Benito Marziano per le poesie di Giusy Cancemi |
21-09-2009 inserito da ciccio; categoria Libr'Avola. ![]() ![]() Note di Benito Marziano su Io non vi annoiero' per molto, perche' poco desidero dire, volendomi limitare a parlare di due aspetti soltanto della poesia di Giusy Cancemi, che, mi sembra, siano quelli che piu' emergano: il rapporto di Giusy con il mare e la lettura del mare e del sentiero come metafore della vita. Gia' nel titolo lei dichiara la sua predilezione per il mare, una predilezione che va oltre un usuale amore per il mare, qui c'e' una vera identificazione con esso. e' il mare, infatti, che ci parla di lei, della sua vita. Quel poco che della sua vita ci viene detto, ce lo dice il mare. Il mare, e anche il sentiero, che ritorna spesso nei suoi versi (anche l'amore procede su un sentiero, in Parole), sono, dicevo, entrambi metafore della vita, nella poesia di Giusy. Ma lo sono non soltanto per lei. Il mare per il suo eterno moto, per la sua mutevolezza rappresenta quella voglia di muoversi, di agire, quella liberta', quel desiderio di evadere che caratterizzano la nostra vita, la nostra ...irrefrenabile voglia di esistere..., dice la poetessa in Anime fragili. Il mare ci parla di altri luoghi e sollecita e stuzzica in noi lo spirito di avventura, il desiderio del nuovo, del viaggio; ci trasforma in arditi ulissidi, magari rimanendocene seduti nella nostra stanza, come quello scrittore di cui non ricordo il nome, ma sento che il mio editore e libraio sollecitamente mi suggerisce trattarsi di De Maistre, che su un viaggio attorno alla sua stanza scrisse un libro. O, meglio, azzardandosi a uscire dalla propria stanza (anche se un altro grande pensatore, Montagne, lo sconsigliava con l'affermare che, cito a memoria, ''i guai dell'uomo cominciano quando esce dalla sua stanza''); uscire, dicevo, e, magari, fermarsi a guardare il mare, come ama fare Giusy, e viaggiare col pensiero. E si'. Perche' come lei ci ricorda, il pensiero e' l'unica forma di liberta', in La dimensione del pensiero. Quale dimensione ha, infatti, il pensiero? Nessuna! Il pensiero non conosce limiti ne' di tempo, ne' di spazio. Puo' perdersi nel tempo e nello spazio in un milionesimo di secondo, praticamente nello stesso istante in cui pensiamo. Puo' contenere l'immenso, l'infinito, pur se risulta vano il ...tentativo di racchiuderlo... nei versi..., dice la Nostra in Immenso. Si', e' vero! Non e' possibile imprigionare nei versi l'immenso, l'infinito, il tutto. Eppure, scriveva il poeta Robinson Jeffers: ''La grande poesia racchiude ed esprime il tutto, come una prosa non potra' mai''. E cos'e' il tutto se non la vita? E la poesia non parla, forse, della vita? Perche' dovrebbe apparirci impresa titanica esprimere nei versi la vita? Forse, perche'
ci sfugge quello che chiamiamo il senso della vita. Ma chissa', poi, che non consista proprio in questo la vita, in
questo ricercare di trovarne il senso. Chissa' che non sia il vivere, la
vita, la vita ontologicamente intesa, cio' che comunemente chiamiamo spirito e che fa sentire l'amica Giusy ...piu'
uno spirito che un corpo..., in La voce
dell'anima.
Ora, tornando alla poesia di Giusy, a me sembra che il suo rapporto con il mare si sostanzi in un legame quasi carnale, amniotico, direi: il mare la include, mentre lei lo sente parte di se', ci dichiara nell'introduzione di suo pugno alla presente opera: ... guardo fluttuare le onde, sino a che non si spengono sulla spiaggia. Imparo ad accettare che esse siano parte di me,... E in Abissi, lei, il mare, la vita sono la stessa cosa: Aggrovigliata nell'incavo di una conchiglia / inabissata nell'impetuoso esistere / anelante tra coralli e fameliche maree / attendo ansimante / di riemergere dagli abissi della vita. Giusy si identifica con il mare, persino i suoi pensieri assumono l'aspetto del mare, in Ragazza che sogna, infatti, sono ...fatti di carta crespa. Non somiglia la carta crespa alle increspature (non le chiamiamo cosi'?), del mare? E che increspature sono, questi suoi pensieri: ...di questa vita cosa ti resta?/ Ore passate e pochi minuti. / Profumi e colori che non torneranno / rinchiusi nella scatola dei ricordi /... sempre in Ragazza che sogna. Ne' cambiano natura i pensieri che in Anima che sanguina vanno ai bambini dell'Africa, alla violenza sulle donne, all'uso distorto del potere, all'emarginazione, al razzismo. Abbiamo fin qui potuto leggere il mare come metafora della vita: l'uno e l'altra con le loro accalmie e le loro tempeste; ma entra anche, nella poesia di, un altro elemento, dicevo prima, come metafora della vita: il sentiero, che torna spesso nei suoi versi (anche l'amore procede su un sentiero), in Parole. Ma, mentre il mare rappresenta da solo i due poli contrapposti della metafora: il dolce e l'amaro della vita; mare e sentiero sembrano, per altri aspetti, invece, i due poli opposti della metafora. Il mare con la sua immensita', con ilsuo eterno movimento rappresenta il desiderio di liberta', di spazio; il sentiero rappresenta le difficolta' della vita, con la sua dimensione angusta, con le sue asperita', con l'eventualita' di non indovinare le scelte giuste, ci ricorda la poetessa ...errante tra i sentieri della vita / ... alla ricerca di quella svolta decisiva, in Errando, E la vita oscilla, nel pensiero poetico della Nostra, fra questi due poli, fra quegli alti e bassi che sono le principali costanti della vita. Che' la vita e', in realta', un continuo altalenare fra un bisogno ...di librarsi / sino all'orizzonte dei sogni... / in La voce dell'anima, e un rimanere ...sul velo dei sogni... e danzare ...di gioia e di vita..., in Folle ma felice, presi ...dall'inafferrabile voglia di esistere ,... in Anime fragili. E sfidare il Vento dell'est, per cercare di sfuggire alla ...malinconia che, dice Giusy a quel vento, ... trasporti/ sino a me .Siamo qui all'altro polo della vita, non piu' sogni, gioia, felicita', ma una realta' piu' dura, e nella poesia di Giusy, e nelle sua vita la malinconia torna ancora, come ...malinconia del vivere..., in Fotogrammi, e in Parole, dove, pero', e' ...dolce malinconia. Accostamento, dell'aggettivo dolce a malinconia, che sembrerebbe stridere, ma che personalmente trovo, invece, molto appropriato, perche' la malinconia non e' uno stato di tristezza, e' senz'altro uno stato d'animo che avverteuna qualche carenza, ma di qualcosa di impercettibile, di imprecisabile, che non e' dolore, pero', e che insieme e' ricordo di qualcuno, di qualcosa. A volte, a suscitare un ricordo puo' essere un volto, una situazione, una parola, una musica, un odore, persino, come accadeva a Proust con le diventate famose 'madeleine': ne sentiva il profumo e si ritrovava in una situazione del passato. E ricordare e' ritornare nel passato, e il passato e' la nostra vita, pertanto ritornarvi ci pone in una condizione particolare che e', forse anche triste, mae' assieme lieta. Giusy lo sa, questo, e ce lo ricorda: ...rituffarmi nel passato / per rivivermi, scrive in Orme. Ricordare, quindi, e' rivivere, vivere un'altra volta! Il vivere, quindi, nella vita e nel pensiero poetico di Cancemi, si caratterizza in un alternarsi di euforiche ascese e disforiche cadute, nei momenti di maggiore razionalita', forse, queste ultime, in quei momenti, cioe', che la riportano a quella realta' che e' fatta anche dalla scoperta che Non e' che un velo sottile /questa gioia che mi pervade, in Vento dell'est, e la speranza e' soltanto petali, in Settembre, qualcosa, cioe', di molto leggero, evanescente, sulla quale, in definitiva, nessuno davvero punta. La realta' e' quella che ci da' anche ansia, dolore, sofferenza, per cui persino gli alberi piangono e soffrono il dolore del distacco delle loro creature, le foglie, in Il male di vivere, titolo che richiama un verso di Fotogrammi, che ci riporta alla metafora vita - sentiero - viaggio, dove la vita e' questo lungo viaggio. Su questa definizione della vita come lungo viaggio, dissento totalmente, me lo consenta, Giusy. Woody Allen dice che la vita e' come la scala di un pollaio: corta e piena di cacche. Ecco, io posso essere d'accordo che di avversita', difficolta', dispiaceri, distacchi, ecc. nella vita ce ne siano, e parecchi anche, ma in un mondo dove gli alberi vivono secoli, dove la tartaruga, mi dicono, vive fino a duecento anni, che sia lunga la vita dell'uomo che, quando supera i novant'anni di eta' va gia' a finire sui giornali come campione di longevita', proprio non mi trova d'accordo. Personalmente, conto su qualcosa di piu'.
| Invia ad un Amico | 1581 letture |