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ISBN 978-88-6954


LA TARGA DELLA MEMORIA al poeta Salvatore Andolina
Continua la pubblicazione di video relativi alla nostra attività
REGALA A CASO POESIA NEL TERRITORIO
OVUNQUE TU TI TROVI
https://youtu.be/r3RTeStTMMo
Per essere coerenti con questa filosofia come Libreria Editrice Urso abbiamo lanciato da qualche anno il progetto “Andando ad Avola per poeti” con la messa in loco, sul prospetto delle abitazioni avolesi di Carmela Monteleone, Antonio Caldarella, Corrado Tiralongo, Teocrito Di Giorgio, Giuseppe Gaetano Alia, Salvatore Andolina, Lucia Sortino, e all'angolo della Libreria Editrice Urso una dedicata a Vincenzo Consolo.
DELLE “TARGHE” – che per la funzione di recupero mnemonico di poesie e di poeti – abbiamo definito “DELLA MEMORIA
Per non dimenticare e per una diffusione dei valori della poesia.
In questo filmato l’editore Francesco Urso inaugura la targa dedicata al poeta Salvatore Andolina in presenza dei numerosissimi parenti e di parecchi poeti di ogni regione d’Italia intervenuti ad Avola per la chiusura della quarta edizione del Concorso letterario “Libri di-versi in diversi libri” (Per vedere e leggere i versi della targa vai in http://www.libreriaeditriceurso.com/libri_di-versi/2015/targhe/targa-Andolina.jpg).
Video di Liliana Calabrese Urso a a perenne ricordo di quanti c'erano, nonché di tutti gli altri amici e poeti sparsi per il mondo, che non potevano esserci, ma anche di monito per quanti potevano esserci, e non ci furono. Non è facile operare, come ci piace, con pochi mezzi e senza finanziamenti pubblici, e, per di più, con l'ostracismo becero del perbenismo culturale di provincia. Eppure, in quella nostra solita dimensione nazionale di partecipazione e condivisione, ci sentiamo felici per quel che lasciamo nei ricordi di ciascuno dei partecipanti. Sosteneteci e, soprattutto, condividete!
Della serie “ACCADDE AD AVOLA IL 22 MARZO DEL 2015”
Vai alla nostra playlist di “Libri di-versi in diversi libri” per vedere gli altri filmati: https://www.youtube.com/playlist?list=PLzsmMXJh3TIPjVBUkjPpM59oom6zFBJnS

LA CONSEGNA DELLA PERGAMENA ALLA SIG.NA CARUSO
E L'INTERVENTO DEL POETA SEBASTIANO ARTALE

https://youtu.be/owKy_DaqaX8
Avola 22 marzo 2015, i poeti e gli amanti della poesia sono riuniti nel salone del Ristorante “Rustico” di Avola per la conclusione della quarta edizione del Concorso letterario internazionale “Libri di-versi in diversi libri in memoria di Nuccio Caruso”. In questo filmato l’editore Francesco Urso chiama al tavolo della presidenza la sorella di Nuccio Caruso e Marinella Fiume consegna a lei la pergamena dedicata a Nuccio Caruso.
(Per vedere la pergamena vai in http://www.libreriaeditriceurso.com/libri_di-versi/2015/pergamena_nuccio-caruso.jpg).
Successivamente l’intervento della poetessa Carmela Di Rosa, con una poesia dedicata allo scomparso e poi si inizia col chiamare in ordine alfabetico i poeti selezionati, e, quindi il primo a intervenire è il poeta di Avola Sebastiano Artale.
Video di Liliana Calabrese Urso a a perenne ricordo di quanti c'erano, nonché di tutti gli altri amici e poeti sparsi per il mondo, che non potevano esserci, ma anche di monito per quanti potevano esserci, e non ci furono. Non è facile operare, come ci piace, con pochi mezzi e senza finanziamenti pubblici, e, per di più, con l'ostracismo becero del perbenismo culturale di provincia. Eppure, in quella nostra solita dimensione nazionale di partecipazione e condivisione, ci sentiamo felici per quel che lasciamo nei ricordi di ciascuno dei partecipanti. Sosteneteci e, soprattutto, condividete!
Della serie “ACCADDE AD AVOLA IL 22 MARZO DEL 2015”
Vai alla nostra playlist di “Libri di-versi in diversi libri” per vedere gli altri filmati: https://www.youtube.com/playlist?list=PLzsmMXJh3TIPjVBUkjPpM59oom6zFBJnS

locandina 2013

LA LEGGENDA DI MARUZZA, LA POESIA, IL CANTO

Come Libreria Editrice Urso, come A.N.P.I. di Avola, come “Avola in laboratorio”, ci siamo occupati tanto di questione femminile, di violenza sulle donne, di poesia dal punto di vista femminile, e proprio il 9 marzo 2013, in occasione di un incontro condiviso con altre associazioni (tra cui la locale Consulta Comunale Femminile) mi capitò in un intervento di parlare anche di una leggenda riportata dallo storico e antropologo avolese Gaetano Apollo Gubernale, citata da Sebastiano Burgaretta nel libro “L’opera dell’uomo a Cava Grande del Cassibile”.

 

Il Gubernale parla di un femminicidio accaduto nei dintorni di Cava Grande. Quel caso, sicuramente accaduto fu di tale violenza, e così impressionante, che quel luogo preciso da allora fu chiamato «'U sautu ri Maruzza».
DomenicoCava GrandeIl poeta di “Libri di-versi in diversi libriDomenico Giansiracusa fu tanto impressionato dalla leggenda, che la volle trasportare in un suo lungo poema…
Domenico venne a trovarmi un giorno in libreria e mi chiese se fosse possibile musicare e cantare con la chitarra una parte di quel poema, dove lui immaginava Maruzza, condotta dal marito a Cava Grande, e, in quella fase, lei inconsapevole del destino tragico che l’aspettava, restò impressionata di quel paesaggio paradisiaco che è Cava Grande del Cassibile, di quella che è ancora una delle Cave più belle della Sicilia… E ne venne fuori un canto della bellezza, e alla bellezza!
LilianaCondividendo il desiderio di Domenico, con quella mia solita “irresponsabilità” quando supero il limite della realtà, chiesi a Liliana Calabrese Urso di fare il miracolo, e il miracolo accadde nella forma che ascoltate in quest’audio che sotto adesso vi segnalo.
Il 24 luglio organizzai, come al solito senza finanziamenti pubblici e senza particolari collegamenti col potere, l’incontro di poeti “POESIAVOLA” e parlai ancora di questa leggenda, ma questa volta per introdurre i versi di Domenico Giansiracusa cantati e musicati da Liliana.

Impressiona ancora chiunque sentire la tragicità di quella storia accaduta di sicuro dopo il terremoto del Val di Noto del 1693, tra il ‘700 e l’800.
“Quanti anni sono passati da quell'epoca? Nessuno lo sa. I montanari, i mugnai, i contadini, i cacciatori continuano a chiamare 'U sautu ri Maruzza e 'A funtana ri Maruzza, e chissà per quanti altri secoli continueranno a chiamarli così, narrando, le mille e mille volte, la dolorosa tragedia da noi accennata”.

Così finisce la narrazione il Gubernale e così faccio anch’io.

Francesco Urso
12 ottobre 2013


http://www.libreriaeditriceurso.com/audio/maruzza.mp3ascolta


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BurgarettaSebastiano Burgaretta
L’opera dell’uomo a Cava Grande del Cassibile

1992, 8°, pp. 240, ill.,  25,00acquista

Sebastiano Burgaretta dipinge il territorio del Cassibile, attraverso essenziali segni di storia e di vita: è così dal fare dei Siculi, ai tempi a noi più recenti. Al centro, l'intero bacino della Cava Grande, punteggiato da grotte (Grotta Giovanna, Grotta Perciata, Grotta del Serpente, ecc.); e, in tal sito, vari trappeti, una conceria, i tanti mulini, i depositi per le derrate (maiazzé), i fienili (pagghialora), gli edifici sacri (le cappelle campestri), le fornaci (carcara), le case, e così via.
Con mappa della riserva realizzata dal geologo Salvatore Grande e con splendide foto di Giuseppe Leone.

 

 



AVOLA CINETEATRO ODEON
14 E 15 MAGGIO 2014

Galeotto per il successo della trasposizione teatrale di "Maruzza" fu il 9 marzo del 2013...
In quel giorno la sezione di Avola dell'Anpi si occupò di violenza contro le donne nel Salone Comunale di Avola, facendo condividere quell'incontro a tante associazioni locali e aprendo la partecipazione a poeti... In quell'occasione c'era Domenico Giansiracusa, tra gli altri, che fu attento a recepire magicamente quel che Francesco Urso narrò, con i particolari di quel femminicidio ante litteram, a proposito del caso di Maruzza...
Il presente video è realizzato utilizzando foto di Corrado Bono, e come sottofondo la voce di Liliana Calabrese, con musica da lei composta, con testo di Domenico Giansiracusa.

La Sicilia

Maruzza, al Cine – Teatro Odeon di Avola

di Maria Barone

  Maria Barone

...attaccamento alla tradizione e attualizzazione dei temi cantati e recitati...

 

LilianaIn prima nazionale assoluta al Cine – Teatro Odeon di Avola il 14 e 15 maggio 2014 ore 20,45 è stata messa in scena l'opera poetica di Domenico Giansiracusa: Maruzza, adattata da Giovanni Catalano.

La parte narrativa è stata affidata a Liliana Calabrese che ha tenuto il filo rosso della vicenda e che, con la sua notevole capacità narrativa, ha rappresentato con sobria eleganza e delicata raffinatezza l'elemento di raccordo e di armonia delle parti recitate e cantate.

In particolare la canzone da lei arrangiata e cantata ha determinato unità narrativa al racconto che, in maniera affabulante, ha fatto conoscere al grande pubblico l'episodio di Maruzza.

L'alternarsi dei momenti recitativi, di quelli lirici, di quelli cantati e la partecipazione straordinaria del gruppo folkloristico Val di Noto di Avola hanno realizzato uno spettacolo ecclettico e variegato.

Infatti la vicenda è stata inserita nella tradizione popolare accentuata dalle cantilene dei venditori ambulanti, dai costumi, dalla essenziale scenografia, da detti e motti siciliani.

Ne è derivata una rappresentazione scenica in cui i sentimenti, intrecciandosi, denotavano complessi stati d'animo, attaccamento alla tradizione e, nel contempo, attualizzazione dei temi cantati e recitati.

L'emotività è stata prorompente e nelle pagine del testo si avvertiva un certo lirismo espressivo ed intensa partecipazione emotiva dello scrittore Domenico Giansiracusa.

fotoLa regia e l'adattamento teatrale di Giovanni Catalano sono stati magistrali, pur nei tempi brevi di preparazione.

Tutto, pur variegato, era permeato dall'intento di rendere omogenea l'opera.

Le musiche originali, composte da Corrado Neri ed eseguite dal vivo dai musicisti, hanno contribuito, in maniera determinante, a creare una forte suggestione emotiva.

L'originalità dell'opera è evidente nella diacronia dell'episodio del ‘700 quanto mai attuale.

Induce a riflettere sul fenomeno del femminicidio che la cronaca ci ricorda essere di tragica attualità.

Il pubblico, affluito numeroso, in entrambe le serate ha manifestato notevole consenso a uno spettacolo originale, insolito, tragico e, nel contempo, altamente gradevole.

Il plauso è stato unanime a riprova che ciò che è immediato, sentito e partecipato fa scaturire diletto, affina il senso estetico e, inducendo alla riflessione, educa e nobilita l'anima con profondi risvolti emotivi ed affettivi.

VEDI ALCUNE FOTO E ASCOLTA IN SOTTOFONDO LA CANZONE MUSICATA E CANTATA DA LILIANA

Galeotto per il successo della trasposizione teatrale di "Maruzza" fu il 9 marzo del 2013...
In quel giorno la sezione di Avola dell'Anpi si occupò di violenza contro le donne nel Salone Comunale di Avola, facendo condividere quell'incontro a tante associazioni locali e aprendo la partecipazione a poeti... In quell'occasione c'era Domenico Giansiracusa, tra gli altri, che fu attento a recepire magicamente quel che Francesco Urso narrò, con i particolari di quel femminicidio ante litteram, a proposito del caso di Maruzza...
Il presente video è realizzato utilizzando foto di Corrado Bono, e come sottofondo la voce di Liliana Calabrese, con musica da lei composta, con testo di Domenico Giansiracusa.

Vedi la scena dove Maruzza apprezza le belleze naturali di Cava Grande, col successivo colpo di scena quando viene uccisa

MARUZZA
DOPO CENTO ANNI DA QUANDO NE SCRISSE
LO STUDIOSO AVOLESE GUBERNALE
CONOSCIUTO ALLORA IN TUTTA LA SICILIA E ANCHE OLTRE
ARTISTI DIVERSAMENTE IMPEGNATI NEL TERRITORIO DI AVOLA E DINTORNI
RIPORTANO ALLA NOTORIETÀ TEATRALMENTE
I TERMINI DI UNA LEGGENDA
di cui – ANCORA NEI TEMPI – SI PARLERÀ

La leggenda di Maruzza in:Sebastiano Burgaretta, L'opera dell'uomo a Cava Grande del Cassibile,
1992, 8°, pp. 240, ill., € 25,00acquistaL'Opera dell'umo a Cava Grande del cassibile


Sebastiano Burgaretta dipinge il territorio del Cassibile, attraverso essenziali segni di storia e di vita: è così dal fare dei Siculi, ai tempi a noi più recenti. Al centro, l'intero bacino della Cava Grande, punteggiato da grotte (Grotta Giovanna, Grotta Perciata, Grotta del Serpente, ecc.); e, in tal sito, vari trappeti, una conceria, i tanti mulini, i depositi per le derrate (maiazzé), i fienili (pagghialora), gli edifici sacri (le cappelle campestri), le fornaci (carcara), le case, e così via.
Con mappa della riserva realizzata dal geologo Salvatore Grande.

 

 

 

postaPOSTA RICEVUTA
...complimenti vivissimi per le tante iniziative che imagino ispirate da spirito consociativo e sorrette da animo spartano emancipato dalla mentalità contributo-centrica che tanti danni ha fatto alla Sicilia ed in particolare alla nostra Avola, paralizzata dalla incapacità di apprezzare l'autosufficienza.
Mi auguro che l'interessante evento teatrale si ripeta in periodo estivo ad Avola : vedrei con favore la utilizzazione degli spazi dell'Eremo di Avola-Antica.
A disposizione per la collaboraione più entusiasta.
Con stima e simpatia.


Michele Tarantino

DOMENICA 24 MARZO SI È TENUTA AD AVOLA
LA MANIFESTAZIONE CONCLUSIVA DEL CONCORSO

"LIBRI DI-VERSI IN DIVERSI LIBRI"

 

 

 

logoA QUESTI POETI DI OGNI PARTE D’ITALIA
È STATA CONSEGNATA IN PREMIO
UNA PUBBLICAZIONE PERSONALIZZATA CON LE PROPRIE POESIE
E CON UNA GRAFICA DELLE COPERTINE DIFFERENTE L’UNA DALL’ALTRA

Davideadesso (Davide Bove), Gisella Toscano, Ilary Tiralongo, Gianni Terminiello, Francesca Sommantico, Paola Surano, Rita Stanzione, Mariagrazia Bellafiore, Piero Simoni, Felice Serino, Maria Rita Scasciafratti, Anna Scarpetta, Benedetta Sarrica, Loreta Salvatore, Ada Neri, Raffaele Puccio, Giovanni Piazza, Ivana Orlando, Zaira Lorefice, Emanuele Lo Presti, Veronica Lazzari, Anna Rita Lisco, Cettina Lascia Cirinnà, Pompilio Ingrosso, Giuseppe Ingardia, Federico Guastella, Domenico Giansiracusa, Giovanni Gangemi, Maria Antonia Forte, Anna Maria Folchini Stabile, Lucia Di Luciano, Giovanni Catalano, Rosa D'Agostino, Veronica Corradini, Carmela Di Rosa, Fabiola Colombo, Valentina Corbani, Paolo Cillo, Paolo Caruso, Sandra Carresi, Giuseppe Cardella, Adele Campagna, Lucia Bonanni, Tiziana Boccaccio, Giuseppina Boccaccio e Patrizia Andrich.

Questo è il risultato dei voti della Giuria del Concorso, presieduta da Maria Restuccia e composta da Liliana Calabrese Urso, Fausto Politino, Piccola Mia Vinci, Salvatore Di Pietro, Luigi Ficara, Antonino Causi, Nino Muccio, Corrado Bono, Elio Paolo Distefano, Cenzina Salemi, Benito Marziano, Mary Di Martino, Lilia e Marco Urso.

I PRIMI TRE CLASSIFICATI

Inoltre, i giurati hanno anche automaticamente creato
con il loro voto una classifica riguardante tutti i partecipanti.
Per scelta dell'editore tutti i poeti sono risultati egualmente vincitori,
ma inevitabilmente tre poeti fra tutti sono risultati più vincitori degli altri
e costoro erano codificati per i giurati coi numeri 32, 57, 20.
(pubblichiamo qui sotto i voti di ogni giurato codice per codice.
Il codice è il primo numero sulla sinistra dell'immagine)

Voti

Foto CatalanoPrimo posto con 107 voti Giovanni Catalano di Parma
a cui sono andati in premio cento copie del suo libro di poesie


PiazzaAl secondo posto con voti 99 Giovanni Piazza di Piazza Armerina (En)

a cui sono andati in premio una copia di una sua pubblicazione ed Euro 250,00 di libri del catalogo della Libreria Editrice Urso


PuccioAl terzo posto con voti 93 Raffaele Puccio di Marina di Ragusa (Rg)

a cui sono andati in premio una copia di una sua pubblicazione ed Euro 150,00 di libri del catalogo della Libreria Editrice Urso

AVOLA 24/3/2013 - "LIBRI DI-VERSI IN DIVERSI LIBRI" - I PRIMI TRE CLASSIFICATI
IN QUESTO VIDEO LA CONSEGNA DEI PREMI AI PRIMI TRE CLASSIFICATI

Sebbene diverso da tutti gli altri concorsi letterari, diverso per la qualità dei premi e diverso perché non perde di vista la relatività del giudizio umano, anche in questo Concorso ci sono stati tre che si sono classificati ai primi tre posti, quasi come negli altri Concorsi...
La Giuria del Concorso (presieduta da Maria Restuccia e composta da Liliana Calabrese Urso, Fausto Politino, Piccola Mia Vinci, Salvatore Di Pietro, Luigi Ficara, Antonino Causi, Nino Muccio, Corrado Bono, Elio Paolo Distefano, Cenzina Salemi, Benito Marziano, Mary Di Martino, Lilia e Marco Urso) ha acon il suo voto ha automaticamente creato una classifica riguardante tutti i partecipanti.
Per scelta dell'editore tutti i poeti sono risultati egualmente vincitori, ma inevitabilmente tre poeti fra tutti sono risultati più vincitori degli altri e costoro erano codificati per i giurati coi numeri 32, 57, 20.
Primo posto con 107 voti Giovanni Catalano di Parma a cui sono andati in premio cento copie del suo libro di poesie;
Al secondo posto con voti 99 Giovanni Piazza di Piazza Armerina (En) a cui sono andati in premio una copia di una sua pubblicazione ed Euro 250,00 di libri del catalogo della Libreria Editrice Urso;
Al terzo posto con voti 93 Raffaele Puccio di Marina di Ragusa (Rg) a cui sono andati in premio una copia di una sua pubblicazione ed Euro 150,00 di libri del catalogo della Libreria Editrice Urso.
(Video di Nina Coletta)


 

 

PER SAPERNE DI PIÙ:
http://www.libreriaeditriceurso.com/concorrentilibridiversi.html
http://www.libreriaeditriceurso.com/di...versilibri.html
http://www.libreriaeditriceurso.com/copertinediverselibridi-versi2013.html
https://www.facebook.com/groups/libridiversi.indiversilibri/

giovedì 25 luglio 2013 ore 19,00
VECCHIO MERCATO DI AVOLA
VIA S. FRANCESCO DI ASSISI
logo
Avola città della poesia
Avola città aperta ai poeti

Poeti e amministratori pubblici nella lettura di poesie
esaltanti Avola, le bellezze del posto e la gioia di vivere.
A cura di Francesco Urso, Ada Neri, Corrado Bono,
Carmela Di Rosa, Domenico Giansiracusa, Sebastiano Artale,
Giuseppina Boccaccio, Corrado Morale,
Paolo Caruso, Ilary Tiralongo...

Con spazio musicale a cura Liliana Calabrese Urso (voce e chitarra)

mercatoAll’inizio dell’anno 1887 per opera del sindaco cav. Gaetano d’Agata, l’amministrazione comunale di Avola indisse una gara d’appalto per la costruzione di un’opera di considerevole importanza, sia sotto il profilo architettonico , che per la pubblica utilità: il mercato pubblico da edificare su progetto dell’ing. Salvatore Rizza, in Via Collegio, oggi San Francesco d’Assisi, in una parte del sito dell’ex convento delle benedettine.
La gara d’appalto per l’esecuzione dei lavori fu vinta dall’appaltatore e capomastro siracusano Sebastiano Vinci e il costo doveva ammontare a £ 20.000.
Il contratto venne però stipulato alla ribassa del 40% sul primitivo piede d’asta, in società con il massaro Nicolò Di Stefano di Avola.
I lavori iniziati nel 1893 si conclusero nel 1895. L’importanza della suddetta realizzazione, sta nell’aver offerto alla città, nuove possibilità economiche e commerciali, e nell’aver dotato il tessuto urbano di strutture più efficienti.
Fu certamente una conquista per la popolazione; infatti fino ad allora i negozi di genere alimentare, “i putii”, erano pochissimi e, in genere, si comprava direttamente dai privati che esponevano i prodotti della campagna davanti alle loro abitazioni su un tripode costituito da tre canne convergenti a cono, detto “u triporu”.
Dal punto di vista architettonico l’ing. Rizza si rifece allo stile neo-classico, come si può vedere dalla concezione planimetrica degli spazi, e dei ritmi chiaroscurali determinati dagli archi a tutto sesto che definiscono il portico.
Al centro dell’edificio fu posto lo stemma in pietra calcarea che per la sua posizione si pone come asse equilibrante dell’intera facciata.
Realizzato dallo scultore Francesco Puzzo di Siracusa, lo stemma è una pregevole testimonianza di lavoro di intaglio. Lo scudo, di forma ovale risulta diviso in due punti da una fascia orizzontale; nella parte superiore, detta capo, è posta una croce greca, mentre nello spazio sottostante, detto punta, sono scolpite tre api. Quasi unite allo scudo sono due cornucopie, simbolo dell’abbondanza e dell’agricoltura. L’insieme dello scudo e delle cornucopie poggia su un motivo ornamentale, formato da elementi floreali e linee curve.
Le facciate del mercato sono abbellite da rosoni ornamentali, in pietra da taglio, rappresentanti, in basso rilievo, pesci, animali da macello, frutta e verdura.
Il mercato aveva un grande androne in via San Francesco d’Assisi e due ingressi laterali che immettevano nella galleria, uno da via Milano e l’altro da via Manzoni. Nella parte posteriore della galleria, spazio adibito ora ad aule scolastiche, c’era il mercato ittico, formato da cinque banconi fissi dalla lunghezza di un metro per due con il marmo inclinato, sia per rendere visibile il pesce, sia per far scivolare l’acqua proveniente dallo scioglimento del ghiaccio.
Nella parte anteriore, erano posti i banconi dei macellai che non avevano all’interno del mercato una bottega; qui si vendeva carne di maiale, di pecora, e in genere di basso macello.
Nelle due arcate laterali c’erano 5 negozi di genere alimentare e 5 macellerie.Nella zona antistante la galleria, chiusa da una ringhiera in ferro, era installata una grande bilancia a ponte “u bilicu”, dove venivano pesati gli animali prima di essere portati al macello, infatti in base al peso e al tipo di carne veniva pagata l’imposta IGE, detta “u daziu” i cui uffici, insieme a quelli dei vigili urbani erano situati nella zona prospiciente via Manzoni. Dopo essere stati pesati gli animali venivano portati a piedi al macello. Non era raro che, durante il tragitto, gli animali si imbizzarrissero e quindi sfuggissero al controllo del conduttore. Quando si verificava ciò per le strade succedeva il caos. Le persone scappavano per le vie cercando di nascondersi e spesso si verificavano degli incidenti. Dopo essere stati macellati, la carne veniva riportata al mercato con un carro di legno chiuso trainato da un animale da soma detto “u mulu”. Nei giorni in cui si macellava, le persone che avevano particolari problemi di salute, su consiglio del medico, si recavano al macello per bere il sangue caldo dei vitelli, perché si pensava che desse benessere e vigore.
I ragazzi che abitavano nella zone del mercato, quando venivano macellati i maialini si facevano dare lo stomaco “a ozza” che utilizzavano per i loro giochi.
Infatti lo gonfiavano con la bocca e ne ottenevano un grosso pallone. Spesso, per farlo durare più a lungo lo coprivano con strisce di gomma o di stoffa.
Le donne, in genere, nell’anteguerra non si recavano al pubblico mercato a fare la spesa, né ,da sole, in piazza. Si diceva che in quei posti ci fossero “i vastasi ri ciazza”. Quando uscivano dovevano coprirsi il capo con lo scialle e le ragazze venivano accompagnate sempre dalle persone anziane.
Il termine “ciazza” era usato anche come sinonimo di mercato comunale. C’era anzi un’espressione triviale che diceva: “u porcu c’è a ciazza”, cioè il porco c’è al mercato.
Agli inizi degli anni 60 le mutate condizioni economiche, la nascita di nuovi quartieri, l’uso diverso di alimentarsi della popolazione, spinsero coloro che operavano nel mercato ad aprire le loro botteghe nei vari rioni del paese, per essere più presenti nel territorio.
Il mercato persa la sua funzione economica e sociale, fu chiuso definitivamente per ordine dell’amministrazione comunale nel 1971 e i locali vennero adibiti a scuola di vario tipo e a centri culturali: pro loco, biblioteca comunale ecc.

Verdiana Cassarisi
(da http://giovanidemocraticiavola.wordpress.com/2012/10/19/il-vecchio-mercato

e segnaliamo anche un altro evento in programma dedicato alla poesia...

logo

QUARTA EDIZIONE di "POETI E SCRITTORI DEL VAL DI NOTO A CONFRONTO"
NOTO - VENERDÌ 29 AGOSTO 2014
DALLE ORE 19,30 alle 23,30
Loggia del Mercato, Via Rocco Pirri

(esattamente alle spalle del Palazzo Nicolaci-Villadorata)
Sei un poeta, uno scrittore, e vuoi partecipare?
Contattaci mediante info@libreriaeditriceurso.com

manifesto

cannoli....UN CANNOLO DI RICOTTA
TI RICONCILIA
COL MONDO
E CON LA VITA

Il cannolo e il suo principale contenuto la ricotta, sono entrati nelle metafore del linguaggio comune.
Un mio amico, Paolo Pantano, per definire l’insignificanza di una cosa, usa dire: “Sembra un cannolo senza ricotta”.
...Guarda un po' quant'è importante la ricotta. e quella cialda chiamata cannolo...
Il cannolo di ricotta è forse la specialità più conosciuta della pasticceria siciliana, una volta preparato solo durante il carnevale, ma ormai diffuso tutto l’anno.
Se non vuoi la ricotta, puoi in alternativa scegliere cannoli con crema oppure cioccolato.
Se tu ti dovessi trovare, diciamo “per caso”, ad Avola, potrai trovare cannoli magnifici al Bar Girlando, proprio di fronte alla Libreria Editrice Urso, in Corso Garibaldi ad Avola.


“Affondi i denti nel croccante della sfoglia,
e la crema fugge via dall'involucro che la teneva prigioniera,
e ti incolla di morbida dolcezza.
Un cannolo di ricotta ti rimette in sesto.
Ti riconcilia col Mondo e con la Vita”.
(Dal libro “Vita candita” di Rosalba Perrotta)

LIBRI DI AUTORI DI AVOLA O SUL TERRITORIO DI AVOLA

Copertina
Angelo Fortuna
Sotto il cielo della Perla ionica
2011, 8°, pp.
272, illustrato
15,00 acquista

 

Dal vulcano della memoria le immagini emergono a valanga: eruzione continua, impetuosa, inarrestabile. Non sfiorate dalla nebbia del passato, né, tanto meno, dal succedersi tumultuoso degli eventi, dai cambiamenti epocali. Tutte in bianco e nero, ma nitidissime. In primo luogo, le mani tremanti e i volti lividi di spavento, travolti da sensazioni di pericolo imminente, delle donne, l'angoscia degli uomini malamente mascherata da lunghe tirate di schifose sigarette, poi spente sul pavimento con nervosi movimenti dei tacchi delle scarpe, e i concitati parlottii - per meglio dire, balbettii - di gruppi di persone allo sbando per le vie per programmare un improgrammabile fuggi fuggi generale verso la "Montagna", vista come il più sicuro dei possibili rifugi. È forse possibile la programmazione del caos? Nel caos, tra brividi di terrore che ti devastano la mente? [...] Un'eternità è trascorsa da quel fatale 10 luglio 1943, giorno dello sbarco anglo-americano in Sicilia, destinato a mutare il corso della storia nell'Isola e poi nell 'Italia intera. Una eternità, anzi, forse, più propriamente un attimo fuggente ... (Dal racconto "Invasione delle truppe alleate")

Cenzina Salemi e Giovanni Battaglia
comunicano nel Tg di Canale8 di luned́ 5 dicembre 2011
l'assegnazione del premio "Thomas Dempster" per il 2011
alla Libreria Editrice Urso
da parte del GRUPPO CULTURALE "IPPOLITO ROSELLINI"
Associazione di Promozione Sociale - Pisa

articolo
Clicca sull'immagine per ingrandirla

teatro

teatro

[...]Avola seguiva e rispettava un certo suo tradizionale principio araldico. Nessuno aveva un titolo di barone o marchese. Raschiando nella tradizione come si fa coi muri nel tentativo di rintracciarvi vestigia di affreschi, qualcuno si qualificava nobile per avere scoperto fra le cose vecchie di famiglia qualche ritratto ad olio di un suo antenato vestito in una certa foggia in uso presso i gentiluomini titolati del tempo.Municipio Avola
Codeste pallide ingenue nostalgie nobiliari dise gnavano sul sereno volto di Avola un dolce impercettibile sorriso. Ella era la sola, la vera nobile, ed il suo stemma superava in gentilezza, cavalleria, umanità tutti gli stessi dell'intiera nobiltà di Sicilia. Non aquile, non leoni, non leopardi, non armi, non corazze, non cimieri. Il suo blasone annunciava la serenità del vivere che non ha tempo, che non ha epoca, la vita di sempre: uno scudo leggermente convesso sul quale campeggia ben visibile la Croce, e due cornucopie ricurve legate alla base da un nastro sorreggono lo scudo e lo presentano quasi offerte da due morbide braccia muliebri, tre capi simmetricamente in volo verso l'alto, il tutto sormontato da una possente corona marchionale. A parlarne parrebbe una cosa complicata. Ma, alla vista, lo stemma si rivela armonioso, semplice, spontaneo. La spontaneità era come l'immediata rivelazione del carattere di Avola, parsimoniosa e prodiga, sensibile alla bellezza elargita dalla sua marina e dalla sua campagna.

fotoTeocrito Di Giorgio, Un pugno di case, Trevi, Roma 1973, pag. 83

Di Giorgio Teocrito, Un pugno di case, 1973, 8°, pp. 184, € 10,00acquista

 "La cittadina di Avola come personaggio: una spassosa Sicilia senza delitti d'onore, senza mafia, fuori degli abusati schemi della narrativa e del cinema". Così sulla quarta di copertina di questo libro pubblicato nel 1973 a Roma da Teocrito Di Giorgio presso la Casa Editrice Trevi, poco prima di morire e poco prima che la stessa casa editrice uscisse dal mercato. Noi, a quell'epoca, prevedendo la crisi ddi questa Casa Editrice romana acquistammo tutta la tiratura dell'opera, che, pertanto, è disponibile solo da noi, in esclusiva.
In questi libro sono riferimenti evidenti alla Avola tra l'inizio e la metà del Novecento appena concluso. Lettura gradevole da consigliare a chiunque. Con questo libro si può dire che si è aperta una fase di ripensamento della storia di una città attraverso la narrativa. Successivamente, con esiti altrettanto positivi, altri autori (Giuseppe Schirinà, Sebastiano Martorana, Nino Muccio, ecc.) hanno percorso la medesima strada.

avola

Cos'è successo in questa vasta,
solare piazza d'Avola?

Si muove tra i fitti filari di mandorli, fra l'oro delle foglie, dei malIi sparsi a terra. Si muove sulla strada dove avvenne in un dicembre ormai lontano l'eccidio dei braccianti.

Su quella statale centoquindici, su quel terreno della Chiusa di Carlo, all'improvviso sparò e sparò la polizia contro i lavoratori scioperanti per il rispetto dei contratti, contro l'ingaggio di mano d'opera in piazza, la prepotenza di padroni e caporali. Saltarono i muretti, corsero per la campagna dell'inverno, sotto i rami spogli, caddero morti a terra Scibìlia e Sigona, caddero i feriti.

Avola del terreno arso, del mandorlo, dell'ulivo, del carrubo, della guerra con il sole, con la pietra, la città nuova di geometrica armonia, di vie diritte, d'ariose piazze, d'architettura di luce e fantasia, Avola dei liberi braccianti era adusa alle proteste, alla lotta per la difesa dei diritti: nel Venti i soci di cooperative e leghe occuparono il feudo Stradicò della marchesa di Cassibile, nel Ventidue si scontrarono coi fascisti, nel Ventiquattro distrussero gli uffici daziari...

La vasta piazza quadrata, il centro del quadrato inscritto nell'esagono, lo spazio in cui sfociano le strade del mare, dei monti, di Siracusa, di Pachino, fu sempre il teatro d'ogni incontro, convegno, assemblea, dibattito civile, la scena dove si proclamò il progetto, si liberò il lamento, l'invettiva. È fuori dagli agglomerati secolari, dagli intricati labirinti, dalle viuzze scoscese e serpeggianti, dalle fabbriche ammassate, dalle piazze anguste, dai muri gonfi d'umidore, crepati per vecchiezza, dalle eredità paralizzanti, dalle ipoteche umilianti, è dentro gli spazi piani e razionali, nelle misure d'Archimede e di Cartesio, è nella chiarità solare, è nella luce di ragione il tempio di democrazia? Un tempio umile, paesano, di tufo luminoso, simile nell'idea, nella sostanza a quello nobile dello Sposalizio di Raffaello, della Prospettiva attribuita a Piero, è stato forse al centro di questa rara Avola in Sicilia, di quest'Apicola soave e laboriosa, di questo nuovo paese ricostruito al piano dopo il terremoto, di questa vittoriniana città del mondo che dalla bellezza trae giustizia e armonia.

"Per ordine del Sig. Principe di Santa Flavia e Sig. Consultore fu inviato a quella città il fratello Angelo Italia della Compagnia di Gesù, Maestro Architetto per osservare il sito più opportuno e l'aria più salubre per la reedificazione della nuova città. Si conferì sopra loco il suddetto frate Angelo et osservando con ogni esattezza tutto il territorio di Avola, non trovò luogo e sito migliore che il fegho dell'Università di Avola detto Mutubè nel quale si tirò la nuova città nella forma che fu trasmessa a V.E. lontano dal mare da un miglio e mezzo circa in una bellissima amena e larga pianora... Nel mezzo della città passa l'acqua della fontana detta Miranda..." (Relatione di quanto si è operato nella nuova città d'Avola dal giorno del terremoto 11 gennaio 1693 a questa parte).

Entra nel vasto spazio nell'ora della luce umana della calura che si smorza, nel meriggio tardo ch'era in passato del brulichìo, del brusìo sulla piazza dei gruppi fitti degli agricoltori, dei braccianti, degli artigiani, dei possidenti, dei professionisti, dei borghesi avanti ai circoli dei giornali fissati all'asta col lucchetto, ai bar delle granite, delle orzate, sotto il cielo fitto dei voli obliqui, degli stridi, dei rintocchi di San Nicola, di Santa Venera, Dell'Annunziata, che ora è vuota, deserta, sfollata come per epidemia o guerra, rotta nel silenzio dal rombare delle motociclette che l'attraversano nel centro per le sue strade ortogonali, occupata ai margini, sui gradini della chiesa, nell'ombra dei portali, da mucchi di giovani con l'orecchino al lobo, i lunghi capelli legati sulla nuca, che fumano, muti e vacui fissano la vacuità della piazza come in attesa di qualcuno, di qualcosa che li scuota, che li salvi. O li uccida. Cos'è successo in questa vasta, solare piazza d'Avola? Cos'è successo nella piazza di Nicosia, di Scicli, Ispica, Modica, Noto, Palazzolo, Ferla, Floridia, Ibla? Cos'è successo in tutte le belle piazze di Sicilia, nelle piazze di quest'Italia d'assenza, ansia, di nuovo metafisiche, invase dalla notte, dalle nebbie, dai lucori elettronici dei video della morte?

Vincenzo Consolo
in L'olivo e l'olivastro, Mondadori, Milano 1994

 

avola

PIAZZA CENTRALE

Fa quadrato
attorno
ad un potere inesistente.
Né re, né repubblica
si imposero mai
nell'alternanza dei nomi,
in questa piazza Centrale.
C'era una volta
la voglia d'incontro:
amicizie, rancori e progetti di fama straniera.
Coacervo di sentire privato
e di rivendicazioni sociali.
E su tutto, l'umore lasciato
da una chiacchiera al bar.

Franco Caruso
in ...e il tuo profumo inonda il domani
Libreria Editrice Urso, Avola 1987 pag. 47

D'accordo le luci sulla piazza...

[...]La strada porta dritta al mare. Da qui, oltre il fondo impercettibile della strada, si vede l'azzurro del mare che si apre sopra le due file rettilinee di case basse, libero fino all'orizzonte. Due chilometri, dalla stazione alla spiaggia: la strada è una lastra d'asfalto lucida e scivolosa. Sui marciapiedi riposano ad asciugare le mandorle, i pomodori tagliati a metà, le salse dentro grandi piatti colorati, il loro odore caldo. Verso sera le donne sistemeranno tutto sulle terrazze. Dalle terrazze getteranno uno sguardo verso il mare. Raramente lo guardano da vicino.

D'accordo il mare. D'accordo le case basse, le donne che passano, le facciate barocche. D'accordo le luci sulla piazza, i gelati alla mandorla. All'inizio, ho tutto amato. Poi il tanfo acre dell'immondizia sulle strade, il piscio dei cani, i lunghi scarafaggi marroni, il ghigno sdentato dei vecchi fermi sotto i lampioni o seduti sulle panchine della villa a gettare malizia sulle caviglie delle poche turiste.

Ho preferito i pini stanchi di neve, il verdone posato sulla balaustra, le chiazze scure sulle montagne, la leggerezza dello scoiattolo, la luce tagliata dai rami. Meglio i ghiaccioli pendenti dalle tettoie, il beccare nervoso della cinciallegra, i passi scricchiolanti nel silenzio. Perciò ora non dirmi che è meglio il tuo paese di voci lunghe e di strilli e di clacson e di merda a ogni angolo, di tanfi, di vomito sulle piazze, di case cadenti e cadute, di balconi storti, di tetti sfondati, di pozzi neri che affiorano ovunque, di sputi scivolosi, di topi grossi come cani, di cani bavosi, di donne nere e di ladri, di venditori ambulanti che gridano e puzzano come pecore, di schiume grigie lungo i marciapiedi, di scialli neri, di odore acido delle tonnare e di baci umidi e falsi. I tuoi vicoli di uomini curvi e di peperoni indigesti. E di donne grasse sedute che un giorno ho finito di amare. Anche il latte di mandorla è diventato aspro. Tu hai continuato a berne bicchieri e bicchieri.

Paolo Di Stefano,
Baci da non ripetere, Feltrinelli, Milano 1994

avola

PIAZZA TRE LEONI
Non ruggite leoni;
leoni della fontana;
il vostro silenzio, da solo,
ci annienta.
Inutile olocausto, è il vostro,
morti dell'obelisco,
se spadroneggiano ancora
oggi i tiranni di ieri.
E verrà, infine,
questa agognata, rivoluzione.
E andrà, ancora, la Madre,
nel venerdì santo, a cercare
il suo figlio smarrito?
E quell'incontro sarà, poi,
tregua
all'angoscia dell'uomo?

Franco Caruso
in Metti in valigia un'emozione
Libreria Editrice Urso, Avola 1986, pag. 46

avola Libri su Avola

29/12/2003 Foto ricordo incontro Avolesi.it

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Una serie di eventi in programmazione lunga quasi un anno...
Lo spirito che ci spinge a volere tante persone per bene accanto
è collegato al desiderio di opporsi alle costanti negative che vediamo nelle nostre Comunità,
e la necessità sempre più impellente di testimoniare modelli culturali con senso,
e alternativi a quelli senza senso
che vediamo realizzare con un alto costo per gli Enti pubblici.
C'è bisogno ancora di più oggi di spiriti liberi.
In una sorta di lotta contro quello stato di cose e, soprattutto,
contro quel "potere", che nulla, o poco, fa per cambiarle,
e che, anzi, il più delle volte si dimostra ovunque sempre prepotente e discriminatorio.
A favore di quei poeti, scrittori, artisti, intellettuali
che vivono ed elaborano una loro opera creativa emarginati da tutti e da tutto!
Costoro intrecciano le loro storie e i loro sogni con le case,
le strade, i monumenti e le opere d'arte che fanno da coreografia
a quanti lì vivono con o senza questa consapevolezza.
Quasi sempre queste preziose risorse umane non vengono considerate come meriterebbero
in tutte le comunità di questo pianeta chiamato Terra...
Così accade generalmente in ogni nostra diversa città...
Quel che tutti possiamo fare, è esaltare quanto nei fatti comunque esiste nonostante tutto
– pur attraverso mille difficoltà – e che in ogni caso non può essere disconosciuto.
Questo possiamo realizzarlo solo col tuo aiuto
e senza la speranza di un sostegno del potere pubblico!
Quindi cerca di non mancare, se puoi!
E, nota bene! Non ci interessa candidarci, e non ti chiederemo il voto!
Stiamo facendo "poesia", la cosa più inutile del mondo, ma mai dannosa ad alcuno!

 

ora del popolo
Giuseppe Gaetano Alia
L'ora del popolo
pagine 96, € 11,00acquista


"L'Ora del Popolo" iniziò la sua propaganda politica in occasione delle prime elezioni amministrative del 10 marzo 1946, ripetendosi in occasione delle successive campagne elettorali. Socialisti, comunisti, repubblicani e Partito d'Azione vi parteciparono con una lista di sinistra sotto il simbolo della falce e martello. Principale ispiratore, il maestro Giuseppe Gaetano Alia, candidato al Consiglio Comunale. Le trasmissioni sostituivano brillantemente i comizi elettorali del tempo, anche per le prolusioni politiche sostenute con passione e con accanimento dal professore Sebastiano Rizza.

Giuseppe Denaro
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