OLIMPIADI
DELLA POESIA

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LUGLIO 2003 E' la giornata
di Olimpia! ...Sulla strada per Kalamata abbiamo pranzato in un locale
con cucina tipica greca, come al solito. Qui, a lato del ristorante,
seduti attorno a tre tavoli su venti sedie si sono svolte le nostre
OLIMPIADI DELLA POESIA, come nelle tradizioni migliori dell'antica
Grecia. Ognuno di noi poteva leggere una propria poesia, oppure una
poesia di altri, e votare con un numero da uno a dieci le poesie di
tutti gli altri partecipanti. Per la cronaca ha vinto il giovane Andrea
Frasca con un suo "Acrostico". A conclusione ognuno ha la
sensazione di aver partecipato a un grande evento.
Dal
nostro DIARIO DI
BORDO

1° classificato (170 voti)
Andrea Frasca con la sua poesia:
Acrostico
Viaggio sulla nave
Volare come rondini
In un limpido cielo
A primavera.
Girar così il mondo,
Ghirigori vastissimi
Intrecciando
Ove io non posso.
Sogni vani di
Un impossibile volo!
Lasciarmi allor
La riva alle spalle e
Andar per mare,
Navigando beato e
Allazzurro infinito
Volger la prua a cercare
Estremi lidi.
Andrea Frasca
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2° classificato (163 voti)
Lieve Di Pietro con la poesia di Ignazio Buttitta:
Cumpagni di viaggiu
Stasira li cimi di larbuli
chi mòvinu la testa e li vrazza
parranu damuri a la terra
e io li sentu.
Sunnu li paroli di sempri
chi vui scurdastivu,
cumpagni di viaggiu
nudi e pilusi,
in transitu dintra gaggi di ferru.
Unnè chi ghiti a càdiri
si nuddu vaccumpagna
e la scienza è in guerra contru lomu?
Cu vi jetta li riti
mentri u marusu munta;
siddu i nostromi da puisia
un tempu piscatura di baleni,
ora piscanu a lenza
nni lacqua marcia li paludi?
Cumpagni di viaggiu,
si pirdistivu u cori pa strata;
turnati nnarreri a circallu
si nun siti già orbi.
Si u suttirastivu chi morti
nte campi di battagghia;
jiti a svrudicallu
si non feti nto sangu.
Si ristò a bruciari
nte càmmari a gas;
curriti a cògghiri a cinniri
e mittitila a cuvari nto pettu.
Lu me straziu è pi vui stasira,
e li paroli damuri
càdinu nterra
comu stidi astutati.
Non vurria chi mai turnassi
una sira la stissa.
IGNAZIO
BUTTITTA
Settembre 1968.
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3°
classificato (161 voti)
Enza Maggiorana con la poesia di Benito Marziano:
I poeti mai viaggiano da soli
I poeti mai viaggiano da soli
con sé portano sempre
il male amaro del vivere
e i dolori del mondo.
E tutti i loro sogni
e i loro amori.
Benito Marziano
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Mando a te e a Liliana un caro
saluto e un ringraziamento calorosissimo per la bella esperienza che,
grazie alla tua iniziativa, ho provato quest'anno in Grecia e che
lascerà sicuramente un segno indelebile nella mia vita. La
mia sensazione è quella di avere finalmente trovato la mia
patria incontaminata, la terra dei sogni e degli ideali, qui quasi
spariti e lì ancora presenti, nella semplicità e nella
cordialità della gente. Quasi un doppio ritorno al nostro passato,
uno remoto di qualche millennio fa (che sui banchi di scuola personalmente
mi commuoveva), uno più recente di qualche decennio fa (per
il quale a volte provo tanta nostalgia e che mi ha insegnato che per
essere felici si deve avere il minimo indispensabile ed essere contenti
di avere quel poco).
Ciao
Salvatore
Purtroppo non sono riuscito
a trovare l'autore della poesia greca che dedico ad Akrata. Posso
solo dirti che si trova in un corso di greco moderno per autodidatti,
edito dalla Langenscheidt e scritto dal dr. Heinz F. Wendt.
Glykà physà o mpàtis,
i thàlassa drosìzete,
sta galanà nerà tis,
o ìlios kathrephtìzete.
Traduzione:
Dolcemente soffia la brezza,
il mare si rinfresca,
nelle sue acque azzurre
il sole si rispecchia.
Heimat
von
Kai
Lübeck (1)
Die Heimat entschwindet
am Horizont,
weil man auf einem Schiff sitzt
und zuschauen kann
wie das Land sich entwindet
dem Blick
und die Sehnsucht nach Heimat
das Auge entmündigt
und nur als Fiktion noch
als Bild und Gestalt
im Herzen vernarbt.
Dieses Bild ist keine Eiche,
kein Haus,
kein Herd,
dieses Bild ist ein Mensch,
ist ein Mensch, den du liebst.
Und weil die Heimat kein Haus ist,
kein Baum und kein Herd,
weil die Heimat ein Mensch ist
und du dir den Menschen
zur Seite entwünschst,
zum streicheln und warm sein,
zum sitzen am Feuer
dein Blick auf dem Baume,
deswegen ist Heimat
kein Ort -
Nur ein Wort.
Nur ein Traum.
Nur das Herz,
das sich sehnt
.(traduzione di Salvatore Elera)
LA
PATRIA
di Kai Lübeck
La patria si dissolve
all'orizzonte,
mentre seduti su una nave
si scruta la terra che man mano
si sottrae allo sguardo
e la nostalgia della patria,
reso l'occhio vano,
si cicatrizza nel cuore,
ormai solo immagine e visione.
Non immagine di una quercia,
di una casa,
di un focolare,
ma di una persona
che ami.
Non essendo la patria una casa,
un albero o un focolare,
non è quindi un luogo,
ma qualcuno
che si vorrebbe avere accanto,
da accarezzare e scaldare,
sedendo davanti al fuoco...
lo sguardo su un albero.
La patria è solo un'espressione,
solo un sogno,
un cuore...
nostalgicamente aggrappato ai ricordi.
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(1) Kai Lübeck fa parte di un gruppo di cinque giovani tedeschi
che amano girare il mondo, specialmente in bicicletta,
lasciandosi appassionare ed incantare dalle sensazioni che provano.