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POESIE con eventuali Commenti |
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Italia che hai fatto la storia
Italia patria di grandi eroi
Italia terra di pecore e buoi
Italia terra da conquistare
Italia terra da abbandonare
Italia che per molti patria fosti
Italia che a tanti la fuga portasti
Italia che per molto facesti la guerra
Quanto sangue, pianto e lavoro nella tua terra
Italia che molte volte la storia hai fatto
Italia rubata, ceduta o maltrattata
A volte per un armistizio o un semplice patto
Terra che cerca la libertà
Terra che grida la sua dignità
Popolo di grandi e finti eroi
Popolo di fratelli, tutti noi
Storia di un paese che ha combattuto
Storia di un paese che non si è arreso
Paese di giganti
Terra di codardi
Patria di personalità rilevanti
Pagine buie, pagine ricche di sorrisi
Giornate di pianto, giornate felici
Quante ne hai viste, giovane Italia cara
Quante volte hai vinto, quante volte segnata da una sconfitta amara
Eppure sei ancora qui
Con i tuoi difetti e le tue bellezze
Ai tuoi 150 anni siamo ancora qui a lottare
Per avere ancora un futuro
Italia non ci abbandonare!
ANGELICA D'ATTOLI
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471) |
Giovanni Stella  |
Città: Avola |
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Chernobyl
S'io potessi,
portar mi vorrei
sulle cime dei monti,
per urlare, urlare,
urlare alle genti
l'eterno rancore
di rabbie perenni,
la folle follia
delle umane menti,
che correndo correndo
anche oltre sorgenti
e inventando inventando
di morte strumenti,
oggetti appaganti
piaceri contingenti,
han dispensato veleni,
nevrosi, incoscienze
e schiavismi:
rigetto di sentimenti.
E tu
Uomo
che sogni,
che pensi,
che senti,
se pur ami,
risparmia il flagello
ai morenti.
Quante Chernobyl permanenti!
(GIOVANNI STELLA, Datteri verdi,Libreria Editrice Urso, Avola 1991, p. 36)
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 giovedì, 9 giugno 2011 13:54
Fuga di giovinezza
La stanca estate china il capo
specchia nell'acqua il suo biondo volto.
Erro stanco e impolverato
nell'ombra del viale.
Tra i pioppi soffia una leggera
brezza. Il cielo alle mie spalle è rosso
di fronte l'ansia della sera
- e il tramonto - e la morte.
E vado stanco e impolverato
e dietro a me resta esitante
la giovinezza, china il capo
e non vuole più seguire la strada con me.
Hermann Hesse
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469) |
Cettina Lascia Cirinnà  |
Città: Erba (CO) |
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Il vento e l'aquilone
Un angolo sperduto del mondo
in una spiaggia sconosciuta
fa volare in alto gli aquiloni.
Il vento soffia dolce e accarezza le onde,
un uomo e un bambino
passeggiano, mano nella mano
camminano insieme.
In alto, sulle loro teste
veleggia un aquilone
libero come un grande uccello
spazia nel cielo.
Senza barriere, senza vincoli
è la libertà che sfugge
alla misoginia di questa società,
impietosa verso i deboli e i derelitti,
mera adulatrice dei Potenti.
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 giovedì, 9 giugno 2011 07:43
Il poeta
Solo a me, il solitario,
splendono della notte le infinite stelle,
mormora la fonte di pietra un canto malioso,
solo a me, il solitario,
traggono le ombre colorate
delle nuvole vaganti sogni fin sopra i campi.
Non mi fu data casa nè terra, non bosco,
nè bandita, nè mestiere, mio è soltanto
ciò che a nessuno appartiene,
mio è il rivo gorgogliante nel velo dei boschi,
mio è il mare spaventoso,
mio è il cinguettare dei giochi infantili,
lacrime e canti di amanti solitari nella sera.
Miei sono anche i templi degli dei,
mio il boschetto sacro del passato.
E non meno la celeste arcata del futuro
è la mia patria limpida:
spesso alata di nostalgia l'anima mia s’innalza
a scrutare il futuro di un’umanità beata,
amore, trionfante sulla legge,
amore da popolo a popolo.
Tutti io ritrovo nobilmente trasmutati:
contadini, re, mercanti e solerti marinai,
pastori e giardinieri ed essi tutti
festeggian grati la festa universale del futuro.
Solo il poeta manca,
lui, il contemplatore solitario,
lui, epiforo dell'umana nostalgia e smorta icona
di cui non il futuro, non il mondo
per il suo compimento ha più bisogno.
Appassiscono molte ghirlande sulla tomba,
ma il ricordo di lui si è già dissolto.
Hermann Hesse
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 mercoledì, 8 giugno 2011 08:06
TESTAMENTO SPIRITUALE
Ciò che sai amare rimane, il resto è scoria
ciò che sai amare non ti sarà strappato
ciò che sai amare è il tuo vero retaggio
il mondo, quale? Il mio, il loro
o di nessuno?
Prima venne la vista, poi diventò palpabile
Eliso, fosse pure in quell’antro d’inferno,
ciò che tu sai amare è il tuo vero retaggio
ciò che tu sai amare non ti sarà strappato.
La formica è centauro nel suo mondo di draghi.
Deponi la tua vanità, non è l’uomo
che ha fatto il coraggio, o l’ordine o la grazia,
deponi la tua vanità, dico, deponila!
La natura t’insegni quale posto ti spetta
per gradi d’invenzione o di vera maestria,
deponi la tua vanità,
Paquin, deponila!
Il casco verde tua eleganza offusca.
“Padroneggia te stesso, e gli altri ti sopporteranno.”
Deponi la tua vanità
sei cane bastonato sotto la grandine
tronfia gazza nel sole delirante,
mezzo nero mezzo bianco
tu non distingui fra ala e coda
giù la tua vanità
spregevole è il tuo odio
che si nutre di falso,
deponi la tua vanità,
sollecito a distruggere, avaro in carità,
deponi la tua vanità
dico, deponila!
Ma avere fatto piuttosto che non fare
questa non è vanità
aver bussato, discretamente,
perché un Blunt ti apra
avere colto dall’aria una tradizione viva
o da un occhio fiero ed esperto l’indomita fiamma
questa non è vanità.
L’errore sta tutto nel non fatto,
sta nella diffidenza che tentenna …
(Ezra Pound, da Canti Pisani)
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466) |
Corrado Bono  |
Città: Avola (SR) |
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Vita
Meravigliosa
varietà.
(sabato, 4 giugno 2011;
ore 20,00)
Corrado Bono
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465) |
Corrado Bono  |
Città: Avola (SR) |
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Condivisione
Sera di maggio
nei pressi del lungomare
di Abola in un locale
che richiama un capo mattanza
dopo tanto riuniti
con bambini giovani
adulti e anziani
fra canti interventi e poesie
sano modo di stare insieme
“culturando” giocando
mangiando e bevendo.
(25/05/2011)
Corrado Bono
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