Viaggio
in Grecia
di Benito Marziano
Il
vero viaggio inizia quando alle 18 del 23 luglio 2003 ci imbarchiamo a Bari.
Dopo tanto faticare, Ciccio cè riuscito a portare in Grecia una
comitiva di ben venti persone di cui quattro bambini.
Sulla nave, grazie a precedenti accordi presi con lui da Ciccio, abbiamo il
piacere di conoscere un amico virtuale, fino a questo momento, della mailing-list,
che essendo di Bari e volendo conoscerci è venuto a trovarci a bordo
e si trattiene con noi fino alla partenza. Si tratta di Sebastiano Gernone
che ringrazio di averci dato il piacere di conoscerlo fisicamente, e di averci
per una mezzoretta gratificato della sua piacevole e interessante conversazione.
Alle 20 siamo tutti sul ponte a vedere la partenza della nave. Poi doccia,
cena (ottima), al ristorante della nave, una passeggiata e in cabina a dormire.
Ci sveglia la percezione del diverso rollio della nave. Comprendiamo di essere
fermi, guardiamo fuori dalloblò e vediamo vicinissima la terra,
si vedono fari dilluminazione pubblica ancora accesi, non molti, nellancora
incerta chiaria dellaurora che si approssima.
Guardo lorologio, sono circa le sei, è il 24 luglio. Siamo fermi
a Igoumenitsa. Il sonno è andato, perciò sia io che Enza pensiamo
bene di andare sul ponte. Ci vestiamo in fretta e vi giungiamo che già
la nave sta abbandonando il porto. Procede perfettamente diritta dentro un
tracciato segnato da due lunghe file parallele di galleggianti, lasciandosi
dietro una bianca scia di schiuma che lentamente si dissolve.
Molto vicina, alla nostra destra, lestremità sud dell isola
di Corfù. Sembrerebbe dessere fra Messina e Reggio. Ma non si
ferma qui la nostra considerazione, ricordiamo che anche altri posti visti
dal mare si somigliano, ma si somigliano anche visti dallalto; sono
le terre che si somigliano, e si somigliano gli uomini.
Che
tuttavia non riescono a vivere senza tracciar confini, dividersi per tutto
e su tutto, e trovar pretesti per azzannarsi e scannarsi.
Poco dopo le 12 siamo a Patrasso. Il gruppo ora è quasi al completo,
tranne Maria e Michele Urso che, volendo fare una puntata alle Meteore, sono
sbarcati a Igoumenitsa e ci raggiungeranno nei prossimi giorni.
Ieri si era andati fino a Bari in ordine sparso e con partenze diversificate
per rispettare le diverse esigenze e ci si era ricongiunti poco prima dellimbarco.
Ora, invece, si procede tutti insieme, con Ciccio che fa da guida e battistrada
fino ad Akrata, prima tappa in terra greca.
Il 25 luglio andiamo in visita ad un monastero sulla strada per Kalavrita
e alle grotte, molto interessanti, di questa località. In questo paesino
vediamo anche un monumento, di grande sobrietà, in ricordo e in onore
di alcune centinaia di ragazzini (dai dodici ai diciotto anni circa), del
luogo trucidati dai nazisti durante la seconda guerra mondiale.
La serata si chiude, presso il campeggio dove poggia Ciccio con il suo camper,
con un rinfresco offerto da Aldo Bonaiuto per festeggiare il compleanno della
moglie.
Il 26 luglio è Delfi, la meta. È il primo vero contatto con
la Grecia classica.
Sarà che noi siciliani, in fondo, ci nasciamo e ci viviamo nella Grecia
classica, ma devo confessare che la pur grandiosità del sito, la consapevole
cognizione di trovarmi in luoghi che furono culla della nostra civiltà,
e non soltanto della nostra, non mi ha dato quella sensazione del sangue che
si ferma per qualche attimo nelle vene; ho avuto, invece, come unimpressione
di déjà vu, le emozioni che avrebbero dovuto afferrarmi, mi
sono giunte attutite, direi, perché già tante volte vissute
nella nostra terra, a Selinunte, ad es., che a me sembra (sarà solo
una mia sensazione?), uno dei siti più belli dellantichità
classica, e non soltanto, uno di quelli che più scatenano tempeste
emozionali.
A
Delfi ci raggiungono Michele e Maria.
È mia impressione, però, che il gruppo, come tale, non ci sia,
almeno fino ad ora; cè una reciproca accettazione, ma credo più
per consuetudine di buone maniere e per normale rispetto degli uni per gli
altri che per autentica convinta partecipazione. Ritengo, daltra parte,
che non si possa pretendere più di questo, fra persone che, almeno
i più, ci si è conosciuti soltanto da pochi giorni.
Dopo esserci spostati il 27 da Akrata a Katakolo, il 28 ci spostiamo da qui
a Kalamata con sosta ad Olimpia.
Qui ci si sente toccati da un soffio dantico, di grande, di indescrivibile;
qui, millenni or sono, una civiltà creava e lasciava uneredità
grandiosa allumanità tutta che ancora oggi ne coglie alcuni riti:
le Olimpiadi. Senza cogliere, tuttavia, laspirazione pacifista di quelle
manifestazioni, per cui durante il loro svolgimento tutte le guerre si fermavano.
Nei
pressi di Olimpia un ristorante di campagna ci accoglie per il pranzo e come
arena nella quale disputiamo, idea simpatica e felice di Ciccio, le nostre
Olimpiadi della poesia, alle quali ciascuno di noi partecipa leggendo
poesie proprie o di grandi poeti italiani o stranieri del passato o del nostro
tempo.
È un momento non soltanto molto piacevole, ma che ha anche svegliato,
in tutti credo, attraverso la lettura e lascolto di versi immortali
di grandi poeti interiori riflessioni e richiami ad un sentire che il nostro
tempo è portato più ad occultare che ad esaltare.
È, anche, uno dei momenti di maggiore afflato del gruppo, almeno a
me così sembra, e ciò corrobora la mia convinzione che ben poche
cose, forse, possono accomunare gli uomini come la poesia.
Con mia moglie, mia figlia Belinda, mio genero Corrado e i miei nipotini Andrea
e Alessandra e con Michele e Maria, mentre gli altri preferiscono rimanere
al mare per una giornata di riposo, oggi 29 luglio, andiamo a visitare la
zona archeologica di Messini. Molto interessante. È possibile, qui,
rendersi veramente conto di come era strutturata unantica città:
se ne individuano i suoi spazi, i principali edifici. Vi sono, inoltre, al
momento, degli scavi in corso, e ci capita di potere assistere alla messa
in luce
di una parte di un gradino della cavea di un teatro in gran parte già
offerto alla vista dei visitatori.
Epidauro, oggi 31 luglio, mi ripaga della sfiancata di ieri a Mistras che
non mi ha interessato molto; il tutto mi ha dato un impressione di morte,
come mai alcuno vi fosse vissuto. Non sentivo nessuna presenza come mi accade
di sentire dove genti hanno vissuto e abitato.
Il vento non portava leco di quanti lì vissero e amarono e soffrirono;
e piansero e risero.
Il vento non portava leco di quella vita che, invece, ora giunge perfettamente
qui, ad Epidauro, in questo teatro, nel quale non soltanto ti senti immergere
nel passato, come stessi assistendo ad una rappresentazione teatrale che si
sta svolgendo qualche millennio fa, ma ti ritrovi seduto, quasi, accanto a
spettatori che assistono assieme a te a quella stessa rappresentazione.
Magia di certi luoghi, che solamente essi possiedono!
Con Michele e Maria, io e miei, decidiamo di andare verso Atene in anticipo.
Gli altri ritengono sufficiente trascorrervi una mezza giornata. A noi pare
che per capire veramente almeno qualche piccola cosa di un paese, non certamente
molto, sia necessario conoscere la sua capitale, e a ciò fare sono
già pochi quel paio di giorni che potremo trascorrervi. Perciò
andiamo prima degli altri.
Così, il primo agosto, dopo esserci soffermati brevemente per vedere
il canale di Corinto e dopo una sosta per un ottimo pranzo in un ristorante
di Loutraki, graziosa località marittima e termale, nel pomeriggio
siamo ad Atene.
Ci sistemiamo allhotel Astoria. Le nostre camere sono allottavo
piano, il balcone della mia guarda lAcropoli: ci affacciamo io e mia
moglie, ci sembra di toccare il Partenone, lAcropoli tutta.
È uno spettacolo, ovviamente, unico. Ma non è questo che ti
toglie per un attimo il respiro, è che capisci che dovevi venire, vedere
questo angolo di mondo del passato, che da circa tre millenni sta lì;
che emerge, gigantesco fungo, quasi a volersene staccare, dalla città
nuova.
E
desideri starci in mezzo a quelle pietre, camminare fra quelle colonne, calpestare
quel suolo.
Ed è la prima cosa che facciamo oggi, 2 agosto.
Neanche il caldo soffocante, il sole che picchia senza alcuna misericordia
ci scoraggiano dal camminare salire scendere risalire pur di accostarci ad
ogni angolo, ad ogni colonna, ad ogni pietra. Persino i miei nipotini, che
ci hanno seguiti ovunque nei giorni scorsi e a tutto si sono interessati,
qui sembrano avvertire ancor di più, anche loro, il maggior fascino
di questo luogo, la laica sacralità di questo luogo, direi, e vanno,
vengono, ci trotterellano accanto; e guardano, si interrogano, domandano,
vogliono sapere.
Ricorderò, ricorderemo questo luogo!
Oggi, domenica 3 agosto, il gruppo che si è ricongiunto ieri sera alla
Plaka, si incontra, secondo appuntamento preso, al mercato delle pulci. Dopo
ci si divide ancora: tutti preferiscono trascorrere a mare le due ultime giornate
e tornano perciò ad Akrata; io con i miei e Michele e Maria preferiamo
fermarci a Rion e fare, domani, una puntata a Nasfactos, lantica Lepanto,
che risulta essere una graziosa cittadina e molto frequentata località
balneare.
Vi trascorriamo una bella giornata e gustiamo ancora una volta i buoni piatti
della cucina greca.
A Patrasso ci si incontra tutti quanti oggi, 5 agosto. Alle 16 ci imbarchiamo
e alle 18 la nave salpa le ancore. Qualche occhio si arrossa e spunta qualche
lacrima mentre ci stacchiamo dal molo.
Lavventura è finita!
Anzi, la bella avventura, direi, perché, pur con qualche contrarietà,
di poco conto, in fondo, occorsa ad alcuni di noi, pur con qualche discrepanza
momentanea e qualche sfilacciatura di scarsa importanza, il gruppo, tenuto
conto della sua formazione recente e occasionale, della sua eterogeneità
di interessi, delle differenze non proprio irrilevanti di età, mi sembra
che abbia retto alla prova e che potrebbe ripercorrere ancora analoghe esperienze.
Di questo e della, in generale, buona riuscita del viaggio, ritengo di dover
ringraziare Ciccio che partorì lidea e con tenacia vi ha lavorato
attorno per mesi, superando problemi e difficoltà che in parte conosco
e che so hanno assorbito tante sue energie.
Grazie Ciccio, di cuore.
E grazie anche a tutti gli amici con i quali ho vissuto questa esperienza
piacevolissima, e nuova per me, abituato, comero, a viaggiare soltanto
con i familiari, o al più con pochi amici di lunga data.
A tutti un arrivederci a presto
Benito Marziano
Escursione
della Mailing
List 2003
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