Il cammino spirituale e artistico
di Gioacchino Scorsonelli
in un nuovo suo libro in commercio dal 19 ottobre 2012 |
“[...]Se dovessi delineare la mia personalità artistica ... avrei serie perplessità nel dovermi collocare in una delle diverse espressioni dell’astrattismo. Infatti nella mia espressione pittorica non c’è nessuna ricerca lirica e nessuna composizione geometrica, come nell’astrattismo di Kandisky e di Mondrian; non c’è nessun richiamo allusivo a forme esplicite della realtà oggettiva dell’astrattismo impressionista e nessun segno di irruenza segnico-coloristica come nell’astrattismo espressionista.
La personalità di un pittore si rispecchia nei colori che usa. Tramite essi si può riconoscerne l’intima natura, il suo modo di pensare, di sentire, di agire. Il temperamento e i lati più intimi della sua psiche si riflettono nei colori. Ogni artista ha la sua tavolozza di colori in cui proietta le sue caratteristiche mentali, emozionali, spirituali, gli stati d’animo particolari del momento creativo. La mia pittura è scaturita sempre da un’esigenza psichica, emozionale. Sulla tela bianca ho proiettato ansie, angosce, paure, malesseri esistenziali ma anche momenti lieti e gioiosi.
La nostra società, edonista e materialista, è contrassegnata dalla sensorialità, benessere, potere, denaro, l’avere. L’uomo indifferente e superficiale si limita a compiacersi dei suoi status symbol e cerca di riempire i suoi vuoti affettivi con l’ingordigia, la cupidità, la sessualità.
Il materialismo e l’umanesimo riconoscono solamente il sistema del corpo e dei sensi, una parte limitata dell’intero essere. Il corpo e i sensi, invece, devono essere considerati come il primo stadio dell’apprendimento e della coscienza, come strumenti per l’acquisizione di una coscienza più ampia, quella dell’essere. Man mano che la situazione economica, socio-politica, ed ecologica del mondo si deteriora, cresce un interesse sempre maggiore verso la spiritualità, il risveglio, l’evoluzione e l’elevazione della coscienza, mediante le antiche tradizioni spirituali orientali della meditazione e dello yoga.
L’essere umano spesso si blocca in un circolo vizioso di atti ripetitivi, vegeta immerso sempre nelle stesse emozioni, desideri, pensieri; si vieta quella sua originalità che lo differenzia dalla massa degli individui ai quali si uniforma nel mangiare, vestire, e nei comportamenti stereotipati ed ossessivi.
Solamente chi prende coscienza del suo sé unico ed originale, del mondo in cui vive e dell’universo che lo circonda, non si arresta a contemplare la sua limitata natura, ma intraprende l’ascesa di vette sempre più alte e più ardue; combatte continuamente, fedele ad un suo ideale di vita considerata come cammino di purificazione e di ascesi, come mezzo per potere superare la sua stessa natura finita.
Neanche i dolori e le sofferenze possono distoglierlo da questa sua lotta, perché sa che solo entrando nel dolore, vivendolo profondamente e totalmente, egli conquisterà la liberazione da esso, verso un nuovo orizzonte di vita. L’essere umano è portato alla ricerca del piacere e a schivare qualsiasi confronto con la sofferenza, però la sofferenza rimane là, sempre in agguato, non finisce, non l’abbiamo sconfitta. Per superarla non bisogna evitarla, sfuggirla, ma immergervisi dentro, guardarla, parlarle, ascoltare quello che ci vuole dire, il messaggio che ci vuole inviare. Solo in questo modo, dopo averla vissuta possiamo distaccarci da essa, trascenderla, vederla come impermanente, insostanziale ed effimera"...
Gioacchino Scorsonelli
alle pagine 15,16 e 17 del libro