 5-4? Il ‘prendi 3 e paghi 2’ o un più tradizionale 4-4-2 ? Crediti liberi o crediti in carcere? C.F.U., D.A.M.S. o C.T.F.? Farai un ‘Master’ o un ‘Dottorato di Ricerca’? Sarai un ‘Dottore in Legge’ o leggerai i dotti commenti dei Dottori? Chiedi un prolungamento o prolunghi l’agonia? Facoltà a numero chiuso o aperto? Semichiuso o semiaperto? Lauree specialistiche o specialista in Lauree? Queste e tantissime altre considerazioni saranno contenute nel libro, la cui ‘ironia’ consentirà di spalancare le porte di una realtà che spesso guardiamo, che certe volte osserviamo ma su cui quasi mai proviamo a riflettere seriamente. Giovanni
Manna, autore di questo libro che sarà pubblicato prossimamente
dalla Libreria Editrice Urso, è un ragazzo gelese, neo-laureatosi
in Lettere Classiche. Nato a Gela il 18 settembre 1981 |
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Collana MNEMEMneme, Mnemòsine (… diva del cor maestra e della mente // e del caro pensiero custode e madre. Monti, Musogonia, 25 e segg.), la ricordanza, la memoria in lotta perenne nel nostro tempo, tra il dimenticare di ricordare e il ricordare di non dimenticare, mai.
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