di-versi
LIBRI DI-VERSI IN DIVERSI LIBRI
EDIZIONE 2011 - 2012
in memoria di Carmela Monteleone

Concorso Letterario Internazionale
indetto dalla Libreria Editrice Urso
e riservato alla poesia in lingua italia
na

foto
(nella foto di Laura Dalzini,
da sinistra Maria Restuccia,
Liliana Calabrese Urso e Federico Guastella;
il poeta riceve i premi a lui riservati
nella manifestazione conclusiva
tenutasi ad Avola il 25 marzo 2012
)
Guastella

FEDERICO GUASTELLA di Ragusa
si è collocato al secondo posto

e a lui sono andati in premio
una pubblicazione di sue poesie
col titolo "Geroglifico"
e libri a sua scelta dal catalogo
della Libreria Editrice Urso
per un importo di € 250,00


Copertina del libro di Federico GuastellaFare poesia non è solo scrivere versi in rima ma è soprattutto creazione, ovvero “ex-stasis” (uscita dallo stato attuale), che viene “imprigionata” nella scrittura. Ma non si crea senza essere “èn-theos”, cioè con un dio dentro!Nel gesto fulmineo di una prosa breve, quella di un verso, s’incrocia il respiro metafisico che “si traduce talora nel disincanto, altre volte nella bramosia dell’infinito”. Ciò traspare nel recente volumetto di Federico Guastella, “Geroglifico” (Libreria Editrice Urso, Avola-Sr 2012, pp. 56), silloge poetica, anzi, articolato e complesso “mosaico poetico” in cui i versi si sviluppano con delicata eleganza pittorica e le emozioni sono intese come “carezza dell’aria dinanzi al mare che odora di labbra di corallo”.Paternese di nascita, etneo di animo e ibleo di cuore, Guastella raccoglie nel suo DNA la secolare essenza del balcone di Sicilia essendo vissuto, fin dalla tenera età, a Chiaramonte Gulfi. Un buon tratto della sua vita è percorso ad insegnare Scienze umane e Storia nelle scuole del capoluogo ibleo dove trascorre il suo tempo libero a scrivere poesie, racconti e saggi.Quello di Guastella è un poetare in cui il verso è memoria nel senso più alto del termine e il “fluire vagabondo del tempo” va a “rastrellare le visioni sdraiate al mio fianco”. È da questo humus che affiorano i temi universali dell’uomo, quali:

l’amore (“spicchio di luna smaniosa / e un petalo segreto del tuo sorriso”);
gli affetti (“favole profumate di lucciole / … gioie che sapevano di pane caldo”);
il dolore (“tarlo che rosicchia”);
la nostalgia (“farfalle fra i petali del cuore”);
il delicato fascino dell’eros (“desiderio bruciante / che cerca il tuo respiro”); l’anelito verso il divino (“voglia d’infinita luce”);
il ricordo della provvida madre (“l’anima tua / come respiro di rosa giunge / a cullarmi … / quando il tramonto / si adagiava sui rami degli ulivi”).

Spicca, di verso in verso, la pluridirezionalità del profondo sentire.Appropriate scelte lessicali ed il ritmo del verso, calibrato come un giro di valzer, ben si accordano con un afflato placido e meditativo. Molecole di ricordi, come “briciole di abbracci in fondo all’animo”, “guizzano nel pentagramma del flash-back” in una lirica ossimorica in cui tutto è imperniato sul gioco del contrasto: luce e tenebra, speranza e caduta, solitudine e solidarietà. La musicalità del verso, travolgente nella poesia “Geroglifico” che dà il titolo alla silloge, zampilla di foglio in foglio mentre la “parola dal dolce suono d’eternità” trasforma il poeta in “pittore senza colori” dando all’istante poetico sia un “verso” sia un “recto”.

Giuseppe Nativo
(in http://www.ondaiblea.i
t)

 

L’OMBRA DEL DIVINO NELL’ARTE CONTEMPORANEA


copertinaLe grandi opere del passato, architettoniche, pittoriche, plastiche, non devono essere considerate un ostacolo. Qualcosa da cancellare perché inquina la libertà creativa. Devono costituire invece il fondamento ispirativo per nuove forme espressive. Come accade a Venezia per esempio, dove un’architettura del 600 coesiste con una del 300 senza soluzione di continuità. Vittorio Sgarbi, nell’ultimo saggio appena pubblicato da Cantagalli, L’ombra del divino nell’arte contemporanea, prendendo spunto dalla Teologia della liturgia di Benedetto XVI, punta il suo occhio critico sul rapporto tra arte e fede. Indagando sugli artisti di oggi e sul loro rapportarsi al divino. Passando al setaccio opere recenti di architetti, pittori e scultori. Che vogliono a tutti i costi innovare, imporre un nuovo modo, senza possedere quel minimo di fede necessaria che ha contraddistinto le architetture religiose del medioevo, del rinascimento, del barocco.
Chi è chiamato a progettare una chiesa è dominato da un solo credo: il razionalismo. L’unica preoccupazione è soddisfarne le “necessità funzionali”. Con quale risultato? Siamo circondati da cubi di cemento, da magazzini, da “scatole da scarpe” fredde grigie scostanti che si fa molta fatica a definire chiese prive come sono di qualsiasi misteriosa presenza del trascendente. Fra gli architetti contemporanei Sgarbi salva Mario Botta che è riuscito a dare forma all’esigenza religiosa. Renzo Piano che a Houston ha realizzato la cappella per la famiglia Menil, immergendola in un’atmosfera spirituale. In totale sintonia con la pala d’altare, un trittico di Mark Rothko, le cui campiture attraggono la luce e rivelano una presenza divina.
Come evitare allora di volere il nuovo ad ogni costo in aperta contraddizione allo spiritus loci? Sgarbi si rifà al crollo di una parte della Cattedrale barocca di Noto in Sicilia nel 1996. I criteri della ricostruzione hanno rispettato i principi della tradizione, mantenendo la fedeltà alla struttura, e allo stile degli arredi e delle decorazioni. Scelto il tema gli artisti hanno lavorato in armonia con “una figurazione legata all’iconografia religiosa, senza tradire il soggetto, né tantomeno lo stile proprio”. Nel suo Crocifisso ligneo il siciliano Domenico Militello imposta la sua scultura rispettando il codice della tradizione, marcando la corona di spine e il sangue che scorre sul corpo del Cristo, macchiandone il perizoma. Decisamente più tozzo e sgraziato il San Sebastiano di Concetto Guzzetta, con gli occhi chiusi, le labbra serrate aspettando che la morte ponga fine alla sofferenza.


Fausto Politino
10 febbraio 2012

OrsoItaliaI LIBRI PIU' VENDUTI
NELLE LIBRERIE ITALIANE

Al 21 aprile 2012

  1. Gramellini, Fai bei sogni, 14,90acquista
  2. Ligabue, Il rumore dei baci a vuoto, 15,00acquista
  3. Guccini, Dizionario delle cose perdute, 10,00acquista
  4. Baricco, Tre volte all'alba, 10,00acquista
  5. Carlotto, Respiro corto, 17,00acquista
  6. Dukan, La dieta Dukan illustrata, 19,90acquista
  7. Ervas, Se ti abbraccio non aver paura, 17,00acquista
  8. Camilleri, La Regina di Pomerania, 14,00acquista
  9. Riordan, Lo scontro finale, 17,00acquista
  10. Mosca, Il profanatore di biblioteche proibite, 9,90acquista
    La classifica per i libri venduti in Italia è realizzata dalla società Nielsen Bookscan, analizzando i dati delle copie vendute ogni settimana, raccolti presso un campione di 1100 librerie rappresentative del territorio nazionale. La rilevazione è stata pubblicata in Tuttolibri, in LA STAMPA di sabato 21 aprile 2012 e si riferisce alla settimana dall'8 al 14 aprile 2012.
   

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