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Domenica, 4 Maggio 2025 17:09 Grazie per aver visitato questo spazio dedicato a URLA LA TUA OPINIONE. Qui puoi lasciare la tua riflessione. |
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Nome | Riflessioni con eventuali Commenti | |||||||||
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Di che cosa Ë fatto un sessantotto
Mah, questo secondo me Ë un sessantotto. Non Ë, ovviamente, il '68 (che a sua volta dichiarava: "Non sono il Quarantotto!"), Ë semplicemente uno dei tanti sessantotti che periodicamente si verificano, cambiano il mondo in basso e vengono venduti e esorcizzati in alto. Di che cosa sono composti i sessantotti? 1) Arrivano di sorpresa (Asor Rosa: "Rivolte studentesche in Italia? Impossibile. Americanate". Rinascita, febbraio 68). 2) I giovani, quasi tutti i giovani, ne fanno parte da subito, senza pensarci, con naturalezza. 3) Il governo Ë fortissimo e quasi senza opposizione. Si crede eterno. 4) I politici dapprima non li vedono, poi cercano goffamente di corrergli dietro. 5) Gli studenti sono presbiti, vedono sfocato da vicino (nel sessantotto del '68 il primo slogan Ë stato "potere studentesco", adesso si comincia col "siamo tutti studenti"). 6) PerÚ non sono miopi. Hanno le idee chiarissime (e in quel momento "estreme") sui tempi lunghi. Nei volantini torinesi del '68 c'Ë tutto quello che sarebbe successo nei trent'anni successivi, inquinamento e capitalismo selvaggio compresi. E nei documenti della Pantera di Palermo... 7) Non credono nella violenza, e perciÚ sono molto pericolosi. Il rock Ë stato molto pi? esplosivo del terrorismo. I capelloni erano molto pi? "eversivi" dei maoisti. Del '68, non a caso, si ricordano i leaderini fighetti e i (pochi) terroristi. Non i consigli di fabbrica e i corsi liberi nelle facolt‡ di punta. 8) Per fermarli bisogna dunque introdurre la violenza (nel '68 le bombe di piazza Fontana, nel '77 i ragazzi sparati da fascisti e servizi deviati). 9) Per venderli e esorcizzarli bisogna far "diventare importanti" alcuni di loro, trasformarli da ragazzi in personale politico. 10) Bisogna cioË offrire loro il modello di organizzazione politica che vige nel sistema. In un sistema di partiti, bisogna indurli a fare partitini (i "gruppi" post-68). In un sistema maschile, bisogna esaltare in loro virt? "virili" ("spranghiamo i fascisti/la polizia/ i comunisti"). In un sistema gerontocratico, bisogna imporgli i linguaggi delle generazioni precedenti (per esempio gli slogan a rima). da La Catena di San Libero n. 374 5 novembre 2008 |
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PER RITA BORSELLINO
Care amiche e cari amici, come sapete, in seguito alle dimissioni di Anna Finocchiaro da deputato dell'ARS, 5 candidati non eletti, fra cui Rita Borsellino, hanno richiesto l'attribuzione a se stessi di quel seggio rimasto vacante. Purtroppo la legge elettorale siciliana non contempla il caso in oggetto e si Ë dovuto procedere per via interpretativa, senza escludersi addirittura la non attribuzione del seggio, lasciando il parlamento regionale con 89 membri invece dei 90 stabiliti dallo Statuto. A tal fine l'ARS ha istituito una apposita commissione per esaminare la questione e formulare una proposta all'aula. In questo frangente, Rita ha lanciato una campagna in favore della sua causa, raccogliendo il sostegno di molti personaggi della cultura e dello spettacolo. A suo sostegno hanno firmato, fra tanti, anche Carla Fracci, Pippo Baudo, Andrea Camilleri, Vincenzo Consolo, Roy Paci... Ieri l'ARS ha deliberato di assegnare il seggio a Bernardo Mattarella (PD) ed oggi Ë stato diffuso, da parte del gruppo "Un'altra storia", un duro attacco al PD (l'ennesimo), per "l'imbarazzato silenzio dei vertici nazionali e della stessa Finocchiaro e la determinazione dei vertici regionali, tesi a colpire quello straordinario patrimonio di partecipazione democratica messa in campo da Rita Borsellino". Ora, prima che il virus contagi pure noi e qualcuno stili l'elenco degli amici di Rita Borsellino e quello dei suoi nemici, poichÈ non mi sento meno amico di Rita Borsellino di quanto lo siano Pippo Baudo o Roy Paci, voglio dire con chiarezza quanto segue: la decisone, a cui ho preso parte, poteva basarsi esclusivamente sulla interpretazione normativa o, se volete, sulla rispondenza il pi? possibile aderente alla legge del caso in oggetto e non sulla simpatia e stima verso Rita o adesione al suo impegno. Dal punto di vista legislativo la questione Ë talmente complessa che non Ë qui nemmeno il caso che provi a riassumerla ed Ë pure possibile che il TAR, a cui puÚ farsi ricorso, decida diversamente. Ma mi rifiuto di prendere parte ad una conta fra buoni o cattivi, rivendicando la piena onest‡ intellettuale mia e di tantissimi altri deputati del PD, nell'unico intento di aderire alla legge. Per questo mi addolora la reazione di Rita nei confronti nostri e quindi miei, anche se capisco il suo risentimento; ma mi piacerebbe che almeno fra di noi fossero tenute ferme le ragioni di quello che Ë accaduto, evitando di essere oggetto di possibili strumentalizzazioni e "guerre di religione". Roberto De Benedictis |
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Resoconto del convegno del 18-19 ottobre 2008 Arpiola di Mulazzo
LA STORIA SPAZZA VIA TUTTI GLI APOSTOLI. GESŸ DETTO IL CRISTO NON ESISTETTE. Nessuno di essi esisterono. Presentata da Axteismo in anteprima la pubblicazione degli studi avanzati sulle Origini del Cristianesimo con la presenza dei tre massimi esperti mondiali di cristologia: Luigi Cascioli, Giancarlo Tranfo, Emilio Salsi. La storia stabilisce senza ombra di dubbio che gli Apostoli e Ges? Cristo sono personaggi di pura fantasia, personaggi mai esistiti. di Ennio Montesi Redigere un comunicato stampa secco su questa notizia storica cosÏ importante Ë riduttivo. Meglio poche righe con taglio di articolo. Nel convegno ad Arpiola di Mulazzo del 18-19 ottobre 2008 promosso da Axteismo, movimento internazionale di libero pensiero, i molti relatori si sono avvicendati durante le intense giornate di confronto. Luigi Cascioli, Giancarlo Tranfo, Emilio Salsi, Angelo Napolitano, Francis Sgambelluri, Gianni Marucelli, Nunzio Miccoli, Giorgio Vitali, Biagio Catalano, Attilio Vanini, Ennio Montesi, Fiorella Di Stefano, Sergio Martella, Pierino Marazzani hanno trattato temi articolati dalle Origini del Cristianesimo all'Inquisizione, sui tentativi di controinformazione e mistificazione della realt‡ dei fatti da parte degli apologisti, dall'antropologia, alla storia, dalla psicoanalisi, alla sociologia, dal Medioevo ai giorni nostri. Il problema emerso risulta essere quello delle religioni, del cristianesimo nella fattispecie del cattolicesimo e della Chiesa cattolica. Si sono ribaditi anche dei tanti diritti dei cittadini ancora negati dai legislatori italiani sempre sottomessi al potere secolare della Chiesa cattolica e del Vaticano. Tema centrale del convegno sono stati gli importanti studi evoluti di cristologia. La presenza contemporanea dei tre massimi esperti mondiali sulle Origini del Cristianesimo: Luigi Cascioli, Giancarlo Tranfo ed Emilio Salsi, ha creato un'atmosfera di pregnante attesa tra l'attento pubblico composto da studiosi, docenti, intellettuali, addetti ai lavori e da persone interessate all'argomento. I video della conferenza verranno diffusi in rete appena pronti. Luigi Cascioli, Giancarlo Tranfo ed Emilio Salsi hanno evidenziato le enormi e le sottili contraddizioni storiche contenute nei vangeli fino al punto di dimostrare l'inesistenza di personaggi come gli "Apostoli", "Ges? Cristo" e la "Sacra Famiglia". Tutto falso, niente di vero, duemila anni di menzogne. Attraverso l'analisi dei "Testi Sacri" comparata con l'antica storiografia laica si Ë finalmente provato - con ricca documentazione alla mano - che le vicende descritte dalla Chiesa cattolica nei vangeli furono in realt‡ falsificate unitamente ai loro protagonisti che risultano essere personaggi inventati. » facile capire che questi studi cancellano per intero e da subito quella che viene definita come "Dottrina cristiano-cattolica". Studi di tale altissimo livello sarebbero stati da presentare in pompa magna in una sede accademica, in una prestigiosa universit‡ italiana come La Sapienza. Tuttavia, piuttosto che bussare alle porte delle universit‡ abbiamo preferito organizzare il convegno per conto nostro aperto al pubblico e ai giornalisti. Di giornalisti, come prevedevamo, nemmeno l'ombra probabilmente perchÈ, considerati i temi scottanti del convegno, i loro datori di lavoro hanno impartito l'ordine di non comunicare la notizia. Se un giornalista scrivesse su un giornale o dicesse in apertura del telegiornale di prima serata che: "Un gruppo di studiosi, i pi? importanti e preparati a livello mondiale, dopo anni e anni di studi approfonditi ed evoluti sulle Origini del Cristianesimo hanno scoperto e lo dimostrano che gli Apostoli e lo stesso Ges? Cristo non esisterono, ma furono favole", probabilmente li caccerebbero. Dobbiamo capire la miserevole e genuflessa posizione in cui la maggioranza dei giornalisti italiani Ë costretta a lavorare. L'informazione pubblica Ë assente perchÈ la maggior parte dei giornalisti "tiene famiglia". Se comunque qualche super eroe dell'informazione decidesse di invitare i cristologi a un dibattito televisivo sulle reti Rai, Mediaset, La7 o altre, certamente siamo disponibili a sostenere qualsiasi confronto soprattutto coi pi? importanti esegeti quali, Vittorio Messori, Gianfranco Ravasi e i pi? preparati ministri della Chiesa cattolica. Se le agenzie di stampa Ansa, Adnkronos, Reuters, Agi, Apcom, Asca, Emmegipress, Associated Press e tutte le altre agenzie di informazione decidessero coraggiosamente di battere questa notizia nei loro circuiti siamo disponibili a dare le dovute informazioni di copertura. Se le radio decidessero di aprire i bollettini con la seguente notizia: "In base alla storia un importante gruppo di studiosi ha stabilito che gli Apostoli, Ges? Cristo e la Sacra Famiglia non esisterono, ma furono inventati", saremmo disponibili ad ogni supporto. Le tante voci libere di Internet di certo daranno una mano in modo che questa grande notizia voli in milioni di sciami e si moltiplichi all'infinito in ogni angolo e anfratto della rete, su ogni byte dei computer, cosÏ che il muro omertoso fatto dai "mass media ufficiali" venga abbattuto. Magari un giorno un editore serio, che meriti questo appellativo, decider‡ di pubblicare in un unico cofanetto raggruppando i quattro volumi coi testi in ordine cronologico degli studi sulle Origini del Cristianesimo. Ecco i libri: "La favola di Cristo - Inconfutabile dimostrazione della non esistenza di Ges?" e "La morte di Cristo - Cristiani e Cristicoli" di Luigi Cascioli [www.luigicascioli.it] <http://www.luigicascioli.it> "La Croce di Spine - Ges?: la storia che non vi Ë ancora stata raccontata" di Giancarlo Tranfo [www.yeshua.it] <http://www.yeshua.it> "Giovanni il Nazireo detto Ges? Cristo e i suoi fratelli" di Emilio Salsi [www.vangeliestoria.eu] <http://www.vangeliestoria.eu> . » attraverso gli studi di Emilio Salsi (lo studioso che viene paragonato come a un Pico della Mirandola degli antichi testi storici e dei vangeli) che tutti gli Apostoli sono spazzati via dalla storia. Storia che dimostra come gli Apostoli furono inventati in personaggi di fantasia. Bisognerebbe domandare ai ministri della Chiesa cattolica del perchÈ di tutte queste invenzioni e menzogne iniettate all'Umanit‡ e a cosa sono servite. Ennio Montesi Riferimenti: [nochiesa.blogspot.com] <http://nochiesa.blogspot.com> [www.luigicascioli.it] <http://www.luigicascioli.it> [www.yeshua.it] <http://www.yeshua.it> [www.vangeliestoria.eu] <http://www.vangeliestoria.eu> Per interviste, conferenze, convegni e altro tel. 3393188116 "Non esiste delitto, inganno, trucco, imbroglio e vizio che non vivano della loro segretezza. Portate alla luce del giorno questi segreti, descriveteli, rendeteli ridicoli agli occhi di tutti e prima o poi la pubblica opinione li getter‡ via. La sola divulgazione di per sË non Ë forse sufficiente, ma Ë l'unico mezzo senza il quale falliscono tutti gli altri". Joseph Pulitzer, Fondatore Premio Pulitzer Questo testo Ë in regime di Copyleft: la pubblicazione e riproduzione Ë libera e incoraggiata purchÈ l'articolo sia riportato in versione integrale, con lo stesso titolo, citando il nome dell'autore e riportando questa scritta. Fonte: [nochiesa.blogspot.com] <http://nochiesa.blogspot.com/> Diffusione: Axteismo Press l'Agenzia degli Axtei, Atei e Laici [nochiesa.blogspot.com] <http://nochiesa.blogspot.com> Considerato l'attuale gravissimo stato di censura e di manipolazione delle informazioni da parte dei media, si invita alla massima pubblicazione e diffusione. **** Richiedi gratis TUTTI i documenti disponibili, circa 60 mail, in formato digitale scrivendo a: axteismo@yahoo.it Axteismo, No alla chiesa, no alle religioni Movimento Internazionale di Libero Pensiero Dateci spazio in Tv per parlare e la Chiesa chiuder‡ bottega. CerchiamoFondazione o Universit‡ che sostengano studi e attivit‡ e Imprenditore-Editore che apra Tv satellitare libera. Axteismo vive grazie alle vostre donazioni, certamente sar‡ utile la tua piccola donazione di 25euro su PayPal [nochiesa.blogspot.com] <http://nochiesa.blogspot.com/> Per lasciti testamentari e donazioni di altro tipo prendere contatto. Leggi le news anche degli altri mesi, per aderire e informazioni: axteismo@yahoo.it <mailto:axteismo@yahoo.it> tel. +39 3393188116 Axteismo Press l'Agenzia degli Axtei, Atei e Laici |
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COMUNICATO STAMPA
La Associazione Italia-Nicaragua ha inviato una lettera al signor ambasciatore d'Italia in Nicaragua, con copia al Presidente della Repubblica italiana ed al Ministro degli Esteri, per rifiutare la nomina del presidente del Grupo Pellas, signor Carlos Pellas Chamorro, come Console Onorario della Repubblica d'Italia a Granada in Nicaragua. La lettera ha avuto il sostegno immediato di organizzazioni internazionali, come la Regional Latinoamericana de la UniÛn Internacional de Trabajadores de la AlimentaciÛn (Rel-UITA), Nicaragua Network degli Stati Uniti, FIAN Honduras e nicaraguensi come la FederaciÛn de Trabajadores de la AlimentaciÛn de Nicaragua (FUTATSCON), il Movimiento Social Nicaraguense "Otro Mundo es Posible" (MSN) e la Red de Solidaridad y Desarrollo Comunitario (REDSCOM). Nelle prossime ore Ë previsto che altre organizzazioni nazionali ed internazionali si sommino a questo appello dell'Associazione Italia-Nicaragua. In allegato la lettera inviata all'ambasciatore italiano in Nicaragua, Alberto Boniver e pi? sotto il comunicato che sta circolando a livello nazionale ed internazionale. Contro la nomina del Sig. Carlos Pellas Chamorro come Console Onorario d'Italia a Granada - Nicaragua L'ambasciatore italiano in Nicaragua, Sig. Alberto Boniver, ha nominato il signor Carlos Pellas Chamorro, presidente del Grupo Pellas, come Console Onorario d'Italia a Granada in Nicaragua. La nomina Ë stata ufficializzata a pochi giorni dalla decisione del Tribunale Permanente dei Popoli (TPP) di condannare eticamente e moralmente il Gruppo Pellas, per essere responsabile della malattia e morte di migliaia di ex lavoratori delle piantagioni di canna da zucchero dell'Ingenio San Antonio, nonchÈ del loro abbandono al momento di ammalarsi di Insufficienza Renale Cronica (IRC). Il TPP ha inoltre deciso di chiedere "la definizione di condizioni di responsabilit‡ universale, tali come sanzioni giuridiche efficaci, diffusione pubblica della condanna, confisca degli strumenti del delitto prodotto, multe, riparazione del danno causato e la dissoluzione dell'impresa". La AsociaciÛn Nicarag¸ense de Afectados por Insuficiencia Renal CrÛnica (ANAIRC), affiliata alla UITA, ha denunciato il Grupo Pellas durante l'udienza centroamericana del TPP "Politiche neoliberiste, multinazionali e gruppi economici" del 10 e 11 ottobre 2008, che si Ë svolta in Guatemala all'interno del III Foro Sociale delle Americhe. Secondo i denuncianti, l'impresa Ingenio San Antonio, propriet· della Nicaragua Sugar Estate Ltd, che È parte del Grupo Pellas, ha fatto un uso sconsiderato e massicio di pesticidi, minando gravemente i la voratori, le risorse idriche della zona e l'ambiente in generale. Suonano paradossali le parole del signor ambasciatore Boniver nei confronti del nuovo Console Onorario durante la cerimonia d'investitura: "Chi meglio di te, mio caro Carlos, che potrei definire un Console di lusso. Chi meglio di te, l'imprenditore pi? importante del paese e forse del centroamerica". Nel mese di agosto 2008, la Presidenza della Repubblica italiana, sempre attraverso l'ambasciatore Alberto Boniver, aveva insignito il signor Carlos Pellas Chamorro con l'onorificenza dell'Ordine della Stella della Solidariet‡ Italiana, nel suo massimo grado di Grande Ufficiale. Questo fatto aveva destato forti proteste da parte degli ex lavoratori, lavoratrici, vedove e famigliari dei deceduti affiliati ad ANAIRC, i quali avevano invitato l'ambasciatore Boniver a recarsi nella cittadina di Chichigalpa, nell'occidente del Nicaragua, per conoscere la loro situazione. La Regional Latinoamericana de la UniÛn Internacional de Trabajadores de la AlimentaciÛn (UITA), aveva inviato all'ambasciatore una lettera di protesta, sostenuta in seguito da numerose organizzazioni internazionali. L'Associazione Italia-Nicaragua, riunita a Roma i giorni 11 e 12 di Ottobre, a nome dei suoi affiliati, soci ed amici e amiche esprime il proprio dissenso e si indegna nuovamente per questa carica assegnata al Sig. Pellas, non riconoscendolo come rappresentante della Repubblica d'Italia a Granada - Nicaragua. Continueremo la nostra solidariet‡ con tutti i lavoratori e lavoratrici di ANAIRC e diffonderemo a livello internazionale questo ennesimo passo falso dell'ambasciatore italiano in Nicaragua, il quale a pochi giorni da cedere l'incarico, sembra aver deciso di accelerare i tempi per consolidare le proprie amicizie in terra nicaraguense. Coordinamento nazionale Associazione Italia-Nicaragua Milano, 15 ottobre 2008 |
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ABORTO, ARCIDONNA: "CARENTI E FUORI DALLA REALTA' LE PAROLE DEL PAPA
´Le critiche espresse oggi da Benedetto XVI nei confronti della legge 194, per quanto legittime, scontano una serie di gravi carenze e si basano su assunti in pieno contrasto con i dati ufficiali. Non Ë vero, innanzitutto, che, come ha detto il Papa, la legalizzazione dell'aborto ha comportato "un minor rispetto per la persona umana". Da quando la legge 194 Ë entrata in vigore, infatti, non solo sono diminuiti gli aborti, ma soprattutto si Ë posto un freno decisivo al fenomeno degli aborti clandestini. In tal senso, il rispetto per il valore della vita (intesa come vita delle donne) Ë aumentato, visto che si sono ridotti enormemente i rischi derivanti dalle operazioni clandestine. In secondo luogo, Ë incomprensibile l'accostamento, fatto da Benedetto XVI, tra l'aborto e "i problemi che affliggono molte donne e non pochi nuclei familiari". Non Ë compito certo della legge 194 risolvere i problemi delle donne, siano essi di natura economica o legati alla sfera dei diritti. Anzi, proprio la 194 ha ampliato le libert‡ delle donne, dando loro l'opportunit‡ di scegliere sul proprio corpo e sulla propria salute al di l‡ delle pressioni familiari e sociali. Il Papa avrebbe fatto meglio, in quest'ottica, a ricordare alle istituzioni italiane la mancanza di un welfare a misura di donna, ovvero di un welfare che consenta realmente alle donne di conciliare vita e lavoro. Sempre che sia suo compito, da leader di uno Stato straniero, entrare nel merito delle questioni interne al nostro paese. Libia docetª. Lo ha detto Valeria Ajovalasit, presidente di Arcidonna, in merito al discorso tenuto oggi da Benedetto XVI in occasione dell'incontro con i delegati del Movimento per la vita. |
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Lettera aperta
La parola alla mamma di Lucia Sortino Vorrei tanto che il mio scritto arrivasse ai cuori delle persone in grado di aiutarmi. Non sono un politico, ma una madre, una semplice madre. Lotto da quasi sei anni, insieme a mia figlia Lucia Sortino, affetta da una orribile malattia, un cancro. I Km che affrontiamo per arrivare al policlinico di Catania sono Km di speranza, ma le sofferenze sono tante. I nostri figli vengono seguiti da bravi medici e da personale specializzato, ricco di grande umanit‡; noi siamo una vera famiglia e líobbiettivo Ë solo quello di far guarire i nostri bambini, anche se non sempre vi si riesce, perchÈ la malattia Ë ìun cancroî e la parola dice gi‡ tutto. Solo chi vive questo dramma puÚ capire le sofferenze affrontate dai nostri figli e puÚ vedere líaltra faccia della medaglia. Quello che sto per scrivere vorrei che arrivasse ai politici, alle istituzioni, al tribunale dei diritti del malato, al nuovo manager e al direttore sanitario del Policlinico di Catania. Non bisogna fare miracoli per aiutare i nostri bambini, loro hanno diritto di affrontare le cure con dignit‡ e rispetto. Serve il vostro aiuto. A noi occorrono un reparto con almeno 20 posti letto, un D. H. pronto a tutte le esigenze, una sala operatoria per le urgenze, un pronto soccorso, barelle sufficienti per spostarsi per gli esami necessari. Non dovete costruire nuovi padiglioni, ma migliorare il nostro; mi permetto di dire il nostro perchÈ per noi Ë la nostra casa, lÏ diventiamo una famiglia, una vera grande famiglia, dove si lotta per vivere, anche se non sempre i risultati sono quelli sperati. Vorrei tanto condurvi in questo luogo, farvi guardare e toccare le vere sofferenze; giorni fa poichÈ il nostro reparto Ë sprovvisto di pronto soccorso, mia figlia ha patito dolore per tutta la notte. A noi non serve cambiare continuamente padiglione, ma vorremmo trovare sempre pronta la stanza per le urgenze e non appoggiarci ad una lettiga, aspettando che qualche bimbo liberi il postoÖ Se dovesse succedere anche a me di perdere mia figlia, cercherÚ di accompagnarla alla casa di Dio. Non chiedo piet‡, ma, a gran voce, chiedo il vostro aiuto; i farmaci possono arrivare fino ad un certo punto, solo Dio puÚ far guarire queste creature, ma voi potete migliorare il loro difficile cammino. Forse questo mio nero su bianco rester‡ solo un articolo di giornale, ma per me, per noi, Ë un grido di disperazione, uníaccorata ricerca díaiuto. Migliorate questo centro perchÈ i nostri figli non possono raggiungere ospedali lontani, anche il nostro profondo sud ha diritto ai servizi presenti in altre parti díItalia e soprattutto al rispetto della dignit‡ umana. Patrizia Cretto Sortino |
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NON SCANDALIZZATEVI: SONO PER IL FEDERALISMO FISCALE!
Mi considero meridionalista, consapevole del grande contributo di idee, sangue dati allíItalia dagli uomini del Sud, pi? di quelli che era loro consentito. Basta citare, solo a livello economico, ciÚ che diceva Nitti nellíesame analitico del bilancio dello Stato dal 1862 al 1897: ìÖil Mezzogiorno, possedendo il 27% della ricchezza, ha pagato il 32% delle imposteî. E taccio di ciÚ che il Sud ha dato allíItalia e taccio come Ë stato trascurato dai vari governi. PerÚ, vedendo i vari sprechi continui da parte delle amministrazioni pubbliche, il pressappochismo e la mancanza di professionalit‡ di operatori turistici,imprenditori, la retorica di intellettuali ìpaglietteî pi? che rigorosi analisti e stimoli per la gente, penso che il federalismo fiscali sia estrema ratio per scuoterci dal torpore, dal fatalismo e dalla furbizia di vivere a carico della collettivit‡. Diceva Hegel: ìquando un corpo Ë in cancrena, non si guarisce con acqua di coloniaî. La mia Ë una provocazione, certo con motivazioni diverse,anzi opposte a quelle di Bossi: dobbiamo dimostrare a noi stessi di essere capaci di autonomia, di saperci sollevare, di riprenderci il nostro destino, di trasformare creativamente il territorio,come avveniva nellíera splendida del periodo magno-greco che ci vide faro di civilt‡. Ben venga allora il federalismo,naturalmente con i necessari correttivi da parte dello Stato per integrare funzionalmente le nostre risorse e il nostro impegno. Ma che finisca líalibi della miseria, della disoccupazione, di piangerci addosso: girate nei vari comuni e vedete lo spreco scandaloso del denaro pubblico. Dove era il popolo a vigilare? La democrazia Ë partecipazione, attenzione, proporre, non delega in bianco o peggio collusione, connivenza, furbizia, tornaconto personale. GIANNI MAZZEI
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I FRUTTI AVVELENATI DELLA ìGLOBALIZZAZIONEî E DELÖÖ. LIBERISMO
Verr‡ realizzata una tendopoli per lavoratori stagionali nel quartiere Santa Lucia ad Avola. La questione pone dei problemi. - Il caso non riguarda profughi, esiliati, sfollati, rifugiati o migranti. Spesso artatamente si generalizza considerandoli ìclandestiniî. Coloro che sono costretti ad abbandonare la loro terra, lo fanno o per motivi ambientali: alluvioni, carestie, ecc. (e sono questi appunto i profughi ambientali), o abbandonano la propria patria per guerre o per persecuzioni politiche e religiose (rifugiati) o per ricongiunzione familiare in altre nazioni ( migranti ). Quando ho visitato il ìcentro di permanenza temporaneaî di Cassibile ho constatato che molti sono ex-soldati di eserciti sconfitti od in fuga che se ritornano nella patria di origine corrono seri pericoli. - La mia opinione per il caso di Avola Ë che si tratta di veri e propri immigrati per motivi di lavoro che venendo pagati in Italia con salari bassi inducono ad un mercato al ribasso dei salari dei braccianti locali poichÈ si innesca una sorta di concorrenza: la guerra tra i poveri ed un disagio o un contrasto sociale ed a volte una reazione dei lavoratori residenti. Eí una strategia vecchia come il cucco che conviene ai datori di lavoro che da un canto li chiamano per lavoro, ma dí altro canto, alimentano la paura per gli stessi. Avviene anche nel Nord con gli slavi e gli operai dellí Europa dellí Est. Nel Nord la Lega ha fatto man bassa dei voti degli operai che vedono gli stranieri come una minaccia economica ed Ë stata la leva che li ha fatto esprimere elettoralmente verso la Lega, pi? della stessa paura della delinquenza. Paolo Pantano |
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Avola, lÏ 26 Aprile 2008
OGGETTO: Escrementi cinofili nel centro urbano. Signor Sindaco del comune di AVOLA (Sr) La presente per segnalare líazione incivile di alcuni cittadini avolesi che, pur manifestando sensibilit‡ nei confronti degli animali, portano a spasso il loro cane sprovvisti dellíattrezzatura adeguata a rimuovere da strade, piazze e marciapiedi gli escrementi cinofili, dimostrando poco senso civico e nessun rispetto per la cosa pubblica. Con la presente ovviamente non si vuole attribuire alcuna colpa allíanimale che soddisfa il suo bisogno fisiologico, ma certamente si intende rivolgere il disperato invito alla Sua persona di fare in modo che la polizia municipale presti pi? attenzione al diritto, da decenni calpestato, di ogni cittadino a fare una passeggiata senza essere costretto a saltare le feci dei cani, che spesso vengono depositate davanti agli usci delle case o addirittura sugli scalini di un ingresso, in modo tale che, procedendo con ammonimenti e, per i recidivi, infliggendo persino le multe previste dalla legge, si possa ripristinare la legalit‡ e il senso civico da tempo caduti in un logorante oblio, ma soprattutto si possa garantire igiene e decoro al nostro paese. Distinti saluti ALESSANDRO BUSCEMI |
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Memento al Presidente della Regione Siciliana
L'ALTRA SICILIA ricorda al neopresidente eletto con circa i due terzi dei suffragi dei siciliani che le promesse elettorali sono cambiali. Se le onorer‡ sar‡ per la Sicilia una nuova era e noi non mancheremo di ricrederci rispetto a precedenti posizioni critiche e di lottare per il bene comune della nostra Sicilia, sempre mantenendo, perÚ, le distanze su posizioni inaccettabili come quella del "ponte" o su prassi inaccettabili come quella clientelare, che non gli Ë certo esclusiva come vorrebbe far credere l'attacco mediatico concertato firmato Repubblica-La 7, ma che certo non appare nemmeno rinnegata del tutto. Grandi cose stanno succedendo in Sicilia: il Popolo si scolla sempre pi? da questa classe politica, i partiti unionisti di sinistra si squagliano come neve al sole, nel centro-destra si combatte una lotta sotterranea tra veri e falsi autonomisti... Noi continuiamo ad essere osservatori indipendenti di tutto ciÚ e invitiamo il Presidente a dare segnali forti che indichino che il consenso ricevuto non Ë stato vano. Si cominci dai simboli: renda festivo o semi-festivo o solennit‡ civile l'appuntamento annuale del 15 maggio, Festa dell'Autonomia, che noi da qualche anno abbiamo cercato di onorare nel boicottaggio generale; lo faccia perÚ con sobriet‡, senza inutili vanaglorie o sprechi di denaro pubblico, ma con una mirata azione volta a far sentire, almeno una volta l'anno, ai Siciliani il ritrovato orgoglio di essere tali; faccia sventolare in ogni dove la nostra Bandiera Siciliana: il nostro vessillo ci abbracci in ogni dove come nelle altre nazioni "quasi-stato" europee: la Catalogna e la Scozia, tanto per fare esempi riconosciuti; se la Trinacria, nostro simbolo secolare, Ë gi‡ nella bandiera, adotti l'Aquila fridericiana, per secoli simbolo del Regno di Sicilia, coniato sino nelle monete, come nuovo stemma della Regione: la continuit‡ col passato, con le nostre radici, Ë il miglior viatico per avere un futuro. Si dir‡ che queste ed altre iniziative identitarie (lo Statuto, la storia e la cultura, la lingua siciliana nelle scuole, oppure la riforma di una toponomastica sin troppo "coloniale") non portano moneta, non danno risposta immediata ai tanti drammi dei Siciliani. Non Ë vero. Non Ë vero perchÈ l'identit‡ rende una terra interessante e visitata dall'estero, e non Ë vero perchÈ il riscatto identitario non pregiudica l'azione in campo istituzionale, sociale, economico, e cosÏ via. Possiamo darle un elenco di questioni in cui la seguiremo giorno per giorno? Dia in queste cose il segnale di un cambiamento: 0. Restituzione alla Sicilia della sua Alta Corte (la numeriamo "0" perchÈ senza questo non si puÚ far nulla); Applicazione integrale, passo dopo passo, dello Statuto; "Uso" dello Statuto con riforme legislative in ogni campo della vita associata per creare una Sicilia moderna e forte; Istituzione di un sistema tributario siciliano completamente autonomo da quello nazionale come consentito dallo Statuto per realizzare la migliore delle fiscalit‡ di vantaggio; Attribuzione alla Sicilia di tutti i benefici, proventi, tributi, derivanti dall'estrazione di idrocarburi, dalla loro raffinazione, e dalla produzione di energia elettrica con benefici tangibili ripartiti tra il settore pubblico, le imprese e le famiglie; Politiche industriali che spezzino la spirale assistenziale, saltando le intermediazioni parassitarie continentali, con un aumento di profitto per le imprese isolane e la diminuzione del costo della vita per i consumatori siciliani; Politica delle infrastrutture, in particolare per quelle di trasporto (del "ponte" non ce ne importa nulla, se non lo fa, tanto meglio, se lo fa, chieda i soldi a Berlusconi); Politica monetaria e creditizia autonoma nei limiti concessi dallo statuto (partecipazione della Sicilia ai benefici di creazione di moneta in Europa in funzione di popolazione e PIL, controllo sulle nostre banche); Snellimento progressivo del "burosauro" della p.a. con concentrazione della manodopera sui servizi realmente qualificanti e con una qualificazione della forza lavoro pubblica (basta con le raccomandazioni che producono voti!); Progressiva introduzione del bilinguismo italiano - siciliano; Riforma della scuola in senso identitario; Politica dei "simboli" dell'autonomia siciliana (cfr. sopra); Legalit‡; Gestione seria del territorio, dell'ambiente, dei beni culturali; Sanit‡ e servizi pubblici a costi e livelli qualitativi degni di un paese civile; Utilizzo delle risorse derivanti dallo smobilizzo del "moloch" pubblico e dal progressivo ampliamento della base contributiva per gestire il profondissimo disagio sociale: disoccupazione, emarginazione, etc; Voto per i Siciliani della diaspora (Italia + Estero) per le prossime elezioni ARS ed amministrative; Costituzione di un Dipartimento per i Siciliani della diaspora e una vera Consulta, democraticamente eletta, a rappresentare i diritti delle nostre comunit‡ allíestero; E ci fermiamo qua perchÈ 5 anni bastano appena ad avviare le riforme sopra indicate. I siciliani che ricevono la nostra posta, in Sicilia e nel mondo, saranno informati su tutto, senza peli sulla lingua. Noi perÚ adesso non la attacchiamo, vogliamo accordarle fiducia. Ci ha insospettito il fatto che alcuni poteri forti italiani sembrano gi‡ all'opera per distruggere il suo tentativo come quello di Milazzo di 50 anni fa. Non vorremmo essere gli strumenti ingenui di quest'opera di demolizione di un serio tentativo di rendere la Sicilia autonoma. Sempre pronti a ricrederci. <http://www.laltrasicilia.org/index.php> L'ALTRA SICILIA-Antudo ñ (www.laltrasicilia.org <http://www.laltrasicilia.org/> ) Movimento del Popolo Siciliano "al di qua e al di l‡ del Faro" Bvd. de Dixmude 40 bte 5 (B) - 1000 Bruxelles Tel/Fax: 0032 02 2174831 Cell. 0032 475 810756 posta: laltrasicilia-antudo@skynet.be <mailto:laltrasicilia-antudo@skynet.be> - SKYPE: laltrasiciliantudo |
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IMMIGRATI e ACCOGLIENZA
Anche rispetto al problema del massiccio afflusso di extracomunitari si riscontrano notevoli differenze tra nord e sud dellíItalia. La pressione demografica Ë pi? consistente al nord ma il fatto non Ë da attribuire ad una preferenza degli immigrati ma alla circostanza che vi si trovano molte pi? imprese produttive e quindi pi? facilit‡ di trovare il lavoro. Al sud sono riservati solo i lavori agricoli e líassistenza ai tanti vecchi e malati i cui figli, pochi per la verit‡, magari sono andati anchíessi a lavorare al nord. Nord e sud si trovano comunque alle prese con il medesimo problema: come accogliere questa gente? Al nord, dove si privilegia su tutto il lato economico, gli immigrati sono ben accolti a condizione che si possa usarli come gli schiavi di un tempo. Ecco i lavori a tempo se non a giornata, le paghe in nero e líassenza di ogni forma di supporto sociale. In tali condizioni solo i cinesi, depositari di una cultura e civilt‡ millenarie, sono riusciti ad organizzare una propria rete di protezione e il fatto trova conferma nella proliferazione di attivit‡ commerciali e ristoranti da essi gestite. La popolazione in genere Ë restia ad accettare la vicinanza degli immigrati e ogni pi? piccolo reato commesso da uno di loro viene subito esteso a tutti. Senza arrivare a parlare di razzismo Ë quanto meno indicativo che in una grossa citt‡ del Veneto si Ë arrivati a costruire attorno ad un quartiere, abitato da immigrati, un muro di recinzione. Anche i media danno grande risalto ai furti e alle aggressioni ad opera di immigrati slavi senza fare le doverose distinzioni tra chi delinque e chi lavora tranquillo. Pensiamo a cosa avrebbero dovuto fare gli americani quando assieme a milioni di immigrati italiani sono arrivati anche i gangster e i mafiosi. Non potevano certamente organizzare, come per gli indiani una riserva nella quale rinchiudere gli immigrati italiani e ciÚ per mancanza di spazi ma anche per senso civile. Se gli islamici vogliono avere un luogo di preghiera si organizzano raccolte di firme per opporvisi. Guai poi a parlare della possibilit‡ di dare anche a loro la possibilit‡, dopo un periodo di adattamento, di sentirsi inseriti nella comunit‡ con líattribuzione del diritto di voto. Questa forte resistenza viscerale allíaccoglienza per quanti hanno un diverso colore della pelle oppure professano uníaltra religione discende, a mio parere, da due fattori. Il primo Ë la suddivisione della societ‡ in clan : gli operai, i commercianti, gli industriali, le banche, ecc. Il secondo Ë il basso grado di cultura della popolazione- anche se la percentuale di laureati e diplomati Ë molto alta la cultura rimane rasoterra. Nella storia dellíumanit‡ ci sono sempre state massicci spostamenti di popoli da un punto allíaltro della terra e sempre, dopo un periodo di transizione, cíË stata, grazie alla commistione di genti diverse per sangue, abitudini e conoscenze, un periodo di fioritura delle arti, dei commerci e, in definitiva, del benessere per tutti. CiÚ si Ë verificato anche quando líintegrazione non Ë stata pacifica come nel caso della conquista del west americano dove furono gli immigrati a sottomettere i nativi pellerossa. Nel caso dellíinvasione dorica i greci pi? civili integrarono pacificamente nel loro tessuto sociale i nuovi arrivati e il risultato fu la Grecia di Pericle e il Partenone. Anche i romani, pi? rozzi dei greci, quando sottomettevano intere popolazioni stavano molto attenti a rispettare la religione e i costumi dei popoli vinti. A me risulta evidente come ogni contrasto o rifiuto rispetto allíarrivo di genti che arrivano in massa nel nostro territorio Ë destinato al fallimento, Ë come vuotare il mare con un cucchiaio. Non Ë forse meglio cercare di comprendere i diversi da noi ed integrarli piuttosto che rimanere schiacciati dalla loro pi? forte vitalit‡? Il trattamento di accoglienza riservato agli immigrati nel sud Ë diverso e pi? civile che al nord, forse per la vicinanza di condizioni economiche tra ospiti e ospitanti. Ma le vera ragione Ë uníaltra. Nel sud del paese hanno importanza i legami di sangue e nellíinconscio collettivo gli africani vengono guardati come lontani parenti. Non Ë forse vero che líhomo sapiens si diversificÚ dalle scimmie nelle savane africane? A fronte di differenze cosÏ marcate tra nord e sud che senso ha parlare ancora di stato unitario. Lo si potr‡ avere solo quando le due parti del paese si comprenderanno e non si sentiranno pi? i termini di ìterroneî o ìpolentoneî. Fulvio Maiello |
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Le due Italie
Il presidente Napolitano ci richiama spesso alla necessit‡ che tutti insieme dobbiamo fare tutto il possibile per ricondurre ad unit‡ le mille e diversificate esigenze che attraversano il paese. Tra i problemi da risolvere primeggiano, secondo lui, il lavoro e la questione meridionale. Io sono un meridionale che vive da mezzo secolo nel nord del paese e non posso accettare tale impostazione perchÈ, a mio giudizio, Ë errata e superficiale. Fino a quando continueremo a parlare solo del sud depresso líItalia non sar‡ mai uno stato unitario con il suo ruolo nel consesso delle nazioni nel tempo della globalizzazione. A mio modesto avviso Ë necessario prima riconoscere che esiste si un problema meridionale ma non meno urgente e grave Ë un problema settentrionale. Attualmente esistono almeno due Italie diverse per le origini, la storia, i costumi e il tessuto sociale. Don Sturzo e De Gasperi stanno certamente rivoltandosi nella tomba osservando come la loro idea di stato unitario sia oggi rivoltata come un calzino. Il fenomeno ha origini antiche che risalgono allíalto medioevo quando andava disfacendosi il Sacro Impero romano díoccidente. Al nord premevano le orde barbariche che portavano violenza e lutti mentre al sud gli arabi estendevano la loro influenza. Sono due i tipi di societ‡ che tali eventi hanno lasciato. Al nord la popolazione si Ë organizzata in piccole comunit‡ familiari, i clan, dove il legame tra gli appartenenti era quello della famiglia allargata dove ogni componente doveva provvedere con ogni mezzo possibile compreso il furto e la violenza alla tutela e al benessere della comunit‡. Al signor Bossi vorrei ricordare di risalire a quei tempi, pi? che alle sacre fonti del Po per collocare le origini del suo movimento. I clan si organizzarono poi per categorie come gli imprenditori, gli artigiani, e altri tipi di attivit‡ mercantili dove vigeva la stessa regola: le leggi si possono accettare fin quando non si pongono in contrasto con le esigenze primarie del clan. Tale tipo di atteggiamento Ë oggi riscontrabile nella dottrina secondo cui, quando líimposizione fiscale non permette di lucrare quanto programmato, diventano lecite líelusione e líevasione fiscale. I concetti di solidariet‡ e mutuo soccorso nella famiglia pi? grande quale Ë la comunit‡ nazionale non hanno alcun valore e vengono cancellati. Del resto ciÚ viene rivendicato pubblicamente in questi giorni come legittimo dagli attuali rappresentanti politici dei nuovi clan. A sud gli arabi non erano solo i saraceni che facevano scorrerie sulle coste ma amministratori oculati, gente di cultura e artisti e i segni che hanno lasciato mi sembrano evidenti e innegabili. La societ‡ che andava costituendosi pi? che da legami di interessi era organizzata sui legami di sangue, la famiglia ristretta, da ogni persona di buon senso riconosciuta come il fondamento di ogni realt‡ statuale. Al nord il potere era nelle mani della dinastia dei Savoia mentre al sud governavano i Borbone. Nellíottocento la rivoluzione industriale contribuÏ a cambiare líassetto politico. Nel nord líinsediarsi delle fabbriche esigeva forze di lavoro sempre pi? numerose che erano disponibili solo nel meridione. Ecco allora che, approfittando della crisi dellíimpero asburgico, i Savoia pensarono di colonizzare il sud per trovarci i lavoratori delle fabbriche del Nord e mandarono líingenuo Garibaldi alla conquista del regno delle due Sicilie. Alle popolazioni del sud rimaneva il compito di coltivare la terra per fornire al nord anche le materie prime per la nascente industria alimentare. Quando fu inevitabile lo scontro militare con líAustria furono reclutati nel profondo sud le centinaia di migliaia di soldati mandati a morire nelle trincee dellíIsonzo e del Grappa. Se quanto fin qui esposto ha qualche riscontro nella realt‡ non Ë concepibile come la gente del sud continui a cedere alle lusinghe dei clan del nord, vedi Berlusconi e c. Ci sarebbe ancora molto da dire sul diverso atteggiamento che si tiene verso gli immigrati al nord e al sud che Ë, a mio parere, la spia pi? evidente del diverso grado di civilt‡ delle popolazioni. Per concludere si puÚ affermare che, fino a quando non sar‡ sanata la dicotomia che vedo oggi presente, non sar‡ possibile parlare di stato italiano. Personalmente rimango fiero e orgoglioso delle mie origini meridionali e non ho nulla da invidiare alle sirene del nord. Fulvio Maiello |
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