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Domenica, 4 Maggio 2025 20:08 Grazie per aver visitato questo spazio dedicato a URLA LA TUA OPINIONE. Qui puoi lasciare la tua riflessione. |
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Nome | Riflessioni con eventuali Commenti | ||||||||
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UN PROGRAMMA POLITICO DESIDERATO DALLA GENTE
Da tantissime persone, dislocate nel territorio nazionale e anche dall'estero (Gli Italiani abitanti in Canad‡ e Argentina), arrivano nel sito dello scrivente, [www.sampognaro.it] dei suggerimenti o desideri su come desidererebbero che i Politici sviluppassero il loro Programma. In questo documento sono stati inseriti gli Ideali e i Punti programmatici salienti che i suddetti cittadini vorrebbero messi in atto.Vorrebbero una Politica basata sul Fare e non sul Dire. Essi sono disgustati dallíimmobilismo e dalla instabilit‡ politica che ha caratterizzato il Nostro Paese da decenni. Desiderano sviluppare il motto D.A.R.E, ovvero DIALOGARE con tutte le Persone Oneste e di buona volont‡, AMARE il Prossimo, RISPETTARE le opinioni altrui , ESAUDIRE, o sforzarsi al massimo, di esaudire i bisogni di tutti gli individui. Vogliono lottare contro tutti i tipi di disonest‡, contro chiunque calpesti i diritti inviolabili della persona, che riduca in povert‡ la Gente, che costringa i Giovani a fare lavoro in nero e a pagarli in modo schifoso; Sono contro tutti quei pseudo-politici che hanno operato col solo fine di arricchirsi, che negli anni hanno promesso posti di lavoro solo allo scopo di accumulare consensi elettorali, consentendo solo ai figli dei loro grandi amici di poter vincere concorsi, oppure facendo pagare milioni di euro ai loro Cittadini per Opere di Urbanizzazione, ma non eseguendone poi alcuna. La Gente avvilita e frustrata dice basta per sempre a queste luride persone, auspica la nascita di un continuo Dialogo tra Pubblica Amministrazione e il Cittadino, chiede che siano completamente trasparenti e controllati tutti i finanziamenti pubblici e privati. Lo scrivente illustra ora rapidamente i Perni del Programma desiderato dalla Gente. ? I Candidati alle liste devono essere persone che non hanno pendenze con la Giustizia; ? Sviluppo della Politica delle GIUSTE TASSE, ovvero ricerca degli emeriti sconosciuti al fisco, non controllo delle Aziende che presentino un vero bilancio, con sostanziale DIMINUZIONE DELLE ACCISE sulla Benzina allo scopo di migliorare la Competitivit‡ delle Nostre Aziende nel Mondo, con sensibile calo del prezzo delle materie prime e, conseguentemente, quello di tutti i prodotti alimentari e non, che potrebbe consentire quindi líaumento dei salari e considerevole aumento dellíoccupazione e, quindi, abbassamento delle tasse per i Cittadini. ? Forte incremento del CONTROLLO DEI PREZZI, dal Produttore al Consumatore, consentendo un GIUSTO GUADAGNO ai vari Intermediari, dei quali se ne chieder‡ la diminuzione del numero. Tale controllo avverr‡ con gli uomini e mezzi gi‡ a disposizione, anche se, gradatamente, ne sar‡ aumentato il numero. Si attuer‡ una certa liberalizzazione, ma controllata, per non sconvolgere il mondo del mercato. Ogni Intermediario deve avere certamente il giusto profitto, ma non deve lucrare sulle spalle della povera gente. ? Si far‡ il possibile per superare definitivamente il PROBLEMA DEL PRECARIATO accettando, e mettendola perfettamente in vigore, la legge del precedente Governo, secondo la quale i Precari DEVONO avere un Contratto stabile dopo 36 mesi dalla data della prima assunzione come PRECARI o COLLABORATORI in Enti Pubblici o Privati. Si dovr‡ creare un rigoroso Elenco di Disoccupati e/o inoccupati ai quali destinare un minimo reddito garantito. Tali soggetti avranno anche la possibilit‡ di accettare un incarico pubblico o privato attraverso chiamate dirette successive che verrebbero loro affidate dai CENTRI DELLíIMPIEGO che sono gi‡ dislocati, o che saranno dislocati, in ogni Provincia. ? Si dovr‡ dare un consistente aumento dellíassegno sociale ai Disabili che attualmente Ë pari alla ìmiseraî somma di 243 euro mensili !!. ? Forte intensificazione del CONTROLLO DEL TERRITORIO, con stanziamenti aggiuntivi per le Forze dellíOrdine, per rendere pi? sicura la vita dei cittadini e per fare drasticamente diminuire le morti bianche sui posti di Lavoro. Contrasto efficace per tutte le Mafie dislocate in tutto il territorio nazionale ed incisivo pignoramento dei beni sottratti agli affiliati delle cosche da destinare allíusufrutto di tutti i Cittadini. ? Serio controllo di tutte le Istituzioni Pubbliche, con continua trasparenza della relativa operativit‡; Migliorare la Educazione Civica dei Cittadini che devono ributtare la omert‡ e denunciare le manchevolezze, anche di rilevanza penale e fiscale della Pubblica Amministrazione dallíImpiegato al Dirigente, per il Bene proprio e dellíintera collettivit‡. Si deve richiedere allíImpiegato e ai Dirigenti dello Stato la massima trasparenza ed educazione nei confronti dellíUtente. I risultati che ne deriverebbero potrebbero essere di portata economica positiva incredibile per lo Stato. ? Non inquinamento ulteriore di falde acquifere e di quei territori adatti per uno sviluppo sostenibile di Agricoltura, Allevamento e Turismo. Non costruire Ecomostri, e non fare Ricerche Petrolifere in Aree Protette o vicine ad esse. ? Per arginare la futura prossima diminuzione del greggio con sicuro aumento esponenziale del prezzo, si devono investire molti fondi per la Ricerca Universit‡-Aziende in modo che possano essere affinate le nuove Energie Alternative pulite e sicure, quali quelle dei Motori Elettrici e/o ad Idrogeno, la Energia Eolica e Fotovoltaica considerando anche il fatto che líItalia Ë il Paese del Sole e che in essa vi sono ampi territori dove spirano sempre venti pi? o meno consistenti. Considerare anche le altre Energie basate sulle Teorie della Fusione, delle Biomasse e delle Biotecnologie. Da rigettare invece la costruzione di nuove Centrali Elettriche basati sulla Fissione dellíUranio per il motivo inquinante (scorie radioattive) e per il lungo tempo necessario per la costruzione. ? Si deve puntare subito sulla raccolta differenziata in tutto il territorio nazionale chiedendo ai Cittadini una seria Educazione Civica, e finanziare, o fare finanziare, senza altra perdita di tempo, un TERMOVALORIZZATORE per ogni Provincia per renderla decorosa, perchÈ esso porta ad un ritorno economico con ricaduta occupazionale e di benessere ed anche perchÈ esso inquina in misura assolutamente irrilevante. ? I Politici che ci hanno governato negli ultimi decenni non hanno mai voluto prendere in seria considerazione i gravissimi problemi che attanagliano le Istituzioni Scolastiche, dalla Scuola Primaria allíUniversit‡. Sono stati sino ad oggi stanziati fondi irrisori per la Ricerca UNIVERSITAí-AZIENDE che puÚ essere considerata, invece, líasse portante per lo Sviluppo dellíEconomia. Pochissimo risalto viene data alla scarsissima preparazione dei nostri Studenti. I nostri vecchi Governanti hanno voluto il DPR 275/99, recante norme in materia di autonomia delle Istituzioni Scolastiche, ed hanno cosÏ permesso ai Dirigenti Scolastici di fare realizzare, tramite cospicui fondi della Comunit‡ Europea, dei Governi Italiani e delle Istituzioni Locali, una miriade di Progetti che poco o niente hanno a che fare con la Didattica, ma che servono, esclusivamente, interessi di altro genere. Gli Studenti e i loro Genitori desiderano, invece, che vengano istituiti in tutte gli Istituti di istruzione Media e Superiore degli Sportelli Didattici pomeridiani ai quali possano accedere i Giovani che riscontrano qualche difficolt‡ in una Unit‡ Didattica di una o pi? materie pretendendo una Didattica Individuale dal Docente presente. ? Da tante parti, infine, viene la richiesta di istituire dei corsi psicopedagogici obbligatori per aggiornare Docenti e Dirigenti Scolastici sulla Didattica e Psicopedagogia. ? Un ampio strato della Cittadinanza comunica in continuazione agli Enti di Controllo, ai Giornalisti e ai Conduttori di Trasmissioni Televisive gli sprechi degli Amministratori Pubblici e Privati per i Finanziamenti Nazionali e Internazionali che hanno ricevuto al fine di costruire Opere di Urbanizzazione e/o Infrastrutture poi mai realizzate o realizzate solo in parte o non ultimate. Sono sorte cosÏ, negli ultimi decenni, le ìCattedrali nel Desertoî e tanti Miliardi di Euro, pagati dai Contribuenti Italiani si sono persi, disciolti come la neve, e, sicuramente, sono stati spesi da luride persone per il loro arricchimento personale o sono stati riciclati dalle MAFIE. Il nostro grande TOTOí affermava : ED IO PAGOÖÖ. La Gente, quindi, richiede con forza la Trasparenza continua in tutti i Finanziamenti Pubblici e Privati. ? Fortissimo malcontento Ë anche presente tra i Candidati dei Concorsi, i quali denunciano soprusi di tutti i generi. Vi sono perfino alcuni Giovani molto preparati che, dopo essere stati ammessi a successive prove di un concorso, si vedono recapitare delle Raccomandate nelle quali si comunica loro che sono stati esclusi dal Concorso perchÈ non hanno allegato nella Domanda di Partecipazione un Documento che i Giovani invece affermano, con fermezza, di averlo presentato ed indicato nella Domanda. PerchÈ vengono esclusi dopo aver sostenuto brillantemente le prime prove ? Non Ë difficile intuirne la motivazione. Un buon Governo deve strenuamente combattere contro tutte le Raccomandazioni e i Favoritismi ai quali si sono appoggiati tantissimi Politici pi? o meno corrotti. Devono essere nominati Commissari e Presidenti al di sopra delle Parti, coadiuvati anche da Ispettori della Guardia di Finanza. LíESECUZIONE DI QUESTA PROBLEMATICA NON NECESSITA DEL FINANZIAMENTO DI ALCUNA SOMMA SUPPLETTIVA. BASTA SOLO UN SERIO CONTROLLO DEI FINANZIAMENTI D E DEI CONCORSI CON GLI UOMINI E MEZZI GIAí A DISPOSIZIONE. ? Eí fuor di dubbio la necessit‡ di accogliere extracomunitari nel nostro paese. Lo richiede la Gente comune, il Mondo Imprenditoriale e Commerciale. Queste persone servono allíItalia per migliorare la Nostra Economia. Lo Stato, invece, deve lottare strenuamente per evitare ìLA TRATTA DEGLI SCHIAVI DEL XXI SECOLOî. I Clandestini arrivano in Italia per migliorare la loro condizione di vita ma, non solo pagano profumatamente le Associazioni Delinquenziali, ma rischiano in continuazione la vita senza la prospettiva di un sicuro lavoro. Per questo motivo si devono intensificare, con gli uomini e i mezzi gi‡ a disposizione, tutti i confini terrestri e marittimi della nostra nazione. Deve aumentare la Cooperazione con i Paesi Confinanti (Libia, Marocco, Algeria, Paesi dellíEst) in modo da arginare le partenze da questi luoghi. Siracusa 14 Marzo 2008 Prof.Sampognaro Giuseppe, Candidato alle Elezioni Regionali Sicilia del 13 Aprile 2008 per líItalia dei Valori nella Provincia di Siracusa, tel/fax) 0931-759279 ; sito) [www.sampognaro.it] , email) giuseppe@sampognaro.it |
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UNA RIFLESSIONE SUI NOSTRI ANNI,
SULLA POLITICA E SULLA REALTA' DI PACHINO LA STORIA SIAMO Lí analisi sulle trasformazioni economiche e sociali del territorio di Pachino dagli anni 60 ad oggi, Ë un importante elemento di riflessione e stimolo per una pi? approfondita conoscenza dei processi in atto in quegli anni, indispensabile oggi per meglio comprendere la realt‡ in cui viviamo e operiamo. Quegli anni infatti furono caratterizzati da grandi mutamenti e trasformazioni sociali a livello mondiale: il risveglio dalla fine della seconda guerra mondiale con la sconfitta storica del Nazifascismo, la divisione del mondo in due blocchi contrapposti (U.S.A. e U.R.S.S.) con le rispettive aree di influenza, líincapacit‡ degli uni e degli altri di mantenere líegemonia con metodi democratici (in Vietnam, Cile, Argentina e Bolivia da una parte, in Ungheria e Cecoslovacchia dallíaltra), stavano segnando líinizio di una grande stagione di rivolta delle masse popolari nel mondo sui temi della democrazia e dellíautodeterminazione dei popoli, contro la guerra e líimperialismo. Il boom economico degli anni Sessanta segnava líinizio di un periodo di transizione e di ripresa produttiva importante per tutto il paese, di pari passo cresceva la sindacalizzazione delle lotte sociali nelle fabbriche delle grandi citt‡ industriali e nelle campagne del meridione, mettendo di fatto in crisi il vecchio equilibrio di un sistema capitalistico-borghese fondato sullíautoritarismo e sullo sfruttamento della forza-lavoro. Un vento nuovo attraversava i continenti: la Beat Generation, i movimenti Beatnik e Hippy, la Contestazione Giovanile contro la guerra, il movimento per líemancipazione della donna, la radicalizzazione dello scontro di classe, la politicizzazione del disagio sociale. Questo per grandi linee lo scenario mondiale di quegli anni, ìera scoppiato il ë68î, gli anni della rivolta giovanile , gli anni della militanza politica e delle grandi lotte sindacali, in cui grandi masse di giovani, di donne, di operai e di intellettuali scendevano in campo come nuovi soggetti sociali protagonisti della vita politica del nostro paese. In questo contesto storico, anche la nostra realt‡ sociale pachinese ha vissuto delle trasformazioni, e, spesso senza averne piena consapevolezza, molte di queste esperienze sono state vissute con passione e partecipazione da parte di molti giovani di allora. Nacque infatti nel 1974-75, per iniziativa di alcuni giovani pachinesi, un gruppo di impegno politico e culturale denominato ìCentro Studiî, collocato nellíarea della nuova sinistra, che diventÚ in poco tempo un importante punto di riferimento per líattivit‡ politica dei giovani del posto.. Líattivit‡ svolta dal Centro Studi consisteva, oltre allo studio dei testi classici del pensiero Marxista, in attivit‡ culturali quali Cineforum, lotte sindacali, lotte studentesche e per la difesa dellíambiente (rivolte soprattutto alla tutela di Vendicari). Una nuova classe dirigente di giovani impegnati nella militanza politica stava emergendo, le speranze e le utopie tipiche di quegli anni davano la forza per andare avanti in una realt‡ per certi versi ostile ai mutamenti, la voglia di cambiare era tanta, la passione forte e ci si sentiva protagonisti del proprio destino. La Politica con la ìP maiuscolaî era diventata il collante di uní intera generazione che aveva fatto dellíimpegno nel sociale una scelta ben precisa, uno stile di vita attorno ai valori della solidariet‡, della democrazia, della libert‡, in difesa degli emarginati, dei pi? deboli, a fianco della classe operaia e contadina. Fu quello il periodo delle lotte per lí emancipazione delle donne, dei movimenti femministi contro i pesanti condizionamenti che le donne - in particolare quelle meridionali - subivano. Tutto era in movimento, tutto era messo in discussione, la scuola, il lavoro, la cultura, la musica, il costume, i rapporti allíinterno della famiglia, della societ‡. Una rivoluzione culturale era in atto, il personale era diventato politico. In quegli anni anche per iniziativa di giovani socialisti nacque un circolo culturale, il ìFernando Santiî, di ispirazione socialista precraxiana, che contribuÏ ad elevare la qualit‡ del confronto politico allíinterno della sinistra, con attivit‡ di carattere culturale e politico. Era quindi la sinistra nel suo insieme, comunista e socialista, ad essere protagonista dello sviluppo culturale e sociale nonchÈ elemento attivo del dibattito che caratterizzava la politica nella nostra citt‡. In questo clima di trasformazioni e mutamenti socio politici, anche nel settore produttivo ed economico si verificarono grandi cambiamenti: a seguito della grande crisi del settore vitivinicolo (su cui era basata la maggior parte dellíeconomia locale), i coltivatori Pachinesi ebbero la intuizione di riconvertire la produzione agricola dal vitigno ad alberello alla coltivazione di primaticci in serre, riuscendo a portare líeconomia locale ai primi posti rispetto ai paesi vicini. Era il periodo delle grandi trasformazioni economiche del nostro tessuto produttivo a cui corrisposero modifiche anche di carattere sociale: la vecchia figura del bracciante e del contadino infatti, venne messa in crisi dallíemergere di tutta una serie di piccoli imprenditori-produttori agricoli. Questa modifica della composizione sociale, mise in crisi la vecchia ìunit‡ di classeî basata su un comune patrimonio di lotte sociali per la terra e per il lavoro, determinando non pochi cambiamenti nello stile di vita e nei comportamenti dei Pachinesi, tendenti ora a forme di individualismo, forte competizione sociale, sfrenata corsa verso modelli consumistici. A livello locale Ë stato sicuramente questo líaspetto nuovo e pi? importante che ha caratterizzato il periodo storico in esame, un fenomeno molto controverso e contraddittorio la cui comprensione Ë fondamentale per capire come ed in che modo si Ë arrivati alla situazione attuale. A questa categoria di lavoratori va il merito storico di avere convertito per tempo il ciclo produttivo della nostra economia agricola e di avere creato un sistema di diffuso benessere, grazie al quale líeconomia dellíintero sistema ne ha tratto beneficio. A questa trasformazione del tessuto produttivo non Ë coincisa perÚ uníadeguata trasformazione del tessuto sociale in termini di capacit‡ complessiva di realizzare un progetto di sviluppo della citt‡ e del suo territorio. Grandi le responsabilit‡ di chi ha governato e gestito il potere amministrativo di questo Comune, cui va aggiunta la carenza cronica dei servizi e uní inesistente sensibilit‡ amministrativa nei due settori portanti della nostra economia (Agricoltura e Turismo): eccezion fatta per la giunta Adamo, che purtroppo non ebbe il tempo di attuare il suo programma per la prematura scomparsa del Sindaco, unifica tutte le amministrazioni succedutesi un indistinto giudizio di insufficienza attuativa di programmi e progetti per lo sviluppo. La principale attivit‡ purtroppo nella migliore delle ipotesi si Ë limitata allíordinaria amministrazione, preoccupandosi pi? dei favori ad personam che dei progetti sociali di pi? ampio respiro. Líincapacit‡ dei vari partiti nel capire e governare i mutamenti sociali in atto, Ë la principale causa della crisi di rappresentanza dei gruppi dirigenti locali e una delle motivazioni del proliferare, in occasione delle elezioni amministrative, delle fantomatiche liste civiche. I risultati purtroppo sono sotto gli occhi di tutti, precariet‡ amministrativa cronica, impossibilit‡ nel portare avanti e realizzare progetti condivisi, programmi elettorali disattesi, continue nomine di assessori non sulle competenze specifiche, continui cambi di maggioranze a prescindere da qualsiasi forma di pudore, mancanza di etica politica, mancanza di un progetto di sviluppo della citt‡ e del suo territorio, pianificazione territoriale inesistente, tutto lasciato al caso: come si fa ad amministrare bene un Comune in queste condizioni? La gravit‡ della situazione locale Ë nota, il malcontento nei cittadini diffuso, urgono una serie di misure per bloccare lo sfacelo e invertire la tendenza in atto, urge una nuova classe dirigente, diversa da quella che ci ha portato a questo empasse politico e amministrativo. Questo il compito a cui sono chiamati i partiti e non basta cambiare il nome ad una formazione politica e spacciare questo per rinnovamento. Le classi dirigenti non si inventano e la loro credibilit‡ Ë frutto di processi culturali e politici di ampio respiro. Nella difficolt‡ generale in cui versa la politica, la nostra realt‡ paga un prezzo maggiore, a causa della marginalit‡ culturale e della sua collocazione geografica. Bisogna saper analizzare e conoscere i processi in atto nel territorio per poterli governare, non si puÚ prescindere dalla conoscenza delle problematiche sociali che lo attraversano, bisogna attivare momenti di confronto e dibattito che coinvolgano pi? cittadini possibili in un processo di partecipazione democratica. Gi‡ la partecipazione democratica dei cittadini al governo della citt‡ e del territorio deve essere líelemento dirompente per un nuovo corso della vita sociale, la vera discontinuit‡ col passato deve essere sancita dalla applicazione rigida del controllo popolare sulle scelte amministrative, una gestione della cosa pubblica che non puÚ e non deve essere verticistica ma attivare tutta una serie di organismi partecipativi che ai vari livelli consentano al cittadino di partecipare alla vita democratica del proprio comune.Da una parte la macchina amministrativa che deve recuperare una propria funzionalit‡ ed efficienza, dallíaltra una grande partecipazione popolare attivata per la individuazione e risoluzione dei vari problemi. Un progetto per una Pachino diversa Ë possibile se si ha la volont‡ e la capacit‡ di raccogliere attorno ad un programma di sviluppo tutte le intelligenze disponibili in uno sforzo collettivo. Questo processo di democrazia partecipativa dovr‡ essere lo strumento attraverso il quale avviare la rinascita democratica del nostro comune a cui dovranno partecipare e dare il proprio contributo tutte le categorie sociali; dai giovani, agli anziani, dalle donne alle scuole,dalle cooperative agricole alle associazioni del volontariato, alla chiesa, tutti devono essere messi nelle condizioni di dare il proprio contributo affinchË questo paese esca dallíimmobilismo e dallíarretratezza in cui oggi versa. Questa la scommessa che oggi hanno davanti i partiti e le associazioni pachinesi, questa la norma che deve fare la differenza, una diversit‡ di berlingueriana memoria Ë quanto di pi? salutare oggi ci si possa aspettare da partiti vecchi e nuovi. Bisogna rimettere in discussione molte cose, bisogna ricominciare da dove si Ë lasciato, bisogna rimarcare le differenze,recuperare valori e stili di vita oggi non tanto di moda ma che nella storia collettiva hanno fatto la differenza, bisogna riappropriarsi del patrimonio storico di lotte, di comportamenti e di valori ancora attuali ma non pi? in uso, bisogna ritornare dalla gente e con la gente modificare lo ìstatus quoî. Pachino 16-02-2008 Giuseppe Spataro |
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Se puÚ interessare, nel mio sito
[www.melchiorre-mel-gerbino.com] ho pubblicato la storia documentata e illustrata del Movimento Mondo Beat e della nascita della Contestazione. Della rivista "Mondo Beat" io sono stato il direttore. Saluti agli amici di Siracusa. Melchiorre Gerbino. |
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Comunicato stampa - Arci GlocalAction 06/02/08
Prendiamo atto che a Noto uno dei principali business economici Ë líinvestimento su strutture per anziani e che non esistono invece luoghi in cui sia possibile proporre eventi culturali o aggregare i pochi giovani rimasti. Ricordiamo esattamente le parole dallíattuale sindaco Corrado Valvo. Parole di una campagna elettorale dove si esprimeva tutta una comprensione per le associazioni giovanili, assicurando spazi e sostegno per attivit‡, che purtroppo ad oggi non abbiamo avuto il piacere di vedere attuata. Guardandoci intorno ci accorgiamo che il problema non riguarda solo noi, ma tutta gli adolescenti e i giovani del nostro comune. Pochi spazi per eventi culturali, minima attenzione allíapertura, alle novit‡, alle proposte e nessun luogo di aggregazione o di creazione , che sembra uníassurdit‡ visto che esistono decine di spazi inutilizzati comunali e altrettanti appartenenti alla Curia. Anche líappoggio del Centro Giovanile ìTeresa. Schemmariî risulta in parte discontinuo, e non riesce ad accendere attorno a sÈ quellíentusiasmo che dovrebbe diventare cuore pulsante per i giovani. Noi ci siamo sempre posti in una maniera propositiva, e vogliamo continuare su questa strada ovviando alle difficolt‡ che ce lo impediscono. PerchÈ dopo aver assistito, con entusiasmo, al rilancio della programmazione del Teatro Comunale dello scorso anno, con un direttore artistico di spessore come Galatea Ranzi, osserviamo attoniti allíinvoluzione della stagione in corso. Ma crediamo nelle risorse dei nostri concittadini, giovani, di et‡ media o grandi che siano. Ci siamo accorti che nellíaria ci sono tante idee, molte delle quali belle e facilmente sviluppabili. Ci siamo accorti, senza abituarci a ciÚ, che qui non cíË un cinema, troppe volte promesso in discorsi di propaganda. Un cinema che doveva essere pronto entro fine novembre, con una piccola sala di eccellenza da 99 posti di cui si era indicato anche il luogo di realizzazione. Un altro impegno elettorale non mantenuto. E a malincuore vediamo in questi mesi il nostro paese in un letargo culturale. Nessuna attrazione ha luogo nei mesi invernali e quei pochi eventi di successo che negli anni Noto Ë riuscita ad creare come líInfiorata e la Notte di Giuf‡, non hanno il dovuto spazio, non vengono programmate per tempo, con la giusta importanza e con una ricerca di risorse economico- finanziarie adeguate Abbiamo un universit‡, ma non abbiamo un aula studio. Abbiamo una biblioteca, ma nessuno si Ë preoccupato di creare un catalogo informatico che consenta di rintracciare i volumi facilmente. Abbiamo e vorremmo che le cose funzionassero meglio. Questa non Ë una denuncia, ne vuole essere un atto di opposizione; noi non siamo un organo politico. Eí solo lo sguardo di chi sa che ci vorrebbe poco per realizzare di pi?. Lo sguardo di persone che amano questo paese, ci vivono e stanno tendendo col loro impegno intellettuale e culturale a farlo crescere, perchÈ non si puÚ vivere allíombra del Barocco; puÚ diventare triste, rapportarne lo splendore e i fasti del passato, alla situazione odierna. Chiediamo dunque a questa Amministrazione di intervenire organizzando un tavolo di programmazione culturale annuale con i giovani affinchË si possano attuare delle politiche serie per la rinascita intellettuale, sociale e giovanile della citt‡. Associazione socio ñ culturale ARCI GlocalAction [www.glocalaction.it] arci@glocalaction.it |
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Questa sera al gioco di Frizzi dell 'identit‡ nascoste hanno vinto 250,000
Cerchiamo di sensibilizzare un pÚ l'opinione pubblica sul fatto che La Rai elargisce tutti questi soldi "pubblici", in quanto provento anche del canone annuale tv, senza che nessuna Autorit‡ , quale quella del Garante delle Telecomunicazioni, non vigili o almeno ponga un tetto a simili esagerate vincite con soldi non privati.Vi sembra morale od educativo tutto questo per quelli che a fine mese stringono la cinghia(ed Io sono tra questi) , e tutti stanno a guardare ed applaudono in platea, suggerendo un mestiere o una professione, eternamente disincantati? Guido , Roma. |
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Ciao Ciccio,
scusami se ardisco bussare alla tua porta in cerca di aiuto. Non Ë certamente per un motivo vile, bensÏ per uno scopo tanto nobile quanto disperato che passo subito ad illustrare. Viviamo tempi bui dove sembra che líumanit‡ abbia scordato la sue antica grandezza, le arti e la passione civile. Le nuove forme statali e la tecnologia hanno riempito dovunque tutti gli spazi cancellando il raziocinio e la poesia e mi sembra impossibile di essere il solo che non vuole accettare la morte civile. Il tuo blog, come altri analoghi, mi ricorda le stanze dove gli antichi greci ascoltavano i dettami dei filosofi oppure le cantine dove i patrioti si riunivano nellíombra per costruire la nuova societ‡. Allora arriva líidea, pazzesca fin che vuoi, che la tecnologia possa essere usata per combattere la decadenza tanto estesa quanto evidente. Se attraverso internet riuscissimo a conversare con i nostri simili potremmo capire le idee degli altri e far conoscere le nostre. Potremmo assumere iniziative condivise per correggere gli errori giornalieri e nutrire la speranza di migliorare nel tempo quello che non ci piace. Dobbiamo partire dalla constatazione che la nostra societ‡ Ë sfilacciata come si legge sui giornali stranieri. Cosa possiamo fare? Anzitutto la politica. Líarte nobile per eccellenza non puÚ essere quella di chi, condannato a 5 anni di galera, festeggia a cannoli, nÈ di chi appena inquisito fa cadere il governo pensando di trovare protezione sullíaltra sponda. Proviamo insieme a creare un movimento díopinione che, ramazza alla mano, spazzi via tutta, dico tutta senza eccezione, líattuale classe politica. Votiamo i giovani che siano sotto i quarantíanni e vediamo che succede. Nel particolare non mi spiego come tante belle ragazze sprechino la loro avvenenza per convincere le masse a comprare alcuni prodotti alimentari, di bellezza, per la pulizia, automobili, materassi e chi pi? ne ha pi? ne metta. Non sembrano povere donne costrette dal bisogno ma sacerdotesse ispirate. Una miriade di presentatori e gente di spettacolo, mi guarderÚ bene dal chiamarli artisti, ci assale continuamente dagli schermi televisivi per propinarci il sonnifero. A questa gente non Ë chiara la gravit‡ della situazione e per la paga si scordano le cose che veramente hanno valore. Sono i moderni kapÚ che ci stanno uccidendo. Eí chiaro che il problema principe sta nel tipo di societ‡ statuale che vogliamo. Non vogliamo pi? societ‡ comuniste ma nemmeno capitaliste che, grazie alla globalizzazione fanno godere pochi e soffrire molti. Non resta che una societ‡ che si dia regole uguali per tutti, che reprima quando cíË da reprimere, che tenga pulita la casa e che si preoccupi in primo luogo di curare le nuove generazioni. Se questi pensieri ti sembrano impropri o velleitari ignorali e grazie lo stesso Fulvio Maiello |
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FINE D'ANNO IN CARCERE. LETTERA DELL'ANARCHICO MEC PRIGIONIERO A PERUGIA
Michele Fabiani, detto ´Mecª, ha ventíanni e vive a Spoleto. Assieme ad altri quattro ragazzi spoletini Ë finito in carcere, lo scorso 23 ottobre, dopo una spettacolare azione di polizia. » accusato dei reati associativi previsti dagli articoli 270 e 270 bis del codice penale, che riguardano le ´associazioni con finalit‡ di terrorismo anche internazionale o di eversione dellíordine democraticoª. Mec si dichiara anarchico e ha scritto sui muri della sua citt‡ qualche slogan anarchico. Per la sua liberazione sta lottando il Comitato 23 ottobre. Al suo fianco si sono schierati il consiglio comunale di Spoleto, alcuni parlamentari, tra i quali líonorevole Katia Bellillo, i senatori Giovanni Russo Spena, Stefano Zuccherini, Francesco Ferrante e Maria Luisa Boccia, oltre a vari consiglieri comunali dellíUmbria. Questa lettera descrive la sua situazione ed Ë stata scritta pochi giorni dopo il suo arresto. In un messaggio pi? recente, Mec [che ha anche partecipato allo sciopero della fame contro líergastolo] racconta che le situazioni sono peggiorate: ´Líisolamento si fa pi? rigido, hanno intensificato i controlli e adesso certe guardie [non tutte] vietano pure al lavorante che pulisce di avvicinarsi troppo alla mia cella. Neppure ai parlamentari Ë stato permesso di incontrarmi. Hanno concesso solo una visita veloce tramite le sbarre con il comandante e il direttore che controllano le nostre conversazioni. Anche questa Ë una decisione della direzione del carcere, non necessaria per il regime Eiv [ëElevato indice di vigilanzaí], cosÏ come non Ë necessario che io passi líora di aria da solo, ma Ë anche questa una decisione arbitraria dellíamministrazioneª. Sono Michele Fabiani, detto ´Mecª, come direbbero i giudici! Vorrei che questo scritto girasse il pi? possibile, non so ancora se potrÚ fotocopiarlo o se dovrÚ ricopiarlo a mano per cercare di mandarlo il pi? possibile in giro. Dalla seconda media mi chiamano Mec perchÈ per spirito di contraddizione tifavo la Maclaren. E cosÏ ho appena scoperto che di sfortune ne ho avute due in due giorni: la macchina di Montezemolo vince i mondiali ed io finisco in galera. MartedÏ 23 ottobre 5 brutti uomini [due erano cosÏ brutti che si sono messi i passamontagna] irrompevano in casa mia, la mettevano completamente sottosopra e mi arrestavano in base allíarticolo 270 bis [scritto dal ministro Rocco per Mussolini]. I reati associativi previsti dallíart. 270 bis e 270 permettono di arrestare qualcuno non perciÚ che ha fatto, ma per come la pensa, perchÈ fa parte di qualche fantomatica associazione. Basti pensare che uno di noi cinque, rinchiusi in isolamento giudiziario da quasi quattro giorni e da oggi in Elevato indice di vigilanza, Ë accusato solo di aver fatto una scritta su un muro! Ci pensate? Tre volanti [ a testa], i mitra, i passamontagna, la scorta aerea dellíelicottero, le telecamere, il carcere, líisolamento, per una scritta su un muro! Sono stato poi portato alla Caserma dei carabinieri di Spoleto e poi a quella di Perugia, infine da quella di Perugia al carcere. Il primo momento propriamente comico Ë stato quello del trasferimento dalla caserma al carcere: chi guidava la macchina, forse impressionato, ha sbagliato strada ed abbiamo fatto due volte il giro della stazione ferroviaria. In carcere mi stanno trattando bene, non mi hanno mai toccato [in tutti i sensi, neanche per gli spostamenti]. La cella Ë molto sporca, cíË un tavolo appeso al muro con un armadietto inchiodato ed un letto inchiodato per terra e alla parete. Oggi Ë caduto líisolamento e abbiamo anche la televisione: resta il divieto di comunicare tra noi, che Ë la cosa peggiore. Ho visto le immagini del TG3 Umbria che eravate fuori durante gli interrogatori: eravate tanti! Sono tanto felice, purtroppo da dentro non vi abbiamo sentitoÖ Nessuno tema o si rallegri: io ero , sono e resto un prigioniero, anche prima di martedÏ: siamo tutti prigionieri, tutti i giorni. Quando ci alziamo la mattina per andare a lavorare, quando sprechiamo gli anni pi? belli della nostra vita su una macchina, quando facciamo spesa, quando non possiamo farla perchÈ mancano i soldi, quando li buttiamo via i soldi per delle cazzate [ vestiti, aperitivi, sigarette non cíË differenza] quando guardiamo la TV che ci fa il lavaggio del cervello, che cerca continuamente di terrorizzarci con morti, omicidi, rapine [ quando in quindici anni gli omicidi sono diminuiti del 70%] cosÏ che noi possiamo chiedere pi? telecamere, pi? carceri, pene sicure, quando se cíË una pena davvero sicura a questo mondo, Ë quella che incatena lo sfruttato alle sue condizioni. Io non ho mai detto ´Sono un uomo liberoª, in pochi possono dirlo senza presunzioni. Se io fossi un uomo libero, andrei tutti i giorni sulla cima del Monte Fionchi, in estate con le mucche e le pecore e in inverno con la neve, e dopo aver raggiunto faticosamente le cimeÖguardare a nord ovest, la valle Umbra o valle Spoletino come si diceva una volta, poi a Nord Est la Valnerina e il Vettore quasi sempre liscio dietro, e poi via verso est tutti gli Appennini che cominciano da lÏ, fino a sud dove ci sono quelle meravigliose foresteÖ E forse ripensandoci neanche lÏ sarei veramente libero,. perchÈ la valle Umbra Ë piena di cave, di capannoni, di fabbriche, di mostri che devono essere combattuti .Quindi io non sono un uomo liberoÖ Io sapevo gi‡ di essere prigioniero prima che un giudice me lo dicesse. Certo questa prigione Ë diversa da quella fuori: qui vedi tutti i giorni in maniera limpida, simbolica, e al tempo stesso materiale quali sono i rapporti di forza del dominio; dove cíË chiaramente e distintamente líuomo, con i suoi sogni, i suoi amori, il suo carattere, e il sistema, le sbarre, le catene, le telecamere, le guardie. Ovviamente líuomo qui sta peggio. » inutile fare retorica. Dopo qualche giorno la gabbia te la trovi attorno alla tua testa. Con il cervello che ragiona ma non ha gli oggetti su cui ragionare, con la voglia incontenibile di parlare e non cíË nessuno, di correre e non cíË spazio, quando mi affaccio alla finestra vedo un muro con altre sbarre, non si vede un filo díerba, una collina [ neanche durante líaria, che passo solo in una stanza pi? grande], fuori dalla tua gabbia cíË uníaltra gabbiaÖ La mia paura Ë che quando uscirÚ ci sar‡ ancora questa gabbia intorno alla testa che miÖ e mi dice di non prendere a calci la porta della cella e di mettermi ad urlare. Il rapporto qui Ë tutto mentale. » di questo che voglio liberarmi, voglio uscire e continuare ad avere una capacit‡ di analisi oggettiva della realt‡. Qui questa capacit‡ rischio di perderla. Mentre fuori, magari innaffiando un seme e facendo crescere una pianta, si ha uníinterazione fisica col mondo. La realt‡ Ë una sintesi in cui líuomo colloca se stesso tra il mondo e le sue idee. In galera purtroppo questa sintesi Ë pericolosamente, patologicamente, troppo incentrata sulla mente. Ai compagni che scrivono che non trovano parole dico di trovarle queste parole che ne abbiamo troppo bisogno. Scriveteci a tutti e cinque! E vorrei che qualcuno dicesse ad Erika che le mando un bacio. Mec, Un anarchico in cattivit‡ |
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CIAO A TUTTI MI CHIAMO CHILLEMI MICHELE E SCRIVO DA SIRACUSA. STO CERCANDO IN TUTTI I MODI DI RENDERE DI PUBBLICO DOMINIO LA MIA VICENDA PERSONALE CON IL CONSIGLIERE PROVINCIALE DELLA PROVINCIA REGIONALE DI SIRACUSA NAPOLI FRANCESCO. " U MAFIUSU " COME LO DEFINISCO IO E' RIUSCITO A MINACCIARMI DI MORTE PUNTANDOMI UN'ARMA DA FUOCO PER CERCARE DI ARRESTARE IL MIO IMPEGNO SOCIALE-CULTURALE-POLITICO NELLA SPLENDIDA PROVINCIA ARETUSEA. NON NASCONDO PURE CHE SONO STATO MINACCIATO DA PARTE DI UN COMMISSARIO DI POLIZIA E DA PARTE DI ESPONENTI DELLA PROCURA DELLA REPUBBLICA DI SIRACUSA CHE MI HANNO " INVITATO " A RITIRARE LE MIE DENUNCIE NEI CONFRONTI DEL NAPOLI. VI TERRO' AGGIORNATO SULLA VICENDA TRAMITE QUESTO SITO E SE CI FOSSE QUALCUNO CHE PUO' DARE VOCE ALLE MIE DENUNCIE SI FACCIA AVANTI.
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Salvatore Borsellino: Appello per sostenere il mensile Casablanca
Milano, 4 Novembre 2007 Ho ricevuto in questi giorni diversi mail e sms di giovani sinceramente disperati perche' Casablanca, un giornale che e' la continuazione ideale dei "Siciliani" di Pippo Fava, un giornale che faticosamente combatte a Catania contro l'indifferenza dei tanti e contro l'impero dei Ciancio, un giornale che combatte in trincea e non come noi dalle retrovie, sta per essere ucciso. Ve ne riporto solo alcuni. Il primo Ë un sms di una amica, appartenete a un gruppo di uomini, donne e ragazzi che non si arrenderanno mai, che ho avuto la fortuna di incontrare sulla rete nella mia incessante ricerca di persone che vogliano combattere al mio fianco la mia ultima battaglia e che, dopo di me, possano continuare a combatterla. Mi scrive : "Amico, sono abbattuta stasera. Casablanca Ë in agonia. Se chiude... Pippo Fava viene ucciso di nuovo. Mi sento impotente, cosa posso fare? Dammi un consiglio perchÈ ho solo voglia di piangere..." Voglio molto bene a questa amica dal volto sconosciuto perchÈ so che lotter‡ con me sino all'ultimo, e a questo nome Ë ispirato il suo gruppo, e perchÈ spesso fa iniziare la mia giornata con un sms pieno di colori e di speranza, ma ho rimproverato anche lei perchÈ anche a lei ho gridato che non Ë tempo di lacrime, Ë tempo solo di lotta, le lacrime dovremo conservarcele, e saranno di gioia non di disperazione, per quando andremo da Paolo a dirgli che a tutti i morti e gli oppressi dalla mafia e dalla illegalit‡ avremo reso giustizia. La seconda Ë una email di cui riporto solo alcuni passi : "... Graziella mi dice che Casablanca Ë in edicola, e non lo compra neanche chi in teoria dovrebbe fare antimafia, non lo compra nessuno delle associazioni antimafia, non lo comprano i vecchi compagni di partito, non lo comprano nemmeno gli amici e 3000 euro al mese d'affitto e di spese continuano a uscire... aiutatemi a trovare un pubblicitario, perchË se muore Casablanca , Ë come aver lasciato morire Graziella, indebitatasi PER NOI, perchÈ Casablanca non produce utili di alcun genere, ....cercasi qualcuno che vende spazi pubblicitari, con massima urgenza ... chiunque ascolti, risponda all'appello disperato... ne va della vita dell'antimafia vera, se vogliamo produrre sul serio, serve una mano, per favore, aiutateci ......" La terza mi parla di Graziella Rapisarda, che insieme a Riccardo Orioles faceca parte della redazione dei "Siciliani" e che ora combatte insieme a lui una disperata battaglia perchÈ Casbalanca possa continuare a vivere, e dice tra l'altro : "... ha aperto un mutuo sulla sua casa per pagare le spese di affitto, della redazione, le bollette della luce, ma adesso non ce la fa pi? a pagare le rate e la sua casa rischia di essere venduta all'asta. ...; Ora dobbiamo decidere, se anche noi mescolarci ai tanti che fanno antimafia solo a parole, a quelli che aspettano che ci siano altri, giudici, magistrati, poliziotti, giornalisti costretti anche per colpa nostra a diventare degli eroi, o se vogliamo fare anche noi quel poco che ciascuno di noi puÚ fare per combattere insieme a loro. Ci sono tante altre cose che possiamo e che dovremo fare, ci saranno tante battaglie pi? dure e pi? difficili da combattere e questa che adesso vi chiedo Ë solo una delle pi? semplici. Corriamo tutti ad aiutare chi sta per cadere, andiamo a fargli scudo con il nostro corpo. Non materialmente, le vere guerre non si combattono pi? cosÏ, e neanche facendo un obolo, una donazione di cui poi ci dimenticheremmo, perchÈ allora non avremo davvero fatto quello che potevamo e dovevamo fare. No, quello che possiamo e che dobbiamo fare e' leggere quello che questi combattenti in trincea scrivono e, con grande fatica, riescono a pubblicare, impegniamoci. E' dovere di ciascuno di noi comprare leggere e far leggere agli altri questo giornale, permettere che queste persone possano continuare a lottare anche per noi e insieme a noi. Io non sono certo ricco, vivo del mio lavoro, continuo a lavorare anche se potrei gi‡ andare in pensione, e posseggo solo la casa in cui abito, ma siccome so di stare meglio di tanti altri che con il loro stipendio non arrivano alla fine del mese, non starÚ certo a pensare a cosa dovrÚ rinunziare per fare la mia parte. PenserÚ invece a cosa dovrei rinunziare se non la facessi, alla mia libert‡. Io comincerÚ quindi per primo, perchÈ Ë mio dovere farlo anche per il nome che porto, a versare sul conto che vi indico in fondo 1500 euro per trenta abbonamenti come sostenitore di Casablanca . A ciascuno di voi chiedo di fare un semplice abbonamento per voi stessi, sono solo 30 euro, e di non pensare se per questo dovrete rinunziare ad un cinema o ad una pizza, avrete perÚ anche voi acquistato uno spicchio di libert‡. So che ci sono anche alcuni di voi per i quali anche questo sacrificio potrebbe essere troppo, che non riescono nemmeno una volta al mese ad andare a mangiare una pizza o ad andare a cinema, scrivetemelo e vi manderÚ una delle copie di Casablanca che mi arriveranno con il mio abbonamento e se non basteranno cercherÚ di farne degli altri, ma Casablanca non deve, non puÚ morire. Pippo Fava non puÚ, non deve, essere ucciso ancora. Ci sono due modalit‡ per sostenere ´Casablancaª, per fare il vostro dovere, la prima e' tramite un bonifico bancario alle coordinate indicate di seguito Abbonamento ordinario 30,00 Abbonamento Sostenitore 50,00 Bonifico Bancario Graziella Rapisarda Banca Popolare Italiana Catania Cc: 183088 ABI: 5164 CAB: 16903 CIN: M La seconda, tramite carta di credito, e' quella attraverso il sito di seguito indicato [www.ritaatria....] <http://www.ritaatria.it/Donazione_Casablanca.aspx> Ancora un grazie a tutti voi per non avermi lasciato da solo in questa lotta per la giustizia. Salvatore Borsellino P.S. Per tutti quelli che ne hanno la possibilit‡: diffondete questo appello. |
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SDI-PARTITO SOCIALISTA
LíACQUA NON SI TOCCA Uníaltra disgrazia si Ë abbattuta sulla cittadinanza netina: la privatizzazione dellíacqua e líaffidamento in gestione ad una societ‡ privata di Siracusa. Questo non rappresenter‡ certo un vantaggio per i cittadini di Noto ma comporter‡ gravissimi oneri in termini di lievitazione dei costi della bolletta che potr‡ raggiungere costi proibitivi,anche quattro volte líattuale!! Líesperienza di altri comuni italiani ,ove si Ë operata la privatizzazione dellíacqua,ci insegna che i cittadini di quei comuni sono stai costretti a sborsare somme ingenti in termini di bollette per un servizio neanche migliorato,ma quel che pi? conta che non sono pi? riusciti a svincolarsi dai contratti capestro ben dettagliatamente studiati per impedire ai Comuni di liberarsi dal cappio preparato a loro danno. Da notizie di stampa apprendiamo che non risultano neanche chiare le procedure di affidamento che meriterebbero un opportuno approfondimento,da parte delle amministrazioni preposte,e da parte di autorit‡ indipendenti,come sappiamo della nascita di un comitato spontaneo a Noto che si sta occupando della raccolta di firme per costringere il Sindaco di Noto a proporre ricorso al T.A.R. di Catania come gi‡ fatto dai comuni di Melilli e Franconfonte. Alla luce di queste brevi considerazioni,e consapevoli che su un bene come líacqua non si possono permettere speculazioni di nessun genere, INVITIAMO Il Sindaco di Noto ad attivarsi per proporre nei termini di Legge opportuno ricorso ,per far annullare ed al momento bloccare líaffidamento della gestione delle acque alle societ‡ private alle quali Ë stata affidata. SOLLECITIAMO La costituzione di una commissione di inchiesta indipendente al fine di valutare la regolarit‡ delle procedure di affidamento,con riserva allíesito di interessare la competente Procura Della Repubblica, INVITIAMO I cittadini di tutti i comuni interessati di valutare dal basso la opportunit‡ di quanto operato dai loro amministratori,anche in relazione al lungo periodo,ed intraprendere opportune iniziative; INVITIAMO Infine i cittadini di Noto a recarsi a firmare contro la privatizzazione dellíacqua presso i gazebo presenti in Noto in Piazza Municipio ed in prossimit‡ del Teatro Comunale nei giorni 24.e 25 novembre dalle ore 9 alle 13, per indurre i Sindaco di Noto coerentemente con la posizione assunta di proporre formale ricorso per annullare líaffidamento. Noto 21.11.2007. Paolo Scimitto (Segretario SDI/ P.S. Noto) Giorgio Giannone (Membro Esecutivo Provinciale SDI/ P.S. SR) |
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Babbo Natale falso ottimista
di Claudio Magris Se ne avessi il potere, proibirei per legge ó quale offesa alla pietas di una tradizione che per generazioni ha fatto sentire all'infanzia quanto vicini e interscambiabili siano il sacro, il favoloso e il familiare ó l'immagine e il termine stesso di Babbo Natale. C'Ë un limite di decenza pure per la secolarizzazione. Trasformare il mistero dell'incarnazioneó l'eterno che si fa storia, tempo fugace, carne fragile e peritura ó o anche solo l'infantile poesia di Ges? Bambino o dell'angelo che porta i doni nella figura di un vecchio panciuto e svampito, dal viso rubizzo e giulivamente ebete, Ë un po' troppo. Se proprio ci si vuole sbarazzare del Cristianesimo ó del linguaggio e delle figure che esso ha dato per secoli alla rappresentazione della vita ómeglio tornare allo Yule, alla nordica festa pagana del solstizio d'inverno col suo culto delle demoniche forze elementari, che Lovecraft, nei suoi racconti dell'orrore assai poco natalizi, sentiva ancor vive e minacciosamente in agguato sotto la crosta della civilt‡. Non a caso, al tempo della mia infanzia, catechisti e sacerdoti della parrocchia scoraggiavano e deprecavano, sia pur blandamente, l'albero di Natale, l'abete di remota ascendenza boreale e pagana, contrapponendogli il cristiano, cattolico e italico Presepe; palme e cammelli d'Oriente e dolce terra umbro-francescana contro la neve del Settentrione. Mi sarei dunque atteso una pi? energica riprovazione ecclesiastica ó almeno pari a quella delle zucche di Halloween ó del paonazzo fantoccio da supermarket, con le sue renne fatte per tirare la slitta a Cortina e non in Lapponia. Se Babbo Natale, con rispetto parlando, deriva da Santa Claus ovvero San NicolÚ, come triestino mi sento corresponsabile del suo trionfo, visto che a Trieste San NicolÚ, col suo manto rosso, porta i doni nella notte tra il 5 e il 6 dicembre, ma quel rosso del santo di Bari ha almeno una sua regalit‡, da re pastore e non da insegna luminosa di supermarket. Quest'ultimo, ovviamente, puÚ essere altrettanto sacro, con buona pace dei fustigatori del consumismo nostalgici della miseria dei tempi andati. Nessun oggetto, nessuna istituzione, nessun rito sono di per sÈ sacri; sacro Ë solo il senso di amore e soprattutto di rispetto per gli uomini. Comperare un panettone a un supermarket, pensando alla tavolata con persone amate, non Ëmeno poetico che preparare un pasto in una capanna di pastori o in una casa contadina. Sono i simboli della vita a dire il significato che le attribuiamo. Sotto questo profilo, il ridanciano e scampanellante Babbo Natale Ë un segno della crescente scristianizzazione; della perdita della memoria, del linguaggio, del senso che il Cristianesimo d‡ al mondo. Non Ë solo il vituperato consumismo, simboleggiato da Babbo Natale, che disturba. Pure in passato il pranzo e i regali natalizi obbedivano alla logica del consumo, di per sÈ nient'affatto disdicevole, e non Ë un merito se la penuria, subÏta e non certo scelta, costringeva a consumi pi? modesti. E' quel sorriso giocondo e soddisfatto nel roseo faccione che nega il Natale. Le feste di un tempo univano il piacere ó per un bambino, anche l'incanto misterioso dei doni sotto l'albero o davanti al Presepe ó e la malinconia della ripetizione, che scandisce il fluire e lo svanire del tempo quanto pi? cerca di catturarlo e fermarlo nel rito sempre uguale. La festaóe il Natale Ë quella pi? grandeófa (soprattutto faceva) sentire che la festa della vita finisce, che l'esistenza Ë il precipitare della gioia e degli affetti nel buio del tempo e del nulla, cosÏ come nel grande abete, che un magico zio travestito da angelo mi allestiva nella mia infanzia, una cascata di caramelle bianche come la neve cadeva e spariva nella folta ombra dei rami e le gocce di cera delle candele accese cadevano una sull'altra e si consumavano. Ogni anno tante gocce d'oblio, mentre la tavolata famigliare si arricchiva di nuovi venuti e ancor pi? si spopolava di altri che se ne andavano lasciando seggiole vuote. La festa diceva la tenerezza e anche gli acri, amari malintesi della vita di famiglia; era occasione in cui emergevano e poi si sopivano rancori antichi, acerbamente conviventi con gli affetti, che il bambino captava sgomento e poi rasserenato, imparando a capire il nesso inestricabile di amore e avversione che lega gli uomini. Protagonista e vezzeggiata, l'infanzia era anche vagamente oppressa da quella ripetizione e da quella mistura di gioia e malinconia, immortalata in tragiche e debolmente sorridenti foto di famiglia. Anche in quei Natali tradizionali si violava e negava, senza saperlo, il significato del Natale, che Ë preludio di Buona Novella e di liberazione e non malinconia; tempo annunciato e vissuto come pienezza, come compimento di attese e valori, e non quale stillicidio di minuti e di anni nel nulla. Ma tutto ciÚ era almeno riscattato dalla malinconia; l'angeloóanche quello che porta i regalióË sempre malinconico, figura del mondo caduto e imperfetto. Babbo Natale invece Ë sinistramente allegro; Ë persuaso e vuole persuadere gli altri che tutto va bene e andr‡ sempre meglio; che il nostro mondo, la nostra societ‡, il nostro benessere, il nostro denaro, la nostra democrazia, il nostro teatro quotidiano siano i migliori e gli unici possibili, una crescita destinata ad accrescersi trionfalmente sempre pi?, una scorpacciata senza limiti garantita da pillole digestive sempre pi? efficaci, un progresso inarrestabile, uno stadio definitivo e un ordine immutabile, un oggi scambiato per l'eterno. Incubi di pranzi in cui l'obbligato ingozzarsi insinua nell'animo una pesantezza di morte, quintali di biglietti augurali e cassette di vini e di dolciumi che ingombrano la casa dei fortunati destinatari di omaggi con la violenza dell'invasione. Il Natale Ë la nascita di un bambino, di un salvatore che sar‡ crocifisso e conoscer‡ l'estremo abbattimento del Getsemani; la gioia che esso annuncia non Ë una truffa, perchÈ non nasconde il dolore, il crollo del mondo. Uno dei pi? grandi racconti di Natale di ogni letteratura, ´Cristallo di roccaª di Stifter, dice ó come ha scritto Maria Fancelli in un memorabile saggio ó ´che l'attraversamento del nulla Ë necessario ª. Babbo Natale vuole invece farci dimenticare che siamo sull'orlo di un vulcano, il quale potrebbe eruttare fuoco distruttore da un momento all'altro; che le tensioni del mondo si vanno facendo insopportabili e incontrollabili; che davanti al Presepe premono, per entrare in quella capanna che Ë il cuore del mondo, pi? persone di quante essa possa accogliere. Babbo Erode non si turba per le stragi di innocenti. Il fasullo scampanellÏo della sua slitta cerca di sopraffare il coro degli angeli che annunciano gloria a Dio nell'alto dei cieli e pace in terra agli uomini di buona volont‡. Cerca di coprirlo perchÈ, se lo si sente, si rimane sbigottiti dalla smentita che quell'annuncio riceve sulla Terra, dove la pace Ë quasi sempre negata agli uomini di buona volont‡ e semmai concessa ai farabutti. Quel canto da sempre smentito va invece sempre ascoltato e seguito, per continuare a credervi contro ogni evidenza, a sperare contro ogni vittoriosa negazione, con quell'autentica speranza che passa sotto le forche caudine della disperazione e rifiuta le stampelle del tronfio e menzognero ottimismo. 24 dicembre 2007 |
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Questo ultimo Dalai Lama dacchË vive in Occidente assolve alla funzione di narcotizzare, con nenie ayurvediche tibetane, giovani irrequieti, che potrebbero agitarsi contro líattuale ordine mondiale e contestarlo. Da ciÚ la grande importanza che i media gli attribuiscono.
Ma questo È solo il lavoro di routine del Dalai Lama. PerchË cíÈ di pi?. In questíanno 2007 il governo cinese, senza essersi consultato con la Santa Sede, ha riconosciuto come vescovo cattolico di Pechino monsignor Joseph Li Shan, un cinese che crede nella divinit‡ di Ges? di Nazareth senza per ciÚ sentirsi obbligato a tradire gli interessi nazionali della Cina: figurasi con che bava alla bocca il papa ha dovuto dichiarare diplomaticamente "SÏ! SÏ! Joseph Li Shan È una brava persona!". Poco dopo averlo detto, ha mandato il Dalai Lama da Angela Merkel e George W. Bush, con grande risonanza dei media, per nullíaltro se non per irritare il governo cinese, che difatti si È irritato, e quando noi italiani ci sarremmo attesi di vedere apparire il Dalai Lama in parlamento, il governo cinese ha minacciato che, se il Dalai Lama vi fosse apparso, avrebbe ritirato gli investimenti cinesi dal nostro Paese. I cinesi hanno cosÏ privato gli italiani di assistere a uno spettacolo squisitamente comico, che avrebbero dovuto interpetrare Tenzin Gyatso, Romano Prodi e i maggiori attori del parlamento italiano, per la regÏa di Joseph Ratzinger. Secondo me il governo cinese sopravaluta il Dalai Lama, che non ha risorse autonome per minacciare la Cina, mentre non fa abbastanza per contenere líinfezione cattolica, il cui focolaio si È manifestato a Hong Kong, che minaccia seriamente di propagarsi. Con líacquisizione di Hong Kong, da cui la Cina non ha tratto benefici, perchË i grandi capitali si sono spostati altrove, la Cina ha avuto lo svantaggio di acquisire una massa di cinesi snaturati dal colonialismo, che ammirano oltremodo la cultura inglese e soggiacciono al pontefice romano. Eí evidente che un cinese snaturato, come il vescovo cattolico di Hong Kong monsignor Joseph Zen Ze-kiun, sia un pericolo reale per la Cina. Difatti il vescovo cattolico di Hong Kong monsignor Joseph Zen Ze-kiun e i preti della sua area tradiscono la Cina, perchË obbediscono al peggiore nemico che la Cina abbia, il Vaticano, un tarlo che baca tutte le societ‡ dove si annida. Per proteggersi da questo tarlo, prima che il focolaio di Hong Kong la infetti tutta, la Cina dovrebbe bandire dal proprio territorio la pratica cattolica della CONFESSIONE, che È una pratica che fu istituita dallíInquisizione ed Eí INQUISIZIONE. Con la pratica della Confessione gli agenti del Vaticano estorcono segreti e plagiano menti per carpire beni materiali e creare simpatie per politici che simpatizzano col Vaticano. Una legge sullíinterdizione della pratica della Confessione troverebbe fondamento giuridico nel fatto che, tra le confessioni che i preti cattolici raccolgono, ce ne sono di crimini che la magistratura cinese persegue díufficio (omicidi, etc) e che pertanto i preti cattolici cinesi sarebbero obbligati a denunciare immediatamente alla polizia, come qualsiasi altro cittadino cinese che ne venisse a conoscenza, pena la loro stessa incriminazione: non solo questi crimini il vescovo cattolico di Hong Kong monsignor Joseph Zen Ze-kiun e i preti della sua area non denunciano alla polizia cinese, ma li svelano pure al Vaticano! Se la Cina avr‡ bandito per legge la pratica della Confessione, alla giustizia cinese non rester‡ che applicare, a quei preti cattolici colti in flagrante mentre la praticano, la pena di morte (alto tradimento) da comminare nei lavori forzati a vita, di modo che le energie di criminali irrecuperabili vengano convertite dal disfattismo alla produttivit‡. Non È il povero Tenzin Gyatso, che si guadagna da vivere come puÚ, il vero pericolo per la Cina, ma Joseph Ratzinger, che manovra Joseph Zen Ze-kiun. Melchiorre Gerbino |
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