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Recensione di Isabella Di Bartolo Caporedattrice dei servizi culturali di La Sicilia, redazione di Siracusa |
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Conoscere il poeta significa conoscere le parole del poeta
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in "LA SICILIA" 22 dicembre 2007 |
PUBBLICAZIONE
POSTUMA DI ANNINA RIZZA SCIFO Gabriella
Tiralongo |
Vita
nei campi incolti e inariditi, ...disponibile per
il pubblico, edito dalla libreria editrice Urso, è la raccolta di
poesie che segna lesordio di Giuseppina Rossitto. Avolese, da tempo
residente a Bologna, dove si è trasferita dopo la laurea in Scienze
Politiche, Giuseppina Rossitto si dedica alla poesia quasi per gioco, senza
averne consapevolezza, in un periodo in cui avverte forte lesigenza
del cambiamento. Il suo è un fermento interiore che muove verso risposte
che possano dare una svolta alla sua vita, risposte che trova proprio nella
poesia utilizzata per rimaneggiare le immagini estemporanee che la quotidianità
le offre. Gli squarci si elevano grazie al lirismo e diventano pian piano
un processo di consapevolezza che le schiude la via e le permette di guardare
avanti. Il suo è un viaggio interiore che a volte è fuga da
una realtà dura e triste, a volte ritorno, a volte recupero, più
spesso ricerca di rinnovamento, Voglia di sgomberare cantine e solai/
e riscoprirsi artista che la materia muta in anima. Il legame con
la sua terra è fortissimo, della Sicilia sente i contrasti e le contraddizioni
che supera a Bologna, città che riesce a darle un profondo senso
di equilibrio, ma Nel cammino imparai a legare le due terre/e non
ne persi né rimpiansi alcuna./ Capii nel tempo che esse erano madre
e padre,/ nascita e vita, entrambe da amare.. Della Sicilia apprezza
la sfida, che talvolta si traduce in illegalità, spesso indice di
energia vitale quella stessa che riscopre nel paesaggio che osserva attentamente
dal finestrino del treno. La strutturazione della raccolta in tre sezioni
corrisponde un po al percorso interiore dellautrice che ha cercato
in questo modo di organizzare una consapevolezza che si tramuta in un documento
poetico che raggiunge toni molto elevati nellultima parte, Squarci
di immagini introspettive. Primavera nei campi incolti e inariditi
meglio di ogni altra, è la lirica che traduce questo desiderio di
venire fuori dalla propria lacerazione anche se ancora lenergia vitale
non si è tradotta in azione concreta. In Muri a secco
una delle ultime poesie, si percepisce il cambiamento, la vita che continua,
anche se il desiderio si traduce nel guardare non i campi verdi e rigogliosi,
ma allimmenso mare e alla mia piccola casa. Il mare come
una metafora, entità che mette in contatto, come elemento di comunicazione.
I tempi dellisolamento sono finiti e anche se lautrice si ripara
dietro ai muri a secco, ultimo baluardo di difesa dalle intemperie della
vita, già respiro a occhi chiusi/ e sento i profumi che/ riconosco,
uno ad uno./ Ascolto il vento e sento un nuovo tempo. Gabriella Tiralongo in LA SICILIA, venerdì 26 maggio 2006 |
GIOVEDI'
8 DICEMBRE ALLE 11.00 NELLA LIBRERIA URSO PRESENTAZIONE DI SICILIA TEMPLARE
DI SALVATORE SPOTOSicilia
Templare è il titolo dellultima pubblicazione di Salvatore
Spoto, edita dalla Newton & Compton, che verrà presentata presso la
libreria delleditore Francesco Urso lotto dicembre prossimo. E
la storia dei Templari, nelle vicende che portano allo scontro tra Angioini e
Aragonesi per il controllo dellisola per culminare nei Vespri Siciliani.
E localizzata, a differenza dei suoi precedenti Sicilia Antica
e Sicilia Normanna a Lentini, considerata dai Templari un Eden, diventata
tale grazie allo sbarramento del fiume secondo unantica tecnica idraulica.
Di origini siciliane, il suo cuore è per questa terra che vuole rivalutare
e lo fa risalendo ai Templari, epoca in cui era uno dei punti di forza del commercio
fra Oriente e Occidente. E un libro che nasce, come afferma lo stesso autore,
dalla voglia di creare un ponte con lOriente, nellintimo desiderio
di una promozione culturale della Sicilia. In questo Spoto è confortato
dalle ricerche avanzate svolte durante la docenza presso luniversità
di Bologna, nel corso delle quali si è occupato dei riflessi dei culti
orientali sul bacino del Mediterraneo. Salvatore Spoto, giornalista professionista
da trentacinque anni, viene fuori dalla preparazione universitaria non solo come
studente, ma soprattutto come docente. Si è dedicato da sempre al giornalismo,
sin da quando ha scritto per Il resto del Carlino, per poi collaborare con
lEspresso, Panorama, La Repubblica, per approdare al
Messaggero dove attualmente scrive. Saggista, scrittore, autore di testi
teatrali, ha al suo attivo numerose pubblicazioni, fra le più recenti,
Storia e magia delle carte da gioco, Ostia antica, Miti e misteri,
Roma porta dOriente, I Baccanali, Roma esoterica, Miti, riti, magia e
misteri della Sicilia, Sicilia antica, Sicilia Normanna. Gabriella Tiralongo |
Quando
la poesia è questione di... «Momenti»
|
Il
«Vento» che spira dal liceo porta alla scoperta della verità Una raccolta di poesie per il debutto di Antonio Rametta «Vento» è il titolo di una breve
raccolta di poesie, che segna l'esordio letterario del giovanissimo avolese Antonio
Rametta. Antonio Rametta, Vento , dicembre 2004, Collana Opera prima n. 4 Euro 7,00 |
Dal
quotidiano LA SICILIA dell'11-09-2003 Solidarietà attraverso i libri Singolare iniziativa per ricordare la tragedia dell'11 settembre Due anni fa gli occhi sbigottiti del mondo erano incollati davanti al televisore a guardare le immagini dell'attentato alle Torri Gemelle di New York. Alcuni spiriti liberi e sensibili, memori di quel triste giorno per le pagine della storia dell'uomo, hanno fatto "viaggiare" via internet una proposta: trasformare questo anniversario funebre in un atto creativo e generoso. I promotori dell'iniziativa, vogliono organizzare una mobilitazione generale per commettere un attentato poetico: "Liberate un libro! Perché un libro è simbolo di libertà, di condivisione e di tolleranza, la mattina dell'11 settembre 2003 uscite con un libro per voi importante, un libro che abbia cambiato il vostro punto di vista sul mondo, scriveteci una dedica con una parola, un indirizzo o un disegno e liberatelo! Per strada o su una panchina, alla fermata dell'autobus o in un bar a disposizione del lettore sconosciuto. Un po' d'appertutto nel mondo molti anonimi, ma anche artisti, scrittori, poeti, editori di ogni convinzione e confessione, libereranno dei libri per loro importanti lungo la strada, oggi 11 settembre 2003 a partire dalle ore 14,46 e li lasceranno un po' ovunque nella città". L'idea è stata intercettata dal sito www.libreriaeditriceurso.com, di Avola che ha cercato di coinvolgere più gente possibile ed ha provveduto a fare circolare l'informazione. E un modo per ricordare, senza solennità alcuna, quelle morti inutili, di persone come noi, alle quali se ne sono aggiunte, strada facendo, altre, andando così ad infittire "certe" pagine di storia. Aderire a questa iniziativa, significa dare voce ai volti di quei corpi che non sono stati più ritrovati e per i quali, ancora oggi, si celebra il funerale; vuol dire liberare nell'aria un momento così importante di condivisione. Gabriella Tiralongo |
LA
SICILIA Domenica, 30 dicembre 2001 AL TEATRO <<SAN CORRADO>> PRESENTATO LIBRO SU DON MILANI Alla presenza di un pubblico attento si è svolta al teatro <<San Corrado>> di Pachino la presentazione del libro dello studioso pachinese Nello Lupo dal titolo "Don Lorenzo Milani, prete e maestro". Presente, oltre all'autore, la docente Michela Buscema che ha presentato i relatori: padre Pietro Catelan, l'editore Francesco Urso e il professor Giuseppe Munafò. Quest'ultimo ha tracciato un profilo del priore di Barbiana. "Il suo insegnamento mi ha fatto crescere come persona - ha detto Munafò nella sua relazione - e sarei molto lieto se il messaggio di don Milani arrivasse con maggiore frequenza nelle nostre scuole, essendo ancora oltremodo attuale". L'editore Urso ha sottolineato il buon momento culturale che sta attraversando Pachino, confermato dal soddisfacente andamento di vendita del libro di Lupo. <<Per la città di Vitaliano Brancati - ha aggiunto Francesco Urso - questo dato non può stupirci anche se gli intellettuali locali vanno incentivati e sostenuti". Padre Catelan si è soffermato a sua volta sul ruolo degli educatori e sulla crescita dell'oratorio della parrocchia di <<San Corrado". <<L'importanza del recupero di tutti gli individui, soprattutto dei cosiddetti ultimi e di quelli che la società etichetta come cattivi - ha detto padre Pietro - è l'essenza principale della missione di ogni educatore. E in questo don Milani è stato veramente un maestro". Ha fatto seguito un dibattito sui temi toccati dal libro di Nello Lupo, con riferimento anche alla situazione attuale nel campo dell'istruzione. Sergio Taccone |
GIORNALE
DI SICILIA Domenica, 30 dicembre 2001 UN NUOVO LIBRO L'ultima opera di Nello Lupo su don Milani Si è tenuta presso il teatro della parrocchia di San Corrado, nell'ambito della giornata dell'Educazione promossa dal centro giovanile della parrocchia e dall'Azione Cattolica, la presentazione del libro Don Lorenzo Milani prete e maestro scritto dal professore Nello Lupo. Sul palco del piccolo teatro parrocchiale, che ha visto una buona presenza di pubblico, si sono alternati diversi oratori tra i quali padre Paolo Solimano, che ha curato la prefazione del libro, Michela Buscema, Sebastiano Burgaretta e Giuseppe Munafò. Anche il sindaco della città Sebastiano Barone e la sua giunta hanno partecipato alla presentazione dell'opera. Barone a nome dell'amministrazione e della città ha consegnato a Nello Lupo una targa ricordo. L'autore nella sua opera ha voluto tracciare attraverso la comparazione degli scritti di Don Milani un profilo del priore di Barbiana. << C'è nel pensiero di don Milani - afferma Nello Lupo - una parte costruttiva che può essere desunta da una lettura comparata dei suoi scritti più famosi; "Lettera a una professoressa" e "L'obbedienza non è più una virtù", con la sua opera prima "Esperienze pastorali", la sola che può fornire le coordinate umane, culturali, ma soprattutto religiose, senza le quali ogni pretesa di comprendere il Milani prete-mastro risulterebbe del tutto fuorviante. Alle indiscutibili istanze sociali e libertarie riteniamo vada aggiunta una dimensione teoretica e spiritualistica o più precisamente personalistica, che Don Milani espresse certamente sul piano della prassi educativa concreta, che fa del priore di Barbiana, a pieno titolo, un autorevolissimo rappresentante del personalismo cattolico contemporaneo>>. |
Friuli-Sicilia La
poesia è come il fiato di un popolo. Il siciliano Antonio presti ha voluto
restituire, almeno al proprio popolo, il respiro e la voce di alcuni poeti, e
ha organizzato un mese di incontri tra poeti venuti da ogni parte d'Italia e la
gente di Sicilia. Ha chiamato questi incontri << Devozione alla bellezza
>>, a suo tempo dedicata all'arte, per la serie << Fiumara d'arte
>>, e ora alla poesia. Gli eventi si sono susseguiti per molti giorni sui
treni, nelle librerie, tra gli studenti e nelle case ospitali dei siciliani. L'iniziativa
di Antonio Presti ha voluto dunque restituire voce e parola ai suoi legittimi
ascoltatori e ha colto il segno di una realtà nascosta che testimonia
di un'altra Italia e di un modo antico di respirare nel mondo. Anch'io ne voglio
dare testimonianza segnalando alcuni libri di piccoli editori e la voce di straordinari
poeti dal Friuli alla Sicilia. |
CORRIERE
DELLA SERA CULTURA Sono tempi duri per le milletrecento vere librerie italiane, di cui trecento (le più grandi e le più aggiornate) in grado di coprire da sole la metà del fatturato totale dell'intero canale nazionale. Tempi duri che penalizzano, in particolare, gli spazi di tipo generalista (quelli insomma <<modello boutique" con i grandi successi editoriali in bella vista) e quelli senza vizi né virtù o, meglio, senza carattere. E che privilegiano, al contrario, i grandi scaffali multinazionali e iperefficienti: veri é propri ibridi tra il supermercato, lo spaccio, il tendone di piazza e la bancarella. Dove il libraio non può essere più quell'affascinante incrocio (alla maniera dell'Anthony Hopkins pre-Hannibal-the-Cannibal di "84 Charing Cross Road") tra l'amanuense, il copista, il bancarellaio pontremolese, il sensale, l'editore, il legatore, il tipografo, ií cartolaio e lo stampatore. Un affascinante incrocio che (secondo tradizione) non vendeva soltanto romanzi e saggi ma anche almanacchi, spartiti e chincaglierie di divario genere. Per fortuna il futuro del libro non è però soltanto quello giocato sul filo delle migliaia di metri quadrati da riempire con centosessanta nuove uscite giornaliere (oltre cinquantottomila in un anno), ma può essere anche nelle mani di questi "idealisti della pagina", nonostante si tratti di un universo fragile, che si apre e si chiude con regolarità atavica. Continuando, da sempre, a ignorare i mutamenti di tempi e modi dell'editoria: dal print-on-demand (la stampa su misura) alla recentissima pretiratura (in pratica duecentocinquanta copie di assaggio da inviare ai librai prima della pubblicazione vera e propria, per evitare rischi e rese). E scegliendo di proporre ai lettori cataloghi oltre ogni possibile tentazione di guadagno. Come nel caso della "Società per edizioni scelte" di Firenze che (sul Lungarno Guicciardini a pochi passi dall'appena inaugurata "Biblioteca Harold Acton") offre, tra arredi di gusto neoclassico e sedie appartenute a Enrico Caruso, riproduzioni su carta del mediceo Trattato di bicchierografia di Giovanni Maggi, cataloghi sulle Botteghe di mobilieri in Toscana dal 1780 al 1900 o spartiti dell'Estro poetico armonico di Benedetto Marcello. Si tratta di realtà fuori degli attuali standard di mercato e spesso fuori anche dall'ordinario, che talvolta hanno involontariamente lo stesso sapore della neogotica "Lello & Irmao Bookshop" a Porto o della trendissima "Magma" a Londra e che continuano a rivestire un proprio ruolo sociale specifico. In crisi sono soprattutto gli spazi "modello boutique" senza carattere e con proposte legate soltanto ai best-seller Ad esempio nelle piccole città di provincia dove la libreria continua a rappresentare un reale punto di riferimento e di aggregazione alla pari del municipio, della farmacia o del tabaccaio. Persino oggi, quando il mestiere del libraio non è più lo stesso e quando la libreria non corre più il rischio di diventare (a seconda delle necessità) luogo di incontro di scrittori e intellettuali, fucina di scambio di informazioni e di cultura, rifugio di perseguitati politici, tana di cospiratori, punto di appuntamento per spie. Lontani sono i tempi in cui Metternich "progettava un'organizzazione di tutta l'editoria dell'Impero capace di ridimensionare lo straripante potere dei librai". Eppure qualcosa di quell'idea di libreria come luogo di cultura continua a esistere (sia pur assai fragilmente tanto che qualcuna di loro potrebbe essersi addirittura chiusa nell'arco di questo stesso articolo) in una "Libreria del mare" di Milano o di Palermo, nel "Becco Giallo" di Oderzo (provincia di Pordenone) che assembla tutto quanto fa "lettura per bambino", nella "Pergamena" di Courmayeur dove si ritrovano storie di montagne e scalate. Oppure nella libreria dell'Isola della Maddalena (specializzata in oceani e arcipelaghi), nell'"Argo" di Lecce interamente votata agli scrittori dell'altra Europa, nella "Popolare" di Grosseto con i suoi libri su Etruschi e Maremma o nella "Casa Azzurra", lungo la statale dei Giovi (tra Milano e Portofino), che mette in vendita riedizioni d'autore del De humani corporis fabrica di Andrea Vesalio. Chi scommetterebbe oggi su un futuro sicuro e tranquillo per il "Viaggiatore immaginario" di Arezzo (che non sconfina mai da guide e taccuini di grandi viaggi magari in versi), per l'"Alberti" di Verbania che parla soltanto (o quasi) di Lago Maggiore, sulla "Pecorini" di Foro Bonaparte a Milano (dotata di rari erbari settecenteschi e di bibliografie) o sulla "Aristodemo Ferri" dell'Aquila che ha in catalogo la riproduzione della Perdonanza di Collemaggio curata dall'Abate Tarcisio Manetti. Eppure sono proprio piccoli spazi come questi che (alla pari di grandi e storiche librerie capaci di mantenere intatto il sapore delle proprie origini come la "Hoepli" di Milano, la "Herder" di Roma, la "Colonnese" o la "Guida" di Napoli) ad avere ancora qualche speranza. Una speranza che contraddice addirittura la logica che vuole ormai il libraio trasformato "in un esperto di marketing, psicologia della vendita, di informatica, di programmazione e di controllo, di gestione dello stock o di rotazione dei titoli" mentre sembra preistoria il tempo in cui Giorgio Amendola, proprio in qualità di commesso di libreria, assolveva (vendendo le Fiabe di La Fontaine o Gli indifferenti di Moravia) "I'unico lavoro che abbia mai fatto come dipendente da un padrone": a Napoli, agli ordini del "buon signor Johannowsky", dalla primavera del 1929 al marzo del 1931. Nessuno vuole fermare il tempo ma si può comunque cercare di renderlo più a misura d'uomo. È giusto che ci siano i grandi spazi tanto amati da giovani ma è anche giusto che agli stessi giovani sia offerta (oltre alla possibilità di utilizzare biblioteche scolastiche finalmente aperte e aggiornate) I'opportunità di conoscere l'altra faccia della libreria. Quella destinata a essere schiacciata senza possibilità di scampo dalle attuali strategie di marketing, quella simboleggiata dalla mitica (e purtroppo scomparsa) "signora Adriana" della "Carù" di Gallarate. Quella dei Don Chisciotte. |
da
Il GIORNALE DI SICILIA Marcello Di Grandi |
da LA SICILIA di venerdì, 5 gennaio 2001 Siracusa Cultura NEI
PENSIERI, IN SPORADICI SOGNI Un giovane avolese mette in versi il suo male di vivere. Èil ventiduenne Corrado Di Filippa che ha recentemente pubblicato "Nei pensieri, In sporadici sogni" della "Editrice Urso". Il giovane avolese dedica questa sua raccolta al padre, scomparso recentemente. Il ricordo del padre, il malessere dei giovani in Sicilia, l'amore per la sua terra sono i temi delle poesie, parte in italiano parte in dialetto siciliano, del giovane Di Filippa. "Chiudersi in una stanza aprire una veranda interiore buttare pensieri e sogni su un foglio di carta, questo è fare poesia", dice Di Filippa e aggiunge che grazie a questa pubblicazione «qualcuno forse capirà il mio "mal di vivere" dettato dai vari problemi sociali, dall'amore che ho verso la mia terra (...), dalla triste rassegnazione dei miei compagni e soprattutto dalla mancanza di mio padre che mi ha insegnato a volgere questa tragedia in commedia». La raccolta fa parte della collana curata dalla casa editrice avolese dal titolo. "Araba Fenice", una delle iniziative della casa editrice avolese della libreria Urso. Come ricorda Stefano Bucci ne "Il sole 24 ore" del ventinove ottobre scorso quella di Urso è "una libreria quasi di confine, ma che può vantare una storia Iunga cinque lustri". Proprio in questi giorni la libreria e casa editrice di Francesco Urso festeggia infatti il suo venticinquesimo anniversario. Simona Rossitto |
da
IL GIORNALE DI SICILIA di Giovanni Stella: Il primo fu il padre Un
dono sotto l'albero di Natale ha sorpreso gli "Amici cari" di Giovanni stella,
poeta, scrittore e noto commercialista di Avola. Fresca di stampa è infatti
la sua ultima pubblicazione, per la Libreria Editrice Urso, che tratta dell'amicizia.
"L'amicizia supera l'Amore di cui tuttavia si nutre, - scrive Piero Fillioley
nella presentazione del libro - ma lo supera perché ne espelle la tirannia
e vi immette felicità". "Amici cari" è
l'avvincente racconto della vita dell'autore, dei suoi innumerevoli incontri trasformatisi
poi nell'amicizia pura, certamente per la qualità del suo carattere, la
sua generosità, per il suo modo di porsi e saper ascoltare. "Ogni incontro,
ogni dialogo è un'occasione di una crescita dell'animo, - scrive Stella
- un arricchimento della propria conoscenza, perciò è destinato
a rimanere indelebilmente impresso nella memoria." Tantissimi sono stati questi
incontri e lo scrittore li riporta fedelmente, descrivendo i luoghi con dovizia
di particolari, le occasioni, le persone: i suoi "Amici cari". Dal primissimo
amico, suo padre, al maestro, ai compagni di scuola e di giochi, al vecchio medico
di famiglia. Ciascuno gli fa riportare piacevolmente alla memoria ricordi della
sua infanzia vissuta ad Avola e dei suoi studi universitari a Catania. Descritti
anche i viaggi assieme alle persone più care e, ancora, innumerevoli altri
incontri con Giorgio Almirante, Gesualdo Bufalino, Lucio Mariani, Franzo Grande
Stevens, George Moustaki, Corrado Sofia, solo per citarne alcuni. "Si dice che
quando l'uomo comincia a ricordare è segno di senilità, - dice ancora
Giovanni Stella - ma parimenti, il ricordare, conferisce a chi ha acquisito una
certa maturità ed esperienza di vita, strumenti di controllo, di convalida
del percorso già fatto, punti di riferimento certi per la vita ancora da
percorrere". Eleonora Vinci |