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Poesia della settimana

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328) Francesco Giuliano  Maschio
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sabato, 11 settembre 2010 09:22 Commenta Invia E-mail

L’INVIDIA

L’invidia cos’è?
Il più brutto tra i vizi è.

L’invidia cos’è?
Un ingiusto sdegno sentito
per gli onesti fortunati appare.

L’invidia cos’è?
Uno sdegno giusto
per gli empi riveriti risulta.

L’invidia gli invidiosi
infelici,
afflitti,
rancorosi,
tristi,
rende.

L’invidia gli invidiosi,
che per i propri malanni
e per i benefici altrui patiscono,
tormenta.
Sempre!
(Francesco Giuliano)

327) Corrado Bono  Maschio
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venerdì, 10 settembre 2010 08:17 Commenta Invia E-mail

Donare


Affetto alla vita dai,
intimità, gioia
e amore non ti dà;
lungo il fondamento
ami e desideri dialogo.


(Corrado Bono)
326) Cettina Lascia Cirinnà  Femmina
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venerdì, 10 settembre 2010 06:49 Commenta Invia E-mail

Evasioni



(Rielaborazione di un ricordo lontanissimo, prima che una forbice tagliente, anzi tempo, tagliasse le radici di una giovane pianta; un taglio netto, irreversibile diventato in poco tempo, un esilio consapevole e volontario).


Catturo involontariamente
Raggi di sole
Sono così vicini
Impossibile guardare
Quella luce ...
Acceca
Non so perché
Smarrita
Volo e danzo
Davanti a questo fuoco
La pelle giovane
Di spalle morbide
Ed indifese
Brucia inorridita …
Dal terrazzo della casa natia
Con occhi imbevuti
D'energia rinnovata
Guardo lontano...
Lo sguardo si posa
Sul mare blu
La linea dell'orizzonte
Spezza incredula
Un punto ben preciso
Dove l'azzurro del cielo
Lancia le sue grida
… Si perdono nell'eco
Di un giorno quieto e incolore
Sulla pelle avvizzita di queste case
Addormentate sotto il sole cocente
Della Terra di Sicilia
325) Francesco Giuliano  Maschio
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giovedì, 9 settembre 2010 17:42 Commenta Invia E-mail

L'UOMO

Gli atomi soli
non sanno stare
e con altri atomi
sono spinti a sostare.
Tra essi legami formano
e così più stabilità assumono:
in molecole dunque si aggregano,
alcune l’uomo costruiscono,
altre l’uomo alimentano.
Prima per il grembo materno,
poscia dal grembo terrestre.

Dunque l’uomo nasce,
cresce,
vive.
Disastri fa
nel breve soffio vitale.
Poscia muore.
E con la morte
tutto si ricicla.
(Francesco Giuliano)

324) Corrado Bono  Maschio
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domenica, 5 settembre 2010 23:47 Commenta Invia E-mail

Viva la vita


Vai avanti,
autorevolmente,
lungo l’essenza,
entrerai nell’esistenza;
ripensando alla vita,
immergiti nel profondo,
alla grande sei.

Giungendo alla meta,
avrai gioia e pace;
ripensando agli amici,
organizzi le cose,
facendole bene;
amando e simpatizzando
lungo il pensiero,
ordinariamente sei.


(Corrado Bono)
323) Francesco GIULIANO  Maschio
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domenica, 5 settembre 2010 16:40 Commenta Invia E-mail

LA TERRA NATIA

Là,
su quel colle
che guarda a oriente
il popoloso d’animal Biviere,
adornato da esili canneti ondeggianti,
trasvolato da felici cormorani gongolanti,
abitato da rannicchiati anfibi gracidanti,
palustre lago
che fece Jacopo, ideator di sonetti,
tanto sospirar,
che fece, ancor prima, Gorgia sofista
con i discorsi imparare a giocar,
che fece, pe’ figli sofferenti
di malarico morbo,
molte madri tribolar,
nacqui.

Là,
dove a settentrione
sorge l’innevato Mongibello
dal conico aspetto imperante,
sulle acque ioniche imponente,
col suo grigio pennacchio
dominator della piana al catanese grata,
solcata dal lento,
tumultuoso
Simeto silenzioso,
dalle leggere limpide acque
donanti freschezza,
di tamerici e testuggini popolato,
crebbi.

322) Corrado Bono  Maschio
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venerdì, 3 settembre 2010 23:35 Commenta Invia E-mail

Al desiderio


O desiderio, da dove germogliai;
le tue fiamme scoppiarono nell’universo,
le più distanti alimentarono il buio
della splendida luce dell’anima mia.

Il mare è flutto,
l’alito è brezza,
le particelle di rena sono lande,
il fiocco luccicante è neve.

Il tuo fiato capovolgerà il suo cammino,
quando nella tua dimora,
generosa avrai la mia anima.


(Corrado Bono)
321) Francesco GIULIANO  Maschio
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venerdì, 3 settembre 2010 16:23 Commenta Invia E-mail

La grande guerra


Là, dove ancora Mnemosine batte le ali,
late bianche adornate da abbozzi neri,
là, come la Musa della Memoria,
quella sfinge rievocare l’eccidio oggi vuol,
tra quegl’irti grandiosi siti,
dove le nivee pietre torve
si tinsero di fulvo liquido vital,
che fece frignare tante madri,
che fece gemere numerose mogli,
che fece penare molte promesse spose,
diversi frati,
parecchie sore,
che rese orfani molti figli,
che fece attendere sulla domestica soglia
invano tanti padri!

Là, Mnemosine vola,
su quelle rocce scavate
da freschi rigagnoli d’acqua imperituri,
dove impera l’achillea
con i suoi fiorellini,
bianchi,
piccoli,
deliziosi,
che china verso il suolo,
siccome per levar prece,
quotidie,
per tutti quei valorosi scomparsi,
padri,
figli,
nipoti,
che poscia il paese
volle onorar col Milite Ignoto.

Là, Mnemosine vola,
dove la vulneraria,
con le sue magnifiche infiorescenze variopinte,
bianco-giallo-arancione,
contrasta con quelle bianche,
puntellate di rosso,
della sassifraga.


(FRANCESCO GIULIANO)
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