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Enrico Alia

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Enrico Alia

Puisii pi passatempu

(Collana Opera prima n. 6)
pagine 80, 9,00 acquistaAcquista

Enrico Alia, poeta
***

manifestoEnrico AliaEnrico Alia era nato il 2/9/1930 ad Avola e ivi risiedeva. Fin dal 1953 ha gestito, per molti anni, un avviato esercizio commerciale di elettrodomestici e materiale elettrico.
Successivamente, assunto presso il Ministero delle Finanze, ha lavorato prima nel Lotto e, negli ultimi anni, presso l’Ufficio Imposte Dirette di Noto. È stato collocato a riposo in data 1/1/1994. Nel settembre del 2002, dopo 47 anni di felice matrimonio, venne a mancare la sua adorata Tita, compagna inseparabile e insostituibile della sua vita. Attualmente vive circondato dall’amore e dall’affetto delle figlie Giovanna, Rosanna, Paoletta e Patrizia, dei generi, dei nove nipoti, a lui particolarmente cari, e del fratello Elio. Ha seguito moderatamente alcuni tipi di sport e ha dedicato parecchio tempo alla cura dei suoi canarini, al giardinaggio nella propria casetta di Avola Antica, alla lettura e, soprattutto, si è interessato della composizione di liriche, specialmente in siciliano.
Ha partecipato a diversi concorsi a carattere locale e provinciale, ottenendo lusinghieri apprezzamenti, tant’è che alcune sue poesie si trovano inserite in qualche antologia di poeti dialettali siciliani.
È morto il 3 maggio 2012.
Il tutto, quale conoscenza, per i lettori di oggi e gli eventuali di domani.

copertina libro AliaConfesso che rimasi veramente sorpreso della visita che, agli inizi del mese di Marzo, mi fece Enrico Alia, amico fin dagli anni della prima pubertà. Mi aveva, Enrico, annunciato per telefono la sua visita, dicendomi di volermi dire qualcosa. Quando ci trovammo seduti a casa mia l’uno di fronte all’altro, mi presentò una raccolta di sue poesie, che, mi disse aveva intenzione di pubblicare, e mi chiese a quel punto una mia introduzione a quella quarantina di composizioni, scelte fra il centinaio che egli conservava nei suoi cassetti. Non pensavo, né avrei mai pensato, che Enrico potesse essere autore di poesie, inteso, come era stato durante tutta la sua vita, ad un lavoro che con la letteratura aveva avuto pochi rapporti; ed invece, eccoti una bella silloge di versi! Alla prima sorpresa si aggiunse poi una seconda, quando, aprendo il volumetto, mi accorsi che la produzione di Enrico era tutta in dialetto siciliano, cosa che, veramente, mi diede ancora più da pensare per la difficoltà che prevedevo di sapere interpretare correttamente e velocemente lo scritto da esaminare. Ma ad un vecchio amico, che ti onora di tanta stima, non si può negare una cordiale disponibilità, e così, mi diedi dopo alcuni giorni a cercare di interpretare il mondo poetico di questo anziano sognatore. La cosa mi fu facilitata dalla lettura della prima composizione in versi, che si intitola, appunto, A poesia senza rima, una sorta di introduzione di natura estetica, con cui l’Autore esprime la convinzione che la poesia, se rimata, è «ciù difficultusa», – si capisce, per chi la scrive – ma «quannu ‘a senti, è nu divertimentu» – riferendosi al lettore. Su questo stesso tema Alia ritorna più avanti, più aperto e più preciso, in una composizione che si intitola, appunto, Chi è ‘a puisia, nella quale esprime il suo concetto della poesia, «… la puisia è ‘nsintimentu/ca se nun l’ài, nun lu poi ‘nvintari»; una sorta di poetica alla buona, – intrisa, però, di concetto e sentimento insieme, – e posto che essa «nasci spuntania», all’artista non resta che «nta ssu mentri, ti l’ammurtalari/ scrivennu unni capita ppi prima», però «rannuci “ncontenutu e anticcia ‘i rima».
Questo componimento si potrebbe benissimo assumere come un documento programmatico, a prescindere dal fatto che non precede l’intera produzione. In effetti, guardando ai temi trattati, si riscontra chiaramente la presenza di un sentimento profondo che permea tutte le composizioni e dà loro una unità che nasce da una altalenante visione del mondo, ora entusiasta ed ingenua, ora pensosa e preoccupata, che si riflette come in uno specchio nell’interiorità dell’Autore e da questa balza fuori a comunicare concetti e sentimenti vissuti e sentiti con profonda sensibilità umana...


Salvatore Martorana

A poesia senza rima

Iu chiedu scusa, a l'autri poeti
tutti scrivemu, e pinsamu, comu ni pari
Basta ca si raggiunginu li meti
ognunu, a modu sovu po puitari.
Però ppi mia, la puisia senza rima
è comu lu mangiari senza sali
Comu na cosa, ca propriu nun cullima
è comu, na pirsuna ca sta mali.
Fatta c'a rima, è ciù difficultusa
però l'orecchiu, cinn'avi gudimentu.
Diventa nna sunata armuniusa
ca quannu a senti, è nnu divirtimentu.
Se senza rima, tu fai la poesia
quannu la senti, nun c'è tantu piaciri
Na cosa senza sucu, senti a mia
e dicinu cosi, accussì tantu pi diri.
Chistu però, è lu pinseri miu
po darsi ca mi pozzu, anchi sbagghiari
Però stu fattu, n'lu ricu sulu iu
lu rici anchi me frati e me cumpari…

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