peripatetici di Eloro Lascia una tua riflessione | Amministrazione
Giovedì, 1 Maggio 2025 01:48
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4) Mara Di Stefano  Femmina
Località:
Avola
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Venerdì, 6 Ottobre 2006 04:33 Host: host123-156-static.104-80-b.business.telecomitalia.it Scrivi un commento

APPUNTAMENTO
domenica 8 OTTOBRE alle 9,30 nella Piazzetta di Lido di Noto
La passeggiata filosofica e culturale nel raduno dei Peripatetici di Eloro

Con l'inizio della nuova stagione "didattica" riprendono le attivit‡ culturali ed intellettuali dei cosiddetti </>Peripatetici di Eloro</i>. Il nuovo appuntamento Ë previsto infatti per la seconda domenica del prossimo mese, líotto ottobre, presso la piazzetta di Lido di Noto. Il "raduno" dei cultori e dei filosofi Ë previsto per le ore 9,30 e la loro camminata e la loro discussione filosofica si protrarr‡ per circa due ore. I partecipanti percorreranno un tragitto che li far‡ giungere fino all'antica citt‡ di Eloro.
Il tema della prima giornata, dopo la lunga pausa della stagione estiva, Ë Dalle ''non parole'' alle ''parole''.
Líargomento della giornata, anche se gi‡ prefissato dagli organizzatori della manifestazione, lascia comunque liberi i partecipanti di esprimersi, raccontarsi e narrarsi in libert‡.
Ogni partecipante potr‡ portare infatti libri, testi, poesie di propria o altrui creazione, e racconti che li accompagneranno lungo il percorso. Durante la cammminata ognuno dei presenti potr‡ tranquillamente chiedere la parola e recitare o narrare ciÚ che rientra nel titolo della giomata.
Durante le due ore di "camminando e filosofeggiando", potranno essere allacciate discussioni, "dÌbattiti" e chiarimenti culturali.
Tutti gli itinerari percorsi dai Peripatetici hanno a che fare con la cittadina ed il territorio di Eloro.
Le numerose escursioni hanno infatti gi‡ portato i cultori avolesi in particolari itinerari tra la spiaggia, la collinetta. le rocce, i campi solcati dai carri dell'antico territorio della citt‡ di Eloro. verso la riserva naturale di Vendicari, i resti della villa romana del Tellaro e l'antica colonna di contrada Pizzuta.
Alla prima manifestazione della stagione autunnale prenderanno sicuramente parte coloro che da sempre intraprendono discussioni filosofiche sull'antico territorio di Eloro come Francesco Urso, organizzatore della manifestazione, Orazio Parisi, responsabile dello sportello Informagiovani (del Comune di Avola) e della segreteria distaccata dell'Universit‡ di Catania, Liliana Calabrese, Salvatore Elera, e Leonardo Miucci.
Mara Di Stefano
in LA SICILIA 28-09-2006
3) Giancarlo  Maschio
Località:
Varese
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Martedì, 7 Febbraio 2006 03:25 Host: host191-154.pool80104.interbusiness.it Scrivi un commento

13 novembre 2005. Terzo Millennio dopo Cristo. Siamo nel post-Postmoderno: grazie a Dio, il Mode-rno (ed il postmoderno) dovrebbe essere finito! SÏ, finito: finito il tempo delle ìmodeî, quelle iperboli ipertrofiche ipercaloriche iperbariche (sÏ sÏ, pensateci bene, sono proprio cosÏ) che trasformano i capricci in dettami apodittici ed, a volte, in oppressione, forse non fisica, - ma non Ë detto che quelle psicologiche siano meno fastidiose. Mi auguro, combatto ñ in fondo, vivere Ë un lottare sempre, finchÈ non si cessa di lottare non si Ë sconfitti - affinchÈ sia finito, insieme al Moderno, il tempo delle polemiche: la ìpÚlemosî, la guerra: essa ha lasciato sui campi tedeschi decine di milioni di morti nel 1600 e sui campi europei in generale molti milioni nel 1700, essa ha bruciato milioni di uomini nelle guerre napoleoniche, in quelle franco-tedesche e nel colonialismo, e tutto nei soli 100 anni del 1800, e infine ha acceso roghi anche atomici di centinaia di milioni di uomini nel 1900 con la ìovviaî (!?) estensione planetaria.
Se fossimo tutti persone serie, la ìpolemosî, la guerra, dovrebbe essere definitivamente caduta in discredito e sostituita dal sinodo, ìsin-odusî, camminare insieme ñ il che non vuol dire che non si debba con-versare molto per scegliere una meta!
Tanto, LA meta Ë sempre la stessa.
Siamo nani sulle spalle del gigante: Ë il gigante che si alza, noi siamo sempre i soliti nani, da Alcibiade ( e prima ancoraÖ) in poi, e veniamo cosÏ spesso crudelmente sconfitti allíAsinaro, lontani da casa, l‡ dove ci ha portato chiss‡ chi, chiss‡ quale ambizione Ö.. od acquiescenza alle ambizioni altrui!
Ecco, ci salva il mettersi personalmente in cammino, ci salva il Cammino: periodare la nostra vita con ritmo, fisico e spirituale insieme, pi? vigoroso del solito e tanto pi? fecondo quanto pi? ci spingiamo a non ascoltare la nostra pigrizia, la nostra abitudinariet‡, a rivedere i nostri panorami intellettuali e psicologici quotidiani. Nessuna giornata Ë perduta quando la nostra coscienza puÚ dire: bonum certamen certavi hodie! E la speranza, la virt? che finisce, nel Cammino diventa palpabile e ci martella: se non oggi, domani; cammina, ragazzo, cammina, finchÈ hai voglia di camminare la meta Ë alla tua portata!
La meta. Líimportante Ë che non sia solo la met‡!
LA
2) Leonardo Miucci  Maschio
Località:
Avola
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Martedì, 7 Febbraio 2006 02:27 Host: host17-154.pool80104.interbusiness.it Scrivi un commento

Scritto da Leonardo Miucci in data: sabato 11 giugno 2005 alle ore 23.28
Non possiamo fare a meno del Nichilismo
Nel parlare del Nichilismo non possiamo non dare accenno allíattuale contesto sociale, meglio conosciuto in ambito filosofico come et‡ della Post-modernit‡ della quale il Nichilismo ne rappresenta un particolare aspetto caratterizzante.
Il prefisso Post non vuole significare semplicemente un qualcosa che viene dopo, ma intende specificare una rottura radicale con tutto ciÚ che Ë stato prima, la Modernit‡, appunto. Essa, periodo filosofico storicamente compreso da Cartesio a Nietzsche, si manifesta come un complesso di certezze e verit‡ assolute (Ë questo il periodo particolarmente fecondo del Positivismo e dellíIlluminismo, dove la ragione e la scienza la fanno da padrone), ma anche di verit‡ metafisiche, che sovrintendono alla vita dellíindividuo, soprattutto quella spirituale. Eí un periodo caratterizzato da pensieri forti, appunto perchÈ costituiti da verit‡ e certezze assolute, non altrimenti discutibili. La Post-modernit‡ rifiuta tale impostazione del pensiero, rompendo definitivamente, mettendo in crisi, in discussione ogni certezza acquisita, soprattutto quelle metafisiche, dedotte sic et simpliciter.
Eí questo il periodo dei pensieri deboli, dellíincertezza se non della inesistenza dei punti di riferimento, del post-metafisico; Ë questo il periodo della morte di dio, per dirla alla Nietzsche. Il passaggio dai pensieri forti della Modernit‡ ai pensieri deboli della Post-modernit‡ segna il nascere del Nichilismo, come fenomeno filosofico, considerato come la perdita di valori assoluti. Líuomo post-moderno, per dirla ancora alla Nietzsche, scivola dal centro alla X. E, mutuando dal pensiero di Vattimo (uno dei maggiori filosofi contemporanei), il Nichilismo scaturente dalla Post-modernit‡ Ë un Nichilismo che non va affatto combattuto, anzi va assunto come nostra unica chance. Infatti, agli uomini del XX secolo non rimane che abituarsi a ìconvivere con il nienteî, ovvero ad esistere senza nevrosi in una situazione dove non ci sono garanzie e certezze assolute. Semmai, il vero problema consiste nel fatto che líuomo della Post-modernit‡ Ë ancora troppo poco nichilista. Quindi, líuscita dal Nichilismo si presenta solo come un'opportunit‡ di convivenza con esso, si presenta come líunica via per convivere con il nulla, archÈ dellíessere.
Un suggerimento per la lettura: ìLa fine della modernit‡î, G. Vattimo, Garzanti, Milano 1990.
Leonardo Miucci
1) Emanuele Tiralongo  Maschio
Località:
Cassibile
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Martedì, 7 Febbraio 2006 02:24 Host: host17-154.pool80104.interbusiness.it Scrivi un commento

RIFLESSIONI SU UN BREVE CAMMINO
Si racconta che in tempi lontani, in un giorno d'estate, uno
scarafaggio, percorrendo una strada sterrata, giunto in prossimit‡ di un passaggio a livello con barriere abbassate, fu raggiunto da un gregge di pecore, che il pastore dovette fermare
prontamente in attesa che transitasse il treno, per poi proseguire fino alla meta stabilita.
L'immenso polverone sollevato dal camminare delle pecore,
imbiancÚ in modo uniforme il piccolo corpo dello scarafaggio.
A questo punto, impressionato dal singolare evento, rivolgendosi alle pecore che gli stavano vicino chiese: "Avete notato quanta polvere siamo riusciti a sollevare da terra?î. Una di esse lo guardÚ e gli domandÚ: "Anche tu riesci a sollevare polvere?î.
îCertamente!î rispose lo scarafaggio, "Non sono anch'io in
mezzo a voi?î.
Nel breve cammino fatto insieme a voi attorno al luogo, dove in
tempi remoti sorgeva l'antica citt‡ di Eloro, anch'io per certi versi, specie alla vista di quel cancello chiuso, che ne ostruiva l'entrata, ho provato la netta sensazione di somigliare a quello
scarafaggio, non nella presunzione, ma nel sentinni piccolo e
perciÚ incapace di sollevare polveroni, bensÏ di subire quelli sollevati da altri.
Da parte vostra, mi lusinga la facilit‡ con cui, tramite la
lettura di poche righe, scritte con molta saggezza da grandi pensatori, possiate riuscire a caricarvi di tanto
entusiasmo che facilmente perdiamo nel momento in cui una semplice buca si presenta improvvisa nel nostro cammino.
Tutto ciÚ Ë dovuto alla paura dell'uomo. Essa somiglia molto ai
bambini vivaci, l'uomo cerca in tutti i modi di tenerla addormentata, ma quando rare volte crede d'esserci riuscito, d'improvviso essa riapre gli occhi e cosÏ il suo risveglio sar‡ accompagnato dalla stessa prepotenza di sempre.
Molte sono le cose che da voi o da altri avrei voluto e vorrei
ancora imparare, come molti sono anche i perchÈ masticati e mai ingeriti perchÈ molto pi? grandi di me o se pi? piccoli poichÈ di sapore molto amaro.
Mi auguro perciÚ che queste mie riflessioni, non siano
interpretate da voi "miei amici" come espressioni di critica sul vostro comportamento, considerato da me sano ed istruttivo.
Detto questo aggiungo, che sar‡ per me un grande piacere
esservi sempre vicino, non per darvi, ma per ricevere saggi e mansueti insegnamenti, con la viva speranza che un giorno, finalmente, insieme riusciremo a capire chi siamo, da
dove veniamo e ancor pi? dove andremo. Nell'attesa io mi rifugerÚ nella fede, che Ë l'ombra di tutti i perchÈ.
Emanuele Tiralongo
Cassibile 22 aprile 2004
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