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Poesia della settimana

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368) Corrado Bono  Maschio
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mercoledì, 8 dicembre 2010 08:57 Commenta Invia E-mail

Amicizia


Dinanzi agli amici
organizzi col cuore
non tragedie amatoriali;
scene vere rivolte a loro
lungo il fiume e il mare.


(Corrado Bono)
367) Benito Marziano  Femmina
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Noto
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martedì, 7 dicembre 2010 18:36 Commenta Invia E-mail



Poter tornare un giorno


Poter tornare un giorno
uno solo magari solamente
bambino come allora.
Ma che fosse di giugno
come quella volta
salire al colle di primo mattino
e correre poi al mare sulla spiaggia
e il salso odore respirar con forza
e stanco ritornare nella sera
felice fra le tue braccia
o dolce madre
ancora come allora.

Benito Marziano

Poesia finalista al 1° Concorso naz. Di Poesia (Ott. 2010)
Festival dei Due Parchi - Ascoli Piceno
366) FRANCESCO GIULIANO  Maschio
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domenica, 5 dicembre 2010 12:35 Commenta Invia E-mail

SOMMELIER

Un intormentimento bizzarro mi colse
ché sorseggiai un forestiero nettare
che con stupore il palato mio scosse.
Un’ardente passione pian piano mi accese.
Pareva ambrosia, tinta giallina,
che poscia mi avvinse il core,
quando un guizzo di luce da parte a parte passò
e quel tono ravvivò.
Subitamente!

Un nascimento focoso
la sua freschezza
col suo salso sapor stuzzicò
e l’animo mio allor incantò.
Un’euforia profonda
nella mia essenza,
di sorpresa,
gocciola dopo gocciola, suscitò.

Lo annusai: che fragranza fruttata!
Nel calice lo agitai,
indi, lo fiutai ancor:
captai d’acacia prelibato odor.
Lo gustai:
saporosità d’erbe notai.
Ancor lo centellinai:
morbidezza al palato ravvisai.
Il calice poi alzai
e i suoi riflessi giallognoli osservai:
che goduria alle iridi provai.

Di nuovo lo annusai: mi estasiai.
Ancor lo sorseggiai: sedotto fui.
Un'altra volta lo guardai: affascinato rimasi.

I primi verbi a trovare indugiai:
volevo bisbigliare
l’equilibrato senso
che quel nettare al bevitor
con amor infonde.
(Francesco Giuliano)
365) Cettina Lascia Cirinnà  Femmina
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venerdì, 3 dicembre 2010 15:12 Commenta Invia E-mail

A occhi chiusi

Farfalle variopinte
hanno rubato
i colori più belli
dalla tavolozza
di un pittore distratto,
ali evanescenti
danzano liete
sui petali
dei gelsomini
immacolati del viale.
Una brezza leggera
spinge lentamente
fragranze odorose
inconfondibili
nei ricordi lontani ...
Mani veloci intrecciano
boccioli ancora chiusi
per spose bambine,
il bianco abbaglia nei cassetti
dove richiami di chiacchierino
adornano tele
sbiancate al sole di Sicilia.
Il profumo antico
della citronella e della zagara
si sparge sull'uscio in festa
al tramontar del sole.
364) FRANCESCO GIULIANO  Maschio
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giovedì, 2 dicembre 2010 15:01 Commenta Invia E-mail

LA BATTAGLIA

Sul Pal Piccolo,
là, dove proiettili,
spari,
ordigni sibilavano,
là, dove le baionette di color purpureo si coloravano,
là, dove grida,
lamenti,
gemiti imperversavano,
là, dove il trombettiere doppiamente si sfiatava,
siccome alla carica incitava,
Janu altero,
temerario,
audace,
con ardimento
e con fiero coraggio,
combatteva,
mentre i suoi compagni ad uno ad uno perdeva.

Tra i gigli martagone rosacei,
il milite Micheli cadeva;
in mezzo ai roponzoli plumbei violacei,
l’amicu Pippu stramazzava;
accanto alla barba di capra canuta,
il compagno Tanu si accasciava;
tra i prodigiosi ontani,
a terra esanime Turi piombava;
in mezzo ai sorbi, dai volatili prediletti,
a terra, in men di un fiato,
Saru crollava;
tra i rugginosi abeti,
il compagno Dinu, tremante, si riparava;
là, dove crescono i bianchi ranuncoli,
Paulu ferito a morte giaceva;
in mezzo ai fiori color rosa-arancio di geo penduli,
Santu col cor trafitto,
immobile,
pallido,
esanime stava;
accanto alle odorose violette clematidi,
Ntoni con atroce dolor ansimava;
là, sui bianchi terreni calcarei,
dove si erge vispo il ferrugineo rododendro irsuto,
anticipator di tanto pianto versato,
ferito ad una gamba Neli gemeva;
là, nei verdi pascoli,
dove si innalzano gli azzurri gerani silvani violacei
e l’aquilegia color vinaccia,
Natali d’un sol colpo moriva.
In mezzo a tutto questo sconvolgente,
efferato,
violento,
atroce,
disumano scempio,
Janu la morte con ardore disprezzava,
siccome tutto il suo eroico vigore manifestava.
Intrepido a gran voce esultava
e il cinico nemico umiliava.
(Francesco Giuliano)

363) Cettina Lascia Cirinnà  Femmina
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giovedì, 2 dicembre 2010 11:32 Commenta Invia E-mail

Un amore a intermittenza

Si accendono e si spengono
le luci della vita
nell'albero di Natale.
Sotto la pesante
coltre di neve
è nascosta
la croce leggera
del nostro amore.

Erba, 2 dicembre 2010
362) Corrado Bono  Maschio
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mercoledì, 1 dicembre 2010 14:13 Commenta Invia E-mail

Guerra – Libertà


Per essere liberi
s’ingaggia battaglia.

Quale libertà.

Se ne ha una,
infinite schiavitù.

La guerra porta via
pace e ogni bene.

La libertà,
saggezza dell’uomo,
agisce per l’altro
suo simile.


(Corrado Bono)
361) FRANCESCO GIULIANO  Maschio
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martedì, 30 novembre 2010 00:41 Commenta Invia E-mail

LA GRANDE GUERRA

Là, dove ancora Mnemosine batte le ali,
late bianche adornate da abbozzi neri,
là, come la Musa della Memoria,
quella sfinge rievocare l’eccidio oggi vuol,
tra quegl’irti grandiosi siti,
dove le nivee pietre torve
si tinsero di fulvo liquido vital,
che fece frignare tante madri,
che fece gemere numerose mogli,
che fece penare molte promesse spose,
diversi frati,
parecchie sore,
che rese orfani molti figli,
che fece attendere sulla domestica soglia
invano tanti padri!

Là, Mnemosine vola,
su quelle rocce scavate
da freschi rigagnoli d’acqua imperituri,
dove impera l’achillea
con i suoi fiorellini,
bianchi,
piccoli,
deliziosi,
che china verso il suolo,
siccome per levar prece,
quotidie,
per tutti quei valorosi scomparsi,
padri,
figli,
nipoti,
che poscia il paese
volle onorar col Milite Ignoto.

Là, Mnemosine vola,
dove la vulneraria,
con le sue magnifiche infiorescenze variopinte,
bianco-giallo-arancione,
contrasta con quelle bianche,
puntellate di rosso,
della sassifraga.
(Francesco Giuliano)

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