La Bhagavadgitã fa parte del VI libro del Mahabharata, la grande epopea indiana attribuita al leggendario Vyãsa. È un'opera poetica e filosofica che viene fatta risalire al V sec. a.C.; insieme alle Upanişad classiche e al Brahmasūtra costituisce la Praśthãnatraya, la "Triplice scienza" del Vedanta.
Apparsa in un momento di contrasti e di nuove esigenze interiori del popolo indiano, la Bhagavadgitã contribuì a tener viva la fiamma della Conoscenza upanişadica con la sua ricerca dei valori assoluti della Realtà e a pacificare le dispute filosofiche e spirituali del tempo, facendo comprendere l'unità della Verità nei suoi molteplici aspetti, così da dare a tutti, in modo saggio e illuminato, l'opportunità di seguire senza conflitto dottrinario il sentiero adatto a ognuno.
Raphael indica nella "Prefazione" del libro quattro punti essenziali per poter comprendere il testo nella sua giusta dimensione:
– Comprensione tradizionale del concetto del Divino.
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Comprensione del momento ed evento che hanno determinato la nascita della Gītã.
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Comprensione tradizionale degli ordini sociali.
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Comprensione del giusto approccio ai vari sentieri che conducono al Divino.
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