20-05-2011 inserito da ciccio; categoria Novita' in libreria. 
Mary Di Martino
Musica dell'anima
Libreria editrice Urso, Avola 2011,
pp. 70, Euro 12,00
Secondo alcuni fu Giuseppe Ungaretti, secondo altri (fra questi Fabrizio De Andre', l'indimenticato poeta e cantore)
fu Benedetto Croce a dire che fino a diciotto anni tutti scrivono poesie. Dopo
lo fanno solo i poeti e i cretini.
Mary Di Martino fa parte della schiera dei poeti.
La sua silloge d'esordio, fattami dono della prima copia
dall'editore Ciccio Urso al momento dell'uscita del libro - circostanza
che evoca ne' piu' ne' meno la nascenza di una creatura - Musica dell'anima, ha come sottotitolo
''Luogo e scrigno dell'Umanita'''.
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Mary Di Martino
Musica dell'anima
Libreria editrice Urso, Avola 2011, pp. 70, Euro 12,00
Secondo alcuni fu Giuseppe Ungaretti, secondo altri (fra questi Fabrizio De Andre', l'indimenticato poeta e cantore) fu Benedetto Croce a dire che fino a diciotto anni tutti scrivono poesie. Dopo lo fanno solo i poeti e i cretini.
Mary Di Martino fa parte della schiera dei poeti.
La sua silloge d'esordio, fattami dono della prima copia dall'editore Ciccio Urso al momento dell'uscita del libro - circostanza che evoca ne' piu' ne' meno la nascenza di una creatura - Musica dell'anima, ha come sottotitolo "Luogo e scrigno dell'Umanita'".
Pretenziosa, in verita', la titolazione ma a ben leggere essa
deriva dalla forte carica emotiva che l'autrice ha riversato sulle pagine bianche
annerendole di versi, delicati e incisivi ad un tempo.
Mary Di Martino e' nata a Toronto (Canada), ma vive da illo-tempore, sposata con due figli, a
Pachino (Siracusa), Capo Sud d'Europa, terra famosa per il pomodoro ciliegino e
per i vini in purezza, ma anche stupendo angolo dove due mari, tempestosi come
innamorati, si incrociano. Terra che come porta chiude
e apre da e verso l'antico continente, oggi fatto oggetto di speranza di vita e di lavoro di gente che, disperata, fugge dal mondo
arabo (punta di un iceberg, portante l'intera Africa che bussa alle porte del Pianeta...).
Il luogo d'origine e quello di vita dell'autrice, cosi'
profondamente diversi, hanno probabilmente inciso nella sua formazione e
personalita'.
Appassionata da sempre di musica, arte nobile e leggera per
eccellenza, ora si e' scoperta anche votata alla poesia che del suono e' l'altra
faccia della medaglia, la parola scolpita.
E lo
spartito musicale sottostante il titolo che fa da
copertina al volume ne da contezza.
Le ventotto poesie di cui si compone la
silloge hanno, fra il titolo e il testo, una foto, ognuna delle quali
meritevole (come del resto ogni poesia) di una notazione che segue la gioia
degli occhi e ne permea la visione.
Dall'alta montagna innevata, baciata dal lago dove si specchia
la vetta imbiancata, ai secolari alberi spogli dal freddo d'inverno ricoperti
solo dal candore che soffice ammanta la via. Dall'orologio da taschino aperto
fra le nuvole a un ruscello che scivola fra fiori e piante naturali. Da petali
a uno spicchio di luna che fa luce nel buio della notte. Da uccelli che volano
all'alba su un mare fermo a un fiore aperto. Da una visione di natura dedicata
a papa' (alla cui memoria peraltro e' dedicato il libro) a fermagli di fiori in
primavera. Da un campanile circondato d'alberi, che maestoso s'erge
su una montagna, al tondo lunare che s'intravede fra oscure nuvole. Da una sfera di cristallo tenuta da mani delicate, a un cielo
stellato di mezzagosto.
Dal
pianeta terra cinturato di note a mani d'uomo che si tengono intrecciate. Da un arcobaleno simbolo di sereno in arrivo, a tre rose sbocciate,
cuore della madre. Da una foto di Tolstoj seduto, al terremoto che ha
devastato l'Aquila in Abruzzo.
Infine,
una lente d'ingrandimento, che a forma di cuore si specchia in uno spartito
musicale, precede una lettera ai figli - messaggio d'amore - , che conclude il libro unitamente a una canzone (su un
motivo di Bruno Lauzi) titolata "Per non dimenticare".
Ecco, anche se Ronsard aveva avvertito che "il ricordante e
il ricordato hanno ambedue la memoria di un giorno", qui l'autrice, urla un
messaggio forte che sfida il tempo e gli uomini perche' il sacrificio dei giusti
eroi, Falcone e Borsellino, "uomini veri e coraggiosi", resti
scolpito come sulla roccia a futura memoria.
Sono versi, quelli della Di Martino, che non soltanto
accarezzano l'anima, come la musica, ma la colpiscono profondamente come le
note quando penetrano a fondo e ne lasciano traccia sensibile.
Nell'Inno alla natura questa
e' "splendida .../figlia unigenita, /madre gloriosa e redentrice .../pace sognata /e
mai negata .../ promessa di una /quiete agognata". Qui la natura non e' soltanto
un dono prezioso ma anche un "inno d'Amore" per raggiungere la quiete,
desiderio e sogno di ogni essere umano.
Poi, come nelle favole, "C'era una volta ... e mai piu'" ... "il
mondo magico /giocoso" del "tempo di sogni e balocchi" che ciascuno di noi ha
vissuto e con nostalgia ricorda: L'innocenza
perduta.
"Principio senza fine, ora amico, /ora nemico, il tempo, ci
coglie /ci sorprende furtivo nel momento /presente, con lo struggente /ricordo
delle azioni passate, /dominate dall'ansia profonda /dei giorni a venire".
In questa folgorazione c'e' il viatico di ogni essere umano
che i versi de il Tempo scandiscono
come un orologio preciso.
Come non ricordare allora in proposito Eugenio Montale " ...
Cosi' il tempo inesorabile scorre /e improvviso d'un balzo s'arresta".
C'e' la Voce del
silenzio che e' "Amore senza fine". C'e' il Sogno d'infanzia, quando "... bambina stavo a /guardare dalla
finestra, tutta sola ...".
Notturno e' un "canto nostalgico/ soffusa e
seducente melodia". Alito di vita chiarisce che la "Vita .../ (e') perenne chiaroscuro,
/eterna e dominante /verita' ...". Al Papa' dice
che "sei stato, sei e sarai, /per sempre, perno e /forza insondabile /della mia
esistenza". Allo Zahir (pensiero
ricorrente, di derivazione araba), ad Amnesty
International e alla Madre sono
dedicati versi che non si possono non leggere e apprezzare.
Il resto lo diranno e lo penseranno i lettori ai quali si
suggerisce la lettura di queste poesie intrise di musica.
Giovanni Stella |
Lunedi' 9 maggio 2011 alle ore 17,30
A PACHINO AL III ISTITUTO COMPRENSIVO "G. VERGA"
Viale Aldo Moro n. 151
PRESENTAZIONE del libro della prof.ssa Mary Di Martino, "Musica dell'anima".
Intervento dirigente prof. Giuseppe Morana ...e altro
Intervento dell'editore Francesco Urso
Intervento del prof. Angelo Borg ...e altro

NOVITA' DI APRILE 2011
Mary Di Martino
Musica dell'anima
2011, formato ottavo, pp. 72
Euro 12,00
Collana Opera prima n. 27
ISBN 978-88-96071-44-1
Mary Di Martino nata a Toronto (Canada), coniugata con due figli, vive a Pachino (SR) dove insegna.
Dopo la maturita' scientifica consegue a Catania il Diploma accademico in Pianoforte (vecchio ordinamento). Nell'anno 1982/'83 partecipa al Concorso a cattedre a fini abilitanti per la scuola secondaria di primo grado e lo vince. Nell'anno successivo e' docente titolare presso il IV I. C. ''V. Brancati'' di Pachino e dal 2000 presta servizio presso il III I. C. ''G. Verga'', nella stessa sede di titolarita'.
Oltre alla musica - il suo primo amore - e' appassionata di letteratura classica e moderna, arti figurative, filosofia, discipline orientali ed argomenti correlati.
Fin da adolescente ha sempre nutrito interesse per l'arte poetica. Gia' dai tempi del liceo scriveva, ma in maniera discontinua, brevi componimenti che rispecchiavano i suoi sentimenti, la sua vita. Tra il 1995 e il 1997 ha ricominciato a scrivere qualche poesia. Poi, a partire dal 2002, la svolta; tra una parentesi e l'altra, fino ad oggi, ha scritto la sua prima raccolta di poesie, data alle stampe con la Libreria Editrice Urso.
Non ha mai partecipato a nessun concorso di poesia ed e' alla sua prima esperienza editoriale.
L'Anima e' il luogo
dove possiamo trovare tutte le
risposte
per rinascere e ricreare
una vita autentica e dignitosa
e' piacevole e confortante scoprire che, proprio a una
spanna da te, esiste uno spirito letterario, magari, senza averlo sospettato
per una serie di motivi plausibili, non ultimo la vita convulsa e frenetica dei
giorni nostri.
Per chi, come me, e' appassionato di poesia e
letteratura, questa scoperta e' una sorta di riconciliazione con
l'umanita', che sembra sprofondata, in questo scorcio di inizio
secolo, nell'effimero volgente alla stupidita' diffusa.
Poetare e' come uscire da un porto delle nebbie
dall'aria greve e asfittica per approdare in un'isola felice dove poter
respirare un'aria aprica...
Se la poesia e' ''bella'', dunque, nondimeno lo e' la
scoperta di una sua neofita.
Nel caso in ispecie, ho scoperto una poetessa,
mimetizzata in un ''sottobosco scolastico'', che e' pieno oggigiorno di pruni e
rovi, dove spesso virtude e conoscenza latitano e cui nomi strani sono dovere, dottrina e sapere.
''Musica dell'anima ...luogo e
scrigno dell'Umanita''' e' un florilegio di 29 poesie (comprensive di lettera
e canzone), pervase da una freschezza espressiva che non fa venire meno la
percezione di una profondita' di pensiero e di uno spessore culturale non
comune. Un'aggettivazione raffinata conferisce una certa classe artistica che
fa pendant con la classe femminile che le ha prodotte con la spontaneita' di una
fonte rupestre. Sono 29 lampi del cuore e
dell'intelletto, che mostrano un'aria poetica corredata di un ritmo incalzante,
mai convulso; si bevono tutto d'un fiato, senza singhiozzi.
Il lettore assorbe il messaggio e lo fa suo. Non e' la
poesia dell'autrice, non e' la poesia assimilabile a questo o a quell'autore, ma
dell'umanita' stessa, che si interroga per
giungere, in campo metafisico, ad una risposta soddisfacente ai mille perche'
della vita, per trovare l'arcano principio di tutte le cose che quasi sempre,
lasciandoci confusi e disorientati, ci sfugge o svanisce.
Leggendo le liriche si respira un'aura volontaristica
di esistenza, d'affermazione quasi dispotica del vivere per la vita, non per la
farsa. Non una sdolcinatura, nessuna concessione alla sterile e vieta retorica, ma schioppettate di verita' che bucano la bruma di
ipocrisia untuosa che caratterizza il mondo odierno. e' un inno alla vita,
l'affermazione della superiore armonia morale e spirituale dell'uomo che vive
lottando, gioendo, piangendo, perdendo e vincendo. Si avverte, quasi scandita,
una tensione passionale, mai ferina, tanto meno stucchevole, dell'uomo che vive
tra gli uomini, dell'uomo che vive la sua vita nel suo
tempo, ma che crede nel suo passato e ha fiducia nel suo futuro.
La poesia non ha, infatti, una collocazione temporale, perche' l'essenza di verita' che emana abbraccia l'intera storia
dell'umanita'. I versi trasmettono al fruitore una
musicalita' dolce ed arcana, una flebile e subliminale melodia e lo conducono verso le terre
dell'ignoto e del mistero del mondo interiore, facendolo galleggiare smagato
in una nuova dimensione di lucida autocoscienza, intesa come attivita'
riflessiva del pensiero che consente di avviare, appunto, un processo di
introspezione rivolto alla conoscenza degli aspetti piu' profondi dell'essere.
''Il Tempo'', poesia veramente notevole,
rappresenta, in un certo senso, la summa della poetica dell'autrice, in quanto esprime la sua filosofia della vita: un mix ben
riuscito di corporeita' (Esseri cosmici vaganti nello spazio dell'universo
infinito...) e spiritualita' (L'anima, antenna invisibile,
veicolo sottile e immortale...).
''Inno alla Natura'' e' una preghiera alla Natura. Si intravede un paradigma di 'panteismo trascendente', che tende a risolversi
nella concezione piu' generale, secondo cui Dio e' immanente alla Natura e non
solo si disvela, ma si realizza anche nelle cose. A tal proposito, nel Vangelo
apocrifo di Tommaso si legge: Io sono la Luce: quella che sta
sopra ogni cosa; io sono il Tutto: il Tutto e' uscito da me e il Tutto e'
ritornato in me. Fendi il legno, e io sono la'; solleva
la pietra e la' mi troverai.
''Petali di Vita'' tratta il tema dell'infinito. Camminare oltre i/
confini naturali/ del mondo, in un/ presente invisibile,/
senza tempo... sono cinque versi che esprimono chiaramente un
anelito al superamento delle categorie dello spazio e del tempo, quindi, dei
limiti della vita. La forza evocativa della immaginazione consente di spaziare
nell'eterno e di rifugiarsi nell'infinito per raggiungere l'immortalita'
metafisica dell'anima. Leopardi c'e' riuscito. Leopardi e' il nostro Maestro.
Nella ''Innocenza perduta'' il divenire dell'esistenza
e' vissuto come momento fuggevole che l'essere, perduto il candore
dell'innocenza, non potra' piu' recuperare. Serpeggia un sottile velo di
malinconia misto al pessimismo della ragione.
In ''Alito di Vita'' c'e' la conferma: la Vita e'
rappresentata come ..un perenne chiaroscuro, che non
da' scampo... ed e' come ...un labirinto segnato dal fatale
destino... E, tuttavia, l'autrice ci indica l'Amore come via
d'uscita dal labirinto, una sorta di filo d'Arianna, che ci potra' salvare dal
nichilismo di un'esistenza a senso unico. Questo Amore, nell'accezione platonica, insieme alla ricerca incessante del bene e
della verita', e' inteso come una panacea e come la luce di un faro che ci indica
l'imbocco di un porto.
''La Vanita' delle sorti umane'' e' una lirica che tratta il tema delle illusioni. La
vita stessa dell'uomo... di invisibili
brandelli di Ego vestito... su per la via dell'inganno... e' una
corsa disperata verso il nulla, un susseguirsi di atti sconnessi e senza valore... che termina con la vecchiaia e la morte. e', comunque,
un invito a vivere bene il tempo, a vivere con gioia il presente e a non
credere o sperare in cose che sono destinate, prima o poi,
a scomparire.
''Il Fiore della Vita'' e ''Ai cari estinti'' trattano, con immagini
diverse ma identica emozione, il tema della fragilita' umana e del transeunte
passaggio terreno.
Con ''A una persona molto speciale'' tocca con discrezione e
tenero pudore il tema dei sentimenti affettivi: e' una lettera al padre defunto
rimata con commozione misurata perche' mediata dalla consapevolezza
dell'ineluttabilita' della morte che, come una spada di Damocle, ci accompagna
costantemente.
L'accorata lirica ''I semi della Speranza'' ha un taglio didascalico.
L'autrice leva alto e solenne il grido evangelico dell'Amore universale;
manifesta un pervicace ottimismo della volonta', che si sostanzia nella speranza
che la granitica roccia del disimpegno si frantumi e sparga il seme del bene e
della liberta' in questo atomo del male.
L'''Arcobaleno degli oppressi'' e' una poesia di denuncia
di grande intensita'; come un torrente in piena le immagini poetiche travolgono
il lettore con la loro forza evocativa e tracima la pacata indignazione dell'artista, che rifiuta lo sterile ruolo degli onesti con il
bavaglio. Il sentimento della solidarieta' per l'uomo che soffre supera gli
angusti confini del proprio particulare nazionale per abbracciare
l'umanita' intera e levare un grido di dolore anche quando il malanimo degli
oppressori colpisce in luoghi remoti non solo geograficamente, ma anche
culturalmente. L'alterna storia delle vicende umane ci pone spettatori passivi
delle tragedie di popoli che l'un contro l'altro
combattono un'assurda lotta per la sopraffazione dell'uomo sull'uomo, ma e' qui
il discrimine tra l'impegno civile di un animo sensibile e sodale e la
superficialita' di chi conduce una vita ad interim.
In un mondo dominato dalla ricerca continua del vacuo,
dell'effimero, di una penosa superficialita', di un doloso disimpegno, del
consumo scellerato, usata come narcotico per lenire l'insoddisfazione
strisciante che serpeggia nella vita dell'uomo e come viatico nella tragica
corsa verso il baratro del nulla, l'autrice ci suggerisce ''Il Tesoro dentro di noi'' per superare di slancio
quella che io chiamo la menata della vita
L'Anima e' il luogo dove possiamo trovare tutte le
risposte per rinascere e ricreare una vita autentica e dignitosa. e' la sua
ricetta poetica: sta a noi assorbirla o respingerla.
A. Borgh
Pachino,
novembre 2010 |
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