24-04-2009 inserito da ciccio; categoria I nostri opinionisti.
L'auto-analisi fatta da Emanuela Strano, contenuta a mo' di sfogo nel suo primo libro-diario efficacemente intitolato ''Le mie sane paranoie'', sottotitolo 'un diario di auto-sostegno', edito dalla Libreria Editrice Urso di Avola, ha, in una prima lettura, il merito di essere rappresentativa dell'essenza della nostra precarieta' esistenziale, ovvero, esistenzialisticamente parlando, del ''male di vivere''. Verso la fine del libro, grazie soprattutto ad una nuova acquisita consapevolezza dell'autrice, la narrazione delle proprie esperienze fa, tuttavia, emergere un rinnovato senso di fiducia e di rispetto verso il Tutto che ci circonda e ci vive.
Ma nel libro c'e' anche molto di piu'.
Le esperienze delle sue sofferenze e delusioni che l'autrice ci ha voluto raccontare sono inquadrate nell'arco di un preciso biennio della sua vita e, devo confessarlo, da lettore ho apprezzato la scelta, molto coraggiosa, di renderle pubbliche, scelta che reca in se', oserei dire, quasi un bisogno, quello di confrontarsi e di aprirsi alla vita, seppure e malgrado la sua tragicita'.
Ho parlato di coraggio dell'autrice, e intendo spiegare meglio questa mia affermazione.
Ovviamente non e' semplice mettersi a nudo: la falsa morale ci costringe a vivere all'interno di gabbie che nostro malgrado, nonostante inconsciamente rifiutiamo, siamo comunque costretti ad abitare. Annientare questo tipo di morale, occorre che ci si disponga coraggiosamente, e cio' credo che l'autrice lo abbia fatto... coraggiosamente. Ma il coraggio che l'autrice ha dimostrato di possedere, in realta' lo ha fatto valere nelle sue scelte: soprattutto quelle di coscienza civile. Avrebbe potuto tranquillamente scegliere di andarsene altrove, abitare in altri posti, lontani dalla sua Sicilia. Avrebbe potuto adagiarsi a svolgere un lavoro piu' confacente alla sua formazione universitaria, alla fine l'avrebbe comunque spuntata. Avrebbe potuto scegliere l'amore della sua vita, quello tanto agognato e sperato. Avrebbe potuto, ma...
Le sue scelte sono state rilevanti, radicali, frutto di una nuova acquisita coscienza, una coscienza vivida che ha trovato la sua base sull'assoluto interrogarsi sulla vita stessa, sul tempo che passa, sull'insensatezza dell'esistenza, sull'amore, sulla frustrazione, sulla precarieta' dell'esserci. Sostanzialmente e' un pensare, attivita' razionale ultimamente riserva a pochi. Difatti, sono queste tutte qualita' assolutamente caratterizzanti la vita, ma quanti ne hanno consapevolezza? Coscienza? Veramente pochi. Ecco, credo che il libro di Emanuela Strano abbia, dunque, anche il pregio di invitare il lettore a pensare: l'uomo e il suo esserci. E credo anche che possa esattamente ricondursi a questa l'essenza del suo coraggio. Per pensare, occorre coraggio.
Un'ultima considerazione la vorrei rivolgere alla scrittura di Emanuela Strano.
All'inizio dicevo che nel libro c'e' molto di piu' e questo valore aggiunto io credo d'averlo individuato nella dimensione psicoanalitica dell'autrice stessa e il suo bisogno di scrivere e' riconducile alla stessa dimensione, non a caso ho definito il libro un'auto-analisi. In altri termini la scrittura di Emanuela e' strumentale al bisogno di rimuovere, forse un disagio rappresentativo di quel senso di vuoto che un tempo essa avvertiva e ora riesce a dominare; e', in altre parole, la sua scrittura una terapia, ed e' per questo che vorrei invitarla a non smettere di scrivere, credo che abbia ancora tante da cose da dirsi.
Leonardo Miucci
† Novita' di aprile 2009 della Libreria Editrice Urso

Emanuela Strano
Le mie sane paranoie
2009, pp. 88 - Euro 10,00 
Libreria Editrice Urso
Collana OPERA PRIMA n. 18 - EAN 978-88-96071-11-3
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