LIBRI DI-VERSI IN DIVERSI LIBRI
EDIZIONE 2011 - 2012
in memoria di Carmela Monteleone
Concorso Letterario Internazionale
indetto dalla Libreria Editrice Urso
e riservato alla poesia in lingua italiana
A conclusione
della valutazione fatta dalla Giuria
presieduta da Benito Marziano
e composta da
Liliana Calabrese, Mia Vinci, Salvatore Di Pietro,
Antonino Causi, Nino Muccio, Corrado Bono,
Elio Distefano, Maria Restuccia,
Orazio Parisi, Giovanni Manna, Lilia e Marco Urso

MANUELA MAGI di Tolentino (Macerata)
è risultata vincitrice dell'edizione 2011-2012
del Concorso letterario internazionale
LIBRI DI-VERSI IN DIVERSI LIBRI - EDIZIONE 2011 - 2012
in memoria di Carmela Monteleone
A lei sono andate in premio cento copie del volume di sue poesie
col titolo "Deambulo sul sogno tuo"
a cura e a spese della Libreria Editrice Urso;

FEDERICO GUASTELLA di Ragusa
si è collocato al secondo posto
e a lui sono andati in premio
una pubblicazione di sue poesie col titolo "Geroglifico"
e libri a sua scelta dal catalogo della Libreria Editrice Urso
per un importo di € 250,00
.
ROBERTA VIOTTI (Eowyn) di Gardone Valle Trompia (Brescia)
si è classificata al terzo posto
e a lei sono andati in premio
una pubblicazione di sue poesie col titolo "Eowyn"
e libri a sua scelta dal catalogo della Libreria Editrice Urso
per un importo di € 150,00.
QUELLI CHE SEGUONO SONO I CONCORRENTI
SELEZIONATI DALLA GIURIA
NELL'EDIZIONE 2011-2012 DEL CONCORSO
(tutti vincitori di una pubblicazione con proprie poesie - in ordine alfabetico)
Alia Sonia,
Asaro Maria Teresa,
Bellafiore Colucci Mariagrazia,
Boccaccio Giuseppina,
Bologna Francesco,
Bonanni Lucia,
Cancemi Corrado,
Cardella Giuseppe,
Carresi Sandra,
Colombo Fabiola,
Di Pietro Salvatore,
Di Stefano Francesca,
Erba Liborio,
Folchini Stabile Anna Maria,
Gervaso Ninfa Cristina,
Giannelli Davide,
Ingardia Giuseppe,
Insinna Emanuele,
La Sala Laura,
Lascia Cirinnà Cettina,
Lazzari Veronica,
Lentinello Cetta,
Leonardi Vanessa,
Maiello Fulvio,
Morale Corrado,
Neri Ada,
Novara Marianna,
Pernagallo Giuseppe,
Setola Domenico,
Spicuglia Valeria,
Stanzione Rita,
Surano Paola,
Turriziani Nadia.
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Relazione di Benito Marziano
presidente della Giuria
alla manifestazione conclusiva
di "Libri di-versi in diversi libri" 2011-2012
AVOLA 25 MARZO 2012
Concorso “Libri di – versi per diversi libri” 
Quando Ciccio Urso mi invitò a presiedere la giuria di questo Premio di poesia, “Libri di - versi per diversi libri” (simpatico oltre che esplicativo, questo calembour giocato sulle omonimie e sulle omofonie), rimasi un po’ sorpreso, ma accettai con piacere l’incarico, perché me ne sentivo onorato, ma, soprattutto, perché il concorso era intitolato a Carmela Monteleone, poetessa di questo angolo di Sicilia, purtroppo assai presto scomparsa. Per poco che ebbi la fortuna di conoscerla, potei ampiamente apprezzarne nella conversazione e nella poesia la grande umanità. E va reso merito a Ciccio Urso, che nell’ambito del notevole impegno di promozione culturale che svolge in questo territorio, e per la sensibilità che profonde nella valorizzazione di autori locali, abbia voluto ricordare con un concorso dedicato alla poesia, proprio lei che praticò con passione e con notevoli riconoscimenti questa nobile arte. Questo non è il primo concorso letterario che l’infaticabile Urso ha organizzato nel tempo, ma il secondo dedicato alla poesia, dopo alcune edizioni, in anni precedenti, dedicate al racconto breve. E se questa edizione ha potuto contare oltre cinquanta partecipanti di tutte le parti d’Italia, credo si debba riconoscere che quando si ritiene la poesia un’attività letteraria in decadenza non si sia propriamente nel giusto, che, probabilmente, ‘sotto traccia’, mi si passi il termine poco appropriato, ma credo efficace, vive molta più poesia di quella che, magari, immaginiamo; e più cultura, forse. Che emergono, magari di più, grazie a iniziative di promozione culturale a cura di associazioni o di singoli operatori che, volontariamente, con dispendio di tempo e magari di altro, vi si dedicano più che le apposite istituzioni. E qui, in questa zona, occupa un ruolo indiscusso, a tale riguardo, l’editore Cicco Urso che da anni vi si impegna con dedizione e caparbietà, in un ambiente, generalmente, non molto sensibile a questi temi. Il numero dei partecipanti, a me pare, può confortare l’organizzatore, oltre a darci la sensazione che, contrariamente a quanto profeti di poche capacità divinatorie, da tempo, vanno vaticinando, la poesia non morrà! Che non potrà morire, fra i tanti che l’hanno sostenuto, e tanti che lo sostengono, uno ne voglio ricordare, Arturo Graf, noto critico letterario, di non molto tempo fa, diceva a proposito della società industriale: “Il così detto regime industriale, anche perché fra i tanti motivi ha, lo so, più di un aspetto doloroso e brutto, riconosco che esso non tende ad accrescere la poesia della vita; ma, la poesia che non reca nella vita, esso può assai bene provocare nel pensiero e nel libro”.Oggi, non credo che l’attuale “regime” (mi approprio del termine usato da Graf), economico-produttivo possa offrire più favorevole humus alla poesia, e, aggiungerei, alla letteratura, e all’arte, ma, certamente, queste continuano a nascere nel pensiero, perché nascono dal nostro vissuto; dalla nostra percezione della vita; dal senso del bello e del buono; dal sentimento del dolore e dell’amore.La poesia è espressione dell’animo umano, l’espressione più alta dell’animo umano, e nasce in ognuno di noi in tanti momenti delle nostre giornate, ma a volte non l’avvertiamo, a volte non l’ascoltiamo, magari perché presi da altri interessi, occupazioni, preoccupazioni, o perché abitati da più utilitaristiche problematiche. E, magari inconsapevolmente, la esprimiamo con ‘vettori’ diversi dalla parola. La poesia è intorno a noi. Io trovo che ci sia poesia, ineffabile poesia, in tante nostre normali azioni: una madre che bacia il suo bambino; il bacio di due innamorati; un saluto a una partenza o a un arrivo di gente che si ama; un sorriso; un gesto.A tal proposito mi piace ricordare un episodio accadutomi anni fa: un giorno, mi trovavo in campagna a chiacchierare con un contadino, c’era un campo di grano tra giallo e verde, quasi maturo, in mezzo alle spighe macchie ancora di giallo di margheritine di maggio e verdi delle loro foglie, altre macchie rosse di papaveri; il sole che cominciava a scendere dietro i colli, accarezzava con una luce radente quella gioia di colori. D’un tratto quello si tacque, guardò il sole, guardò il campo, guardò me, fece con il capo un gesto come di compiacimento, mi indicò il campo con un gesto largo e lento del braccio da sinistra verso destra con il palmo della mano rivolto verso l’alto. Mi comunicava e decantava l’incanto di quel paesaggio: stava facendo poesia, non scritta, non parlata, detta con dei gesti e col silenzio, quasi non avesse voluto turbare la poesia del paesaggio. Ungaretti intitolò una sua raccolta poetica “Sentimento del tempo”, e questo è anche la poesia: sentimento del tempo, ma anche dello spazio, ma della vita, direi, per incorniciarla in uno spazio più ampio. Anche quando della poesia, ma dell’arte tutta sono oggetto il brutto, il cattivo, il male, loro scopo non è quello di celebrare il brutto, il cattivo, il male, ma di suscitare di essi l’orrore. A prova di quanto affermo, vorrei ricordare quanta repulsione possa suscitare l’osservazione della rappresentazione della guerra in opere d’arte o in poesie, si pensi al quadro “Guernica” di Picasso. E per la poesia, a “San Martino del Carso”, di Ungaretti o, sempre di lui, come non ricordare quel trattato in nove parole sulla precarietà della vita in guerra, che è “Soldati”? Riguardo al merito del concorso, desidero ricordare che personalmente, non ho voluto esprimere valutazioni sui testi presentati, ritenendo la mia soltanto una funzione di riferimento e di garanzia dello svolgimento corretto e limpido delle operazioni di valutazione. Presiedere, a mio giudizio, significa rimanere super partes, e esprimere voti significa, invece, parteggiare. E ho fatto questa scelta con l’assenso pieno dell’organizzatore, che d’altronde l’ha condivisa. Ciò, tuttavia, non mi ha, ovviamente, esentato dal leggere tutte le poesie, nella loro forma anonima, e su di esse, in generale, senza particolari riferimenti personali ai poeti (soltanto giorni fa ho avuto, ma ancora non ho voluto conoscere gli accoppiamenti nomi-codici), desidero esprimere alcune mie considerazioni. Non giudizi, ma semplici riflessioni, opinabilissime, e qualche suggerimento, non da critico, ché non lo sono, ma al più da lettore e da modesto praticante di poesia. La prima considerazione che mi va di fare è che le poesie esaminate, in generale, non temono il confronto con tanta poesia che viene pubblicata su molte antologie e riviste, anche, specialistiche. Si legge nei testi di alcuni poeti tanta buona poesia, accanto a versi meno interessanti, cosa che normalmente accade, del resto, anche ai grandi poeti; in altri concorrenti questi versi felici sono più rari, almeno in alcune delle loro liriche. Fra i primi, mi sembra si possa intuire un più abituale impegno all’attività poetica, e, credo, anche la costante frequentazione della grande poesia, dal che ne deriva una buona conoscenza e un buon uso delle forme di essa; fra i secondi, mi sembra di leggere una più scarsa e, forse, occasionale applicazione all’attività poetica, e, a volte, si riscontrano superficialità e improvvisazione, talché, in qualche caso, si potrebbe azzardare che l’ispirazione sia nata proprio dalla volontà di partecipare al concorso. Cosa, questa, tutt’altro che deplorevole, a mio giudizio, ma, invece, doppiamente encomiabile, perché dimostra da una parte che il desiderio di comunicare può stentare a emergere e può essere determinante allo scopo qualcosa che venga a incentivarlo; e, dall’altra, che tutto ciò che promuove l’interiore stimolo a comunicare il proprio pensiero sotto qualsiasi forma è qualcosa di positivo. E i concorsi letterari bene assolvono a questa funzione. Di quasi tutte le liriche mi ha piacevolmente impressionato quella che a me sembra quasi una costante ricerca di modernità, e però, in alcuni casi, essa appare come un abbandono della convenzionalità dell’espressione e delle forme poetiche, più ricercata che spontanea, fino, a volte, ai limiti della pura esteriorità. La modernità è la molla della vita! Senza quell’insieme di sviluppo, di innovazioni, di modificazioni nell’intendere e affrontare i problemi, di spingere in avanti lo sguardo, ciò che, appunto, chiamiamo modernità, la vita si sarebbe fermata, e saremmo rimasti a ristagnare perennemente nelle foreste e nelle caverne. Pertanto, ben venga la modernità a portare il nuovo nella vita, e in qualsiasi attività umana, comprese quindi le arti, le lettere e, fra queste, la poesia. È una modernità autentica, però, a mio parere, che dobbiamo costantemente perseguire; non quella modernità, forzata e non reale, che è la voglia di stupire, di volere essere o, peggio, apparire proiettati in avanti a ogni costo, e in qualsiasi manifestazione, fino a rischiare di cadere nella pura imitazione di forme o stili senza che questi niente aggiungano alla reale sostanza dei contenuti. Ora, in alcune di queste poesie, leggo un’accettabile modernità, quella che pur ispirandosi a un contesto di vita che è quello del nostro tempo, niente sacrifica, però, dei valori non caduchi del passato, pur cogliendo quelli della contemporaneità. Qui si rivelano, inoltre, una discreta ricchezza e un travaglio interiori, dal che scaturiscono versi di buona poesia, e una buona espressività poetica. Ma leggo, anche, nelle liriche di alcuni concorrenti, una tendenza, che spesso ritorna in più di una lirica dello stesso poeta, a lasciarsi affascinare da quella falsa modernità, di cui dicevo, magari puntando su una disposizione meno usuale dei versi, una sorta di imitazione del calligramma, che, a volte, poco o niente aggiunge, forse, all’essenzialità del messaggio. Pur tenendo conto del fatto che la poesia, in fondo, si sostanzia anche dell’alternarsi di spazi di scrittura e di spazi bianchi. Mi sembra opportuno ricordare che questo, e così altri concorsi letterari non sono fatti certamente per ‘laureare’ scrittori, o poeti, ma perché possono assumere la funzione di stimolare il piacere di scrivere in tanti che, magari, credono di non avere niente da dire e non provano mai a prendere una penna in mano, o a sedere, oggi, davanti a una tastiera; e in tanti altri che, e ce ne sono molti, riempiono cassetti di scritti, ma ritenendo che non potranno mai interessare a nessuno, in quei cassetti li lasciano muffire. Se di queste schiere dovessero far parte alcuni fra i partecipanti a questo concorso, mi permetto di consigliare loro di non commettere il grosso errore di lasciarsi indurre a non scrivere più, nel caso dovessero ritrovarsi fra quanti sono stati eliminati o non hanno ottenuto quel riconoscimento che speravano. Lo dico, perché so che spesso questo accade.Molti ragazzi che a scuola odiano scrivere e lo temono, spesso sono il prodotto di qualche insegnante che li ha convinti di non sapere scrivere, mortificando ciò che scrivevano. Quindi, chi non ha superato il vaglio della giuria, deve sempre tener presente che ciò non significa che le sue poesie non valgano o valgano meno di altre, ma, al più, che non hanno ottenuto il consenso della maggioranza di questi particolari giudici, che hanno valutato secondo le loro particolari predilezioni culturali, secondo le loro personali concezioni della vita, secondo il loro gusto, secondo i loro canoni. Altri giudici avrebbero potuto (o potranno, in futuro), giudicare diversamente, in maniera completamente difforme i loro componimenti. Perché qualsiasi giudizio su ciò che non è perfettamente misurabile risulta, a mio parere, necessariamente soggettivo e opinabile. E poi, scrivere, in fondo, è un dialogare con se stessi, un mettere ordine nelle proprie idee, nei propri pensieri, nelle proprie riflessioni, in definitiva, nella propria vita. È, quindi, anche una maniera di crescere; è una costante maturazione, un conoscersi sempre meglio. Attraverso la scrittura indaghiamo noi stessi e ci confessiamo anche ciò che, forse, dispiacendoci scoprire, proiettiamo in un alter ego che lasciamo agire più scopertamente in una poesia, in un racconto, in una storia che ci inventiamo. Un nota dominante che ispira, mi pare, la maggior parte di queste poesie, è l’amore. Ciò mi induce a ritenere, e mi conforta, che i poeti siano in maggioranza giovani, e, forse, anche alle prime esperienze poetiche, o, quanto meno, alla prime apparizioni pubbliche. Questa è una semplice constatazione non un volere sminuire il valore della poesia d’amore, perché, l’amore, ritengo, è uno dei più belli e degni sentimenti dell’uomo, sentimento che solo l’uomo prova. Quindi non è mai troppo decantarlo e narrarlo, però, è anche vero che la poesia, come la letteratura, ma anche l’arte devono cercare e trovare ispirazione in una totalità di interessi e di temi, senza restringere il campo a uno soltanto o a pochi soltanto. Né si deve temere di ispirarsi alle idee politiche, che ciò è sempre accaduto e continua ad accadere.Sottolineo questo particolare aspetto a contributo di un recente dibattito su facebook dialcuni amici che, partendo da alcune considerazioni di Quasimodo su ciò che è la poesia, si sono divisi tra chi sostiene che la poesia possa trovare ispirazione anche nella politica e chi lo nega. Io non vedo lo scandalo di fare poesia politica, poesia civile, si diceva un tempo, perché se la poesia si ispira alla vita non può trascurare la politica, perché politica è vita, se alla politica si attribuisce, come in realtà le appartiene, il suo giusto scopo di organizzazione della vita sociale di tutti i cittadini, con la partecipazione e il contributo di tutti i cittadini. Infine, a quanti si troveranno fra le mani questi volumetti, desidero rivolgere un suggerimento: che siate lettori abituali o occasionali, che amiate o no la poesia, leggetele queste liriche con interesse, pur avendo io letto, ancora, soltanto le poche presentate al concorso, sono certo che non vi deluderanno. Noto, marzo 2011 Benito Marziano
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 CONCORSO LIBRI DI-VERSI
IN DIVERSI LIBRI
in memoria di Carmela Monteleone
Edizione 2011 - 2012
LE COPERTINE TUTTE DIVERSE
DEI LIBRI DI VERSI
DEGLI AUTORI SELEZIONATI
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CORSO
GARIBALDI 41
50
anni ancora
giusto
il tempo
per
risistemare pazientemente
le
idee
i pensieri
le emozioni
di
quei giorni trascorsi serenamente.
50
anni ancora
giusto
il tempo
per
crescere e imparare a capire
il
significato dei giorni andati.
50
anni ancora
giusto
il tempo
per
prendere in mano la penna
e
iniziare a scrivere
di
quella libreria dove costantemente,
si
riunivano a qualunque ora del giorno
tutti
coloro che avevano appreso un segreto:
imparare
a gustare meglio la vita
assaporandola dalle parole di ogni libro.
50
anni ancora
giusto
il tempo per capire
se
fra quelle persone vi sia
un
Prévert, un Rimbaud, un Verlaine,
uno
Shelley, uno Joyce, una Saffo, un Neruda,
un
Lorca, un Hikmet, un Elitis, un Ibsen
50
anni ancora
giusto
il tempo per invecchiare
io
loro
e se il destino
vorrà
sederci
a un tavolino in un bar
come
solevano fare i poeti francesi
e
iniziare a scrivere,
tutti
insieme
ripercorrendo
quei giorni,
la
storia andata
ma
mai perduta
di
quella libreria
del
suo filosofo
di
noi
50
anni ancora
giusto
il tempo
per
prepararci a raccontare
a
chi ancora dovrà aprire gli occhi
a
questo mondo
il
segreto per saperlo gustare
50
anni ancora
giusto
il tempo
di
sperare che menti migliori di noi
ci
sostituiscano portando avanti
tutto
ciò che è stato creato
allinfinito
Carmela
Monteleone
Avola 16 Febbraio 1996
CARMELA SE N'È ANDATA A TRENTANOVE ANNI...
Ho conosciuto Carmela Monteleone. Ho parlato con lei tante volte. Sono riuscito pure a fotografarla nella mia libreria… Era lei che mi parlava delle sue difficoltà, mentre io le parlavo in un modo assurdo della sua “assurda” situazione esistenziale (modo che lei accettava, curiosamente). Riuscivamo assieme a trovare il comico, pur in quelle situazioni estreme e, curiosamente, riusciva anche a riderci sopra come pochi a questo mondo sanno fare. Le ho pubblicato un libro, che è il diario terribile della sua malattia. Con lei ho parlato quasi sempre di questo e di libri. Una volta mi telefonò e mi disse di inventare qualcosa per sollevare sua madre gravemente ammalata; mi chiese di parlarle di un libro qualsiasi, di un libro che potesse distrarla dalla malattia. Anche se sono stato sempre restio a promuovere libri per telefono, feci la telefonata e parlai con la madre dell’ultima pubblicazione di uno dei miei autori. La madre s’impegnò a ritirare presto quel libro e la lasciai alquanto sollevata per un po’ dai problemi contingenti di salute, problemi che poi la portarono alla morte. Ricordo quella donna come una persona speciale, attenta a tutte le pubblicazioni di scrittori avolesi; posso dire che trasmise a Carmela lo stesso amore per i libri… Così tra un libro e l’altro, tra un libro suo e tanti altri libri, anche non suoi, ha forse trascorso meglio la sua breve esistenza. Carmela viveva sola, molto più sola di quanti già vivono la solitudine, anche stando in compagnia di altri. Carmela aveva come punti di riferimento soltanto il sito internet avolesi.it (oltre al mio, naturalmente), Roberto Rubino, Leonardo Miucci, Antonello, suo fratello, Valeria, sua cognata, e i suoi nipotini (a cui regalava di tanto in tanto dei libri) e forse, immagino, anche me e Liliana. Partecipava alle presentazioni di nuovi testi (la più toccante di tutti fu per lei quella dell’opera di Lucia, a Noto… Venne con la mia macchina e parlammo di quell'altra esperienza al limite). Attraverso il superamento di parecchie difficoltà aveva partecipato anche a qualche serata di “Avola in laboratorio”. Carmela ci telefonava spesso dopo il superamento di ogni sua crisi e, recentemente, credo giovedì sera, ci chiamò e rispose al telefono Liliana; io non ho dovuto dire, come al solito, che era colpa della primavera, del cambiamento di stagione se anche io, come lei, non avevo energie… Questa volta, invece, non ha avuto il modo di telefonarci… Né telefonerà... Liliana è andata a trovarla con Paoletta proprio quella domenica. Mi dice ancora di provare, come tutti noi, una grande difficoltà ad accettare che Carmela non ci sia più.
Francesco Urso
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BIOGRAFIA LETTERARIA DI CARMELA
Il Giugno 1995 porta fortuna a Carmela MONTELEONE, che dopo anni di scrivere celato agli occhi delle gente, decide di partecipare al concorso nazionale di Poesia "G. Villaroel", aggiudicandosi il 5° Premio ex-aequo. Automaticamente diventa Accademico dell’Accademia Costantiniana di Lettere, Arti e Scienze di Palermo che aveva bandito il premio. In quello stesso anno si succedono a catena vari riconoscimenti. Il Premio Letterario Internazionale "Omaggio a Pirandello" (1° posto) e i Premi: "Leaders, i protagonisti del 1995", il Super Prestige "SelEuropa", il Super Premio "Passaporto". Ma la delusione arriva quando vince la Prima fase del Premio Eco della Critica "Poesia Donna" e si vede costretta a rinunciare alla seconda fase per motivi economici. Nel 1996 entra a far parte del Centro Studi "Mario G. Restivo" di Palermo. L’inventiva la porta a contibuire alla realizzazione della "1° Mostra del Segnalibro" tenutasi ad Avola e nata come conseguenza del concorso, a cui lei stessa partecipa, "Un racconto per un segnalibro". L’idea di tutto ciò fu delle case editrici avolesi "Urso" e "Gepas". Nel Giugno 1996 le vengono assegnati i Premi "Lev Tolstoj" (3°posto), il prestigioso Premio Internazionale di La Spezia "5 Terre". Sempre nello stesso anno le vengono assegnati i Premi: "Agenda Poetica 1997", "Don Carlo Prandi", "Trinacria". L’Assessore alla Cultura e alla P.I. che operava ad Avola nel 1996, dato i suoi alti meriti, la inserisce nella Commissione Giudicatrice del Premio di Poesia in memoria di "Rita Atria". Nel Gennaio 1997 inizia la collaborazione con le riviste letterarie "Logos" e "Il Tecnologo" alternando il suo scrivere fra poesie e racconti. Un regalo importante le viene nello stesso anno con il Premio Speciale della Giuria "Il Golfo". Seguono il Premio Nazionale di Narrativa "Gesualdo Bufalino" (1° posto), il Premio "Surrentinum" (4° Posto), il Premio "Le stelle 1997". Nel Gennaio 1998 si inserisce nelle associazioni "Archeoclub" e "Fidapa". Sarà proprio quest’ultima organizzazione che si impegnerà per la presentazione pubblica del suo primo libro di poesie "Le Urla del tuo mare" (Nicola Calabria Editore). Con il permesso dell’Editore, decide di donare una parte dei suoi libri all’Associazione Telefono Arcobaleno di Avola presieduta e fondata da Don Fortunato Di Noto. Il ricavato andrà all’Ass. per la lotta contro la pedofilia. Sono dello stesso anno i Premi "G. Bufalino" (2° posto) e la "Coppa d’Oro del Successo". Nel Gennaio 1999 inizia la collaborazione con il periodico d’informazione "CIA informa" del Comune di Avola e col bollettino itinerante "Carletto". Fa il bis anche con il Premio "Surrentinum" e vince anche i Premi "Poesia in lingua straniera", "Enciclopedia dei Poeti Siciliani" e "Agenda Poetica 2000". Il 2000 le regala il premio "San Teodoro" e il tris con il "Surrentinum". In agosto 2005 pubblica al n. 21 della collana ''Araba Fenice" con la Libreria Editrice Urso Schegge… di un copione ingabbiato.
LUNEDI’ 21 maggio 2007 TRA UN LIBRO E L’ALTRO ANCHE CARMELA SE N'È ANDATA
A TRENTANOVE ANNI... |
I «Libri di-versi in diversi libri»
in memoria di Carmela Monteleone
«Libri di-versi in diversi libri», in memoria di Carmela Monteleone è il titolo del Concorso Letterario Internazionale indetto dalla editrice Urso e riservato alla poesia in lingua italiana. Questo concorso, come il precedente «Inchiostro e Anima», è nato su facebook, utilizzando virtualmente e virtuosamente questo strumento per comunicare in tempo reale.
«Noi tutti - dice Urso - assieme a tanti altri, crediamo possibile una società di poeti e crediamo inoltre che la poesia sia fondamentale per pensare la vita e sognare un altro modo di vivere».
Ideatore e organizzatore del Concorso nell'edizione 2011/2012 è Francesco Urso. La Commissione giudicatrice, presieduta da Benito Marziano, è composta da: Liliana Calabrese, Mia Vinci, Salvatore Di Pietro, Antonino Causi, Nino Muccio, Corrado Bono, Elio Distefano, Maria Restuccia, Orazio Parisi, Giovanni Manna, Lilia e Marco Urso.
I premi consistono in libri.
Nell'intenzione di accogliere la poesia del maggior numero di concorrenti, l'editore, ha voluto a ciascuno autore selezionato dalla giuria, riservare il premio di una pubblicazione. Ogni pubblicazione avrà una differente copertina.
Nel contesto di questa logica esaltante, qual è la scrittura, l'editore ha voluto riservare ai primi tre poeti selezionati premi particolari (cento copie di un proprio libro al primo classificato e omaggi di libri della Libreria Editrice Urso al secondo e terzo classificato).
In questo concorso vengono banditi pergamene, coppe, medaglie e trofei vari, così come vengono rigorosamente esclusi finanziamenti pubblici.
«Un grazie sentito - conclude Urso - a quanti hanno con noi condiviso l'esperienza, giurati, poeti e chiunque faccia eco alla presente iniziativa». Il 25 marzo verrà bandito il regolamento del nuovo concorso letterario per il 2012/2013.
Carmen Orvieto

19/01/2012
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CONCORSO LIBRI DI-VERSI:
VERSO UNA "SOCIETÀ DEI POETI"
Questo concorso di poesia, così come quello precedente, “Inchiostro e anima”, nasce su Facebook, il social network più famoso al mondo. Che è anche la comunità di poeti più numerosa che si sia mai vista. Facebook è certamente una comunità virtuale, e per questo motivo gli si dà poca importanza, considerandolo in genere un gioco, un passatempo di poco conto, quando non lo si addita addirittura come inutile e persino insidioso, perché subdolamente utilizzato da persone dalla falsa identità e da lobbies con interessi "mascherati". Ma, ammesso che sia così, qual è la differenza con la comunità reale? Facebook può essere, e sicuramente lo è per molti, un passatempo più o meno utile o, come piace, più o meno inutile, ma l'attenzione notevole che sia le scienze umanistiche sia quelle biologiche e di ingegneria sociale a livello internazionale fanno insistere su di esso è proprio per la sua caratteristica peculiare di social network e per gli effetti innovativi, non solo a livello tecnologico, che in tal senso esso determina nella nostra realtà. E qui bisogna fare attenzione, a non continuare a considerare il virtuale come il contrario di reale. Così come oggi sappiamo quanto sbagliamo nel ritenere la parola "artificiale" come il contrario di "naturale". Nella storia dell'evoluzione umana, il concetto di natura ha bisogno, come dire, di un'autocorrezione, inglobando in sé tutte le attività che l'uomo ha esercitato su di essa, modificandone profondamente gli esiti nel tempo. Per questo motivo, diciamo, con Luca Cavalli Sforza, che l'evoluzione culturale dell'umanità ha acquistato un'importanza maggiore della sua stessa evoluzione biologica, che dalla prima è stata significativamente "condizionata". Facebook, inoltre, come dicevo prima, ci ha dimostrato in maniera inequivocabile che una società di poeti è realizzabile. Una "società dei poeti", dunque, proprio grazie a social network come Facebook, non è più un'utopia. E questa può essere considerata una nuova conquista umana rispetto al passato, in cui già l'invenzione della società aveva intensificato i rapporti fra gli individui, garantendone oltretutto la sopravvivenza. La stessa società, come ho appena detto, è dunque un'invenzione umana. Ma, contrariamente a chi pensa che la società ci allontani dallo stato di natura (quella che paradossalmente proprio i poeti chiamano l'età dell'oro), la società è il nostro stato di natura. Come direbbe Hume, la società è specie-specifica. Allora, quando parliamo di poesia, dobbiamo necessariamente fare riferimento alla società. Ancora Hume ci dice: “Nessun desiderio è pensabile senza qualche riferimento alla società”. E aggiunge: “Lasciate che tutte le forze e gli elementi della natura concorrano a servire e obbedire a un solo uomo. Lasciate che il sole sorga e tramonti al suo comando, che il mare e i fiumi scorrano a suo piacimento, e che la terra fornisca spontaneamente qualunque cosa possa essergli utile o piacevole. Sarà ancora un infelice, finché non gli sarà data almeno una persona con cui poter condividere la sua felicità, dalla cui stima e amicizia egli possa trarre piacere”. Io direi che è proprio questo principio di socialità, che possiamo legittimamente chiamare con Hume “principio di simpatia” (v. Alessandra Attanasio, Gli istinti della ragione, Bibliopolis 2001, pp. 195 e sgg.), la fonte sia della società sia della poesia. Perché, oltretutto, dire poesia e dire società è in fondo la medesima cosa. Né le invettive dantesche, né il pessimismo cosmico leopardiano, per citare due tra le più emblematiche figure della nostra poesia (e non solo nostra), possono essere affrontate fuori dal binomio poesia/società. Le passioni individuali di odio, risentimento, ecc., sorgono nella comunicazione più che nel carattere delle persone. Cos'è la poesia, se non la forma più alta di comunicazione? Da qui il principio di simpatia come principio della società. Scrive infatti Alessandra Attanasio: “La simpatia è una passione che entra direttamente nei sentimenti degli altri...”. Il presente concorso di poesia si inserisce dunque a pieno titolo in questo contesto di rinnovamento profondo del senso della poesia, che è anche la volontà di contribuire a un rinnovamento profondo della stessa società umana.
Orazio Parisi
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REGOLAMENTO
LIBRI DI-VERSI IN DIVERSI LIBRI
NELL'EDIZIONE 2011-2012
IN MEMORIA DI CARMELA MONTELEONE
1.
E’ prevista
una sola sezione: Poesia;
2.
Possono
concorrere autori di tutto il mondo, con testi esclusivamente in lingua
italiana.
I concorrenti, partecipando, dichiarano implicitamente che i testi presentati sono di loro composizione, inediti, e
accettano tutte le norme che regolano questo concorso. Gli autori rinunciano ai
diritti sulle loro opere oggetto del concorso e non potranno richiedere alcun
compenso alla Libreria Editrice;
3.
Si partecipa
inviando un file in word contenente tre poesie, senza limiti nella
lunghezza dei versi; l’invio degli scritti, con a
margine le generalità complete relativamente a nome e cognome, indirizzo
aggiornato, completo di recapito telefonico, deve essere inviato entro il 30 luglio 2011 per posta
elettronica a info@libreriaeditriceurso.com. Dopo
l’invio, per aver certezza che tutto sia andato a buon fine, attendere conferma
di ricezione del materiale da parte di Francesco Urso;
A)
I dati
personali saranno trattati secondo quanto disposto dalla legge sulla
privacy 675/’96 e successive modifiche;
B)
Gli
elaborati inviati saranno considerati solo ed esclusivamente ai fini del presente concorso;
4.
La
valutazione del materiale pervenuto sarà affidata a dei giurati che valuteranno
entro il 15 settembre 2011 le tre poesie di ogni concorrente, esaminandole
in forma rigorosamente anonima e senza le biografie degli autori. La giuria,
presieduta da Benito Marziano, è composta da: Liliana Calabrese,
Mia Vinci, Salvatore Di Pietro, Antonino Causi, Nino Muccio, Corrado Bono, Elio Distefano, Maria Restuccia,
Orazio Parisi, Giovanni Manna, Lilia,
Marco e Francesco Urso;
5.
I
partecipanti non dovranno versare alcuna tassa di iscrizione o tassa per spese
organizzative; unico obbligo
riguarda soltanto i selezionati dalla giuria fino ad un massimo di cento (100) autrori. Questi ultimi dovranno
versare una quota di compartecipazione di € 30,00 entro il 30 settembre 2011,
pena l’esclusione dal concorso;
6.
I nomi degli autori classificati ai primi
tre posti saranno ufficializzati domenica 25 marzo 2012 alle ore 17,00 con
una manifestazione in un locale pubblico della provincia di Siracusa
prontamente comunicato a tutti al momento opportuno, mentre dall’1 marzo 2012 saranno comunicati tutti i nomi degli autori
selezionati.
7.
I premi riservati
ai primi tre consistono:
a)
1°
classificato: Stampa di cento (100) copie di un libro di sue poesie di 56
pagine a totale carico della Libreria Editrice Urso;
b)
2°
classificato Buono acquisto di libri pubblicati dalla Libreria Editrice
Urso, per un importo di € 250,00 e stampa di una copia di un libro di 56
pagine con le sue poesie;
c)
3°
classificato Buono acquisto di libri pubblicati dalla Libreria Editrice Urso,
per un importo di € 150,00 e stampa di una copia di un libro di 56 pagine
con le sue poesie;
d)
per
tutti gli autori selezionati (oltre il 3° classificato): stampa di una copia di
un libro di 56 pagine con le sue poesie.
e)
Ogni autore selezionato deve far pervenire un file con
altre sue 45 poesie con la seguente logica: titolo di ogni poesia tutto in maiuscolo, font
delle poesie in Times o Times New Roman, corpo 12, e interruzione di riga tra
una poesia e l’altra;
f)
Ogni autore selezionato deve
aggiungere una sua foto in estensione jpg e una sua biografia aggiornata di massimo 24 righe di pagina A4 in
pagina Word, font 12 Times o Times New Roman;
g)
Ogni autore selezionato deve far pervenire anche una
sintesi critica della raccolta poetica
inviata (cioè delle 45 poesie) di lunghezza massima 24 righe formato A4 in
pagina Word, font 12 Times o Times New Roman;
La
Libreria Editrice Urso si impegna a pubblicare ad ogni autore selezionato una
copia di un libro di versi e, quindi, realizzerà tanti libri diversi sia
per grafica di copertina sia per le poesie in essi contenute. Pertanto, a tutti
gli autori selezionati, dal secondo classificato fino all’ultimo selezionato, dalla
Libreria Editrice Urso verrà stampata e consegnata all’autore il 25 marzo 2012
una copia di un libro con le sue poesie selezionate fra le 45 inviate. I volumi
saranno nel formato cm 16 x 22, di 56 pagine ognuno, con copertina a colori su
grafica della Editrice, e con risvolti, con all’interno carta Fedrigoni Arcoprint avorio. In uno dei
due risvolti sarà collocata la foto dell’autore e la sua biografia, e nell’altro
la sintesi critica della propria opera poetica. La settimana precedente la
chiusura della manifestazione tutti i libri realizzati con le diverse copertine
saranno esposti in varie pagine internet e, alla fine, il 25 marzo 2012, nel
locale pubblico sede della manifestazione conclusiva del concorso;
8.
I concorrenti assenti alla serata
conclusiva riceveranno i premi a loro riservati fino al loro
domicilio, a cura e spese della Segreteria del Premio;
9.
Parte
dell’eventuale ricavato in eccesso rispetto a tutte le spese organizzative
e a quelle della stampa dei volumi, sarà
devoluto a favore dell’ANED (Associazione nazionale dializzati e trapiantati).
Si prega di diffondere il suddetto bando in ogni spazio possibile
Per ulteriori informazioni in Facebook nella pagina Libri di-versi, in memoria di Carmela Monteleone,
oppure nella pagina della libreria Editrice Urso https://www.libreriaeditriceurso.com/di...versilibri.html |



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