La terza edizione dei ''Fatti di Avola'' dopo quarant'anni dal 2 dicembre del 1968
21-11-2008 inserito da ciccio; categoria Novita' in libreria. Novita' in libreria

CopertinaA QUARANT'ANNI DAI FATTI DI AVOLA DEL 2 DICEMBRE 1968


NOVITA' in libreriaSebastiano Burgaretta, I fatti di Avola, 1998, cm 16x22,
Terza edizione, pp. 142, Euro 15,00

EAN 978-88-96071-08-3acquista

Questo volume che ripropongo in nuova edizione in questo fine novembre 2008, fu il primo volume da me pubblicato e segno' nel 1981 la nascita della mia attivita' editoriale; il libro e' contemporaneamente anche il primo libro pubblicato da Sebastiano Burgaretta e, sicuramente e' il mio best e long-seller, con oltre duemila copie vendute.
E' stato da me riedito nel 1998, dopo tante richieste di lettori, con un saggio di Giuseppe Astuto e un'intervista-novita' all'avv. Fausto D'Agata (vicesindaco di Avola all'epoca dei fatti) e adesso riproposto in terza edizione in occasione dell'anniversario dei quarant'anni da quei tragici eventi.
Il 2 dicembre 1968, durante uno sciopero di braccianti la polizia sparo' ad Avola, e ci furono due morti oltre a numerosi feriti. Questo libro ricostruisce la sequenza di quegli avvenimenti per far conoscere ai giovani quella brutta storia e, ricordarla a chi facilmente dimentica. Riporto qui di seguito una parte del
Saggio storico del prof. Giuseppe Astuto docente di Storia delle Istituzioni Politiche all'Universita' di Catania.

Francesco Urso

Sebastiano Burgaretta[...]Con questo lavoro, Burgaretta ci consegna una ricostruzione precisa e articolata sull'eccidio di Avola, e in generale sulle lotte operaie e bracciantili del biennio 1968-'69 avvenute in provincia di Siracusa. Certo a partire da quegli anni molti progressi sociali sono stati compiuti, molte liberta' politiche sono state conquistate e poi difese, lo spazio della partecipazione popolare alla cosa pubblica e' aumentato. Ma via via che questo processo duro e faticoso si apre la strada, pur fra lotte aspre e fra le insidie del ritorno al passato, e' lecito interrogarsi sul significato di quelle battaglie, sugli obiettivi raggiunti e sui problemi indicati, ma che attendono una soluzione. E se e' vero che la contraddizione dello sviluppo italiano degli anni Settanta e Ottanta consiste, ancora, nelle particolari condizioni del Mezzogiorno e nella forte disoccupazione, allora la riflessione su quegli eventi acquista ulteriore legittimita'.

Il libro di Burgaretta risponde proprio a questa esigenza. L'autore, attraverso una ricerca scrupolosa e puntuale, ha ricostruito i drammatici giorni di Avola e il tragico epilogo. Per fare il punto sui fatti e per comprenderne la dinamica ha utilizzato tutte le fonti esistenti, dalla stampa dell'epoca agli atti parlamentari e alle interviste dei protagonisti. Burgaretta ci consegna 'una memoria ordinata' (direbbe Giarrizzo) di quegli eventi, che servira', come ha scritto l'autore, 'a farli conoscere ai giovani che non sanno alcunche' di quegli avvenimenti, a ricordarli a chi facilmente dimentica'. E in una fase nella quale la domanda di conoscenze storiche va via via crescendo, gli studiosi dell'Italia repubblicana troveranno in questo volume elementi utili per approfondire questo periodo cosi' difficile della nostra storia, contrassegnato da episodi drammatici come quello di Avola, ma anche carico di sollecitazioni e tensioni della societa' civile che chiedeva un profondo rinnovamento politico e sociale.


La ricostruzione degli avvenimenti, dall'inizio della lotta bracciantile fino al tragico epilogo, le reazioni nel paese dopo l'eccidio, l'atteggiamento del governo e della magistratura sono i punti fondamentali attorno ai quali si articola il lavoro di Burgaretta. Sulle reazioni nel paese si e' accennato. Per quel che riguarda la dinamica degli avvenimenti, dalla esposizione dell'autore appare netto che l'intervento fu voluto e che in nessun modo si puo' parlare di legittima difesa da parte della polizia.

Come e' noto, con la lotta che i braccianti iniziano nel novembre 1968 si rivendica la parificazione delle due zone salariali, in cui e' divisa la provincia di Siracusa, miglioramenti economici e l'introduzione di una normativa volta a consentire nelle aziende il controllo delle applicazioni contrattuali. Mentre gli aspetti economici della vertenza non costituiscono un serio ostacolo al componimento della stessa; viceversa, si manifesta subito da parte degli agrari una ostilita' preconcetta sulla parte normativa che le organizzazioni sindacali hanno concretizzato nella istituzione di commissioni comunali paritetiche e nel controllo sulla esecuzione dei contratti.

Olio su tela di C. FrateantonioDi fronte alle resistenze degli agrari a trattare su questi punti della vertenza, lo sciopero si protrae per alcuni giorni e fino a quando il prefetto di Siracusa, dietro le pressioni del movimento sindacale e di esponenti della classe dirigente siracusana piu' vicina ai lavoratori, convoca di nuovo le parti. Ma per ben due volte i rappresentanti degli agrari non si presentano alle trattative. In questo clima matura la decisione dello sciopero generale del 2 dicembre e poi lo scontro alle ore 14 sulla statale 115.

Gli aspetti piu' interessanti di questa parte del volume sono le interviste ai testimoni. Per capire l'atteggiamento e gli umori che serpeggiano negli ambienti dell'apparato statale e' opportuno far riferimento alle dichiarazioni di alcuni protagonisti di quelle vicende. 'Ad un determinato momento,- afferma l'on. D'Agata - mentre trattavamo in prefettura e si stava arrivando al dunque, il prefetto fu chiamato al telefono da Roma. Non parlo' davanti a noi, si allontano' e si fece passare la comunicazione dall'altra parte. Poco dopo ritorno' con atteggiamento cambiato di punto in bianco: mentre prima aveva una posizione mediatrice e tendeva a far raggiungere un accordo alle parti, dopo la telefonata divento' collaterale e di sostegno alle posizioni di intransigenza degli agrari. Non ricordo se in quella riunione o in quella successiva minaccio' di far intervenire i militari, non piu' la polizia, i militari'. Di carattere analogo e' la dichiarazione del sindaco di Avola del tempo, on. Denaro, il quale era presente a quella seduta: 'L'impressione che io ebbi, per quello che avvenne, fu a causa di una telefonata (al prefetto) venuta dall'alto, proprio forse dal ministro Restivo, in seguito alla quale il prefetto fece allontanare dal gabinetto il colonnello dei carabinieri e il questore, cambiando tattica'.

L'atteggiamento ambiguo e ostile della prefettura e degli organismi statali verso i lavoratori verra' richiamato piu' volte anche nel corso del dibattito parlamentare. Il deputato comunista Antonino Piscitello, che era stato presente agli avvenimenti, nel suo intervento dira' che fin dall'1 dicembre era stata segnalata telegraficamente al ministro del Lavoro la drammatica situazione della zona e che egli 'era riuscito ad avere assicurazione da parte del prefetto di Siracusa che la polizia non sarebbe intervenuta'.

Giustamente Giarrizzo rileva che 'la decisione politica di cui il prefetto di Siracusa fu strumento interpreto' anticipandole scelte reazionarie quali erano maturate in settori decisivi dell'apparato statale e della classe politica italiana'. E poi conclude domandandosi se la reazione di destra, e cioe' le motivazioni e gli obiettivi della cosiddetta 'strategia della tensione', non vadano ricercati nelle vicende di questi mesi e nella crisi politico-sociale in atto nel paese. 'La prova generale, - continua Giarrizzo - come e' noto, sarebbe stata ad un anno preciso da Avola la strage di Piazza Fontana: e' arbitrario proporre che le radici di quel radicalismo di destra abbiano tratto succhi ed alimento da iniziative di repressione e di scontro, proposte all'opinione pubblica come 'errori'?' (Giarrizzo, nota introduttiva).


Si tratta di suggerimenti e riflessioni, sui quali non si puo' non convenire. Ma chi voglia approfondire la storia del Mezzogiorno e della Sicilia, ed in particolare la storia delle campagne e del movimento contadino non puo' non interrogarsi sul significato e sull'importanza delle lotte bracciantili del 1968, di cui i fatti di Avola assumono ormai un carattere periodizzante. In che senso queste lotte innovano rispetto alla tradizione del movimento contadino siciliano e da quale contesto economico-sociale traggono alimento?


dal Saggio storico di Giuseppe Astuto

in I fatti di Avola, pag. 13


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