da http://www.caminosantiago.org/cpperegrino/cpalbergues/caminofrances.html |
da http://caminodesantiago.consumer.es/albergues/ |
Con
l'andare si fa la via... SENTIERI PROPOSTI PER L'ANNO 2008 dalla Libreria Editrice Urso alla Mailing List con I PERIPATETICI DI ELORO e con AVOLA IN LABORATORIO L'attività esterna alla Libreria Editrice Urso, a parte ordinarie presentazioni di autori e libri in libreria e in locali pubblici, si dispiega nelle iniziative culturali di AVOLA IN LABORATORIO, dei PERIPATETICI DI ELORO e nelle ESCURSIONI DELLA MAILING LIST verso l'estero, con preferenza negli ultimi cinque anni della Grecia e della Spagna. Senza un rapporto costante e intrecciato con la società e con gli uomini la nostra stessa esistenza sarebbe stata ancora più povera. Ci corre l'obbligo di ringraziare amici vicini e lontani, che condividendo il nostro cammino, ci arricchiscono con tutti i loro doni che solo in parte si evidenziano in questo nostro virtuoso e virtuale spazio. | |
Viandante,
son le tue orme
![]() ![]()
Date programmate nel 2009: 22 agosto
È necessario
comunicare sempre ogni adesione |
Viaggio
spirituale a Santiago (dal quotidiano LA SICILIA di venerdì 30 gennaio 2004) ![]() Circa 800 chilometri segnano il percorso verso Santiago alla scoperta di luoghi e pensieri sconosciuti. La ricerca è spirituale ed è condotta da coloro che sentono l'esigenza di allargare le conoscenze culturali sfruttando la lentezza del passo e creando un solido legame con tutti i luoghi attraversati. Un modo, insomma, di conoscere il mondo ad una velocità che possa consentire di recepire i messaggi dei sensi e soprattutto di elaborarli con ritmi che accrescono l'esperienza senza che questa diventi una pratica stressante. Gli input della quotidianità appaiono infatti violenti superando la capacità di elaborazione perché troppi e in poco tempo. Il viaggio, in pratica, aiuta a pensare, completando, quindi, il processo di maturazione della avvenuta conoscenza di un evento prima del successivo messaggio che rimane in attesa di valutazione. Scoperta, solitudine, sofferenza, piacere di camminare ma anche incontri e relazioni casuali, caratterizzano il cammino, nel caso specifico verso un luogo che unisce la parte comune del misticismo, della religione e della filosofia. Nel corso dell'incontro di mercoledì, Tino Franza, già conoscitore del viaggio, ha relazionato sugli aspetti più significativi del lungo cammino raccontando la sua personale esperienza di circa un anno fa. Prima di lui l'introduzione di Francesco Urso, organizzatore della serata insieme a Sebastiano Burgaretta e a seguire, tra una portata e l'altra, gli interventi dei partecipanti. La valorizzazione delle associazioni culturali rientra nei fini dell'iniziativa. E' stato quindi invitato il maestro Sebastiano Bell'Arte, dell'associazione "Avola laboratorio musicale" che ha esemplificato e suonato l'antico strumento della cornamusa. Un incontro conviviale, in conclusione, finalizzato, come voluto dagli organizzatori, ad un proficuo scambio di idee, opinioni ed esperienze su argomenti ogni volta diversi ed approfonditi l'ultimo mercoledì di ogni mese. Giorgio Italia |
![]() sul tema VERSO SANTIAGO (per ''Gli incontri culturali in pizzeria'' dell'Assciazione ''Avola in laboratorio'', nell'incontro del 28 gennaio 2004 presso Ristorante-Pizzeria Al Carretto Contrada Laufi Noto Marina). La relazione è stata sui seguenti aspetti: 1. La scoperta. |
SANTIAGO
DI COMPOSTELA
|
Sui
mille e un modo di peregrinare,
a Santiago
«Dagli amici mi guardi Dio perché dai nemici mi guardo io!» Così mi sono detto con sorridente irritazione alla fine della serata di mercoledì 28 gennaio, dedicata al Cammino di Santiago. Il proverbio mi è tornato alla mente proprio pensando a quelle interpretazioni, a mio parere, arbitrarie, date al mio intervento dallamichevole compagnia di astanti che hanno - meritoriamente - svolto il dibattito. Un sorridente richiamo, beninteso, lo merito anchio, considerato che, per un eccesso di rispetto ai tempi di un programma - ahimè, dalle misure fin troppo abbondanti! - mi sono proibito di replicare alle osservazioni sollevate dalla mia relazione. Forse, anche, per un moto di disorientamento suscitato, non certo dagli assolutamente legittimi punti di vista diversi, ma da quelli appunto che - in buona fede, sicuramente - attribuivano al mio racconto - o ad altri racconti posti come impliciti? - contenuti del tutto assenti. Almeno credo. Tranne che, dal mio dire, non trapelassero risvolti di cui ero inconsapevole! Ad ogni modo, valga la buona fede e la licenza ermeneutica. Ciò che mi preme, dunque, adesso, è di riprendere proprio lo zoccolo duro della questione che è stata sollevata in quellincontro e che mi auguro prosegua sul forum di Ciccio Urso, in modo più meditato: Si può essere ugualmente pellegrini in modo laico e non religioso? Può concepirsi un pellegrinaggio sentimentale, oppure semplicemente esistenziale, motivato dal tentativo di scoprirsi, interpretarsi, identificarsi? Il viaggio, dunque, come passaggio, iniziazione e trasformazione in itinere, conversione esistenziale ? In breve, quello di Santiago deve necessariamente porsi come Cammino religioso? E infine - ci si dovrebbe chiedere - cosa intendiamo oggi per religioso? Per cominciare, mi si consenta di ricordarlo: non ero il pellegrino della tradizione. Il mio viaggio non è stato un atto di penitenza o di ringraziamento, o uninvocazione di grazia. Non ero un uomo del Medioevo, mosso da intenti edificanti o speranze salvifiche. Né poi credo che, se uno cerca Dio, debba spingersi così tanto lontano. Forse, non esistono luoghi speciali sulla terra dove trovarlo, neanche sulla Via di Santiago! Chissà, probabilmente, Dio è là dove ci si trova, anzi, là dove noi lo facciamo entrare, svolgendo fedelmente il nostro compito, vivendo le relazioni con gli altri uomini, le cose, il creato intero. Tanto meno, sono partito per sfuggire alla routine o per il bisogno di cambiare. E poi cambiare cosa? La casa dove abito? I vicini che incontro la mattina? La fidanzata? Lambiente? La mia città? No, almeno credo. Anche se un naturale elemento di rottura con le pastoie della stanzialità cè sempre in ogni viaggio, quello di fede compreso. Volevo solo avere, davanti a me, una strada lunghissima, e camminare lungo uno dei più vecchi percorsi del mondo, zaino in spalla, come un mulo, finché le forze me lo avrebbero permesso. Avevo fame di lentezza e di silenzi. Desiderio di fermarmi a osservare pianure assolate avvolte nel silenzio, paesaggi che mutano da regione a regione e la bellezza semplice di una chiesa romanica, di un ponte medievale o di uno sguardo femminile. Desiderio di ritrovare, più della meta, la solitudine e la serenità di antichi monasteri, di mangiare un pezzo di pane e formaggio disteso sullerba, gli occhi allinsù. Desiderio di ripercorrere le orme lasciate dalle fiumane di autentici camminatori di Dio che mi hanno preceduto. Ma anche, perché no, voglia di una verifica, di fare il punto con me stesso e il mondo. E per fare tutto ciò, che cosa cera di meglio che andare a piedi? E quale percorso è più ispirato, ardente, gravido di Storia e di storie del Cammino di Santiago? Erano queste, grosso modo, le motivazioni che mi avevano spinto a scegliere quella meta e non unaltra. Le ricordo a chi faceva osservare che dietro al mio viaggio, proprio a Santiago e non altrove, mancassero delle chiare e precise ragioni! Saranno state magari troppe, ma vaghe no! E, ancora: sì, una ricerca del genere non ha nulla di religioso. Eppure, non nasconde forse un valore lo stesso sacro - o post-religioso, nel senso che ne da Bonhoeffer - lesperienza di quanti tentano di realizzare la propria umanità, non nella trascendenza metafisica a cui siamo assuefatti, né in quella immaginativa, che è tipica delle religioni orientali, ma in quella etica, che consiste (oltre che nellesistere per gli altri) nello sperimentare una liberazione da sé e nellapertura al mondo (e pertanto a Dio)? E a cosaltro assomiglia, se non a questo nuovo tipo di trascendenza, anche lo stesso viaggio di conoscenza e di scoperta, che oggi muove in tanti sulla via di Santiago, a patto che quel percorso sia concepito con ragionevoli intenti, con tanta abilitade per comprendere lo mundo e le genti e scoprire le umane debolezze e le magnifitudini dei popoli, che è già grande patrimonio di intelletto, come scriveva nei primi anni del 1200 lautore del Liber Sancti Jacobi? Se tutto ciò non bastasse a legittimare il viaggio non religioso a Santiago, in base alla principio che il senso del Cammino in altro non possa consistere che nellesclusivo pellegrinaggio devozionale, mi permetto di ricordare - ma, attenzione, non per giustificare tutto, financo le ragioni più scriteriate - che, storicamente, nel caso di Compostella, non sempre prevalevano le sole istanze religiose. Numerose sono le fonti medievali che informano dellesistenza di individui che trasformavano il pellegrinaggio in un viaggio di piacere e davventura. Come il caso, allincirca otto secoli fa, del poeta Guido Cavalcanti, anchegli in cammino per Santiago, il quale, ostacolato nella sua peregrinazione, oltreché dalle esitazioni spirituali, dalle terrene apparenze, goliardo dunque più che pellegrino, si fermò a metà strada nella fiorente e galante città di Tolosa, innamoratosi duna giovane donna che egli chiamò Anetta o Amandetta, apparsagli nella chiesa della Daurade in riva alla Garonna, «tutta accordellata istretta», dove Guido sospinse anche la sua musa: Vanne a Tolosa, ballatetta mia ed entra quietamente alla Dorata. Ma, questo, è solo uno dei tanti esempi dellimpossibilità di separare due modi di viaggiare con tanti tratti in comune. E, ancora, molte altre prove dimostrano che, accanto a coloro che intraprendevano il viaggio spinti dalla fede e dalla speranza di vantaggi spirituali, esistevano pure quelli che lo facevano per semplice curiosità, desiderosi di conoscere nuove terre e nuovi orizzonti, oppure tutte e due le cose insieme. Che dire, per esempi,o della moda dei viaggi di formazione, diffusasi a partire dal XVI secolo fra nobili e borghesia soprattutto negli ambienti protestanti? Questi viaggi avevano molti tratti in comune con i pellegrinaggi; ne erano spesso la prosecuzione, seppure con un diverso scopo. Si continuava a recarsi a Roma, ma una volta sul posto ci si interessava anzitutto e soprattutto ai luoghi dellantica grandezza di Roma, senza escludere naturalmente una visita alle tombe degli apostoli. Fra i tratti in comune che esistevano nei veri pellegrini e in quanti viaggiavano per motivi di formazione, cera poi una certa propensione alla razionalizzazione: entrambi disdegnavano il vagabondare senza meta; pianificavano diligentemente il loro viaggio e lo realizzavano con grande cura. Tutto sommato, sia i pellegrini che quanti viaggiavano per motivi di formazione, volevano ottenere dal loro viaggio il maggior numero possibile di benefici. Gli uni volevano approfondire la loro fede, gli altri la loro conoscenza. Ai pellegrini importava la salvezza eterna, mentre a quanti viaggiavano per motivi di formazione la conoscenza di questo mondo. «Buen Camino!», dunque. Tino Franza |
Sui
mille modi Caro Franza, le risposte che qui dai alle 'arbitrarie interpretazioni ' di quella serata - che io, premetto, condivido in pieno - hanno tuttavia bisogno di qualche precisazione ulteriore. Perché, in effetti, se a quelle obiezioni, che ritengo molto più 'subdole' di quanto non possano apparire di primo acchito, si dovesse dare solo una risposta, diciamo così, 'di merito', rischieremmo di non cogliere pienamente la reale portata della posta in gioco, cadendo pure noi in banalizzazioni psicologistiche e sociologico-esistenziali. Quelle obiezioni, infatti, più che mettere in discussione la 'legittimità' delle diverse esperienze di quel viaggio o cammino, 'pretendono' di stabilire una scala di valori, culturali e sociali, fra esperienze 'importanti' ed esperienze che, come la nostra/vostra, non lo sarebbero, in quanto mosse da stimoli 'non universalistici' di individui divenuti 'oggi' epigoni insulsi di una Grande Tradizione. Ho cercato di dimostrare nella mia risposta, che spero tu abbia letto, come sia palesemente 'ERRATO' anche questo aspetto 'profondo' di quella obiezione. Un saluto. Orazio Parisi |
Da "Il Manifesto" del 3/9/2003
Il
cammino di Santiago di Compostela, in Galizia, era rimasto abbandonato.
Ora folle di pellegrini ricominciano a marciare per i 1.600 chilometri
della «via podiense» che traversano Francia, Pirenei,
Navarra e Leon. Il pellegrinaggio, l'enigma di una pratica comune
a quasi tutte le religioni umane (tranne una: la Riforma)
MARCO D'ERAMO
Il pellegrinaggio di Compostela è ormai unico al mondo, perché
nell'era del trasporto veloce - auto, jet, treno, corriera - è
l'unico fedele all'idea originale. Vi sono altre mete certo più
frequentate: basti pensare ai milioni di persone che ogni anno nell'Islam
compiono l'hagi, il pellegrinaggio alla Mecca, o ai milioni di «pellegrini»
giunti a Roma per l'anno santo, o i 6-7 milioni di persone che ogni
anno si recano a San Giovanni Rotondo nel Gargano a venerare Francesco
Forgione, detto Padre Pio. Ma tutti costoro si fanno portare nel «luogo santo».
Il pellegrinaggio perde così la sua prima ragione di essere,
che era quella di un'espiazione e di un'intercessione grazie allo
sforzo dell'andare. Peregrinus in latino vuol dire «lo straniero»
(proprio nel senso di Albert Camus), colui che non appartiene al luogo
in cui transita. Nel pellegrinaggio, l'andare è molto più
importante della meta verso cui si dirige: hagi significa anche «dirigersi verso»
la casa di dio in terra, mentre il termine indiano tirtha trae origine dal «guado»
e dal bagno purificatore, e il giapponese henro è «camminamento»
(notizie tratte dalla lunga voce «Pèlerinages et lieux
sacrés» dell'Encyclopaedia Universalis).
Queste date vanno accostate con il sorgere e l'espandersi dell'Islam:
è nel VII secolo, quando compare la leggenda del corpo traslato
in Spagna, che nasce l'Islam, con l'egira che inizia nel 622. Nel
636 cade Gerusalemme, il grande luogo sacro della cristianità.
Nell'VIII secolo la Spagna è ormai quasi tutta in mano musulmana,
tranne un piccolo lembo di terra al Nord, vicino alla costa galiziana
dell'Atlantico, appunto il regno delle Asturie (dove si trova Compostela).
Ed è il re Alfonso II (791-842) che costruisce la prima basilica
in terra sulla «tomba dell'apostolo»: Alfonso III (866-910)
la sostituirà con una basilica in pietra.
Pellegrini vengono da tutta Europa: in Scandinavia vengono trovate
molte tombe con incise il simbolo del santo, una capesanta (la conchiglia
che è anche l'icona della Shell, e che in francese si chiama,
appunto, coquille saint-jacques): nel '400 sono pubblicate molte memorie di pellegrini veneziani,
francesi che raccontano le peripezie, gli incontri con briganti, i
pericoli, i passi pirenaici.
Così oggi il moderno camino di Satiago è rimasto l'unico
pellegrinaggio antico al mondo, in cui l'andare conta più dell'arrivo.
In parte si è trasformato: è una via di mezzo tra trekking
e turismo d'arte. C'è perfino chi lo fa a rate: 15 tappe un
anno, 15 il successivo, e così via. Ma la rinascita di Compostela
dice anche qualcosa di più profondo e (dal mio punto di vista)
più preoccupante, ovvero che assistiamo a una controffensiva
dell'«idolatria cattolica» (i retablos delle chiese spagnole evocano irresistibilmente
i templi hindu), rispetto all'austerità del divino nella religione
riformata. È in questo senso, e non solo dal punto di vista
degli incidenti stradali, che ha un significato il motto del cartello
stradale: «Pericolo: pellegrini in cammino».
|
Resoconto
Escursione 2003
|
|
Araba Fenice |
Poesia
della settimana |
Poeti e poesia | Novità Edizioni Urso |
Catalogo
Edizioni Urso |
Mneme | Giovani scrittori | Tutti i siti di Avola |
---|---|---|---|---|---|---|---|
Archivio
amici artisti |
Libri
in stampa |
Concorsi Letterari |
iscriviti alla ''Mailing List'' |
Archivio nostri autori |
Icono- grafica |
Concorsi letterari | Tutti
i siti di Noto |
PELLEGRINI IN CHAT
by libreriaeditriceurso.com & avolesi.it & superscuola.com & pellegrinibelluno.it & diquipassofrancesco.it |
DEDICATA AL PELLEGRINO
|
Libreria
Editrice Urso
Corso
Garibaldi 41 96012 AVOLA (SR) ITALIA
e-mail info@libreriaeditriceurso.com
sito internet http://www.libreriaeditriceurso.com
Il
Cammino
di Santiago de Compostela
Pagine 1 | 2 | 3 | 5| 6 | 7