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Poesia della settimana

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472) ANGELICA D'ATTOLI  Femmina
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venerdì, 10 giugno 2011 17:11 Commenta Invia E-mail

Italia che hai fatto la storia

Italia patria di grandi eroi

Italia terra di pecore e buoi

Italia terra da conquistare

Italia terra da abbandonare

Italia che per molti patria fosti

Italia che a tanti la fuga portasti

Italia che per molto facesti la guerra

Quanto sangue, pianto e lavoro nella tua terra

Italia che molte volte la storia hai fatto

Italia rubata, ceduta o maltrattata

A volte per un armistizio o un semplice patto

Terra che cerca la libertà

Terra che grida la sua dignità

Popolo di grandi e finti eroi

Popolo di fratelli, tutti noi

Storia di un paese che ha combattuto

Storia di un paese che non si è arreso

Paese di giganti

Terra di codardi

Patria di personalità rilevanti

Pagine buie, pagine ricche di sorrisi

Giornate di pianto, giornate felici

Quante ne hai viste, giovane Italia cara

Quante volte hai vinto, quante volte segnata da una sconfitta amara

Eppure sei ancora qui

Con i tuoi difetti e le tue bellezze

Ai tuoi 150 anni siamo ancora qui a lottare

Per avere ancora un futuro

Italia  non ci abbandonare!

 ANGELICA D'ATTOLI
471) Giovanni Stella  Maschio
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Avola
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venerdì, 10 giugno 2011 11:40 Commenta Invia E-mail

Chernobyl

S'io potessi,
portar mi vorrei
sulle cime dei monti,
per urlare, urlare,
urlare alle genti
l'eterno rancore
di rabbie perenni,
la folle follia
delle umane menti,
che correndo correndo
anche oltre sorgenti
e inventando inventando
di morte strumenti,
oggetti appaganti
piaceri contingenti,
han dispensato veleni,
nevrosi, incoscienze
e schiavismi:
rigetto di sentimenti.
E tu
Uomo
che sogni,
che pensi,
che senti,
se pur ami,
risparmia il flagello
ai morenti.
Quante Chernobyl permanenti!

(GIOVANNI STELLA, Datteri verdi,Libreria Editrice Urso, Avola 1991, p. 36)
470) Hermann Hesse  Maschio
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giovedì, 9 giugno 2011 13:54 Commenta

Fuga di giovinezza


La stanca estate china il capo
specchia nell'acqua il suo biondo volto.
Erro stanco e impolverato
nell'ombra del viale.

Tra i pioppi soffia una leggera
brezza. Il cielo alle mie spalle è rosso
di fronte l'ansia della sera
- e il tramonto - e la morte.

E vado stanco e impolverato
e dietro a me resta esitante
la giovinezza, china il capo
e non vuole più seguire la strada con me.


Hermann Hesse
469) Cettina Lascia Cirinnà  Femmina
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Erba (CO)
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giovedì, 9 giugno 2011 08:22 Commenta Invia E-mail

Il vento e l'aquilone

Un angolo sperduto del mondo
in una spiaggia sconosciuta
fa volare in alto gli aquiloni.
Il vento soffia dolce e accarezza le onde,
un uomo e un bambino
passeggiano, mano nella mano
camminano insieme.
In alto, sulle loro teste
veleggia un aquilone
libero come un grande uccello
spazia nel cielo.
Senza barriere, senza vincoli
è la libertà che sfugge
alla misoginia di questa società,
impietosa verso i deboli e i derelitti,
mera adulatrice dei Potenti.
468) Hermann Hesse  Maschio
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giovedì, 9 giugno 2011 07:43 Commenta

Il poeta


Solo a me, il solitario,
splendono della notte le infinite stelle,
mormora la fonte di pietra un canto malioso,
solo a me, il solitario,
traggono le ombre colorate
delle nuvole vaganti sogni fin sopra i campi.

Non mi fu data casa nè terra, non bosco,
nè bandita, nè mestiere, mio è soltanto
ciò che a nessuno appartiene,
mio è il rivo gorgogliante nel velo dei boschi,
mio è il mare spaventoso,
mio è il cinguettare dei giochi infantili,
lacrime e canti di amanti solitari nella sera.

Miei sono anche i templi degli dei,
mio il boschetto sacro del passato.

E non meno la celeste arcata del futuro
è la mia patria limpida:
spesso alata di nostalgia l'anima mia s’innalza
a scrutare il futuro di un’umanità beata,
amore, trionfante sulla legge,
amore da popolo a popolo.

Tutti io ritrovo nobilmente trasmutati:
contadini, re, mercanti e solerti marinai,
pastori e giardinieri ed essi tutti
festeggian grati la festa universale del futuro.

Solo il poeta manca,
lui, il contemplatore solitario,
lui, epiforo dell'umana nostalgia e smorta icona
di cui non il futuro, non il mondo
per il suo compimento ha più bisogno.

Appassiscono molte ghirlande sulla tomba,
ma il ricordo di lui si è già dissolto.


Hermann Hesse
467) Ezra Pound  Maschio
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mercoledì, 8 giugno 2011 08:06 Commenta

TESTAMENTO SPIRITUALE


Ciò che sai amare rimane, il resto è scoria
ciò che sai amare non ti sarà strappato
ciò che sai amare è il tuo vero retaggio
il mondo, quale? Il mio, il loro
o di nessuno?

Prima venne la vista, poi diventò palpabile
Eliso, fosse pure in quell’antro d’inferno,
ciò che tu sai amare è il tuo vero retaggio
ciò che tu sai amare non ti sarà strappato.

La formica è centauro nel suo mondo di draghi.

Deponi la tua vanità, non è l’uomo
che ha fatto il coraggio, o l’ordine o la grazia,
deponi la tua vanità, dico, deponila!

La natura t’insegni quale posto ti spetta
per gradi d’invenzione o di vera maestria,
deponi la tua vanità,
Paquin, deponila!

Il casco verde tua eleganza offusca.

“Padroneggia te stesso, e gli altri ti sopporteranno.”

Deponi la tua vanità
sei cane bastonato sotto la grandine
tronfia gazza nel sole delirante,
mezzo nero mezzo bianco
tu non distingui fra ala e coda
giù la tua vanità
spregevole è il tuo odio
che si nutre di falso,
deponi la tua vanità,
sollecito a distruggere, avaro in carità,
deponi la tua vanità
dico, deponila!

Ma avere fatto piuttosto che non fare
questa non è vanità
aver bussato, discretamente,
perché un Blunt ti apra
avere colto dall’aria una tradizione viva
o da un occhio fiero ed esperto l’indomita fiamma
questa non è vanità.

L’errore sta tutto nel non fatto,
sta nella diffidenza che tentenna …


(Ezra Pound, da Canti Pisani)
466) Corrado Bono  Maschio
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sabato, 4 giugno 2011 22:03 Commenta Invia E-mail

Vita


Meravigliosa

varietà.


(sabato, 4 giugno 2011;

ore 20,00)



Corrado Bono
465) Corrado Bono  Maschio
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mercoledì, 1 giugno 2011 09:18 Commenta Invia E-mail

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Sera di maggio
nei pressi del lungomare
di Abola in un locale
che richiama un capo mattanza
dopo tanto riuniti
con bambini giovani
adulti e anziani
fra canti interventi e poesie

sano modo di stare insieme
“culturando” giocando
mangiando e bevendo.

(25/05/2011)


Corrado Bono
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