18-04-2009 inserito da ciccio; categoria Novita' in libreria. 
NOVITA' APRILE 2009 Della Libreria Editrice Urso (...)L'edizione si presenta in bella veste grafica. La copertina riporta un carboncino bene realizzato da Nunzio Coletta, raffigurante un volto di donna: labbra sensuali, naso alla francese, occhi grandi e scuri come i capelli.
E' Juliette, ovviamente, il titolo del carboncino, come lo e' quello del volume. Che sostanzialmente e', o comunque vorrebbe essere, una lettera, lunga 156 pagine, che l'Autore e con l'eteronimo di Ennio, uomo maturo, scrive al suo primo e unico amore giovanile, Juliette. L'amata all'epoca fu perduta irrimediabilmente per un tradimento di lui, che procuro' un risentimento forte e irrecuperabile in Juliette che spari', senza che la ricerca costante, accurata e spasmodica di Ennio fosse riuscita a trovarla, ne' a sostituirla con qualsiasi altra.
Una lettera tanto lunga? Ebbene si'.
Juliette cara Al Cafe' de Flore, seduto al tavolo, sorseggiando Perrier, fumando Gitanes, parlando di Juliette...
E' questo un ricordo a me caro per averlo vissuto tanti anni fa, quando ventunenne universitario, feci la prima visita alla capitale francese. A quella incursione parigina, nella quale m'era compagno di viaggio un cugino piu' grande, ne sono seguite, via via nel tempo, tante altre, da solo o con la famiglia, ma quella era la prima e come in ogni ''prima volta'' il ricordo rimane sempre il piu' vivo e toccante.
Al Flore era germinato l'esistenzialismo letterario. Ci scrivevano, seduti ai tavoli, Jean Paul Sartre, Simone De Beauvoir, Albert Camus, e gli altri... A fianco c'e' Aux Deux Magots, che prende il nome dalle due statue orientali poste all'ingresso, altro caffe' letterario che ancora ora organizza annualmente un premio per il miglior libro in concorso.
Fra i due caffe', La Hune e' una delle migliori e fornite librerie parigine, aperta fino a notte.
Del resto quello e' un angolo tipico e molto frequentato della Parigi Rive Gauche.
Di fronte, nell'altro marciapiede del boulevard, Lipp, famosa brasserie alsaziana, tutta legni e ottoni in stile Belle …poque, coi camerieri in frac e lunghi grembiuloni bianchi, ospita da sempre a prezzi abbordabili tout le monde che conta: da Lautrec a Chirac.
A pochi metri, nella piazzetta, la bellissima chiesa di Saint-Germain-de-pres, da' il nome al boulevard e alla piazza medesima.
Dietro il Flore, in una via stretta e corta, c'era il Tabou, locale molto piccolo, dove, negli anni Quaranta, un gruppetto, una sera fra fumi di sigarette e alcool, esclamo' ''siamo esistenzialisti'', dando vita al movimento omonimo. Li' si esibiva tutte le sere ''il mito'', Juliette Greco, la liana nera delle notti bianche e tutta Parigi prima, tutto il mondo poi, non parlava altro che di lei, della sua voce, delle sue canzoni, dell'esistenzialismo che aveva concorso a creare.
Anch'io pertanto in quella visita parigina ñ correva l'anno 1969 ñ non potevo non parlare con mio cugino di lei e di tutto il periodo esistenzialista di cui ancora si avvertivano gli esiti. Chiedemmo di Sartre e un cameriere ci disse che con la De Beauvoir (con cui faceva coppia fissa) erano in vacanza, altrove.
Tutto questo ho ricordato con un veloce scorrere di memoria non senza un forte senso di struggente nostalgia per quel periodo dei miei vent'anni, il giorno di venerdi' santo, quando sul mio tavolo di studio, mentre per un attimo adocchiavo il portone chiuso della Chiesa madre dirimpetto, e' pervenuto un dono contenuto in una busta bianca. Aperta la quale ho avuto fra le mani, ancora fresca di inchiostro, l'opera ultima di Benito Marziano (appena edita dalla Libreria editrice Urso, Avola 2009, pp. 160, euro 13), Juliette cara, con affettuosa dedica dell'Autore che mi ha emozionato.
Il riferimento esplicito alla Greco per il nome Juliette si legge gia' nella prima pagina.
L'edizione si presenta in bella veste grafica. La copertina riporta un carboncino bene realizzato da Nunzio Coletta, raffigurante un volto di donna: labbra sensuali, naso alla francese, occhi grandi e scuri come i capelli.
E' Juliette, ovviamente, il titolo del carboncino, come lo e' quello del volume. Che sostanzialmente e', o comunque vorrebbe essere, una lettera, lunga 156 pagine, che l'Autore e con l'eteronimo di Ennio, uomo maturo, scrive al suo primo e unico amore giovanile, Juliette. L'amata all'epoca fu perduta irrimediabilmente per un tradimento di lui, che procuro' un risentimento forte e irrecuperabile in Juliette che sparÏ, senza che la ricerca costante, accurata e spasmodica di Ennio fosse riuscita a trovarla, ne' a sostituirla con qualsiasi altra.
Una lettera tanto lunga? Ebbene sÏ.
Nessuno pensi di storcere il naso o sia scettico sulla tenuta dell'interesse per tante pagine o tema di scadere nella noia. Niente di tutto cio'.
L'opera di Marziano e' pregevole sotto vari profili.
In primo luogo e' mio fermo convincimento che Benito Marziano, ora per allora, e cioe' in eta' matura, ma riportandosi indietro con la moviola della memoria, con dovizia di particolari, la precisione di un orologio svizzero e una realta' che sembra fotografata da un ottima macchina da presa, ha descritto l'indescrivibile, cioe' l'Amore giovanile fra Ennio e Juliette.
Un amore vero, sentito, passionale, umano, erotico, spirituale, forte, intenso, bruciante, assoluto, lacerante, possessivo, emotivo, esclusivo, incerto, ineguagliato...
Un amore fra due ragazzi che sembrano usciti da alcuni dei piu' bei versi di Jacques Prevert.
Ma per dar contezza di cio' e' meglio lasciare, per qualche breve passo, la parola direttamente all'Autore.
ì(...) ricordo, e mi sembra di vivere ancora quei momenti. Non ho mai smesso di rimpiangerli, e non ne ho avuti di simili con nessun'altra, ne' prima ne' dopo... Eppure, sapevi amare come
nessuna...î
ì(...) Ti amavo tanto. Tu non lo credesti mai interamente. E io ti amo ancora come allora (...) Ti accadeva spesso di essere di cattivo umore... Poi, magari d'un tratto tutto cambiava e esplodevi in uno stato di euforia, di gioia, di felicita' che mi stupivano. E io impazzivo d'amoreî.
ì(...) <>.
Che albagia, che orgoglio: io ti sapevo cosi' felice! Capivo che era un amore immenso, vero quello che provavo per te.
Capivo che qualche ragazza, prima di te, non era stata niente, e sentivo che anche tu dovevi provare per me un sentimento di uguale intensita'. Non ero piu' un ragazzo, ma un uomo vero capace di amare interamente una donna, di dedicare a lei la sua vita, di farla felice. Questo e' vivere ñ pensavo ñ ora, io sto vivendo veramente, prima ho soltanto lasciato scorrere inutili giorni inseguendo effimere gioie e progetti di breve futuroî.
ì(...) <>î.
L'autore affronta il tema della gelosia in poche righe ma con una efficacia significativa.
ì<> Mi mettesti le braccia al collo: <>î.
L'opera inoltre si avvale della puntuale presentazione di Salvatore Salemi, che ha saputo cogliere lo spirito e le motivazioni che hanno indotto l'Autore a scrivere quella lettera che, peraltro, non e' stata, ne' mai potrebbe essere spedita, quantomeno per ''irreperibilita''' del destinatario.
Ennio ha cercato Juliette, dopo la scomparsa, per mare e monti e per lunghi decenni. Invano. E' come se avesse inseguito ñ tal e' stato forse il vero movente della lettera ñ ora, uomo maturo, una stagione andata: la giovinezza. Vano e inutile tentativo anch'esso. Ogni fantasma di gioventu' e' sparito in lui come in ciascuno di noi, anche se ognuno tenta di riaverlo come l'Admeto di Rilke: Anni chiedeva di giovinezza, non anni, mesi, giorni, almeno una notte soltanto, questa. ''Ma il dio negava. Grido' allora Admeto vani richiami a lui, forte grido', come grido' sua madre al nascimentoî.
Essere non si puo' piu' di una volta, recita l'antico detto.
Il ritorno con la memoria alla gioventu' e' in Marziano, come in chi ora scrive, e forse in ognuno, un atto dovuto e ricorrente, anche se procura una intensa nostalgia, una forte sofferenza.
Memini ergo sum, ricordo quindi esisto, era solito scrivere Bufalino. E attraverso il ricordo operava il Riessere, come tentativo di rivivere il momento andato.
In fondo lo stesso fa Marziano, che in quanto a pessimismo, poi, non e' secondo ne' a Bufalino ne' a Leopardi. E direi a buon diritto.
La lettera, dunque, credo, ha due destinatari. Il primo, quello apparente, Juliette, la donna da Ennio amata in gioventu' che lo ha come mummificato, impedendogli di vivere un'altra vita con un'altra donna. Ma in fondo lui e' stato ed e' felice cosÏ.
Juliette e quel breve periodo di gioventu' cosÏ vissuta per Ennio sono l'intera vita che val la pena di vivere cosÏ: quei momenti e poi il ricordo costante ...
Juliette costituisce difatti non soltanto l'unico vero amore, ma e' anche l'inno all'amore assoluto; essa stessa rappresenta la gioventu' di entrambi alla cui vana ricerca reale Ennio ha speso tutta la sua vita fino alla scrittura della lettera che ha un altro ben preciso destinatario: se stesso.
Ennio, ormai uomo maturo, si avvia a una sorta di bilancio della sua vita passata, chiedendosi poi se questa ha anche un presente e se avra' un futuro.
Nel passato c'e' la nostalgia forte e struggente della gioventu' e percio' di Juliette che la rappresenta, entrambe vive nella memoria, si' da fotografarne il ricordo che ne e' alimento di vita, ma entrambe svanite e non piu' ripetibili nella realta'.
Quel tratto della vita di Ennio ne ha segnato irreversibilmente la via: da allora non e' riuscito a trovare ñ perchÈ non ha voluto oltre che potuto ñ un'altra donna, un'altra via di uscita alla sua vita stessa che da allora si muove solo nel ricordo e per il ricordo.
Il presente e' dramma. E qui merita riportare un brano dell'Autore le cui parole sono come scolpite nella roccia.
ìMi sorse il dubbio che, da anziano, non capivo neanche il mondo degli anziani, che era il mio mondo. Non sapevo niente di come vivono gli altri anziani come me, io non avevo piu' prospettive e desideri, vivevo senza futuro, la mia vita era tutta alle mie spalle, lontana. La guardavo come se fosse la vita di un altro, come se mi fossi sdoppiato, lasciando dietro e lontano un altro me stesso felice ma fermo a quel tempo che ormai era passato, mentre io, quasi un guscio vuoto, avessi continuato ad andare avanti, un guscio con dentro soltanto dei ricordi e dei rimpiantiî.
Ecco, c'e' la presa d'atto consapevole del tempo che inesorabile scorre in ogni essere umano, portandolo verso il degrado fisico e percio' verso un futuro, fine della vita stessa, che con la morte estingue del tutto l'esistenza.
Non c'e' scampo. Non c'e' speranza di risarcimento alcuno in avvenire. Dopo la morte non c'e piu' niente. Si torna in quel ìnullaî da dove veniamo.
CosÏ pensa Marziano, in totale sintonia con il pensiero di chi ora sta scrivendo.
Dunque la lettera e' catarsi liberatoria della sofferenza, poichÈ e' una presa di coscienza di una realta' passata non piu' riproponibile, se non attraverso un succedaneo: il ricordo.
Il tono lirico delle pagine ultime della lettera, che sono di poesia in forma di prosa, fa si' che questa opera di Marziano si fara' apprezzare dal pubblico e dalla critica ben oltre una bella pagina di letteratura, in quanto attraverso questa investe il mondo esistenziale dell'essere umano, sul quale ciascun lettore sara' portato a una profonda riflessione.
Giovanni Stella
NOVITA' APRILE 2009 della LIBRERIA EDITRICE URSO
Benito Marziano
Juliette cara (Romanzo)
2009, 8?, pp. 152,
Collana MNEME n. 25, Euro 13,00 - EAN 978-88-96071-10-6
Benito Marziano e' nato a Palermo nel '36 e vive a Noto. E' insegnante in pensione. Si dedica alla narrativa e alla poesia in vernacolo e in lingua. Da anni collabora alle agende Le pagine del poeta, e ad altre pubblicazioni delle ìEdizioni Pagineî di Roma. Ha pubblicato con la ìLibreria Editrice Ursoî di Avola Don Agostino SalvÏa e altri racconti, che si e' classificato al secondo posto nellíedizione 2008 del Premio Crispiano (TA), Sezione Narrativa. Nella stessa edizione dello stesso premio, una sua poesia in dialetto si e' classificata al terzo posto, sezione Poesia in vernacolo, e una in lingua al quarto posto, sezione Poesia in lingua. Con la Libreria Editrice Urso ha pubblicato, anche, le sillogi poetiche Altri anni, in lingua e Sisifu, in vernacolo siciliano. Alcune sue poesie sono state selezionate in vari concorsi e incluse in riviste e antologie.
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