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ISBN 978-88-6954

per
Fra Ugo Van Doorne

 
Novitàcopertina NERO MA BELLO

Fra Ugo Van Doorne,
Nero... ma bello – Antonio di Noto detto l'Etiope,
Libreria Editrice Urso, Collana "Cammini" n. 15
2021, 16°, pp. 68, € 7,00 – ISBN 978-88-6954-303-6
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Presentiamo la vita documentata di Antonio di Noto, detto l’Etiope per il colore della sua pelle e per l’origine africana. Strappato ancora ragazzo dei pirati alla natìa Barca o Barce, in Cirenaica (Libia), egli visse da schiavo domestico per quarant’anni ad Avola e Noto (Siracusa). Tutti lo ebbero amico: lo chiamavano familiarmente Cio Antoni (zio Antonio). Reso libero, visse eroicamente l’esperienza eremitica nel deserto dei Pizzoni. La santità della sua vita si misura dalle capacità da lui dimostrata nel decifrare gli avvenimenti e i problemi del suo tempo con il contributo umile di lavoro, di fraternità e di mitezza.

 

copertina
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Padre Ugo Van Doorne Eremita

Frammenti di pane – Un pensiero per ogni giorno dell'anno
2018
, 8°, Libreria Editrice Urso, Collana "Cammini" n. 12, pp. 160, ISBN 978-88-6954-194-0, € 12,00
Con "Presentazione" di S. Ecc. Mons. G. Malandrino (Vescovo emerito di Noto) e con "Prefazione" di Mons. Corrado Contarina acquista

"(...) Con la presente raccolta di pensieri per ogni giorno dell'anno, P. Ugo Van Doorne ci offre una perla di spiritualità che certamente ci permetterà di "arricchirci davanti a Dio" (Lc 12,21).
Nello spezzare in frammenti quotidiani il pane della Parola, Padre Ugo ci aiuta a sintonizzare la nostra vita con i ritmi della Sacra Scrittura, nella quale troviamo il giusto valore del tempo e il senso della sua suddivisione in giorni. Si può dire che la frenesia del fare, la corsa e lo stress che caratterizzano l'uomo d'oggi siano dovuti in gran parte alla sua vera e propria incapacità di collocarsi" compiutamente nel tempo e di conoscerne scopo e misura.
Il presente libro, se letto secondo la cadenza in esso proposta, costringe in un certo senso a ritrovare la misura nel "giorno" che scandisce, e riempie la nostra vita, in modo da poter concretizzare nel semplice arco del quotidiano il nostro impegno di santificazione, secondo l'ammonimento dell'Apostolo: "Questa è la volontà di Dio, la vostra santificazione" (1 Ts 4,3)"...

Dalla "Presentazione" di S. Ecc. Mons. G. Malandrino (Vescovo emerito di Noto)


L'eremita si racconta
Conversazione registrata in occasione del 50° di ordinazione

copertina Van Doorne

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ISBN

978-88-96071-05-2

€ 8,00

nuovodalla PRESENTAZIONE di Angelo Fortuna

(...) Nella solitudine del suo attuale eremo al centro di una stupenda vallata nel territorio della Diocesi di Noto, popolato dalla presenza mistica della Chiesa netina, di cui, per grazia divina, padre Ugo Van Doorne  anima orante e cuore pulsante, il buon eremita continua a vivere il Vangelo sine glossa.
Grazie alla preghiera, divenuto egli stesso pura preghiera, quotidianamente offre la più lampante testimonianza che, dacché Cristo ha riaperto i sentieri del Cielo, non ci sono più due mondi quello fisico e quello spirituale - ma uno solo: il Regno di Dio sulla Terra come in Cielo (Madre Teresa di Calcutta).
In occasione del cinquantesimo anniversario della sua ordinazione sacerdotale, che ricorre il 27 luglio 2008, padre Ugo, spinto dall'amore per i fratelli, ha avuto l'amabile sensibilità di rilasciare una lunga intervista a Salvatore Adamo, in cui, in forma implacabilmente convincente e serena, risponde a tutti i perché sulla sua singolare scelta di vita.
 
"Libreria Editrice Urso"
Autore:"Fra Ugo Van Doorne" - 2017 -

Francesco uomo veramente cristianissimo
copertina


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pagine 64

ISBN
978-88-96071-25-0

€ 7,00

(...) È veramente mirabile, e fa riflettere come due persone - S. Francesco e P. Ugo - che sembrano per il loro tenore di vita tanto lontane dalla vita quotidiana, siano in ultima analisi le più aderenti alla realtà nella sua integralità e autenticità: storica e metastorica.
Pertanto, già scorrendo le prime pagine, si ha la netta sensazione di trovarsi dinanzi a una meditazione veramente salutare. Quindi, come ho detto a me stesso, ben volentieri ripeto a tutti: prendi e leggi! Non, però, per semplice curiosità o erudizione, ma con un atteggiamento di viva fede e di radicale conversione; appunto, come Francesco.
La conclusione non può essere se non quella stessa di P. Ugo:
Francesco è ben altra cosa che un moderno pacifista ed ecologista "ante litteram". È opera di Dio e ha fatto l'opera di Dio.

S.E. Mons. Giuseppe Malandrino
vescovo emerito di Noto

"Libreria Editrice Urso"
Autore:"Fra Ugo Van Doorne" - 2009 -
Nato a Verune (Belgio) il 13 maggio 1931, terzogenito di sei figli, fra Ugo Van Doorne trascorre i primi anni, fino al liceo classico incluso, nel paese nativo. Studia filosofia presso i Padri Bianchi ad Anversa, e teologia (Heverlee, Lovanio). Attratto dalla vita contemplativa, si fa monaco benedettino nel monastero di St. André, a Brugge. Successivamente viene mandato, per gli studi teologici, a Roma presso l'Ateneo Pontificio S. Anselmo. Viene ordinato sacerdote nel monastero belga di St. André nel 1958. In cerca di una vita contemplativa più pura, fa un tentativo dai Certosini prima a Calci (Pisa) poi a Seignac in Francia. Gli si rivela la vocazione del deserto. Quindi parte per l'isola della Martinica e si mette alla scuola di un "anziano" abate benedettino dimissionario, per iniziare l'esperienza eremitica.
Dal 1963 alla guerra dei sei giorni tra Israele e gli Arabi, nel 1967, vive in Terra Santa. Costretto dalle circostanze belliche, parte, per approdare in Italia. Nel 1968 viene accolto dal vescovo di Noto Mons. Angelo Calabretta, nel territorio della cui diocesi si stabilisce, vivendo in eremitaggio.
Ha pubblicato alcune riflessioni nei volumi Assetati di te (1986), In Te le mie sorgenti (1991), nell'intervista L'occhio dell'eremita (1994), in Se non diventerete come bambini (2001), Frammenti di pane (2002/2018),
Il Cantico dei Cantici oltre le parole (2012), Francesco uomo veramente cristianissimo (2013), L'eremita si racconta (2008/2017).

preghiera fra Ugo Van Doorne

 

Immaginetta con preghiera
immaginette dispobnibili sino ad esaurimento nella Libreria Editrice Urso in Via G. Huss n. 16 ad Avola

 

Locandina

locandina

Salvatore Amato e Francesco UrsoRELAZIONE DI SALVATORE ADAMO

alla PRESENTAZIONE DEL LIBRO

"L'EREMITA SI RACCONTA"

DI PADRE UGO VAN DOORNE


(LIBR'AVOLA - SABATO 16/01/2010)

 

Comincio questo mio discorso col ringraziare l'amico Sebastiano Burgaretta per avermi esortato a partecipare a questo evento, l'editore e libraio Francesco Urso per averlo voluto al fine di valorizzare il prodotto editoriale dei libri di Fra Ugo eremita infine il professore Angelo Fortuna che ha curato la presentazione del libro. Naturalmente è implicito il mio ringraziamento a tutti i presenti che con la loro partecipazione danno dimostrazione di sincero interesse per l'argomento trattato.

Mi fa riflettere il fatto, che questo evento coincida con la vigilia della memoria di Sant'Antonio, abate, Patriarca del monachesimo anacoretico, di cui sant'Atanasio, suo grande discepolo, ebbe a scrivere: ...con lui il deserto fiori' e divenne la sua città, e di cui la Chiesa fa memoria il giorno 17 gennaio. Ragion per cui questa favorevole coincidenza lascia ben sperare sulla buona riuscita della serata.

Sento altresi' l'obbligo di dire ciò che non sarà il mio intervento. Non sarà un excursus storico-teologico sulla figura dell'eremita nella chiesa e nella società, consapevole del fatto che occorrerebbero ben altre competenze e ben altro tempo per la vastità e la profondità dell'argomento. Vuole essere piuttosto un tentativo di manifestare profonda gratitudine al buon Dio per la possibilità donataci di vivere in questo tempo in cui si è manifestata la singolare vocazione anacoretica di Fra Ugo Vandoorne.

Fatta questa doverosa e indispensabile premessa, per un sereno argomentare sul tema del libro L'EREMITA SI RACCONTA, continuo cercando di dare una risposta a una domanda di fondo: Quale valore assume la testimonianza dell'eremita (figura da sempre considerata anacronistica e portatrice di disimpegno terreno, la famosa ''fuga mundi'') per la coscienza dell'uomo di oggi? Una possibile risposta alla questione appena posta io la individuerei nella vita stessa dell'eremita, che paradossalmente riproduce ciò che alla vita dell'uomo mondano è negata: la felicità piena. Felicità piena che passa attraverso la dinamica della rinuncia al proprio io. Più in generale, l'uomo non sapendo rinunciare alla volontà di potenza insita nell'io, tende a volere possedere tutto. L'eremita, viceversa, in quanto uomo vocato da Dio, rinunciando a se stesso, non antepone nulla a Dio, consapevole del fatto che, come diceva Meister Eckhart, siccome siamo stati creati dal nulla, bisogna tornare al nulla per essere ri-creati.

E qui mi collegherei a quella parte della premessa del libro in cui, con un termine prettamente ecclesiastico, ho definito la vita dell'eremita come una diaconia di solitudine. Con tale definizione ho cercato di mettere in rilievo, che l'unico servizio che egli svolge nella Chiesa è quello di esseretestimone dell'eternità dell'Assoluto (dove per Assoluto si deve intendere Dio), che prescinde dal valore assegnatogli nell'organizzazione ecclesiastica.

Per tornare al libro e a come si è sviluppata l'idea della sua pubblicazione è necessario spiegare che mi lega a Fra Ugo un consolidato rapporto umano e spirituale ultraventennale. Con la sua mitezza evangelica e con la sua apertura mentale mi ha instradato nei sentieri di Dio che naturalmente non sono sempre facili da percorrere, ma che anzi, spesso, si presentano irti di difficoltà.

Amato Conoscendo la sua ritrosia nel concedere spazio a iniziative di tipo pubblicistico sulla sua persona e il suo modo d'essere, ho provato non poco disagio nell' esporgli il mio intento di realizzare, in occasione dell'evento speciale del 50mo della sua ordinazione sacerdotale (27/07/2008) un'intervista da proporreper la pubblicazione sul giornale diocesano.Iniziativa, che sotto forma di domande, avrebbe toccato, parecchi punti centrali della sua vita eremitica-sacerdotale.

Ben presto però ci siamo accorti che, la trattazione degli argomenti proposti dalle domande, richiedeva uno spazio molto più ampio di quello che poteva offrire il giornale diocesano.

Ha preso corpo cosi' l'idea di realizzare un volumetto, strutturato per argomenti tematici, che per l'intenso blank, attuale, ricco e interessante, non poteva non essere offerta alla platea dei lettori.

Il titolo del libro L'eremita si racconta è stato scelto significativamente per sintetizzare l'introspettivo racconto di Fra Ugo, che può considerarsi anche il racconto di ognuno di noi, nel momento in cui si rapporta alla fede. Se è vero il fatto che, come evidenzia l'anacoreta, la Chiesa è l'uomo diventato consapevole del suo destino di dover divenire figlio di Dio, in un certo qual modo ciascuno di noi, secondo la propria maniera e modalità di vita, è sacerdote e anche un po' eremita.

Nasce altresi' da questi suggerimenti teologici spirituali il convincimento che tutto il racconto fatto da Fra Ugo, avrebbe potuto superare i confini della schiera dei credenti per raggiungere, senza subalternità, quella dei cosiddetti non credenti, in virtù del fatto che, al di là delle divisioni esistenti tra questi ultimi e i primi, c'è un fattore, direi di ordine antropologico, che sovrintende alla nostra esistenza e che accomuna tutti, ovverossia l'essere tutti uomini alla ricerca costante della pienezza della vita.

La disposizione tematica scelta per la pubblicazione della conversazione ha visto prediligere quella argomentativa, per agevolare il lettore nel percorso della lettura. Il primo tema proposto è quello dedicato al Ricordo, nel quale Fra Ugo fa rivivere quella lontana Domenica del 27 luglio 1958, data della sua ordinazione sacerdotale, ricostruendone nei dettagli l'ambiente e il contesto.

è da sottolineare il fatto che in questo ricordo retrospettivo, viene per la prima volta proposta al pubblico - ed è questa l'originalità della rivisitazione fatta il lungo, difficile e travagliato cammino della sua particolare vocazione, che ha visto sgorgare nella sua persona la figura, diciamo singolare, del sacerdote-eremita. pubblicoSotto questo profilo, Fra Ugo sviluppa un pensiero di sintesi elevato, che vede la vocazione sacerdotale, come scelta ultima e definitiva del monaco-eremita, in quanto riflesso perfetto dell'essere sacerdote in eterno come d'altronde è stato Gesù.

Gesù

- insiste fra Ugo - non ha fatto il sacerdote, è stato ed è sacerdote in eterno. Il suo sacerdozio non era part-time,al pari di un impiego ad orario che lascia ampio margine e spazio alla vita privata. Lo è stato in tutta la sua esistenza terrena, lo continua ad essere tutt'oggi.

E ancora più in là, Gesù non aveva bisogno di celebrare più volte la S. Messa, la sua è stata un'unica Messa, celebrata sulla croce. O- per meglio dire - quella sulla croce era il compimento, il culmine di quella Messa che è stata tutta la sua esistenza terrena. Una vita quindi - inclusa la morte - che è tutta quanta sacerdotale. Vita di assoluta kenosi, di spogliamento totale, di povertà e svuotamento senza riserve, di solitudine, di silenzio, di abbandono da parte degli uomini e del suo stesso Padre. Verme non uomo, dice il salmo. Appare quindi evidente che Fra Ugo non ha avuto nessuna difficoltà a conciliare la vocazione eremitica con quella sacerdotale. è stata la vocazione al sacerdozio che lo ha condotto alla scelta monastica prima, e a quella eremitica dopo, inversamente di quanto di regola avveniva nella prassi monastica di un tempo. Per lui la scelta eremitica ha rappresentato la massima espressione del suo essere sacerdote: un radicale ed esclusivo auto-donarsi a Dio a pro dell'umanità. Gesù non era forse solo (dunque eremita)si chiede Fra Ugo - nell'atto supremo del suo ministero sacerdotale? Alle intense riflessioni ispirate al ricordo, seguono poi altri tre argomenti, con riflessioni non meno forti, incentrate sulla solitudine, con il richiamo al silenzioe al celibato, al tempo e alla preghiera. Gli argomenti affrontati in questi capitoli fanno trapelare un grande equilibrio, una totale libertà di pensiero e di spirito ma soprattutto una profonda serenità. Se mi è permesso, definirei quello che ho ascoltato e riportato nel libro una mistica del vivere quotidiano, in cui ho visto dinanzi a me , non un fanatico difensore di pratiche ascetiche, prossime all'autolesionismo, proteso ad esaltare la propria diversità, ma una personacon una armonia spirituale e una originalità di pensiero, che lasciano intravedere un ampio orizzonte mentale. Un Monaco-eremita di certo controcorrente. Nei manuali di spiritualità, l'ascetica viene prima della mistica, lo sforzo umano prepara alla passività dell'agire divino. Fra Ugo, contrariamente, ritiene che rientra nella logica normalità rinunziare al meno quando ci si sa già in possesso del più. E qui, come si vede, riecheggia il tema della rinuncia, oggetto del preambolo. Chi possiede un tesoro non ha difficoltà ad abbandonare le povere ricchezze del mondo. Chi è in Cristo possiede Dio. Chi possiede Dio possiede tutto. Chi possiede già il Tutto non cerca più ciò che è nulla. L'ultima parte del libro tratta il tema della preghiera. ''Una fatica fino all'ultimo respiro'' secondo il detto di un Padre del deserto. A uno specifico interrogativo su questo argomento, Fra Ugo ha risposto: se non fossimo figli di Adamo e Eva, la preghiera sarebbe stata una naturale espressione dell'anima, sarebbe stata facile come il respirare, come lo sgorgare naturale dell'acqua dalla sorgente. Il nostro cuore sarebbe stato la sorgente naturale della preghiera. La vita sarebbe stata preghiera e la preghiera vita. La preghiera invece rappresenta per l'uomo una grande fatica e una dura lotta - almeno cosi' precisa l'eremita – soprattutto quando si tratta di preghiera vera e non di ripetitive formule e pratiche. è la fatica di uscire dalla superficialità, di vedere oltre ciò che si vede, oltre le apparenze. Il ''quaerite super nos'' di S. Agostino. Proprio su quest'ultimo tema, l'eremita Fra Ugo Vandoorne, rafforza il suo pensiero con citazioni di testi biblici, fra cui il bellissimo salmo 138. Infine, neanche il sapere scientifico sembra metterlo in imbarazzo, in quanto – come sostiene - non espelle affatto Dio dal mondo, semmai allarga gli spazi di stupore e di meraviglia – poiché - della sua Gloria è pieno l'universo. Di fronte a siffatta affermazione, la coscienza di ognuno di noi non può non interrogarsi sul perché rimanga il mistero, nonostante il progresso, nonostante la tecnologia, che ha ormai sopravanzato la scienza e purtroppo messo in crisi la cultura, sacrificando persino l'uomo sull'altare dell'efficientismo. Quest'uomo di Dio, dalla visione pura, cristallina e profonda, è convinto che l'uomo moderno vede e non crede, o meglio crede solo in se stesso. Non voglio trascurare le foto che corredano il libro, perché ricordano persone e luoghi che hanno segnato la sua vita: i genitori, l'Abate, il vescovo consacrante, il monastero, la sua ordinazione al suddiaconato in San Giovanni in Laterano a Roma, ma soprattutto quelle della sua ordinazione sacerdotale nel proprio monastero in Belgio e delle prime celebrazioni eucaristiche secondo il rito antico allora in uso.

A questo punto mi piace concludere l'intervento con le parole del padre del deserto, Abba Poimen, già citate nella premessa al libro e che mi sembrano essere una invocazione e una speranza per tutti: C'è una voce che grida all'uomo fino al suo ultimo respiro: oggi, convertiti (Detti editi e inediti dei Padri del Deserto - ed. Qiqajon).

Salvatore Adamo

(…)Quell’eremita giovanile, gli occhi chiari, il lindo saio bianco stretto alla vita dalla cintura, il rosario pendente, l'elegante figura, il sorriso aperto, non sembrava tormentato da visioni, fantasie. Nato in Belgio, aveva studiato ad Anversa, a Lovanio, a Roma, era stato in Palestina, nella Martinica e quindi in Sicilia nei conventi di Avola, Noto, Palazzolo, fino a quando non si stacca dalla comunità benedettina, e vive in solitudine, in eremitaggio. Come ha fatto quell'uomo, nella sua disumana ritrazione, nella crudele frattura, in mezzo a quelle rocce, quei calanchi, rintanato nella ripida parete d'un abisso, fra siccità desertiche e diluvi rovinosi, querce e lecci gementi, terebinti e spini, in mezzo a quella natura aspra, inospitale, a rimanere integro, sereno, a non scivolare nel degrado, piombare nel precipizio delle allucinazioni, nella voragine della paranoia?
Parlava e parlava ed erano le sue parole d'un linguaggio chiuso, rarefatto, iterativo, circolare come un rosario, privo di consequenzialità, di svolgimento, privo di varchi, aperture verso il reale, il contingente. Un cielo, una sfera di spaesamento, di disagio, in cui, se privo di fede, non ti soccorre, trasporta, come in Dante, il canto, la miracolosa poesia.
Ce n'è altri di questi anacoreti, di questi anacronistici, assurdi angeli? Che segno hanno in questa fine di millennio, quale messaggio, quale profezia proclamano?

Vincenzo ConsoloVincenzo Consolo, in “L’olivo e l’olivastro”, capitolo XIII

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Viandante, son le tue orme//la via, e nulla più;//viandante non c'è via,//la via si fa con l'andare.//Con l'andare si fa la via…
(Antonio Machado, Campos de Castilla).

  1. copertina Luggisi

    1. Gioacchino Scorsonelli, Eros e Agape – Un cammino spirituale, 2006, 8°, pp. 72, 9,00 – ISBN 978-88-6954-002-8
    2. Lucia Sortino, Il difficile cammino della mia vita, 2008, 8°, pp. 56, 10,00 – ISBN 978-88-96071-01-4
    3. Fra Ugo Van Doorne, L'eremita si racconta – Conversazione registrata in occasione del 50° di ordinazione, 2017, 16°, pp. 72 – € 8,00 – 978-88-96071-05-2
    4. Sebastiano Burgaretta, Alessandro Serenelli – Dono di Dio alla Casa di reclusione di Noto, 2009, 8°, pp. 64, € 5,00 – ISBN 978-88-96071-16-8 – Esaurito
    5. Elisa Basile, Il dono più grande, 2019, 8°, pp. 128, – ISBN 978-88-96071-18-2 – (in corso di stampa)
    6. Fra Ugo Van Doorne, Francesco, uomo veramente cristianissimo, 2009, 16°, pp. 64 – ISBN 978-88-96071-25-0€ 7,00
    7. Lucia Sortino, Un silenzio che parla – Ricordi riflessioni moti dell’anima, 2010, 8°, pp. 144, 12,00 – ISBN 978-88-96071-30-4
    8. Davide Bove, Poesie di un pellegrino, 2010, 8°, pp. 56, ill., € 9,00 – ISBN 978-88-96071-37-3
    9. Gioacchino Scorsonelli, Viaggio nell’invisibile, 2012, 8°, pp. 88, € 10,00 ISBN 978-88-96071-95-3
    10. AA.VV., Quando il cammino trascende – Sincronicità vissute da Camminanti e Pellegrini (a cura di Fiorenzo Zerbetto), 2016, 16°, pp. 160, € 12,00 – ISBN 978-88-6954-110-0
    11. AA.VV., Storie in cammino – Esperienze e testimonianze di pellegrini e viandanti (a cura di Lilia Urso), 2017, 16°, pp. 128, € 12,00 – ISBN ISBN 978-88-6954-150-6
    12. Fra Ugo Van Doorne, Frammenti di pane – Un pensiero per ogni giorno dell'anno, 2018, 16°, pp. 160, € 12,00 – ISBN 978-88-6954-194-0
    13. Luigi Luggisi, Scritti spirituali (a cura di Barbara Crupi e Rosaria Lisi), 2019, 8°, pp. 124, € 9,00 – ISBN 978-88-6954-251-0 novità
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