PER UN CUORE IN CONTINUO ANDARE...
Interessato alla letteratura ed alla poesia per passione, ma anche a testi di natura politica per curiosita' e principalmente per capire il mondo che lo circondava, in piena adolescenza gli viene a mancare un'adeguata comunicazione con i coetanei: il dialogo non poteva reggere il confronto, per cui spesso si trovava a conversare con il nonno materno, anche se in termini di scontro.
Cosi' ha cominciato a scrivere per mancanza di qualcuno con cui discutere determinati argomenti, impegnativi per quell'eta'. Profondo, contrastante, a volte confuso appare il suo io: carita', tenerezza, amore convivono spesso bellicosamente con astio, risentimento, paure; sono due anime – il filantropo e il misantropo, Castore e Polluce (come dice il nostro) – che torturano la sua mente confusa e meschina, ma in continua ricerca di amore e dolcezza, nascosti nel profondo. I segreti della sua anima scorrono in fogli silenti, unici suoi interlocutori, unici suoi amici in quei momenti in cui e' costretto a scrivere per non morire. e' la delusione del giovane che finalmente ha trovato il coraggio di varcare il “cancello”, che tanto aveva osservato dalla finestra, al di la' del quale c'era la maturita' dell'uomo, che si lancia nella vita, in quella vita in cui valori come amore, generosita', solidarieta', rispetto, che lo avevano avvolto come una candida nuvola nel nido familiare, stentavano ad attuarsi. Il contatto con una realta' ostile lo disorienta ancora di piu', cosi' incarna la lotta dei giovani d'oggi contro una societa', volta a negare i piu' elementari diritti: il lavoro, la formazione di una propria famiglia. Ideali e valori diventano utopie; cosi' resta a fissare cio' che di orribile si e' costretti ad ingoiare, vittime di una guerra silenziosa, che non lascia macchie di sangue sulla strada, ma che rende schiavi, senza liberta', ubbidienti a cio' che coloro, i quali siedono comodamente sulla poltrona in attesa di essere serviti, reputano giusto: sfruttare chi fa di tutto per un tozzo di pane, per non morire. E allora? resistere e lottare per essere se stessi, senza mai cedere alla corruzione. Ma come? Vivere scegliendo con raziocinio, sognando per non morire dentro, ascoltando con sincerita', lottando per cio' che e' giusto, sperando per non fermarsi mai, riflettendo per conoscere il proprio io in evoluzione, pazientando per non sbagliare, studiando per aiutare se stesso e gli altri. Ma nel pessimismo del suo scrivere “maledetto” spesso fiducia, amore, amicizia sembrano essere divorati dal mondo di finzioni in cui si vive. Ma, a questo punto viene da chiederci: che ruolo ha la fede? C'e', ma il pessimismo ha preso il sopravvento anche su di essa, il contatto con la realta come ha sfaldato i valori, cosi' ha indebolito la fede. Un mondo in cui l'incoerenza, la contraddizione tra cio' che viene insegnato e cio' che si fa, confonde gli animi, mette a dura prova anche la fede, gli interrogativi diventano insaziabili, e l'unica certezza sembra il non-sapere, che pero' non appare assoluta, in quanto si puo' migliorare mediante studio e ricerca continui per poi approdare alla verita'. Purtroppo cio' avviene solo quando l'artista che e' in noi e che non tutti sanno di possedere, riesce a vedere al di la' delle apparenze, a capire il senso profondo dell'essere, della vita, dell'altro; solamente sensibilita', volonta' e coraggio possono tirarlo fuori e far si' che non si inabissi nel baratro dell'incoscio. Sentimenti ed emozioni, angoscia e gioia, introspezione inattiva, ma anche lotta per la ricerca della verita' sono espressi con uno stile, in cui livello del significante e del significato sono simbiotici: versi brevi, che lasciano spazio nella pagina, mettono in evidenza la profonda solitudine, da cui il nostro si sente spesso avvolto come un cerchio, quando l'anima del misantropo – deluso – ha la supremazia, ergendo dinanzi a lui quel muro, che non lo fa essere se stesso; mentre ci troviamo dinanzi a versi piu' lunghi quando sembra che tale solitudine spezzi quel cerchio e si abbassi quel muro, che lo isola, per ritrovarsi accanto agli altri nella lotta. La sintassi e' semplice quando semplici e chiari, o di eguale intensita', sono i sentimenti che l'autore comunica, o anche quando, deciso, chiaro e semplice e' lo stato d'animo; mentre diventa piu' complessa, ipotattica, quando piu' confuso e' il suo io o quando esprime la lotta per la ricerca della verita'. Anche la punteggiatura viene asservita al messaggio piu' che alla sintassi: i puntini di sospensione esprimono sentimenti, che lasciano spazio all'intuizione del lettore per comprendere il messaggio che l'autore vuole comunicare senza dilungarsi troppo ed esulare dalla tematica essenziale del brano; punti esclamativi ed interrogativi, piu' volte ripetuti, lasciano intuire a volte incertezza, a volte il desiderio che dall'altra parte ci sia un risposta, chissa', affermativa per saziare questo cuore in continuo andare. Un tuffo nel mondo della giovinezza, ma quando essa esplode con tutti i problemi, che spesso amaregiano la piu' bella e piu' breve eta'.
C'e' tutta l'amarezza per l'incomprensione da parte del mondo degli adulti, molto spesso lontani e sordi, che impediscono con le loro regole lo sviluppo dell'essere, costringendolo in una forma da essi stabilita; ma anche l'amarezza di vivere in una societa' ostile, che rinnega i piu' elementari diritti. e' il messaggio di un giovane, che tende la mano al mondo dei “grandi”, a volte superficiali, testardi, autoritari, incosapevoli del tesoro che si nasconde nei mendri piu' profondi della psiche giovanile, incapaci di tendere loro la mano impegnati, come sono, a mantenere machiavellicamente ricchezza e potere.
Maria Concetta Iacono
...desidero comunicarvi che sono proprio felice di come questa "squadra" (editore e poeta) abbia realizzato quest'opera prima.
Grazie ad entrambi per questa gioia.
Linda |
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