Di Spagna e di Sicilia
   
 

CERCA
con

dentro questo sito
 

SICILIA LIBRI SAGGISTICA LIBRI SICILIA LIBRI
LIBRI IN PRONTA CONSEGNA NELLA LIBRERIA EDITRICE URSO

Sebastiano Burgaretta
Di Spagna e di Sicilia
Libreria Editrice Urso, Collana "Mneme" n. 11,
Avola 2001, 8°, pp. 208,  14,00 – ISBN 978-88-6954-099-8 
acquista

 

"Di Spagna e Di Sicilia” è un libro di elzeviri che, e nella autografia critica del suo Autore e nella confettura del suo Editore, ricorda integro il sapore del buon pane fatto in casa, nel forno a legna di pietra. Un'artigianalità meritoria nell'anonimia, oggi, della editoria ipermercantile dagli inchiostri anemici e dalla sciatteria grafica. blank e contenitore in cui le minime imperfezioni diventano suggestioni, unicità, singolarità nel mare magnum delle narcotizzanti omologie, omografie, omotipie.
La monotonia della sedicente e arrogante critica da perfezione trova in questo volume l'originalità e l'extravaganza della imperfezione assunta come vaghezza, della diversità adottata come giudizio. Il testo di Burgaretta nell'edizione Urso realizza la copula perfetta di due artigiani della sana provincia siciliana che del buon libro e della buona parola fanno ragione di vita, o meglio religione di vita quotidiana.
Di Spagna e Di Sicilia è il palcoscenico letterario che dividono scrittori poeti pensatori, spagnoli e siciliani, affratellati da un dna emotivo e culturale, passionale e sciabolante tale che l'indimenticabile Leonardo Sciascia non esiterebbe oggi a confermare che andare per la Spagna è, per un siciliano, un continuo insorgere della memoria storica, un continuo affiorare di legami, di corrispondenze. L'occhio acuto di Burgaretta mosso da apuleiana curiositas fiuta analogie, scava col seghetto dell'archeologo nel misterioso dedalo delle genie culturali sicule-ispane, con curiosità itinerante e intuizione rabdomantica.
Già Plutarco ne Le Vite Parallele aveva, al di là d'ogni presunzione razziale e culturale, individuato i Grandi e la Grandezza e nel mondo greco e nel mondo romano, ghigliottinando quella spregevole apartheid genoculturale che stabiliva primati e primazie . La crazia culturale non è un fatto di razza, né di gene, ma di virtù e talenti, che fecondano ovunque. Al di là e a dispetto dei territori e delle frontiere, al di là dell'ottusità della convenzione e dell'istituzione che congela embrioni di intelligenza, ignari accusatori dell'altrui mediocrità. Mai come oggi, dopo l'11 settembre, in tempi di terrorismi di nuova genitura e di vecchissima fecondazione , l'intuizione di Plutarco veicola vangeli di verità sapienziale.
Tornando all'Avolese, Jano Burgaretta è personaggio onnipresente nel suo territorio, a volte protagonista, altre deuteragonista, altre ancora, semplice comparsa. E' preziosa Vestale, il professor Burgaretta della storia travagliata della sua Avola come dell'alchimia di certi personaggi di cui persino la famiglia genetica, anagrafica ha perso memoria.
Dal suo libro mi piace ricordare Giuseppe Bianca, un Catone avolese, nato nel 1801, che sembra uscito dalla penna di Cornelio Nepote. “Uomo di vita austera, tutto d'un pezzo, che mandò al diavolo l' avvocatura per la botanica”.
"Uomo di costumi antichi – si legge – alieno da pubblici rumori, aborrente dalle lodi e dalle onorificenze, sobrio , integerrimo, innamorato di quiete e solitudine”.
Basterebbe tale cammeo di catoniano costume come cartina di tornasole di Burgaretta scrittore, poeta, critico ma soprattutto galantuomo che disseppellisce dalla incuria memoriale di chi sopravvive uno studioso dimenticato, sopravvivente solo in virtù d'una via e d'una scuola che ne portano, in scolorita lapide, il nome ormai predato dalla dimenticanza.
Un uomo di vecchio stampo, il Bianca, che rifiutò cattedre universitarie ovunque, quelle stesse per cui oggi si scannano a colpi di calunnie e scimitarre in tutti gli atenei. Quest'uomo che studiava il carrubo e i Carmi di Catullo , studiava il mandorlo e traduceva in latino Il Cinque Maggio manzoniano. Uomo grande e serio, conoscitore dell'animo umano non meno che della vegetazione delle Madonne, tale profeta dell'altrui incuria che, a chi insisteva per ritrarlo, ebbe a dire con sofìa e ironia Perché farmi il ritratto? I miei figli potrebbero avermi un certo riguardo, ma i miei nipoti se ne servirebbero per coperchio di giara.

 

Silvana Grasso


 
 
 
   

EDITORIA E VENDITA LIBRI AL DETTAGLIO VIA INTERNET
FacebookYouTubeTutto per Santiago de CompostelacontattacilibreriaCatalogo aggiornato
ISBN 978-88-6954

CONCORDANDO UN APPUNTAMENTO POTRETE RITIRARE QUI I LIBRI SENZA SPESE DI SPEDIZIONE
(Via Huss n. 16 - Avola

Torna su...