Grazie per aver visitato questo spazio dedicato alla POESIA DELLA SETTIMANA. Qui puoi scrivere e lasciare la tua poesia.
|
Nome |
POESIE con eventuali Commenti |
|
NON VOGLIO FAR FINTA
Non siamo infrangibili
E umani e finiti, così ci han pensati
Eppure siamo un senso che va oltre
Abbiamo carne preziosa
e sensi e pulsazioni da dire grazie
per quel che siamo, per i fiori del pensiero
Grazie se ritorniamo in piedi
Se crediamo alla vita
-che sia armonia anche l’imperfezione
abbiamo cura del dono ch’è di tutti
dal filo d’erba al luminare di una scienza
Non voglio far finta di niente
se un seme è schiacciato al nascere
se un uomo fa il carnefice
-becchi d’uccelli gridano
il cielo non sempre accoglie
Non voglio non vedere
com’è violenta metà natura
e come s’arrende l’altra
|
567) |
Emanuele Insinna  |
Città: Palermo |
|
|
Qui nacqui
Qui le ginestre nascono
su margini di strade antiche
lastricate dal fuoco di nera lava.
Il vento di mare gioca
con l’elegante palma
snella e ondeggiante.
Le sue donne brunite d’ombra e di luce
hanno gli occhi di sole,
guance di gentile rossore
e sul bianco delicato petto
seni di madre
ma quale fiamma sveglia
un suo sguardo.
I tuoi menestrelli
cantano,
lo splendore della tua storia,
il tuo alloro, la tua gloria,
le grandi gesta d’Orlando paladino.
Da queste meraviglie
il silenzio di una civiltà sepolta,
porta quest’olocausto in cui cammino
e un dolore che dà vertigini.
Tutto mi emoziona,
tutto mi è caro,
perché in queste realtà nacqui
da genitori nati qui,
i loro padri e i padri dei padri
nati da questa terra
e qui vivo
con la forza dell’edera
e della gialla semplicità
delle odorose ginestre.
|
566) |
Santina Gullotto  |
Città: Randazzo (CT) |
|
|
E, SE SPERI?
Se speri ritorni ad amare
e torni di nuovo a cantare;
intorno di nuovo ti guardi,
rivedi il sole che splende,
ascolti il vento che arriva a portarti
le note di una canzone che ha dentro
il sapore di un tempo.
E, se speri senti meno il dolore,
di ogni giorno che passa
nell’indifferenza di chi non ti ascolta,
di chi non riesce a vedere,
mentre sfiorisci e soccombi,
nella triste realtà di ogni giorno
che finisce con invano sperare…
E, se speri? E’ poco meglio di non sperare…
Varcherai quel deserto che hai intorno
per arrivare all’oasi dei tuoi sogni…
E ritorni con la mente a quel tempo,
dove hai perduto il cuore e i sentimenti
quando tutto sapeva di vita normale,
rigogliosa di rispetto e calore,
ormai fuggiti da questo tempo,
che di sano niente più avrà….
Santina Gullotto.
|
565) |
Benito Marziano  |
Città: Noto |
|
|
A Ruben
Sole che giungi a scaldar l’inverno
dolce germoglio dell’ultimo ramo
di vecchia pianta oggi rinverdita
ti ho atteso sai
anzi ti attendevamo
e mentre ti affacciavi a questo mondo
che curiosa la vita
la gioia accoglie come il dolor
col pianto
così ci guardavamo con la nonna
e intanto piangevamo
ora passati appena pochi giorni
questa sera sembrava mi guardassi
e io scorrevo immagini
già ti vedevo crescere
e volevo che tu crescessi in fretta
per sapere di più della tua vita
ché le mie primavere ormai son tante
e che crescessi intanto non volevo
ché voglio ancor per tanto stringerti al petto
e giocare con te di già bambino
bambino anch'io
e le lacrime con cui ti accogliemmo
si mutino per te in gioie e riso
millecuplicati e poi ancor per mille.
|
564) |
francesco  |
Città: avola |
|
|
Jornu (Giorno)
Jornu binirittu e malirittu
ca va e veni senza ccà lassi ciù nenti
Navota mi puttajutu l'arrifriscu
quannu m'agghiurnava di lu sonnu.
Ah... li bei tempi passati,
quannu m'affacciava da finestra,
i passareddi n'ta lu cielu sbulazzavunu
cantannu o novu jornu la sò festa.
E i picciriddi... ca jucavunu a li scoppa,
e ogni tantu c'era cu scappa scappa.
Ora jornu chi mi potti?
chi tu scurdasti ca a vita cangiavu?
Nenti mi resta ro tempu ca passau
sulu amirizza n'ta lu cori m'arristau.
|
|
 martedì, 25 dicembre 2012 11:01
BIMBO, COMETA DI UMILE SAPIENZA
Tende l'arco lo Spirito
schiocca il fascio luminoso
che sibila tra i cieli.
Nomina le distanze
squarcia con il bagliore
l'immensità del tempo dell'Attesa.
Prolifera di scintille la volta celeste
brulicano di stupore e meraviglia le novelle stelle
profusioni lucenti di cammini ignoti.
Si accende a cascata l'infinito
senza tempo della Cometa
che ferma il suo viaggio
sul vagito del mistero
svelato .
Bimbo di indicibile umiltà
nel giaciglio della mia mano
dormi la pace
di una notte azzurra.
E mentre assorta veglio sul tuo candore,
impercettibile
una goccia d'Amore mi riga la guancia
e incauta bagna la tua fronte...
Sorridi , grazia innocente,
dalla culla della mia mano
e ti scaldi al tepore
del mio respiro
che poggia il capo stanco sulle fasce
celesti della tua gloria.
La tua piccola mano mi regala
musica d’arpa quando,tenera tocca i fili
dei miei capelli
E come piuma i miei pensieri
si alzano e
si fanno luce stellata
ad accrescer la gioia
della cometa messaggera
di Umile Sapienza.
|
562) |
Rita Stanzione |
|
|
 venerdì, 21 dicembre 2012 20:00
Quinta stagione
Stanotte che la tramontana
spazza i cancelli
non vedo il nord né stelle di ghiaccio
sulle mie montagne, strette l’una all’altra
C’è un sole, nascosto nella luna
che mi brilla intorno
fuga di luce d’una quinta stagione
La notte più lunga
corre nel nido dove hai bussato
s’allarga agli occhi il buio
per far posto a te
|
|
 venerdì, 21 dicembre 2012 18:49
SORRIDO IN TE
E tu mi chiedi di cantare una canzone
mentre sono distesa sulla battigia
lambita dal mistero,
nell’ora in cui guardo l’arancia solata
farsi spicchio all’orizzonte.
Mi chiedi anche un grido che schiuda
le gemme del pesco,
foriere di amori nuovi a primavera
perché non trapassino già
nel nascere, in foglie gialle, in balia
dai venti vorticosi dei miei pensieri
che io a fatica fermo
con il palmo della mano
che mi tocca la fronte.
Al silenzio, si disseta l’insondabile.
Ed è muta l’emozione
sul volto distante
segnato da una voce di nebbia
con indelebile carezza.
All’ignoto che irrompe invece io chiedo,
per questo mio sorriso,
che abbia l’eternità dei colori
del rosso del sole al tramonto e
del rosa di gemma a primavera.
Chiedo che una melodia
silente l’accompagni
con passi di danzatrice
Lieve e velata.
E te ne avrei fatto dono io stessa di questo sorriso
fatto di meraviglia e di vago stupore,
se tu non ne avessi già
respirato
la sua visione.
|