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ISBN 978-88-6954

PER
Fabrizio Demaria

RecensioniCopertina DemariaFabrizio Demaria
Pelle. Racconti

2009, 16°, pagine 112
Libreria Editrice Urso
Collana OPERA PRIMA n. 17, ISBN 978-88-96071-14-4 – Esaurito


I racconti di Pelle sono brevi frammenti di identità al margine.
Il libro è una follia come i racconti, viscerale nell’idea pensata e nella sua nascita… non sono sentimenti viscerali sperimentati da me, mi sono limitato a rimanere ai margini e guardare come li vivrebbe ciascuno, con una forte capacità di immedesimazione…

Mi rivolgo alla sensibilità di tutti quelli che, riuscendo ad osservare in pienezza, sanno guardare oltre le cose e le situazioni senza fermarsi all’ovvio, bensì “vedendo” oltre. Sono nati ovunque, sul divano, in treno, al lavoro, ciascuno nato in circa 15-20 minuti, sempre di getto… ho lasciato che anche la forma descrittiva rimanesse integra, […] è frutto di quella stesura immediata e improvvisa
[1].

Il margine ci fa paura, penetra sotto la pelle la nostra pelle, sconvolgendoci, semplicemente, a causa dell’eccesso.
L’eccesso frantuma, squarcia le difese come in un terreno fatto di zolle sventrate dall’oltre della vita. Le zolle, così come la pelle rappresentano il contatto, sono l’epidermide.

“Sono nata il ventuno a primavera ma non sapevo che nascere folle aprire le zolle potesse scatenare tempesta” [2].

Chi siamo noi se non la nostra pelle?

Le parole per dirlo, sono le parole per esserci, per sentirci depositati nei frammenti di identità che appartengono alla nostra storia personale, alla nostra pelle.
Le parole per dirlo sono sulla pelle, dentro, sotto la pelle. Toccandoci ci sentiamo ancorati, vivi.

“Nei rari momenti di lucidità, quando la mia pazzia mi lascia spiragli di realtà , quando le provette che ho conservato, piene di quella polvere e dei frammenti di quelle essenze di vita, confuse con la cenere aizzata dal fuoco. Quando spetto di guardare queste provette è solo perché la follia sobbalza nella mia testa e prende il sopravvento: allora prendo quel pulviscolo, che ha conservato memoria della mia passata esistenza e la mescolo alle mie lacrime insistenti, spalmando quella mistura nelle pareti della mia stanza bianca, con rinnovato dolore, con nuova sofferenza, per continuarvi ad avvicinare il mio naso e annusare”. (p. 24)
La pelle siamo noi, ci radica quando tutto il nostro vissuto è al confine, al margine di qualcosa che è la stessa vita.
Quando la paura predomina e la sete di centratura lascia lo spazio al disagio causato da squilibri della vita … la pelle questo strato che si riscalda, soffre, gioisce, sorride, ha i brividi, ha paura, ci contiene, ci contiene e allo stesso tempo ci separa dagli altri, si fa parola e immagine dentro di noi, si riversa nei suoni raggomitolati dei pensieri e delle parole per dirlo, che rannicchiate come un bambino impaurito, nello stomaco urlano per essere ascoltate, accolte, seppure in uno spazio al margine, uno spazio invisibile.

“Aveva mani lunghe e sottili, incavate sotto il peso della sozzura e della solitudine. Muoveva il suo arco con perfetta disinvoltura ed energica decisione, producendo suoni soavi e delicati che stridevano con il suo stile di vita, impalpabile ed invisibile agli occhi dei passanti” (p. 37).

Il confine si sbriciola in cocci che disgregano la pelle come un vaso di porcellana infranto che per terra grida la sua vita esplosa in io-frammentati, disgiunti, ma ricchi di profonda semplicità.
“La mia provenienza contadina mi aiutò a non perdere la genuinità del mio contatto con la povertà e la semplicità della mia terra, mantenendo un atteggiamento rispettoso e curioso delle stranezze che mi circondavano, della gente che aveva arricchito di sguardi e di sorrisi la mia giovinezza”. (p. 81)
La pazzia ci fa paura, è sempre un esperienza randagia, un esperienza che a pelle ci dà ribrezzo, vomito, nausea per i particolari scarnificanti che umiliano la pelle.
L’ascolto di storie a margine ci avvicina a quella “confraternita dei perdenti, dei braccati” che rimangono impigliati lanciandoci fendenti lancinanti allo stomaco e senso di straniamento.

“La sofferenza mi attraeva come una calamita, ne rimanevo affascinata ed impaurita allo stesso tempo come le sensazioni che mi regalava la follia”. (p. 81)

Ma chi di noi non ha vissuto, seppur per un attimo, per alcuni giorni, per qualche ora al margine?
Chi di noi non si è scontrato con il dolore, con la verità che non vogliamo osservare, ma che sentiamo a pelle …?
Pelle esprime Le parole per dirlo [3] come durante l’analisi, in terapia quando La Cosa prende il sopravvento.
Dalla pelle dei protagonisti alla nostra pelle, fino alle viscere, alla nostra pelle interna. Queste storie sono verità che non vogliamo osservare, che abbiamo paura di leggere perché ci portano al confine, dove i corpi non sono chiari, sono mutevoli, sono e non sono, per un certo verso sono vivi e sono morti allo stesso tempo.


Veronica Miceli



[1] Il testo riprende fedelmente il dialogo con l’Autore.
[2] Cfr. A. MERINI, Vuoto d’amore, Collezione di Poesia, 1991.
[3] Il testo offre richiami e suggestioni che continuano il dialogo con lo spazio della follia. Cfr. M. CARDINAL, Le parole per dirlo, Bompiani, Milano, 1975.


Da Amaltea Trimestrale di cultura Anno V, Numero uno, marzo 2010 //59

PREMI LETTERARI
Con UNA MADRE QUALUNQUE
uno dei racconti successivamente pubblicati nella raccolta Pelle
il nostro autore Fabrizio Demaria si e' classificato secondo
alla trentesima edizione del Premio Letterario Internazionale ''Citta' di Moncalieri''.
Domenica 11 ottobre la consegna del premio al Castello Reale di Moncalieri.

venerdi' 16 ottobre 2009
presso la Libreria Carnevali - Bookshopping

Ex Cinema Astra, Via Mazzini, 47 - Foligno, dalle ore 18.00
Presentazione del libro
PELLE
racconti

Ingresso libero

Prossime presentazioni del libro previste:
a Firenze il 28 novembre 2009

Locandina per Demaria22 AGOSTO 2009 A PARTIRE DALLE ORE 20,00
nella Sala del Centro Culturale e Giovanile di Avola (SR)
Viale Piersanti Mattarella – ingresso da V.le La Pira

è stata effettuata la presentazione di Pelle, il libro di racconti di Fabrizio Demaria

con intervento dell'autore Fabrizio Demaria e dell'editore Francesco Urso.
e con relazione di Antonio Sichera

Hanno letto brani dell'opera: Sebastiano Burgaretta e Donata Munafò.
Alla chitarra: Sebastiano Migliore

ASCOLTA
La relazione di Antonio Sichera
L'intervento nel dibattito di Margherita Spagnuolo Lobb
L'intervento di Fabrizio Demaria

alla presentazione
di Pelle - Racconti
di
Fabrizio Demaria
(Libr'Avola 22 agosto 2009)

Fabrizio Demaria, PELLE - RACCONTI
2009, 16°, pagine 112 - Collana OPERA PRIMA n. 17,
ISBN 978-88-96071-14-4
- Esaurito

 

Esordisce con un testo forte e toccante Fabrizio Demaria, l'autore di Pelle. Si tratta infatti di una collezione di brevi flash narrativi, dal tono generalmente autobiografico, che tendono a penetrare con acutezza nel mondo della sofferenza umana, sia fisica che psichica. Al centro di Pelle c'e', per esplicita scelta autoriale, la rappresentazione del dolore umano estremizzato e consegnato al lettore nelle sue forme piu' accese e conturbanti. Da fine conoscitore degli abissi del cuore, lo scrittore sembra attingere alle riserve di esperienza tipiche del suo mestiere di terapeuta, per dare voce alla tragedia di esistenze ferite o stroncate, di corpi incisi dalla punta acuminata del patire, di donne o uomini che hanno conosciuto la devastazione del se' ab origine. Per questo Pelle e' un libro forte, come un documento poetico del disagio psichico piu' grave e inafferrabile, quello che affonda le proprie radici nell'infanzia piu' precoce, nel tempo della formazione del ground, quando la soggettivita' si costruisce e prende forma. Gli ospiti di Pelle sembrano non aver conosciuto l'offerta edenica del bene originario, l'abbraccio affettuoso dello spazio materno, il sostegno insostituibile di colui che manda nel mondo i suoi nati, con l'orgoglio della crescita compiuta e la gioia del dono consegnato. Non appartiene al cosmo di questo libro l'imago dell'altro in cui ci si puo' riconoscere, specchiandosi, per essere a propria volta per altri una 'porta bella' (come quella del tempio di Atti degli Apostoli) aperta sul mondo. Gli storpi non guariscono in Pelle, il miracolo di una nuova nascita non avviene, nessun varco si apre. O almeno, cosi' avviene nella generalita' di questi testi che non fanno sconti al loro interlocutore, e che quando gli prospettano un barlume di felicita', lo fanno sempre in modo difficile e lancinante, sotto le specie di una prassi estetica mascherata (un mondo colorato con i segni della disfatta: Io sono felice), di un incubo oltrepassato dalla veglia (una fuga dall'angoscia dell'abbandono: Bus), di una scelta coraggiosa maturata nella dimora acerba dell'efferatezza e dell'impietosita' (il pentimento di un uomo di mafia: 'U vastasi). Eppure Pelle non e' un libro disperato. Il suo segno piu' chiaro e' in fondo quello di un'umanita' straziata, ma che testimonia nel suo stesso corpo, nel suo grido implicito o irresistibilmente urlato, nel suo narrarsi fulmineo, la dignita' del vivere nonostante tutto, la forza quasi brutale, incontrollabile, della vita. Essa cerca ascolto, quasi senza saperlo, in un interlocutore ideale, quale il lettore di questi testi e' chiamato ad essere, ma ancor prima giustifica senza saperlo il movimento fatico per il fatto di aver trovato nel proprio autore il terapeuta capace di dare voce all'inesprimibile, al fondo oscuro della nostra condizione. Pelle e' insomma un libro che tocca, che mette in scena la delicatezza del confine corporeo - la pelle, appunto - e la sua temibile vulnerabilita'. La pelle offesa dei personaggi e la pelle abrasa dei suoi lettori (la pelle dell'anima, anzitutto) si mescolano nel libro di Demaria in un impasto linguistico di matrice espressionistica e di notevole intensita', seppur sgorgato come un fiume in piena o una improvvisa colata di lava in pochi mesi di esplorazione e di scrittura. In questo senso Pelle e' anche l'inizio di una strada, di un percorso verso la parola propria e autentica, che attraverso le donne e gli uomini del libro si manifesta, in quanto ricerca ultimativa del giusto tono da parte del suo gelido e pietoso narratore.

Antonio Sichera
docente di Letteratura italiana contemporanea nell'Università degli Studi di Catania

copertinaCollana OPERA PRIMAacquista
C’è sempre un primo passo da fare per realizzare un proprio sogno e questa collana si addice a chiunque abbia un sogno nel cassetto, un desiderio da realizzare. Dare visibilità ad autori inediti è spesso uno dei più entusiasmanti compiti di un editore.
  1. Venerando Argentino, Le mie poesie, 2004, 8°, pp. 50, 7,00acquista
  2. Corrado Bono, Frammenti di luce, 2004, 8°, pp. 60, 7,00acquista
  3. Emanuele Tiralongo, La vita. Sogni ricordi e piccole riflessioni, 2004, 8°, pp. 52 – Esaurito
  4. Antonio Rametta, Vento, 2004, 8°, pp. 68, 7,00acquista
  5. Roberto Dorato, Un incontro a primavera, 2005, 8°, pp. 82 – Esaurito
  6. Enrico Alia, Poesii pi passatempu, 2005, 8°, pp. 80 – Esaurito
  7. Maria Giovanna Mirano, Uomini Liberi, 20064, 8°, pp. 282 – Esaurito
  8. Graziana Scaffidi, Momenti di poesia, 2005, 8°, pp. 48, 7,00acquista
  9. Linuccia Blanco, I sensi dell'anima, 2006, 8°, pp. 104 – Esaurito
  10. Giovanni Manna, Un “pianeta” da (ri)scoprire. Gela: la mia, la tua, la nostra città, 2006, 8°, pp. 88 – Esaurito
  11. Giuseppe Rosana, Finalmente mi sposo, 2007, 8°, pp. 88,  10,00acquista
  12. Emanuele Savasta, A una Venere appena sconosciuta, 2007, 4°, pp. 52, 15,00acquista
  13. Natalia Romano, I colori del silenzio – Racconti, 2007, 8°, pp. 88, 10,00acquista
  14. Tim Scrivello, Morire per la vita – Racconti, 2008, 8°, pp. 56, 10,00ISBN 978-88-96071-04-5acquista
  15. Salvatrice Pirreco, La nuvola che voleva andare sulla luna e altre fiabe, 2008, 8°, pp. 104 – ISBN 978-88-96071-06-9 – Esaurito
  16. Paola Liotta, Del vento, e di dolci parole leggere..., 2009, 8°, pp. 88 – ISBN 978-88-96071-13-7– Esaurito
  17. Fabrizio Demaria, Pelle – Racconti, 2009, 16°, pp. 112 – ISBN 978-88-96071-14-4 – Esaurito
  18. Emanuela Strano, Le mie sane paranoie, 2009, 8°, pp. 88 ISBN 978-88-96071-11-3 – Esaurito
  19. Emanuele Lombardo, L'eco del gusto, 2009, 8°, pp. 80 ISBN 978-88-96071-12-0 – Esaurito
  20. Mia, Io vampira, 2009, 8°, pp. 344, 19,00 – ISBN 978-88-96071-22-9 acquista
  21. Giovanni Parentignoti, Homo minor mundis (Poesie e prose), 2009, 8°, pp. 56 – ISBN 978-88-96071-24-3 – Esaurito
  22. Mariano Grillo, Non dirmi... Ci vediamo domani, 2011, 8°, pp. 56 – (in corso di stampa)
  23. Cettina Lascia Cirinnà, Poesie d'estate, 2011, 8°, pp. 96, 12,00 – ISBN 978-88-96071-38-0acquista
  24. Giulia Tiralongo, La corsa sul mare, 2011, 8°, pp. 240, 15,00 – ISBN 978-88-96071-39-7 acquista
  25. Davide Scamporlino, Ciò che un cuore, in continuo andare, sente di dire, 2011, 8°, pp. 56, 9,00 – ISBN 978-88-96071-41-0acquista
  26. Mariella Curcillo, Il trascorrere della vita, 2011, 8°, pp. 56, 9,00 – ISBN 978-88-96071-43-4acquista
  27. Salvatrice Catinello, Come potrò dire a mia madre che ho paura? (a cura di Roberta Malignaggi), 2011, 8°, pp. 120, 14,00, ISBN 978-88-96071-48-9acquista
  28. Mary Di Martino, Musica dell'anima, 2011, 8°, pp. 72, 12,00 – ISBN 978-88-96071-44-1 acquista
  29. Sebastiano Sirugo, La mia vita in mare, 2011, 16°, pp. 56, ill., 7,00 – ISBN 978-88-96071-54-0 acquista
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