Nome | POESIE con eventuali Commenti | ||||||
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(Acrostico dedicato a Lucia Sortino) Lungo il cammino della vita, ulteriori pensieri, desideri concorrono ad andare avanti, immergendoti nel mondo ad ogni costo con affetto. Senza falsit?, organizzi le ore, ripensando all?esistenza tutta gioiosa, dolorosa, infinita, immensa non vuoi lacrime; onore, pace, amore. (Corrado Bono) |
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come se non fossi altro che la tua pagina bianca una bianca vela al vento un lenzuolo avvolto d'aromi da srotolare lungo i tuoi fianchi il tocco delle tue dita traccia segni insenature di miele e sale sulla mia schiena.
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Su un prato, in montagna, una piccola polla d?acqua s?apre a fatica la strada nella terra nera e grassa. Ristagna, indecisa, formando una larga pozza, ma, presto trova la strada per iniziare un lungo cammino. Come tutti i bambini appena nati non ha forza e, soprattutto, non ha l?esperienza per superare i continui ostacoli. Cos?, trovando un sasso sulla via, prova ad aggirarlo e, cadendo in una buca, attende paziente di riempirla. Strada facendo trova altri rivoli che gli danno vigore e il pendio gli fa accelerare il passo. La giovent? sempre si presenta con arroganza. Comincia a saltare, lanciando in aria spruzzi gioiosi, smuove le pietre e allarga le fessure aprendosi la via tra le rocce. Anche la giovent? passa in fretta. Con un ultimo salto spumeggiante si ritrova sul piano dove l?attende l?ultima prova. Nell?et? matura si riflette di pi? ed anche il piccolo rio, ora diventato un fiume, rallenta la corsa e si distende disegnando anse larghe e tranquille. Ora scorre lento e conosce gli uomini, esseri strani e imprevedibili. Sente le loro barche sulla pelle e vorrebbe parlare con loro. Si esprimono in un?altra lingua ed hanno ritmi diversi. Capisce, allora, d?essere diventato vecchio e sente avvicinarsi la fine. Con un ultimo sforzo cerca di raggiungere la meta ma le forze gli mancano e non governa pi? le sue acque. Il grande fiume si divide in diversi corsi d?acqua quasi volesse tornare in punta di piedi, per non disturbare, nella casa del padre. |
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Strade bianche verso un confine albeggiante: queste erano le vostre piccole et? che ai riflessi di luna e di stelle silenziose si scambiavano tenere illusioni. Credevate poter spartire insieme il mistero della vita mentre, semplici, cantavate ai cieli agostini, al mare e alla agente la vostra ignara allegria innocente. Riflessi aurei di sole o di lampioni davano lume ai vostri volti fanciulli, ai vostri abbracci immensi, ai vostri crucci capricciosi, mentre il tempo vi cresceva e vi mutava. Strade perlacee verso un confine dalla sconosciuta distanza: queste sono ora le vostre grandi et? che pi? non si incontrano, s?ignorano, non si ricercano dopo un addio lontano che ha spezzato il vostro bene e la speranza.
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Dall?alto di una duna scorro con gli occhi l?orizzonte del mare. Cerco invano una vela che mi porti, benigna, verso paesi lontani. Non un segno di vita nell?aria immobile, tranne un piccolo stercorario, che trascina la sua eterna pallina e il latrato di un cane nei campi. Come il sangue che scorre nuovamente nelle membra infreddolite riportando il calore, cos? riprende il corso della vita. Ma, ecco, il rombo improvviso di una moto lacera la quiete dell?alba. Svaniscono i sogni e ogni certezza si frantuma. Vedo molte cose che offendono l?armonia del creato mentre gli uomini combattono tra di loro senza una ragione o uno scopo. Non trovando una vela, mi aggrappo, allora, a un refolo di vento che mi porta, anch?esso, lontano nel mondo che vorrei. Fulvio Maiello 17.08.2008 |
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Salto di carreggiata sulla A4: 7 morti. CESSALTO. Salto di carreggiata tra mezzi pesanti, inferno sulla A4 a Cessalto. Il bilancio ? dei pi? impressionanti: 7 morti carbonizzati fra cui un bambino piccolo e non ancora identificati. Pap?, guarda nel cielo. Vedo una stella che brilla. E' apparsa una donna. Dormi piccino abbassa quel dito. Guarda, pap? di luce il suo velo. Dormi piccino tra un po' giungeremo. Sorride, pap?, mi guarda, sul serio. Dormi piccino riposa sereno. Mamma non vedo, pap? nemmeno. Dormi piccino, qui sul mio seno. |
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Dalla sedia di un bar sulla strada, mentre sorseggio un caff?, sento una folla improvvisa agitarsi e i miei sensi ne sono catturati. Si alza lentamente il sipario e tutti diventano attori. Non conosco il programma e non so cosa si rappresenta. Sar? una commedia leggera, oppure una tragedia? E? comunque gratuita e va seguita con attenzione. Un signore elegante, i capelli spruzzati d?argento, attraversa veloce il proscenio. Gli occhi fissi e il passo elastico suggeriscono passate attivit? sportive e presenti interessi d?affari. Segue un?anziana signora dagli acquosi occhi celesti. Si appoggia ad un bastone e si guarda attorno lentamente. Uno svolazzo di trini sul collo non serve a celare i segni del tempo. Il lieve sorriso aleggiante sul viso vorrebbe mascherare gli acciacchi e l?et?. Indugia sulla scena, sembra indecisa e forse cerca qualcuno, certamente chiede un aiuto che nessuno le d?. Due ragazzine la sorpassano, parlano ma non tra di loro. Sono incollate ai telefonini e sembrano di un altro mondo. Saranno vere o non, piuttosto, immagini virtuali? E? reale, invece, una donna formosa che spinge una carrozzina. Porta il velo sul capo ma non riesce a nascondere i capelli neri come la notte. Tra le pieghe della lunga veste s?accendono a tratti metallici luccichii. Sembra il colore dell?oro e come tale lo archivio. La sua vera ricchezza ? nella carrozzina dove due grandi occhi rotondi si prendono tutto lo spazio. Arrivano echi di flauti e percussioni. Sembrano due stelle accese nella notte buia e dicono di volere il futuro che certamente avranno. Non mi resta che assentire mentre, lentamente, cala il sipario. |
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Come landa desolata dove solo turbina la polvere portata dai venti, tale m?appare il mondo senza poesia. Tutti gli uomini la portano nel cuore ma non tutti lo sanno. Molti percorrono vie impervie arrivando sfiniti alla meta, perch? non seguono i sentieri tracciati all?inizio dei tempi. Una stella tremolante nel cielo, gli occhi di un bambino, il mormorio della risacca sulla scogliera, oppure il lamento di un malato, sono tutti segnali accorati. Basta una scintilla di poesia, ed ecco si apre il sipario: una terra sconosciuta si dispiega alla vista, ? una valle verdeggiante, ricca di frutti, acque e genti operose dove ? gradevole vivere e morire. Fulvio Maiello 25 luglio 2008 |