L'intento del presente studio è di seguire la vicenda di due diversi modelli di intellettuale borghese nel momento del trapasso dall'Italia liberale all'Italia fascista. Dalla 'Ronda' al 'Baretti' non misura quindi un itinerario quanto una distanza; e una distanza che si è venuta creando e allargando, fino a rendersi incolmabile, nel corso degli anni, essendo invece il processo partito da una matrice unica per quanto composita. Si trattava di restituire alle nostre classi medie e alla loro cultura una funzione di guida, in procinto di andare totalmente perduta dopo i primi decenni di unità nazionale; il progetto di riconquista della egemonia si articolava, tra il 1903 e il 1914, in una serie di proposte ora parallele o convergenti ora contrastanti, che trovano la loro sede più ricca le problematica nella 'Voce', Da qui partono anche gli uomini della 'Ronda' e Gobetti, ciascuno interpretando a suo modo quell'esperienza ma inizialmente non così lontani fra loro come il passar del tempo rapidamente li sospingerà. La salvaguardia delle istituzioni (monarchiche) o della tradizione (mazziniana) sono termini sui quali 'La Ronda' e 'Energie Nove' possono ancora concordare. E' il drammatico volgere degli eventi, soprattutto a partire dall'autunno 1920, a porre gli intellettuali, e i cittadini tutti, di fronte a responsabilità precise e imprescindibili.
|