In questa storia un fatto incredibile accaduto
a un amico che da anni segue queste nostre news...
MALASANITÀ?
Il caso di un paziente ricoverato nel 2009
Asportano un tumore
e lo perdono
Pochi mesi dopo ha scoperto di avere una metastasi
DA "IL QUOTIDIANO" del Friuli Venezia Giulia
27 settembre 2011
OSPEDALE DI UDINE
Nel 2009 smarrito il campione prelevato dal rene di un paziente, analisi impossibili
Dalla Sicilia a Udine per operarsi l’ospedale smarrisce il tumore
MANCANDO LE ANALISI È STATO IMPOSSIBILE CAPIRE GRAVITÀ E POSSIBILE SVILUPPO DELLA MALATTIA AVVOCATI E MEDICI STANNO CERCANDO DI STABILIRE SE LA TERAPIA ADOTTATA SIA STATA QUELLA IDONEA
Nel 2006 un tumore al rene destro,
quindi l’asportazione dell’organo. Tre anni dopo a Udine viene
evidenziato un carcinoma all’altro
rene, il sinistro. Il tumore prelevato
però non è mai arrivato in laboratorio,
perché sparito inspiegabilmente
nel nulla. Quindi non è stato possibile
svolgere le analisi necessarie
per comprendere meglio gravità e
possibili sviluppi della malattia.
Circa nove mesi dopo, il paziente ha
scoperto di avere una metastasi ossea.
Se quest'ultima diagnosi possa
essere collegata alle prime due, è un
interrogativo a cui si sta cercando di
rispondere non solo attraverso la
medicina, ma ormai anche per vie
legali. Il dubbio è che, a causa dello
smarrimento del campione istologico,
il paziente possa aver perso
un'importante chance terapeutica.
Il protagonista di questa vicenda è
Salvatore Bellomia, un 51enne di
Avola in provincia di Siracusa, che
il 4 settembre 2009 è stato operato
dall'équipe medica del dipartimento
di urologia dell'azienda ospedaliero-
universitaria Santa Maria della
Misericordia di Udine.
L’INIZIO
Il tutto comincia in Sicilia
nel novembre 2006 con la prima
di tre brutte diagnosi: un tumore al
rene destro. Il paziente entra in sala
operatoria e l'organo gli viene
asportato. Dopo circa 3 anni si presentano
disturbi simili ma questa
volta il malato decide di lasciare la
Sicilia, dove è stato sottoposto al
primo intervento, per essere seguito
dall’ospedale di Udine. Sottoposto
ad accertamenti, la diagnosi indica
una neoplasia da 1,5 centimetri al
rene sinistro. Questa volta l'intervento
è di tipo esplorativo, per preservare
l'organo superstite. La massa
sospetta viene asportata per essere
analizzata. Ma il referto dell'esame
istologico descrive solamente
l'altro materiale prelevato in sede di
operazione: grasso perirenale, grasso
peritumorale e milza accessoria,
mentre del tumore non c'è traccia.
COMPLICAZIONI
Ma non è tutto:
una sutura interna cede e si origina
un'emorragia arteriosa. Il giorno
successivo all'intervento il paziente
deve tornare in sala operatoria.
Gli viene rimosso l'ematoma ma
due giorni dopo, visto che l'emorragia
non si è ancora fermata, viene
anche sottoposto a una embolizzazione
arteriografica. Seguono numerose
trasfusioni per reintegrare il
sangue perso. Infine, come conseguenza
dell'operazione, a Bellomia
viene anche riscontrato un versamento
pleurico. Finalmente, il 22
settembre viene dimesso.
SMARRITO
Quasi un mese dopo,
il 13 ottobre 2009, il paziente è convocato
dal chirurgo che ha svolto
l'intervento, il professor Bruno Frea
che è il direttore del dipartimento di
urologia dell'azienda ospedaliera di
Udine. Da lui riceve la sconcertante
comunicazione: lo staff ospedaliero
ha smarrito il tumore. È quindi
impossibile stabilire con esattezza
di che natura fosse la massa sospetta
asportata il 4 settembre dal rene sinistro,
e cioè se quanto prelevato
fosse, nell'ipotesi peggiore, un tumore
secondario metastatico. Di
conseguenza, anche se i medici di
oncologia avessero considerato
quest'ultimo esito, non sarebbe stato
possibile compilare e inviare la
richiesta al ministero della salute
per ottenere i costosi farmaci e iniziare
il primo ciclo di chemioterapia.
CONTROLLI
A Bellomia viene
comunque spiegato che non si poteva
fare nulla se non un controllo
strettissimo sugli eventuali sviluppi
della malattia, in quanto la mancanza
di una diagnosi impediva al reparto
di oncologia di stabilire una
terapia adiuvante. «Da quel giorno -
spiega il paziente - le diagnosi sono
state affidate ai se e ai ma». Nel frattempo
Bellomia si rivolge a un legale
e sporge denuncia contro ignoti.
A fine ottobre 2009 viene stabilito
un programma di follow-up
strettissimo, con tac ogni 3 mesi per
il primo anno e ogni 4 mesi per il secondo
anno, per monitorare il possibile
sviluppo del tumore. A causa
di questa pesante incertezza, il paziente
entra in uno stato depressivo
e uno psichiatra gli prescrive una terapia
a base di psicofarmaci ansiolitici
e antidepressivi. Fino a gennaio
2010 gli esami clinici non rivelano
nulla di anomalo. Il 7 aprile
viene eseguita un'ecografia e il 13
luglio la tac successiva.
M E TA S TA S I
Questa volta il responso
dell'esame è nefasto: una
metastasi ossea all'ala sacrale destra
di circa 3,3 x 2 centimetri. Il 16 agosto
2010 viene fatta una biopsia ed
emerge la possibilità che la metastasi
ossea abbia avuto origine dal tumore
al rene destro, quello asportato
nel 2006. Ma restano dubbi perché,
pur potendo fare un riscontro
morfologico con la neoplasia risalente
a quattro anni prima, supportata
dal relativo esame istologico,
manca un possibile confronto sulla
natura del reperto istopatologico
del 2009, perché appunto andato
perso. Si corre ai ripari e viene decisa
una terapia molto intensa: radioterapia
a livello sacrale e immediato
inizio di trattamento chemioterapico
accompagnato da follow-
up di controllo.
RISARCIMENTI
La vicenda legale
nel frattempo va avanti e nel
gennaio del 2011, in seguito alle richieste
di spiegazioni e risarcimento,
Salvatore Bellomia viene convocato
per una visita da parte del
medico legale nominato dall'ospedale,
il professor Carlo Moreschi. Si
è ancora in attesa di una proposta risarcitoria
da parte dell'azienda
ospedaliera, ma dai contatti fra il
Centro Servizi Condivisi e l'avvocato
Ester Soramel del foro di Udine
(attuale legale di Bellomia), sembra
che l'unica responsabilità che l'ospedale
sia disposto ad assumersi è
quella dell'emorragia arteriosa che
si è verificata dopo l'intervento del 4
settembre 2009. L'ospedale, inoltre,
ritiene di non aver pregiudicato
le chances di cura di Salvatore Bellomia,
malgrado lo smarrimento del
campione, in quanto avrebbe sottoposto
il paziente alla procedura prevista
in casi analoghi. In altre parole,
l'ospedale pare ritenere di aver
fatto "tutto il necessario". Infine,
sembra che l'azienda ospedaliera
non sia intenzionata ad assumersi
alcuna responsabilità sull'insorgenza
dei sintomi depressivi riscontrati
nel paziente.
CASISTICA
Secondo il legale e
l'oncologo Gaetano Mauceri, che
sta attualmente seguendo il paziente
presso la casa di cura Villa Mauritius
di Siracusa, il caso di Salvatore
Bellomia rientra in un sottogruppo
di soggetti che evidenziano
un elevato rischio di recidiva: infatti,
secondo la letteratura scientifica,
circa il 40% di pazienti sviluppa
metastasi dopo nefrectomia (asportazione
del rene) per malattia localizzata.
«Quando sono venuto a conoscenza
dell'esito del colloquio fra
il mio legale e il Csc, mi sono sentito
preso in giro - spiega il paziente. -
Una lunga attesa di 8 mesi, per apprendere
che l'ospedale non si ritiene
responsabile circa la perdita del
tumore, come se tutto ciò che si doveva
fare fosse stato fatto». Con
queste premesse difficilmente si arriverà
a una proposta di risarcimento
soddisfacente da parte dell'azienda
ospedaliera ed è quindi probabile
che la vicenda legale abbia ulteriori
sviluppi, anche se la parte lesa non è
intenzionata a ricorrere a una causa
ordinaria, per evitare che i tempi
continuino a dilungarsi. Salvatore
Bellomia nel frattempo è tornato a
casa sua in Sicilia dove sta seguendo
la terapia con Zometa e il farmaco
biologico Sutent. La Pet eseguita
a maggio ha evidenziato la presenza
di malattia ad attività metabolica
non elevata. «È paradossale - sottolinea
- il tumore al rene sinistro mi è
stato trovato e asportato in tempo.
Se non fosse andato perso e si fosse
saputo subito qualcosa di più, forse
questa metastasi si sarebbe presentata
dopo 10 anni e non dopo 9 mesi
o, addirittura, non ci sarebbe stata
per niente. Questo è un dubbio che
ormai non potrà più avere risposta».
DINO GARZONI
cronaca@ilquotidianofvg.it
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*WORK- SHOP*

*"Educazione alla terra ... un nuovo inizio"
***8-9 ottobre 2011*
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DESTINATARI:
Il corso è rivolto ad educatori, insegnanti, esperti di geologia, ecologia, archeologia e ad appassionati che vogliono approcciarsi all'educazione ambientale.
Max 20 partecipanti
CONTENUTI
Come lo scorso anno il relatore del work-shop sarà Francesco Picciotto,Vice Presidente del Consorzio Giona Nexus.
I temi affrontati saranno volti ad arricchire le conoscenze già acquisite durante il work-shop del 2010 e avranno tra gli obiettivi quelli di progettare concretamente attività di Educazione alla Terra dapoter effettuare nel nostro territorio.
LUOGHI
Il work-shop si svolgerà a Vendicari presso i locali della forestale denominati "Case Cittadella" Ingresso sud (IX strada contrada San Lorenzo)
ORARI
09.00-13.00 - 14.30-17.30
QUOTA DI PARTECIPAZIONE
€ 35 per quota di partecipazione e i due pranzi
Nota:
si richiede la prenotazione entro lun 3 ottobre al n. 348 4255060 |
…Itaca ti ha dato il bel viaggio,
senza di lei mai ti saresti messo
sulla strada: che cos'altro ti aspetti?
Kostantin Kavafis

Poeti, scrittori, artisti, pellegrini e amici della Libreria Editrice Urso
si incontrano a Vigevano (Mi)
il 16 novembre 2011
a partire dalle ore 18,00
con Liliana Calabrese (voce e chitarra)
Coordina Francesco Urso
Hanno dato la loro adesione:
Maria Barone, Francesco Urso, Liliana Calabrese, Lilia Urso, Lucia Bonanni, Anna Maria Folchini Stabile, Paola Surano, Linuccia e Salvatore Blanco, davideadesso (Davide Bove), Fulvio Maiello, Cettina Lascia Cirinnà, Massimo Nosotti, Pino Guastella, Corrado Barone, Gabriella Bellofiore, Giuliano Mari, Patrizia Muzi, Fabiola Colombo, Giuseppe Santoro, Sebastiana Cimino, ecc.
Sede e programma in via di definizione...
Contatta Francesco Urso se vuoi partecipare
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 Giusseppe Rossi
Avola attraverso i secoli - Spigolature iblo - sicole riassunte da fonti storiche
a cura di Marco Urso
ristampa dell'edizione del 1930
2011, 16°, pp. 72
ISBN 978-88-96071-49-6
PRENOTA IL LIBRO
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Sebastiano Sirugo

La mia vita in mare
2011, 16°, pp. 56, illustrato
ISBN
978-88-96071-54-0
€ 7,00
PRENOTA
IL LIBRO |
IL PUNTO SULLA SITUAZIONE DEL CONCORSO

Abbiamo concluso in data 30 settembre un'ulteriore fase del nostro concorso che riguardava il versamento della quota di compartecipazione da parte degli autori selezionati nel Concorso di cui alla presente pagina.
Fra loro, proprio fra questi poeti selezionati dalla Giuria che nella quasi totalità hanno aderito, tanti di loro con una passione e un entusiamo proprio da poeti, ci sono i primi tre classificati, e loro non sanno ancora nulla in merito a questo... I nomi dei primi tre classificati saranno ufficializzati proprio nel mese di marzo del 2012, poco prima della conclusione del Concorso.
Qualche autore, come scrivevo già in precedenza, è stato escluso dalla Giuria (queste operazioni non sempre sono indolori...), qualche altro autore si è addirittura autoescluso...
Un'occasione mancata per questi ultimi (scelta fatta fra l'altro senza sapere se si era fra i primi tre classificati...).
A breve passeremo alla fase successiva con i dettagli relativi alla richiesta del materiale, ove confermeremo con altre parole quanto già specificato in merito nel Regolamento del Concorso, specificando sempre più le caratteristiche che dovrà avere tutto il materiale utile per la stampa di tanti libri diversi, come da progetto.
L'impegno straordinario che stiamo portando avanti richiederà a ciascuno dei poeti il massimo della comprensione nell'adeguamento a principi di uniformità, com'è logico.
So che andrà bene, so benissimo, amici miei, che assieme stiamo realizzando in un sogno tanti sogni...
Francesco Urso |
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