David Le BRETON - Éloge de la marche
Da una parte c’é la «modernità». Gli inghorghi stradali e l’automobile “tragica”. Gli schermi dei computers ed i cd-rom che propongono escursioni virtuali. L'uomo frettoloso.
Dall’altra c’è l’andare a spasso, «che le nostre società non tollerano come non tollerano il silenzio», la marcia, il viaggiare. Ed i nostri piedi. «Non ci sono radici per i nostri piedi, sono fatti per muoversi.» Tra le due cose, DLB ha scelto «la marcia che consente il piacere al ventre», attraverso racconti e ricordi di cammini, e raccoglie degli autori, dei viaggiatori, con cui «si tratta di camminare insieme e di scambiare impressioni come se fossimo a tavola insieme in un albergue, la sera, quando la fatica ed il vino sciolgono le lingue.»
Le prime linee : «La marcia é apertura al mondo. Rimette l’uomo nel sentire felice della sua esistenza. Ti immerge in una forma attiva di meditazioni che sollecitano una sensorialità piena. Ne torniamo talvolta cambiati, più inclini a godere del tempo che a sottomettersi all’urgenza che prevale nelle nostre esistenze contemporanee.» (Éditions Métaillé, 2000)
Dieci anni dopo l’ Eloge de la marche, David le Breton ritorna su questi temi in Marcher, Eloge des chemins et de la lenteur (2012).
Se evoca anche la difficoltà dei lunghi cammini e le loro ferite, le pagine di questo libro parlano del piacere del camminare, attività scelta, elogiando l’andare a spasso. Le Breton insiste: il camminare non è orientato verso un obiettivo né una ricerca di performance… è improduttivo, « inutile come tutte le attività essenziali » (pag.31). Privilegiando la lentezza, è “un atto di resistenza » agli imperativi di velocità e di efficacia del nostro quotidiano.
Il camminante riacquista il suo tempo e rinnovare il suo ritmo interiore, quello del ritorno a sé o del filo dei ricordi, quello della disponibilità a quello che lo circonda. L’importante non è il fine da raggiungere, ma il cammino percorso. Allo stesso modo, non basta mettere un piede davanti all’altro, ma bisogna accordarsi con l’ambiente che ci circonda. Il cammino può anche essere un momento di ristoro. Il pensiero vi trova un nuovo slancio che supera la ruminazione delle cose. Il camminare diventa in questo senso « un modo di ritrovare il proprio centro di gravità dopo essere stati gettati fuori di sé dalle cose della vita » (pag.152).
« Arte dei sensi » (p.51), DLB insiste sul fatto che il camminare non utilizza solo la vista, ma anche le dimensioni olfattive, auditive, tattili, cinetiche ed anche gustative (la pausa caffè o picnic) del camminante. Le Breton evidenzia che il camminare tende a « uno spaesamento delle routine sensoriali » (p.49) poiché viene immerso in un ambiente che scopre o riscopre. La curiosità, l’attenzione e la disponibilità gli permettono di usare tutti i suoi sensi. Il paesaggio non è più un oggetto da contemplare, ma il suo involucro, la sua atmosfera, il suo universo.
Le Breton constata che il camminare ha fatto molti adepti in dieci anni, senza dubbio perché questo « metodo tranquillo di disincanto dello spazio e della durata nell’esistenza » fa uscire il camminante « dai solchi dove si perde talvolta la voglia di vivere. » Chiaro che si tratta di un’attività scelta, volontaria, sennò è piuttosto simbolo di miseria o di dura prova personale. Il camminare implica una salute sufficiente, ma non si limita al solo movimento fisico: « porta a disfarsi del fardello di essere se stessi, rilascia le pressioni che pesano sulle nostre spalle, le tensioni legate alle nostre responsabilità sociali ed individuali. »
Sui cammini ci si libera degli « imperativi di velocità, di rendimento, d’efficacia » : non si cammina per « guadagnare del tempo », ma per « perderlo con eleganza » ed affermare tranquillamente «che il tempo ci appartiene ».
David Le Breton solleva « una terribile questione di parità tra uomini e donne », bisognerebbe piuttosto dire della disparità. Se le donne sono meno numerose nei viaggi a piedi, è anche perché sono confrontate all’insicurezza più che gli uomini su certi cammini, in certi quartieri, in certi paesi, come già denunciava Rebecca Solnit in ”L’arte del camminare”.
David Le Breton varia gli angoli d’approccio per descrivere la relazione dei camminanti al mondo e a loro stessi. Lungi dall’idealizzarla, ricorda che « la marcia è una scuola di pazienza, mai di rassegnazione; al contrario ci insegna a non precipitarsi ed a adeguarsi alle circostanze, che siano felici o piene di complicazioni. »
«Il camminante è un artista delle occasioni. »
“Marcher, Eloge des chemins et de la lenteur “ si chiude con un capitolo d’attualità «Il camminare come rinascita ». «Camminare è ritrovare il proprio cammino. Un modo di progredire talvolta a passi da gigante. La volontà di congedarsi da se stesso per diventare un altro lungo il filo dell’avanzare, logorando la malattia e le tristezze. »
Flavio Vandoni
David Le Breton
Il mondo a piedi - Elogio della marcia
2014, 16°, pagine 120
Euro 7,50
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LA VIA GHIBELLINA
A CURA DI “COMUNITÀ TOSCANA IL PELLEGRINO”
Firenze si trova al centro della Toscana e sicuramente è stato il crocevia delle comunicazioni medioevali per l’importanza che la città aveva nel commercio, nell’arte, nella cultura ed anche per la sua egemonia politica.
Attualmente è in atto una valorizzazione degli Itinerari culturali e di pellegrinaggio da parte delle Istituzione Pubbliche. In particolare la Via Francigena e la Via Romea Germanica attraversano la Toscana da nord a sud ad una distanza intorno ai 60-100 km. Molte altre strade storiche scendono dal nord e necessariamente devono attraversare la nostra regione.
La nostra idea è stata quella di individuare percorsi che realizzino il collegamento fra le due Vie con l’obbiettivo di raggiungere luoghi e borghi pieni di storie e di bellezza.
La Via Ghibellina è l’itinerario che più ci sta a cuore sia per la sua storia che per la bellezza dei luoghi, raggiungendo una regione, il Casentino, da riscoprire e valorizzare. Questa Via ci porta a Poppi partendo da Firenze ed è legata alla storia dei Conti Guidi. Ma perché fermarsi a Poppi quando laggiù in alto si intravede lo sperone montuoso del La Verna? Ed allora si riparte sulla Via Romea per Perugia (nome di fantasia) altro percorso da noi realizzato che collega borghi al di fuori di ogni percorso esistente. E dopo Perugia? Incontriamo la Via di San Francesco che ci porta ad Assisi e la Via Amerina che ci accompagna alle porte di Roma dove incontra la Via Francigena itinerari questi ultimi realizzati da altre Associazioni.
Con loro e molti altri AMICI la rete si estenderà per tutta l’Italia. E vi sembra poco?
Ultreia y Suseia
Comunità Toscana Il Pellegrino
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VICOPISANO (PISA)
Chiesa di San Jacopo - Fortezza del Brunelleschi
CONVEGNO NAZIONALE
DI PELLEGRINI DEI VARI CAMMINI
E DI POETI E SCRITTORI
AMICI DELLA LIBRERIA EDITRICE URSO
SENZA QUOTA DI ADESIONE O ISCRIZIONE
Tutto gratuito ad eccezione di quel che mangerai a cena e a un pranzo
sabato 6 dicembre a partire dalle 15,00
domenica 7 dicembre 9,00-13,00 16,00-18,00
IL PROGRAMMA DI SABATO 6 dicembre 2014
sabato 6 dicembre - ore 15,00: arrivo dei partecipanti a Vicopisano e sistemazione nelle strutture ricettive
punto info: Biblioteca Comunale di Vicopisano in Via Lante (presso l'antica Torre dell'Orologio); incontro con il Sindaco e con il Prof. Giovanni Ranieri Fascetti, Direttore della Rocca del Brunelleschi.
ore 15.30 visita guidata alle pieve, alle torri e casetorri di Vicopisano.
ore 16.30 visita guidata della Rocca del Brunelleschi (Palazzo Pretorio – appartamenti dei Vicari con raccolta archeologica e Archivio; Cassero e Torre di Santa Maria: ingresso euro 3,00).
ore 18.30 Partenza in macchina per il paese di Montefoscoli.
ore 19.00 Visita guidata al Museo della Civiltà Contadina e alla Casa-Museo Vaccà Berlinghieri.
ore 20.30 ricco spuntino a base di prodotti tipici delle Colline PIsane e dolci massonici.
ore 21.30 partenza con le lanterne per raggiungere il Tempio di Minerva Medica. Salita al Tempio attraverso il bosco sacro e lettura dei simboli esoterici all'interno del Tempio.
ore 23.00 partenza per ritornare a Vicopisano
quota di partecipazione: euro 15,00 (comprensiva di visita guidata + spuntino; i partecipanti sono pregati di notificare specifiche intolleranze alimentari)
P.S. per quanti si trovassero in zona nella mattinata, consigliamo vivamente la visita della Certosa di Pisa a Calci. Questo splendido complesso monumentale dista quindici minuti di macchina da Vico.
Palazzo Pretorio - Convegno
ore 9,00 Apertura con introduzione di Liliana e Francesco Urso
ore 9,15 Flavio Vandoni: "Cammini e poesia, tra Machado e Rimbaud: il sogno del cammino"
Interventi di Carmela Di Rosa, Yuleisy Cruz Lezcano, Carlo Sorgia, ecc.
Ore 11,00 Flavio Vandoni: "Esperienze europee e note per lo sviluppo dei cammini italiani"
ore 11,25 Antonino Cannata, Italo Benedetti, Francesco Urso
ore 13,00 Intermezzo gastronomico nel Circolo Arci "L'Ortaccio" (i partecipanti sono pregati di segnalare eventuali intolleranze alimentari).
ore 16,00 Roberto Di Marco
Conclusione con interventi fino alle 18,00
Hanno già dato la loro adesione: Liliana Calabrese, Francesco Urso, Italo Benedetti, Flavio Vandoni, Yuleisy Cruz Lezcano, Marco Urso, Simonetta Scionti, Lilia Urso, Giovanni Fascetti, Salvatore e Paolo Lentini, Carmela Di Rosa, Piero Mandia, Carlo Sorgia e signora, Antonio Donatelli, Fabio Di Benedetto, Moustafa Ahmed Hegab, Nino Cannata, Massimo Piazzi, Rolando Giampor-caro, Franco Alessandri, Andrea Vitiello, Roberto De Marco, Manuela Ferrari, Lorenzo e Maria Barone, Bruna Virgulti, Giovanni Balzaretti, Loredana Borghetto e Flavio Casoni, Nadia Felicetti, Cinzia Lucia Rossi, ...
con la collaborazione di Giovanni Fascetti e del Gruppo “Rosellini”
DOVE PERNOTTARE IL 6
e…, se volete, anche la notte del 7 dicembre
per il convegno di poeti e pellegrini a Vicopisano
B&B Vicopisano
Clicca qui
AVVISO PER I PELLEGRINI: accoglienza povera e gratuita in scuola pubblica in due stanze (con una stanza riservata a russatori di gran classe!). Portare materassino o stuoino, sacco a pelo e quant’altro sia ritenuto utile. |
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IN RILIEVO:
CONSULTA
l'elenco dei libri distribuiti
dalla Libreria Editrice Urso
sui cammini europei del pellegrino
Angela Maria Seracchioli
Di qui passò Francesco
Quinta edizione 2013,
8°, pp. 208, ill.
€ 18,00
Diciassette giorni con lo zaino in spalla tra Toscana, Umbria e Lazio, tra foreste millenarie e vallate ricche di arte e di storia. La prima guida a piedi sulle “strade di Francesco”, dai luoghi più noti come La Verna e Assisi a quelli meno famosi, ma altrettanto affascinanti, come Montecasale o il Sacro Speco di Narni. Un itinerario da seguire tutto d’un fiato oppure a tappe, costruendosi un percorso ad hoc. Un intero capitolo è dedicato a chi vuole viaggiare in bicicletta. Tutte le informazioni, i percorsi, le cartine, i sentieri e i luoghi più suggestivi da non perdere; come e quando partire, le difficoltà, i chilometraggi, dove dormire. E per ogni tappa gli avvenimenti fondamentali della vita di Francesco tratti dalle fonti originali. Una guida per chi si sente pellegrino o per chi vuole semplicemente camminare alla scoperta di sentieri e orizzonti nuovi.
DIEGO MARANI
Seguendo i propri passi
2010, 8°, pp. 128
€ 10,00
Un mese a piedi, dal sud della Spagna a Santiago de Compostela: il diario di un camminatore d'oggi, sui passi degli antichi pellegrini medievali. Mille chilometri tra colline e altopiani, ponti e incontri: un continuo avanti e indietro nella storia, ma anche un cammino spirituale, se è vero che tutti credono in qualcosa o in qualcuno, e che spesso lungo il cammino lo (ri)trovano. La Via della Plata era usata già mille anni fa da coloro che volevano arrivare a Compostela; prima ancora era un importante asse viario romano. Oggi la storia si mescola al vino, ai sapori forti dell'aglio, del prosciutto serrano e dell'ospitalità. Ma anche alla rivolta morale di un Paese che si confronta con la violenza.
Letterio Pomara
Santiago
La fuerza del Camino
2006, 8°,
pp. 178
€ 13,00
Il pellegrinaggio verso Santiago, con le sue alternanze tra desiderio di arrivare e difficoltà a procedere, induce a riflettere sui valori che si considerano davvero importanti nella vita e a intraprendere un'indagine interiore di se stessi che si confronta con la dimensione del trascendente. L'autore racconta la sua personale esperienza del Cammino di Santiago, uno dei pellegrinaggi più celebri dell'antichità e ancora oggi praticato da molti caminantes. In poco più di un mese ha percorso a piedi gli 802 chilometri che da Saint Jean Pied-de Port (Francia) conducono a Santiago de Compostela (Spagna nordoccidentale), dove sono custodite le reliquie dell'apostolo Giacomo. Suo compagno di viaggio è José, uno spagnolo di Bilbao, che però molto provato fisicamente e psicologicamente - è costretto ad abbandonare il viaggio quando mancano soltanto 310 chilometri alla meta. Nelle pagine di questo libro L. Pomara riporta tutto il suo Cammino: impressioni, meditazioni, incontri, timore di non farcela, sconforto, rabbia, sofferenza, ma anche gioia e felicità.
Tucci
Alfredo
Il guerriero cosciente, 2003
8°, pp. 258, ill., € 39,00
Il
Guerriero come cammino di vita nei nostri giorni.
Se il cammino del Guerriero
è qualcosa, questo qualcosa è, senza dubbio una via d'azione. Tuttavia,
l'azione senza riflessione è tanto sterile quanto il suo opposto. Perciò
la copertina di questo libro contiene due simboli che rappresentano perfettamente
la via del Guerriero secondo l'autore: la spada e la penna.
La spada simboleggia
l'azione, la penna la riflessione. L'azione è esterna e deve rivolgersi
verso il senso positivo dell'evoluzione: in avanti e in alto; la penna verso l'nterno,
all'interiore dell'Essere, verso la coscienza. E' la combinazione di ambedue,
come la respirazione del Tao, flusso e riflusso inseparabilmente uniti, che configura
la via del Guerriero cosciente.
Ferrarotti Franco
Partire, tornare
1999, 16°,
pp. 160
€ 9,30
Viaggiatori e pellegrini alla fine del millennio
Si parte per tornare, recita un vecchio adagio. Ma una società come la nostra, «ad alto tasso di nomadismo», sembra aver smarrito proprio la dimensione del «ritorno», insieme con quella della memoria. A ben vedere, oggi è la memoria ad essere in pericolo. E senza memoria non si può tornare.
Nel mondo in cui tutti viaggiano, il viaggio allora si eclissa. Nella cultura del presente assoluto ci si muove sempre e non si arriva mai. Si viaggia con una fretta esponenziale, con la golosità di una bulimia indifferente ai contenuti, sorda alle situazioni, cieca di fronte alle differenze. I linguaggi si sono stemperati in un solo linguaggio: un linguaggio basic, semplificato, privo di risonanze. Tutto è preciso, ma nello stesso tempo sciapo come la cucina di un vagone ristorante.
Pamphlet, saggio, itinerario - le pagine di Ferrarotti disegnano la radicale, ironica presa di distanza da questo «non viaggio». E il viaggio mentale di Ferrarotti risale all'indietro, da Chatwin a Freud, a Rilke, fino alla laica riscoperta dei luoghi deputati del viaggio biblico. Allo sconcluso viaggio del turista, si affianca e si contrappone infatti, più tragico e disperato, quello dei boat-people, dei diseredati in cerca di speranza, l'altra faccia, meno standardizzata e rassicurante, di un nomadismo che ci riconnette alla dimensione del tempo storico, del passato e del futuro.
Anna Rastello
Il Cammino di Marcella
2011, 8°, pp. 152, ill.
€ 15,00
Un viaggio a piedi lungo oltre 1500 chilometri da Sarzana (SP) a Colle du Somport (F), nei pressi di Lourdes, in oltre sessanta tappe per parlare di come la disabilità possa non diventare handicap grazie allo sport e all'arte: è questo, in pochissime parole "Il cammino di Marcella".
Anna Maria Rastello, madre di Marcella disabile a causa di un incidente, è partita il 26 febbraio 2011, con lo zaino in spalla ed un bel progetto da realizzare, ed è arrivata a Lourdes il 9 maggio, attraverso un cammino ricco di incontri, paesaggi ed emozioni. Il libro è il diario di viaggio del “Cammino di Marcella”.
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