Nome | POESIE con eventuali Commenti | ||||||
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Figli del tempo in cui ogni fiaba ? morta avvolti da un cielo in cui ogni stella si ? eclissata. L?infima paura isola quelle stelle che hanno ancora il coraggio di provare ad illuminare. Piccole lucciole nell?immensa notte, inghiottite dal buio, mentre aspettavano un nuovo sole. Fra loro una stella, una stella ragazzina, che non ebbe paura di consumarsi per illuminare oltre il buio che copre le altre luci. Ma basterebbe credere che anche le fiabe possano tornare a vivere, basterebbe seguire la luce di quelle stelle che guardano l?infinito e credono di poterlo illuminare. Se basta cos? poco perch? abbiamo paura? Lucreziamaria C. |
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Ulula il vento sui tetti delle case, e gli alberi del viale lasciano alla sua furia le ultime foglie ingiallite, Dopo un nervoso turbinio, finiscono infine, spossate, per terra. Hanno conosciuto giorni migliori, quando, accarezzate dal sole, ricoprivano con un verde mantello i rami ora spogli e nodosi. Dei nidi dei passeri resta solo qualche piuma ostinatamente attaccata al suo ramo. Tale la vita degli uomini quando s?appressa all?epilogo. Tra tormenti e dolori nei giorni del tramonto una furia selvaggia squassa gli animi che sentono il tempo sfuggire. E? tardi per rimediare agli errori, Non resta che aspettare l?arrivo dei venti che ci conducano con un ultimo vortice gioioso lasciandoci infine, come le foglie, per terra. Fulvio Maiello 22novembre 2008 . </center> |
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Sento nell?immensit? del mio ?io? sobbalzar frusciando le mie emozioni. |
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Prima c?arriva l?ultimu sospiru Matri mia Ti vurria dedicari st? mi paroli. Matri mia di lu vultu intrisu nun chiangi cchi? ppi mia. Stu terrenu sacciu di lassari? Li lacrimi santi nun vurria vidiri di lu to vultu scunsulatu scinniri, ma ? scrittu d?accuss? nna vita mia. Nni lu capu sta la cruna di spini e su lu corpu li tormenti, ma ppi lu munnu supero li peni pirch? nni li vini aiu l?amuri ppi li genti. Matri mia da o? s? ?Matri? di lu munnu. Li genti su figli amati, dintra lu cori hannu li lacrimi to amari e a passione di la cruci. Di frunti a la morti in cruci dugnu salvizza, sacci? ca ttia rist? lu cori tristu, pirdunami Matri mia pp? la cruci. |
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Un lieve ticchettio sui vetri mi scuote dal torpore e, nel dormiveglia, cerco con gli occhi la luce che non c??. Il dolce tepore della coperta mi riporta indietro nel tempo fino all?ancestrale ricordo d?essere ancora nel grembo della madre. Ma,ecco, un barlume di luce avanza nel buio ed ? l?alba. Un giorno nuovo per i miei pensieri che aspettano al palo per correre. La pioggia ha preso vigore ed ora batte violenta sul davanzale Scorre veloce in rivoli che si rincorrono sull?asfalto della strada. Come un lavacro divino sento scorrerla nell?anima, porta via le macchie e lo sporco che il giorno precedente ha lasciato. Rivedo allora il volto che cercavo, un ragazzo di colore che mi offre, con un bianco sorriso, occhiali di plastica e portamonete. Nessuno gli compra qualcosa ed io vorrei comprargli tutto ma,quando mi avvicino ? gi? scomparso, portato via dalla pioggia. |
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Alito di vento, brezza di evasioni e di aspettative, ultimo scambio di attimi di illusioni. |
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Fuggi dal pensiero: furbesco sconvolgimento di immagine sfuocate, simile realt? di movimenti, debole rumore di parole. Sebbene inspiegabile il motivo di tale subbuglio, semplice appare lo sviarne. Ma poi in breve tempo pentimento dell?abbandono. Adesso innumerevoli ?se?. |
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A prendere l?ascensore coi sacchi della spesa A perdere gli occhiali A confondere mia nipote per la sua mamma Ma a reagire con pacatezza alle rosse labbra di una donna a spostare gli oggetti in una fossa del giardino a cercare una grande stella da cui ricominciare |